Momento di sconforto
- Dustin BrownFrequentatore
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Momento di sconforto
arrivo adesso a casa dall'ennesima sconfitta di questo 2017, tutte arrivate contro gente del mio livello (sono 3.3). Stasera ho perso con un ragazzino 3.2 (76 26 62). Sabato ho perso con un O55 3.3 75 46 64. Domenica scorso in coppa a squadre un risultato simile con un pari classifica. Insomma, ormai è una costante che quando nei tornei trovo uno del mio livello, di riffa o di raffa, perdo sempre. Oltretutto, perdo tutti i game ai vantaggi. Tutti,tutti,tutti. Stasera a vedermi c'era la mia ragazza e mio padre, solitamente vado solo e se perdo gli dico "anche oggi perso 1000 game ai vantaggi". Tanto che ogni tanto mi sento come se fosse quello che trova scuse. Stasera ne hanno avuto la prova anche loro.
Qualcuno ha vissuto mai una situazione simile? Come ne siete usciti?
- kingkongyVeterano
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Re: Momento di sconforto
Mettiamola così: 1) calo fisico; 2) calo tecnico; 3) calo di sfiga cosmica.
1) arrangiati, ovvero aspetta, che qui sul Forum ci sono esperti di preparazione atletica e di dieta che il dottor Fuentes fa la figura del nipote cretino di Alì il Chimico.
2) calo di concentrazione per debolezze tecniche o calo di concentrazione per paura di vincere, calo di concentrazione per mancanza di istinto killer (ragazzino carino-carino e anziano poverino-dolce...). Paura di avanzare nel tabellone e quindi di alzare il livello della sfida. Sindrome da Peter Pan.
3) desiderio di essere "consolato" in maniera lasciva da fidanzata (senza genitori); desiderio di essere consolato con pizza e genitori.
E infine il mio preferito: 4) guardati allo specchio, mandati a fare in c....o e poi ridici sopra!!!! Con propositi di guerra nucleare al prossimo torneo.
- OspiteOspite
Re: Momento di sconforto
Io quoto questa...[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:2) calo di concentrazione per debolezze tecniche o calo di concentrazione per paura di vincere, calo di concentrazione per mancanza di istinto killer (ragazzino carino-carino e anziano poverino-dolce...). Paura di avanzare nel tabellone e quindi di alzare il livello della sfida. Sindrome da Peter Pan.
- andyvakgjVeterano
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Re: Momento di sconforto
non ti scoraggiare e cerca di divertirti
e vedrai che il prossimo ragazzino ol prossimo vecchiaccio come kk li fari fuori in un sol boccone
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Re: Momento di sconforto
Forza ed avanti tutta!!!
- PistolPeteFedelissimo
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Re: Momento di sconforto
Sul 40-0 per te puoi pure sparare una bordata mirando a una riga e metterla fuori; sul match point per l'avversario magari ti conviene mettere in campo la prima palla e cercare di tenere sotto pressione l'avversario in attesa di una palla facile da concludere. Questo contemporaneamente senza essere troppo attendista e lasciare che l'avversario prenda il sopravvento nello scambio.
Se l'avversario vince i punti importanti, forse è un po' più bravo in queste cose.
Ma ripeto, se sei di terza queste cose le insegni tu a me...
- OspiteOspite
Re: Momento di sconforto
Dico la mia.Dustin Brown ha scritto:Cerco un po di conforto in questo gruppo...
arrivo adesso a casa dall'ennesima sconfitta di questo 2017, tutte arrivate contro gente del mio livello (sono 3.3). Stasera ho perso con un ragazzino 3.2 (76 26 62). Sabato ho perso con un O55 3.3 75 46 64. Domenica scorso in coppa a squadre un risultato simile con un pari classifica. Insomma, ormai è una costante che quando nei tornei trovo uno del mio livello, di riffa o di raffa, perdo sempre. Oltretutto, perdo tutti i game ai vantaggi. Tutti,tutti,tutti. Stasera a vedermi c'era la mia ragazza e mio padre, solitamente vado solo e se perdo gli dico "anche oggi perso 1000 game ai vantaggi". Tanto che ogni tanto mi sento come se fosse quello che trova scuse. Stasera ne hanno avuto la prova anche loro.
Qualcuno ha vissuto mai una situazione simile? Come ne siete usciti?
