Supremazia nel palleggio ma partita persa

Ciao a tutti. Gioco a tennis da un paio di mesi ma ho già trovato un buon ritmo. Mi sono iscritto perchè potrei aver notato una mia grossa carenza e cerco delucidazioni.
Ieri è accaduto questo: ho fatto un paio di set con un amico e ho perso 61 62. Non mi entrava mai una prima e sbagliavo molto più del mio avversario. Non mi aspettavo questo risultato dato che durante la fase di palleggio spingevo molto, riuscivo a metterlo in difficoltà con dritti e rovesci molto forti e lui sbagliava molto più di me. Pensavo quindi almeno di vincere un set..
Questo mio amico ha una personalità molto forte, disposto a tutto pur di vincere, io invece mi concentro ancora molto più sulla tecnica e a giocare un buon tennis.
Ancora non ho affrontato molte persone dato che gioco da poco quindi non so se questa mia "debolezza al punto" si possa ripetere anche con altri o se è una mia predisposizione psicologica che emerge solo contro di lui. Sento comunque sempre una maggiore tensione psicofisica quando devo fare i punti piuttosto che quando gioco in palleggio dove lascio molto più andare il braccio forse perchè so che forzare e sbagliare non comporta nulla. Fatto sta che gioco molto meglio in palleggio e in allenamento da solo col maestro piuttosto che con i miei avversari.
I need help

il 99% di noi tennisti amatoriali gioca meglio in palleggio con il maestro, per forza ti tira la palla sempre uguale e sempre nello stesso punto, dopo un po' chiunque prende il ritmo e capisce come giocarla ripetendo sempre lo stesso movimento.

in partita l'avversario di turnoti gioca palle sempre diverse, a volte per scelta, altre per incapacità, ora corte, ora lunghe, ora alte, ora basse, ora in top, ora in back, e chi più ne ha, più ne metta.

è normale avere molte più difficoltà, poi tu hai cominciato a giocare da 2 mesi, aspetta almeno 1 anno a porti il problema dell'attegiamento mentale e dell'approccio psicologico al match, ora cerca di imparare la tecnica e di divertirti, vedrai che un po' alla volta inizierai a tirare la palla di là sempre più spesso, così potrai lentamente iniziare a concentrarti anche sulla tattica oltre che sulla tecnica...

non avere fretta ed entra in campo con il solo scopo di divertirti, pensa a vincere quando avrai imparato a giocare!

Lapis ha scritto:
Ieri è accaduto questo: ho fatto un paio di set con un amico e ho perso 61 62. Non mi entrava mai una prima e sbagliavo molto più del mio avversario. Non mi aspettavo questo risultato dato che durante la fase di palleggio spingevo molto, riuscivo a metterlo in difficoltà con dritti e rovesci molto forti e lui sbagliava molto più di me.

Intanto benvenuto sul forum.. poi in questo caso cerca di mettere in campo un servizio al 70/80% meno attaccabile possibile, così in caso anche di risposte con tentativi di vincente dal parte del tuo amico...fargli avere una (buona) percentuale di rischio d'errore...poi se in palleggio SAI di poterlo mettere in difficoltà...lo devi solo portare sempre sul quel "campo"...il resto se è vero quello che hai detto dovrebbe riequilibrare la partita...cerca di prendere più fiducia in te dei tuoi colpi...e gl'errori caleranno un pò...poi allenamento è la miglior cosa.

aggiungo un commento sul palleggio pre partita:

ho palleggiato contro tennisti che sembravano dei C1 e tiravano fucilate, vincendo poi facilmente perchè continuavano a tirare missili da tutte le parti del campo e allo stesso tempo ho palleggiato con tennisti contro i quali pensavo di vincere facilmente in poco tempo, e ci ho perso anche senza fare giochi...

se vuoi vincere gioca sempre forte sulle righe altrimenti entra in campo per divertirti, il resto verrà da solo con il tempo!

PS benvenuto nel forum...

aggiungo un commento sul palleggio pre partita:

ho palleggiato contro tennisti che sembravano dei C1 e tiravano fucilate, vincendo poi facilmente perchè continuavano a tirare missili da tutte le parti del campo e allo stesso tempo ho palleggiato con tennisti contro i quali pensavo di vincere facilmente in poco tempo, e ci ho perso anche senza fare giochi...

se vuoi vincere gioca sempre forte sulle righe altrimenti entra in campo per divertirti, il resto verrà da solo con il tempo!

poi in partita, ben consci che al nostro livello vince chi sbaglia meno, viene il braccino....