Ebbene si, la vita è una competizione, che tu lo sappia o meno, che tu lo voglia accettare o meno, che ti piaccia o meno, che lo ritieni giusto o meno, è così.
Perchè?
Perchè ogni essere vivente, ancor più se dotato di intelligenza, peggio ancora se, in quanto umano, condizionato e, spesso, soggiogato, da dinamiche psicosociologiche, è animato dal radicato e fisiologico senso di sopravvivenza che lo spinge a sgomitare, passare avanti, emergere.
I romani traducevano tutto ciò con una massima di estrema efficacia nella sua sintesi; mors tua vita mea.
Se teniamo conto che tra i tanti popoli che hanno invaso e soggiogato altri popoli, i romani sono quelli che pur nella crudezza e vastità delle loro invasioni, hanno saputo meglio di ogni altro comprendere ed accettare difformità di pensiero e credo, condividendo e convivendo in virtuoso equilibrio con tutte le culture che hanno dato vita all'attuale civiltà occidentale, questa massima assume ancor più valore.
In questo momento io sto gareggiando con gli altri frequentatori del forum per dimostrare a me stesso ed a loro che le mie idee sono più significative, meglio illustrate, più convincenti delle loro, in altre parole sto cercando di affermare il mio io nella comunità e gli altri frequentatori, in maniera più o meno consapevole, stanno facendo altrettanto. Quando tu incominci uno scambio di vedute con un tuo amico, un compagno di scuola, con i tuoi genitori, stai cercando la tua affermazione personale di individuo, nel lavoro di tutti i giorni, ognuno cerca di primeggiare per fare più e prima carriera di altri, anche nella vita sentimentale cerchiamo di affermarci sulla nostra dolce metà, magari con modi e tempi meno spigolosi, magari saremo disposti ad abbozzare maggiormente, ma in fondo cerchiamo che le le nostre esigenze siano appagate.
Insomma, l'esistenza è una gara continua, possiamo decidere modi, stile, contesto e limiti nei quali alimentarla, possiamo decidere se gareggiare o ritirarci, ma di questo si tratta e prima se ne prenderà consapevolezza, prima sapremo affrontarla con intelligenza e sufficiente distacco da permetterci, come facevano i romani, di essere anche indulgenti verso gli sconfitti.
Perchè, allora, a volte non si riesce ad essere performanti come si vorrebbe?
Perchè non siamo delle piante, perchè non siamo degli animali e la nostra maggiore intelligenza ha ereditato pensieri e convincimenti che nel tempo si sono sempre più allontanati dallo spirito più primordiale facendoci credere che certi atteggiamenti, un certo modo di pensare esageratamente emergente (qualcuno si spinse a definirlo edonistico)non sia degno di una società civile, oppure, troppo desiderosi o soggiogati dalle dinamiche sociali in cui viviamo dall'affermazione fine a se stessa, temiamo inconsciamente di non essere all'altezza e per paura di scoprire ciò in un confronto affrontato con pieno convincimento, preferiamo eliminarci da soli, ci mettiamo in disparte, ci arrendiamo prima del tempo in un'automatica spontanea assoluzione, un modo per sperare di stare un po' meno male rispetto a perdere dopo essersi impegnato al massimo ("in fondo non mi sono impegnato a fondo" ) una sorta di scappatoia dall'accertare quali siano le nostre effettive capacità; brutalmente, codardia .
Troppo crudo?
Io o la vita ?
La cultura pellerossa alimentava il dileggio di chi si dimostrava inadeguato in battaglia, di chi non sapeva fare sfoggio di coraggio ed ardore, al punto di isolare i malcapitati, spingerli all'allontanamento dalla tribù, in alcuni casi alimentare casi di suicidio per incapacità di sopportare il sentimento di inadeguatezza trasmesso dalla comunità.
Eppure, la cultura pellerosa è famosa per la saggezza e lungimiranza che li caratterizzava.
Quindi, dobbiamo tornare ai tempi dei pellerossa o dei romani ?
Certo che no, ma valutare le cose per quelle che sono è doveroso e necessario e non solo nel tennis.
Dunque, stai passando un periodo negativo o, semplicemente hai perso perchè in queste partite hai giocato peggio dell'avversario?
Bene.
Sei consapevole che durante una partita di tennis uno vince e l'altro perde, punto?
Domanda banale? Certo che si, ma tu ne hai piena consapevolezza e sei davvero deciso ad affrontare la sfida per quella che è?
Perchè, intendiamoci, nella vita ci sono anche cose più importanti di un partita a tennis , quindi, è davvero importante per te primeggiare in tale contesto?
Se la risposta è affermativa, incomincia a chiederti cosa hai fatto, cosa non hai fatto, cosa potevi fare, cosa ha fatto il tuo avversario e cosa non doveva fare in queste ultime partire.
Stila una lunga lista della spesa, sia sotto il profilo tecnico che di approccio tattico strategico, ma anche mentale e sii crudele con te stesso all'insegna del fatto che puoi mentire a terzi, ma non a te stesso.
Stila un piano, tecnico e/o tattico, in funzione di quanto emerga dall'analisi fatta, un programma temporale per il suo pieno sviluppo con degli step di verifica circa il suo raggiungimento.
Datti un periodo di tempo medio lungo (6 mesi-1 anno) nel quale cambiare marcia.
Ovviamente non vincerai con tutti, ma, sono convinto, che con la dignità sportiva recupererai anche la stima di te stesso.
Buon lavoro .
- kingkongyVeterano
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Re: Momento di sconforto
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Re: Momento di sconforto
la competizione rimarrebbe, comunque.kingkongy ha scritto:Secondo me, domani, si iscrive a un corso di Badminton...
se è vero che ha perso una serie di partite combattute e all'ultimo punto, significa che qualche numero c'è.
evidentemente c'è qualche cosa da sistemare, ma qualche cosa, se i problemi fossero importanti non ci sarebbe stata mai storia.
c'è da lavorare, c'è da capire quanto sia importante emergere per lui e quanta voglia abbia di mettersi veramente in gioco.
anche quando io perdo mi girano i cosi detti, penso di essere un perdente, magari per un paio di punti persi per qualche centimetro, poi più tardi mi guardo allo specchio, penso a chi sono, quanto tempo, in fondo, dedico al tennis, faccio spallucce e mi preparo per la settimana successiva promettendomi di evitare gli errori di cui mi sono accorto, insomma mi accontento e tiro avanti .
Ecco, caro Dustin Brown, pur non conoscendoti penso che tu debba decidere se accontentarti, e non ci sarebbe niente di male (e lo dico senza sapere quanto dedichi in tempo ed energie al tennis, ma poco cambia), o cercare di migliorare ancora e in questo caso è necessario capire da dove partire.
Un certo Deming ha inventato il ciclo per il miglioramento continuo, costituito da 4 fasi, Pianificare - Fare - Verificare - Agire dove il feedback sui risultati del Fare ed Agire rappresentano la benzina che alimenta un ulteriore ciclo che reiterandosi all'infinito permette il perseguimento del continuo miglioramento. Che palle, forse si, ma funziona, è impiegato nelle organizzazioni, nelle aziende, nello sport, ma richiede metodo, costanza e voglia di mettersi in gioco. Diversamente si può prendere le cose con maggiore leggerezza, in modo particolare se si parla del gioco del tennis.
Dipende solo da noi e da cosa vogliamo veramente e lo dico con la massima umiltà ed assoluto rispetto, ma non ci sono altre strade, ne miracoli e una pacca sulla spalla in blog non viene neanche molto bene
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Re: Momento di sconforto
- kingkongyVeterano
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Re: Momento di sconforto
Mi oppongo vostro onore!
La Toyota, su un campo di tennis, non si può parcheggiare...!!!!!!!!
La dimostrazione è che Nishikori è un piccolo Federer e che l'epico tennis è rappresentato da una nazione passata alla storia per il Toblerone, il formaggio coi buchi e gli orologi a cucù...
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Re: Momento di sconforto
kingkongy ha scritto:Ekkekakkio Dago, no! Questa no!
Mi oppongo vostro onore!
La Toyota, su un campo di tennis, non si può parcheggiare...!!!!!!!!
La dimostrazione è che Nishikori è un piccolo Federer e che l'epico tennis è rappresentato da una nazione passata alla storia per il Toblerone, il formaggio coi buchi e gli orologi a cucù...
Mi sa che mi sono messo in un cul de sac ... , come faccio ad uscirne adesso ...
Caro kingkongy, tutto prima di essere scoperto, applicato, sembra irraggiungibile, inopportuno, anche il manico dell'ombrello, così storto , ora si usa comunemente .
Nello sport ed, in particolare, nel coaching, anche se considerato ancora (a torto) un po' innovativo, comincia a diventare prassi comune l'impiego di tecniche derivanti dai principi del CO.CO.MI. COntinuo e COstante MIglioramento, evoluzione nello sport dei principi di Deming.