Saluti

Lapis ha scritto:Gioco a tennis da un paio di mesi

ciao e benvenuto. cito l'unica parte che secondo me è importante del tuo post.
ecco: secondo me pensare alla tattica e alla psicologia avendo iniziato a giocare da due mesi (due mesi eh! non due anni o due lustri!) è fuori luogo. con tutto il rispetto, dopo due mesi saprai appena palleggiare alla meno peggio. quindi io prendo con la tara le tue affermazioni sul "tirare forte" dritto e rovescio, sullo spingere, sul fatto di giocare e palleggiare "bene". insomma, se non sei un talento come pochi al mondo, forse sovrastimi il tuo tennis, almeno a parole.
io ti consiglierei di continuare a giocare e ad allenarti con un buon maestro, poi, fra qualche anno, potrai pensare agli aspetti tattici e psicologici. ritengo che ora sia prematuro affrontare questi argomenti e credere che una sconfitta sia imputabile ad una tattica sbagliata o a carenze psicologiche, quando dopo due mesi di tennis è già tanto, per un comune mortale, tenere tre scambi di fila.

grazie dei consigli ragazzi. cercherò di concentrarmi sulla tecnica e non sul risultato delle mie partite

concentrati sul divertimento, è quelle che ti farà continuare a sudare per migliorare la tecnica!

alain proust ha scritto:

Lapis ha scritto:Gioco a tennis da un paio di mesi

ciao e benvenuto. cito l'unica parte che secondo me è importante del tuo post.
ecco: secondo me pensare alla tattica e alla psicologia avendo iniziato a giocare da due mesi (due mesi eh! non due anni o due lustri!) è fuori luogo. con tutto il rispetto, dopo due mesi saprai appena palleggiare alla meno peggio. quindi io prendo con la tara le tue affermazioni sul "tirare forte" dritto e rovescio, sullo spingere, sul fatto di giocare e palleggiare "bene". insomma, se non sei un talento come pochi al mondo, forse sovrastimi il tuo tennis, almeno a parole.
io ti consiglierei di continuare a giocare e ad allenarti con un buon maestro, poi, fra qualche anno, potrai pensare agli aspetti tattici e psicologici. ritengo che ora sia prematuro affrontare questi argomenti e credere che una sconfitta sia imputabile ad una tattica sbagliata o a carenze psicologiche, quando dopo due mesi di tennis è già tanto, per un comune mortale, tenere tre scambi di fila.

ovviamente non posso far altro che condividere, è con l'allenamento, tecnico e mentale, che potrai superare i tuoi limiti. inoltre ti consiglio di leggerti qualch post precedente, così da capire anche alcune tematiche mentali simili alle tue.

saluti

Grazie a tutti per le risposte. Torno a scrivere dopo un pò di altre partite ed allenamenti fatti e dopo aver letto post di altri utenti con problemi simili al mio, come giustamente consigliato da sergio costa. E' vero, gioco da poco, ma ho fatto ore con 3 maestri diversi che
ritengono che i miei colpi siano già buoni colpi, ovviamente non a
livello di giocatori che giocano da anni, ma comunque tecnicamente
corretti tanto che riesco ad avere costanza nel palleggio anche a buon
ritmo. Quindi, dato che quello che dicono alain proust e sergio costa sia oggettivamente vero, ritengo che a qualunque livello la componente psicologia influenzi il nostro modo di giocare. Proviamo ad assumere che il mio livello di tennis sia al momento un livello 2 in una ipotetica scala che va da 0 a 5. Dovrei quindi poter essere in grado di riconoscere, anche vagamente, il tennis che gioco in allenamento, anche in partita, contro giocatori del mio stesso livello 2.
Porto un esempio recente: partita giocata l'altro ieri contro avversario che ha iniziato a giocare 1 settimana prima di me. I miei servizi erano lentissimi, percepivo un movimento errato di tutto il mio corpo e non riuscivo a chiudere il polso nella fase finale di impatto. Avvertivo la tensione dei muscoli durante il lancio della palla. Risultato: tantissimi doppi falli e servizi orrendi.
Colpi di dritto piatti e debolissimi, non riuscivo a piegarmi sulle gambe, ero come irrigidito ad ogni colpo.
Il giorno successivo sono andato a prendermi una ora in un campo da solo con un cesto da 50 palline per provare servizi, dato che non mi riconoscevo nel servizio del giorno precedente: ebbene da solo senza avversario ho tirato il servizio che credevo di aver appreso fino ad adesso, abbastanza teso, con chiusura del polso e soprattutto tirando poche palle fuori e a rete.
E' evidente che c'è la componente "paura da punto" che influisce nel mio modo di giocare, anche basso che sia, ma comunque c'è, perchè peggioro tantissimo in partita.

Ho letto un consiglio che mi è parso molto utile, ovvero quello di cercare di pensare di non essere in partita ma in allenamento. PRoverò. Credo anche e soprattutto che con l'esperienza e la sicurezza di sé il problema vada pian piano a svanire o ad affievolirsi.
Nel frattempo se avete qualche altra dritta sono qui!

Se giochi da 2 mesi a mio parere devi solo concentrarti sull'imparare la tecnica, tutto il resto conta poco. Cerca di lavorare molto sull'esecuzione dei colpi e non preoccuparti di partite etc...buon "lavoro"!

Lapis ha scritto:Grazie a tutti per le risposte. Torno a scrivere dopo un pò di altre partite ed allenamenti fatti e dopo aver letto post di altri utenti con problemi simili al mio, come giustamente consigliato da sergio costa. E' vero, gioco da poco, ma ho fatto ore con 3 maestri diversi che
ritengono che i miei colpi siano già buoni colpi, ovviamente non a
livello di giocatori che giocano da anni, ma comunque tecnicamente
corretti tanto che riesco ad avere costanza nel palleggio anche a buon
ritmo. Quindi, dato che quello che dicono alain proust e sergio costa sia oggettivamente vero, ritengo che a qualunque livello la componente psicologia influenzi il nostro modo di giocare. Proviamo ad assumere che il mio livello di tennis sia al momento un livello 2 in una ipotetica scala che va da 0 a 5. Dovrei quindi poter essere in grado di riconoscere, anche vagamente, il tennis che gioco in allenamento, anche in partita, contro giocatori del mio stesso livello 2.
Porto un esempio recente: partita giocata l'altro ieri contro avversario che ha iniziato a giocare 1 settimana prima di me. I miei servizi erano lentissimi, percepivo un movimento errato di tutto il mio corpo e non riuscivo a chiudere il polso nella fase finale di impatto. Avvertivo la tensione dei muscoli durante il lancio della palla. Risultato: tantissimi doppi falli e servizi orrendi.
Colpi di dritto piatti e debolissimi, non riuscivo a piegarmi sulle gambe, ero come irrigidito ad ogni colpo.
Il giorno successivo sono andato a prendermi una ora in un campo da solo con un cesto da 50 palline per provare servizi, dato che non mi riconoscevo nel servizio del giorno precedente: ebbene da solo senza avversario ho tirato il servizio che credevo di aver appreso fino ad adesso, abbastanza teso, con chiusura del polso e soprattutto tirando poche palle fuori e a rete.
E' evidente che c'è la componente "paura da punto" che influisce nel mio modo di giocare, anche basso che sia, ma comunque c'è, perchè peggioro tantissimo in partita.

Ho letto un consiglio che mi è parso molto utile, ovvero quello di cercare di pensare di non essere in partita ma in allenamento. PRoverò. Credo anche e soprattutto che con l'esperienza e la sicurezza di sé il problema vada pian piano a svanire o ad affievolirsi.
Nel frattempo se avete qualche altra dritta sono qui!

Io dopo 3 anni ancora se subisco le conseguenze...

fabryk77 ha scritto:

Lapis ha scritto:Grazie a tutti per le risposte. Torno a scrivere dopo un pò di altre partite ed allenamenti fatti e dopo aver letto post di altri utenti con problemi simili al mio, come giustamente consigliato da sergio costa. E' vero, gioco da poco, ma ho fatto ore con 3 maestri diversi che
ritengono che i miei colpi siano già buoni colpi, ovviamente non a
livello di giocatori che giocano da anni, ma comunque tecnicamente
corretti tanto che riesco ad avere costanza nel palleggio anche a buon
ritmo. Quindi, dato che quello che dicono alain proust e sergio costa sia oggettivamente vero, ritengo che a qualunque livello la componente psicologia influenzi il nostro modo di giocare. Proviamo ad assumere che il mio livello di tennis sia al momento un livello 2 in una ipotetica scala che va da 0 a 5. Dovrei quindi poter essere in grado di riconoscere, anche vagamente, il tennis che gioco in allenamento, anche in partita, contro giocatori del mio stesso livello 2.
Porto un esempio recente: partita giocata l'altro ieri contro avversario che ha iniziato a giocare 1 settimana prima di me. I miei servizi erano lentissimi, percepivo un movimento errato di tutto il mio corpo e non riuscivo a chiudere il polso nella fase finale di impatto. Avvertivo la tensione dei muscoli durante il lancio della palla. Risultato: tantissimi doppi falli e servizi orrendi.
Colpi di dritto piatti e debolissimi, non riuscivo a piegarmi sulle gambe, ero come irrigidito ad ogni colpo.
Il giorno successivo sono andato a prendermi una ora in un campo da solo con un cesto da 50 palline per provare servizi, dato che non mi riconoscevo nel servizio del giorno precedente: ebbene da solo senza avversario ho tirato il servizio che credevo di aver appreso fino ad adesso, abbastanza teso, con chiusura del polso e soprattutto tirando poche palle fuori e a rete.
E' evidente che c'è la componente "paura da punto" che influisce nel mio modo di giocare, anche basso che sia, ma comunque c'è, perchè peggioro tantissimo in partita.