Certo, tutto dipende dagli obiettivi e dall'importanza che si ripone al contesto.
Non conoscendo le reali esigenze del nostro amico, risulta difficile dare consigli.
Io sono un giocatrore di tennis amatoriale, quindi so che più di tanto non posso aspettarmi dalla sua pratica e contestualizzo le mie aspettative conseguentemente, ma anch'io, nel mio piccolo, cerco di ispirarmi al miglioramento continuo, probabilmente tutti, in qualche misura lo fanno, o lo vorrebbero fare, in maniera più o meno consapevole, ma applicarsi con un metodo aiuta e semplifica il suo raggiungimento.
Solo Dustin Brown, conoscendo il contesto, può sapere fino a che punto valga la pena investire ulteriori energie.
In questo sito web parlano di KAI (cambiare) ZEN (in meglio) e autocoaching, magari la lettura di chi si pone in modo più professionale può risultare più persuasivo di quanto possa riuscire il sottoscritto
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- andyvakgjVeterano
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Re: Momento di sconforto
@dago: altro che cul de sac....sei finito nella fossa delle marianne
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Re: Momento di sconforto
help me .andyvakgj ha scritto:e io che pensavo che per vincere bisogna cercare di liberare la mente e divertirsi
@dago: altro che cul de sac....sei finito nella fossa delle marianne
comunque quello che dici, oltre che scontato, è effettivamente citato da molti guru del tennis vincente, tra cui un certo Bernardini con le quali tesi mi sono letteralmente scontrato qualche anno fa; uno sfacelo , non riuscivo più a rimettere una palla di la come si doveva .
il fatto è che il tennis è uno sport, ergo, vuole un vincitore, diversamene si chiamerebbe fitness .
il gioco, inteso come divertimento, appunto, non può prescindere da ciò e te lo dice uno che pur di giocare un certo tennis poco utilitaristico mette, spesso, in discussione proprio il risultato, ma quando succede, i cosidetti mi girano comunque, anche se sono riuscito a giocare il mio tennis; la vittoria fa parte del diverimento o, diciamo, vincendo ci si diverte di più .
il segreto sta, in effetti, a non pensare alla vittoria come traguardone, ma cercare di concentrarsi sulla prestazione, tendendo all'eccellenza, e giocando il proprio miglior tennis poter primeggiare sull'avversario, vittoria come risultato della migliore performance e questo è una delle basi del KAIZEN ... orca, mi sono addormentato sulla tastiera .
- OspiteOspite
Re: Momento di sconforto
- kingkongyVeterano
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Re: Momento di sconforto
Caro Dago, io non so se il Ciclo PDCA (Plan–Do–Check–Act) funzichi.
Il fatto inoppugnabile è che il Tennis non è Zen ma è NAPOLETANO...e segue il Ciclo KCAC (Keep Calm And Cazzimma).
Tutto il tennis è impregnato di concetti filosofici partenopei!
Assiomi come "Futtimme", "a 'ssoreta", "sto pesce", "scialla", "scornacchiato" (giudice), "eiiiiii marò!", "nu saccio", "tengo la documenta" etc etc
Pertanto... il Kaizen, se proprio vuoi...lo si può sempre "taroccare" in una cantina di Scampia.
Seriamente: potrebbe...magari studiandoci un po'. E' che il tennis può anche sembrare - ultimamente - prodotto "industriale" ma c'è sempre in agguato la parte "artigianale", ovvero quella "fatta a mano", onanistica, per intenderci!
- tommy82Nuovo arrivato
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Re: Momento di sconforto
Adesso sto provando a giocare un pò meno e fare più corsa, allenamenti fisici per poi riprendere a fare tornei tra un paio di mesi, giusto per vedere se cambia qualcosa.
- kingkongyVeterano
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Re: Momento di sconforto
Dal punto di vista fisico devi trovare uno che sappia tutto su elastici e scatti ripetuti.
Dal punto di vista tecnico ti serve un maestro "da agonismo", ovvero non uno da pensionati e casalinghe ma uno che ti metta un cactus nelle mutande.
Autonomamente...fatti qualche centinaio di palle alla settimana di servizio (ammesso che sia a posto). Ma un maestro ti serve sempre.