Ho letto un consiglio che mi è parso molto utile, ovvero quello di cercare di pensare di non essere in partita ma in allenamento. PRoverò. Credo anche e soprattutto che con l'esperienza e la sicurezza di sé il problema vada pian piano a svanire o ad affievolirsi.
Nel frattempo se avete qualche altra dritta sono qui!

Io dopo 3 anni ancora se subisco le conseguenze...

Palleggiare è un conto e giocare una partita è un altro...sembra assurdo ma è cosi, ed è la prima cosa che mi ha detto il mio maestro da quando ho ricominciato a giocare a tennis..nel palleggio si è molto più rilassati e sciolti nei movimenti, è vero la velocità della palla è lenta e sempre uguale e non si va quasi mai in difficoltà, ma il vero motivo è proprio il "non avere l'ansia da prestazione" .....
Quando invece si gioca (e naturalmente parlo per me) una partita, qualsiasi sia il livello dell'avversario (amico o sconosciuto) si entra nella fase "ora faccio un colpo spettacolare" o "questa non la posso sbagliare" e magicamente, tutti gli insegnamenti del maestro vanno a farsi benedire, quello che ti veniva naturale il giorno prima non lo è più e si è presi anche dalla famosa sindrome del "Braccino Malefico" ....Appena si ritorna sereni e "menefreghisti" del punteggio, tutto o quasi,torna come in palleggio : il corpo non è più contratto e i movimenti di dritto ,rovescio e servizio ridiventano naturali e soprattutto completi...
Scoprendo l'acqua calda , come in tanti altri sport "la Testa" fa il 60% del buono o cattivo gioco...ciauz!!!

P.S. Dimenticavo una cosa Lapis...Benvenuto nel forum!

Concordo pienamente con Camelot... indipendentemente dal livello di gioco che uno ha. E' chiaro che se uno gioca contro federer, probabilmente non c'è testa che tenga... ma tra 2 pari-livello (o quasi), la differenza la fa la testa. Con il mio maestro, non mi arrivano palle sempre uguali e lui spinge... eppure, sbaglio molto meno.
L'altro giorno ho palleggiato con un ragazzo servivamo 5 servizi a testa, senza però tenere il conto dei punti ... ed anche in questo caso, il mio braccio vola via sciolto che è una meraviglia. In partita, invece, tutto ciò che si pensa di fare e che non ha nulla a che fare con il semplice divertimento, ci distrae e ci irrigidisce.
Quante volte sul 40-0 per noi, si comincia a pensare: "Beh, 40-0 ...posso anche permettermi di sparare questo colpo"... oppure "Buttala di la...basta solo che la butti di là"... e ci si ritrova 40-15... poi, al punto successivo, cominci a pensare "questo non lo posso sbagliare". E sei sul 40-30. Poi, va beh, non sto a continuare ma questo esempio l'ho fatto, per esprimere meglio quello che volevo dire: MEGLIO PENSARE A DIVERTIRSI CHE AL PUNTEGGIO. Provate a pensare di ridere di un proprio errore, invece che arrabbiarci...

Lapis ha scritto:
Questo mio amico ha una personalità molto forte, disposto a tutto pur di vincere, io invece mi concentro ancora molto più sulla tecnica e a giocare un buon tennis.

Se ciò è vero non pensare al fatto che hai perso la partita, ma a come evitare di essere così falloso la prossima volta..

secondo me il tuo è l'atteggiamento giusto, un po' di tempo ed i frutti arriveranno...