Se dopo una mezza dozzina di lezioni non hai trovato le vere "aree di lavoro"...amen. Vuol dire che il tuo tennis è quello ed è bellissimo giocare con gli amici!
- OspiteOspite
Re: Momento di sconforto
farei meglio a stare zitto, ne ho già dette troppe, ma, sai com'è, una ciliegia tira l'altra ... alla fine fai indigestione .tommy82 ha scritto:Io da quando son passato 4.2 non vinco più una partita, visto che in torneo mi toccano o 4.2 o 4.1. In più quest'anno mi è toccato fare il primo in D3, quindi giocando solo contro 3.5, 3.4 o 4.1. Me la gioco anche, magari perdo al terzo e comunque pure coi 3.5 non prendo 60 60, però resta il fatto che perdo, e secondo me il problema è uno solo: non sono a questo livello. Mi alleno, gioco spesso, magari potrei fare più attività fisica di sostegno, ma insomma se coi 4.3 veri vinco sempre, coi 4.1 veri perdo sempre e coi 4.2 me la gioco 50-50, magari perdendo più che vincendo, mi sa che la diagnosi è semplice.
Adesso sto provando a giocare un pò meno e fare più corsa, allenamenti fisici per poi riprendere a fare tornei tra un paio di mesi, giusto per vedere se cambia qualcosa.
alla tastiera da divano sono bravi tutti, ovviamente, ma un'analisi più dettagliata del perchè, secondo te, perdi l'hai fatta?
tipo; troppe palle lunghe, troppe palle poco profonde, non riesco a sfruttare la mia prima di servizio per impostare il gioco, sono poco reattivo sulle risposte e, non sapendo come giochi, diventa un tiro al piccione fare degli esempi.
voglio dire, invece che concludere con un generico (anche se, magari, realistico) non sono all'altezza dei 4.1., dettato dall'analisi statistica dei risultati e puntare su un , permettimi, più semplice aumento del fitness di supporto, perchè non cercare le cause tecnico/tattiche di queste sconfitte, o le hai già attribuite razionalmente ad esclusiva inadeguatezza fisica?
a mio modo di vedere, dovresti cercare di fare un lavoro di analisi razionale post partita persa, con lapis e taccuino , per focalizzare quelli che ritieni essere le principali cause degli scambi persi, attribuibili a tue deficienze o attribuibili a maggiori capacità del tuo avversario, sia sotto il profilo tecnico, sia sotto il profilo tattico, sia sotto il profilo mentale.
fatto ciò dopo un po' di partite, dovresti poter avere un bel po' di informazioni per organizzare e pianificare del lavoro specifico.
non è certo un'iniziativa semplice, bisogna anche avere un occhio analitico e critico, non per niente ci si serve, a certi livelli, di un coach, anche se con il tempo si allena anche questo aspetto e, poi, se non te lo puoi permettere ...
in questo modo, dovresti mettere in moto un ciclo virtuoso di miglioramento del tuo livello complessivo di gioco, riuscirci o non riuscirci dipende da tanti fattori, a partire dalla corettezza delle informazioni da te racolte (feedback), realismo nella programmazione del lavoro da effettuare per risolvere i gap individuati , tenancia e costanza nello svolgimento del lavoro programmato, dedizione nel verificare periodicamente l'efficacia, utilità, del lavoro svolto al fine di correggre, eventualmente, la programmazione e via discorrendo.
mi fermo per non addormentarmi ancora sulla tastiera
- OspiteOspite
Re: Momento di sconforto
visto che le abbiamo tirate in ballo tutte, perchè non rivalutare anche la tua alimentazione e, magari, per dare spago a kingkongy aggiungere nella tua personale dieta prepartita un bel babà al rum come integratore naturaleDagoberto ha scritto:farei meglio a stare zitto, ne ho già dette troppe, ma, sai com'è, una ciliegia tira l'altra ... alla fine fai indigestione .tommy82 ha scritto:Io da quando son passato 4.2 non vinco più una partita, visto che in torneo mi toccano o 4.2 o 4.1. In più quest'anno mi è toccato fare il primo in D3, quindi giocando solo contro 3.5, 3.4 o 4.1. Me la gioco anche, magari perdo al terzo e comunque pure coi 3.5 non prendo 60 60, però resta il fatto che perdo, e secondo me il problema è uno solo: non sono a questo livello. Mi alleno, gioco spesso, magari potrei fare più attività fisica di sostegno, ma insomma se coi 4.3 veri vinco sempre, coi 4.1 veri perdo sempre e coi 4.2 me la gioco 50-50, magari perdendo più che vincendo, mi sa che la diagnosi è semplice.
Adesso sto provando a giocare un pò meno e fare più corsa, allenamenti fisici per poi riprendere a fare tornei tra un paio di mesi, giusto per vedere se cambia qualcosa.
alla tastiera da divano sono bravi tutti, ovviamente, ma un'analisi più dettagliata del perchè, secondo te, perdi l'hai fatta?
tipo; troppe palle lunghe, troppe palle poco profonde, non riesco a sfruttare la mia prima di servizio per impostare il gioco, sono poco reattivo sulle risposte e, non sapendo come giochi, diventa un tiro al piccione fare degli esempi.
voglio dire, invece che concludere con un generico (anche se, magari, realistico) non sono all'altezza dei 4.1., dettato dall'analisi statistica dei risultati e puntare su un , permettimi, più semplice aumento del fitness di supporto, perchè non cercare le cause tecnico/tattiche di queste sconfitte, o le hai già attribuite razionalmente ad esclusiva inadeguatezza fisica?
a mio modo di vedere, dovresti cercare di fare un lavoro di analisi razionale post partita persa, con lapis e taccuino , per focalizzare quelli che ritieni essere le principali cause degli scambi persi, attribuibili a tue deficienze o attribuibili a maggiori capacità del tuo avversario, sia sotto il profilo tecnico, sia sotto il profilo tattico, sia sotto il profilo mentale.
fatto ciò dopo un po' di partite, dovresti poter avere un bel po' di informazioni per organizzare e pianificare del lavoro specifico.
non è certo un'iniziativa semplice, bisogna anche avere un occhio analitico e critico, non per niente ci si serve, a certi livelli, di un coach, anche se con il tempo si allena anche questo aspetto e, poi, se non te lo puoi permettere ...
in questo modo, dovresti mettere in moto un ciclo virtuoso di miglioramento del tuo livello complessivo di gioco, riuscirci o non riuscirci dipende da tanti fattori, a partire dalla corettezza delle informazioni da te racolte (feedback), realismo nella programmazione del lavoro da effettuare per risolvere i gap individuati , tenancia e costanza nello svolgimento del lavoro programmato, dedizione nel verificare periodicamente l'efficacia, utilità, del lavoro svolto al fine di correggre, eventualmente, la programmazione e via discorrendo.
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- kingkongyVeterano
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Re: Momento di sconforto
- gisacchettiFrequentatore
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Re: Momento di sconforto
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Re: Momento di sconforto
- frearUtente attivo
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Re: Momento di sconforto
- MatusaAssiduo
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Re: Momento di sconforto
Dustin Brown ha scritto:Cerco un po di conforto in questo gruppo...
arrivo adesso a casa dall'ennesima sconfitta di questo 2017, tutte arrivate contro gente del mio livello (sono 3.3). Stasera ho perso con un ragazzino 3.2 (76 26 62). Sabato ho perso con un O55 3.3 75 46 64. Domenica scorso in coppa a squadre un risultato simile con un pari classifica. Insomma, ormai è una costante che quando nei tornei trovo uno del mio livello, di riffa o di raffa, perdo sempre. Oltretutto, perdo tutti i game ai vantaggi.
Mi hai fatto pensare agli scacchi.
Io gioco a scacchi su un sito specializzato nelle pause del lavoro. È un modo efficacissimo per liberare la mente dai pensieri lavorativi, perché mi concentro totalmente sul gioco. Questo mi aiuta anche a vedere le questioni lavorative da un punto di vista diverso, senza bloccarmi sull'approccio iniziale. Giocando online posso fare una mossa al giorno, non ho scadenze temporali strette.
Qualche mese fa mi sono messo in testa di salire in una classifica mobile, in cui posso sfidare i giocatori che stanno fino a 20 posizioni avanti a me. All'inizio vincevo facile, poi salendo in classifica ho iniziato a faticare di più, poi a pareggiare qualche partita ed ora oltre a pareggiare ne perdo anche qualcuna.
Non salgo più.
Secondo me ho semplicemente raggiunto la fascia dei giocatori del mio livello.
Potrei applicarmi, studiare un po' di teoria, ed ho anche degli amici scacchisticamente formidabili che potrebbero aiutarmi, ma... che mi frega?
Continuo a giocare e mi diverto.