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tennis - Tennis e agonismo. - Pagina 5 Empty Tennis e agonismo.

Gio 13 Nov 2014 - 16:45
Promemoria primo messaggio :

Non ricordo piu se ne avessimo gia parlato da qualche altra parte ma mi sembra un argomento interessante anche per chiarire il mio punto di vista su determinati aspetti del gioco.
Bueno visto lo spunto degli argomenti di questi ultimi giorni mi son venute in mente un paio di considerazioni,parlo di tennis agonistico,che poi sia di quarta di terza o di ottava poco mi importa,ma tiro fuori la parola agonismo perche' chi fa dell'agonismo vuole vincere la partita
,e per vincere le parite bisogna avere in testa ben chiari certi concetti.Per il resto che nesuno si offenda,per carita',ma parliamo di un tennis che lascia il tempo che trova e dove certi discorsi no hanno un senso di esistere.
Ok paritmao da questo punto,visto che ho accennato l'importanza di cercare di capire che giocatore siete e di cercare di sviluppare un proprio di gioco volevo chiarire un paio di cosette.
Tranne casi estremi tipo mi massacra con il dritto,percio' sono costretto a cercare il rovescio,l'idea di capire il gioco dell'avversario e' un idea sbagliata di base.
In una partita per vincere bisogna riuscire ad imporre il proprio gioco,ma per fare questo bisogna essere dei giocatori solidi.Piu' che riuscire a capire cosa sta facendo il mio avversario mi devo concentrare sui miei colpi e sul mio gioco per trovare le mie soluzioni piu efficaci indipendentemente dall avversario che trovo.
Se no cadiamo nella trappola del giocatore della domenica che va a rete a capofitto perche non riesce a tenere un scambio decente per piu di tre o quattro colpi di fila e si fa passare come un tordo o sbaglia la piu facile delle vole'.Si si magari qualche punto lo riesce anche a portare a casa,ma scommetto ch alla fine della partita il risultato sarebbe nettamente a suo sfavore,perche' quello che sta facendo non e' una tattica ma un modo di finire piu velocemente la partita,con magari un risultato peggiore di quello che otterrebbe tentando di fare il proprio gioco.
Ora per fare un esempio se hai un bel dritto piu di preoccuparti di cosa fa il tuo avversario dovresti preoccuparti  di mettere la partita sulla diagonale di dritto e da li incominciare a vincere i punti.
Ora anche se a volte si dice che dall'altra parte ce un avversario che ci permette di fare o meno determinate cose,si sbaglia alla grande perche' l'avversario visto in modo agonistico deve riuscire a fare quello che io gli permetto di fare,niente di piu niente di meno.
Per questo quello che cerco di dire e che principalmente bisogna concentrarsi sul proprio di gioco e riuscire a sfruttare le proprie potenzialita' piu che preoccuparsi tanto di cosa fa l'avversario,anche perche' non ci va uno scienziato a capire che se il tizio in question non mi fa vedere una palla con il dritto forse e meglio non farglielo giocare.
Percio' sottolineo che e' importante capire bene quello che siamo in garado di fare in campo e concentrasi su quello,cioe cosa mi fa vincere punti e cosa mi fa prendere sberle.
Una volta che si ha raggiunto questa consapevolezza e si e' ingrado di produrre il proprio gioco cosa fara' l'avversario sara' di secondaria importanza,se non come nei casi evidenti 
che  ho citato prima

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Sab 15 Nov 2014 - 1:20
VANDERGRAF ha scritto:
Veterano ha scritto:Ciao Vander,permetto eccome........poi magari ci si scambia opinioni su altri argomenti in un futuro......
no, no, lascia stare, sarebbe solo una perdita di tempo. si dialoga quando si vuol comprendere, non quando si dà un significato diverso o si presume che l'altro ci stia dicendo cose assurde mai esistite nella sua realtà
Guarda Vander tu no devi credere a me,visto che ce Adolfo che ha la possibilita' di parlare con Agam Bernardini e come ripeto io sono un caprone rispetto a lui,gli pregheri solo di chidere ad Agam cosa sia importante,se il semplice guardare la palla e cercare di fare del proprio meglio indipendentemente dall avversario che ci si trova davanti,o preoccuparsi invece di cosa fa il nostro avversario.......poi a secondo di cosa rispondera' Agam  trai tu le conclusioni,adesso stiamo gia parlando di attenzione a livello mentale,tanto per farti capire di cosa si parla......
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Sab 15 Nov 2014 - 1:22
VANDERGRAF ha scritto:
Veterano ha scritto:Ritornando poi alla tua domada (Adolfo) e poi al senso di tutto il post prova a chiedere ad Agam come la pensa,io che sono un caprone a suo confronto so che quando in campo mi distraevo da fare quello che sapevo fare meglio e cercavo improbaili soluzioni per il mio livello di gioco le prendevo ancora piu secche di come le avrei dovute prendere,se invece riuscivo a rilasarmi e cercare di fare le cose semplici e basilari,tipo il guardare la palla,lo stare bassi,cercare di giocare nel limite delle possibilta' profondo senza magari dare troppi angoli,allora forse qualche punticino in piu lo portavo a casa.
ma è una candid camera o cosa ?  veramente stiamo rasentando l'assurdo. improbabili soluzioni ?  quindi secondo te io fino ad oggi ho fatto tutta una serie di cose che sono risultate vincenti ma non avrei dovute farle perchè erano improbabili ? mah.....veramente qui non si tratta più di maestro o non maestro, ma soltanto di elasticità mentale e comprensione della lingua italiana. buonanotte
Che siano vincenti lo devo valutare sul campo se no parliamo di aria fritta mon ami'.
Elasticita mentale e comprensone della lingua italiana da parte tua ???
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Sab 15 Nov 2014 - 1:37
Ho letto tutto.

Mao praticato da agonista per una serie di motivi. Ho fatto tanti sport però.

Non capisco il discorso...

Penso al karate: bisogna sapere cosa ci viene meglio e cosa no. I grandi agonisti della disciplina hanno 2/3 colpi potenti, i migliori. Ok. Lo schema A.
Per il tennis, per Federer, slice da destra e dritto al volo da dentro il campo; inside out di dritto.
Questo è il discorso di Vet, pensos sappi fare qualcosa bene e sempre. Il tuo punto forte, la mano sicura, che puoi giocare anche se sei zoppo e con una pistola alla tempia. Che ti viene anche se da una racchetta da 4 kg passi a una da 1 etto.

Poi Vandergraf aggiunge: tutto bene, concordo. Però per me non è sufficiente. Se il mio schema A non basta, perché magari combaciare perfettamente con il punto di forza dell'avversario, se voglio provare a vincere, devo avere un piano B.


Al di là della mia opinione - io concordo con entrambe le ipotesi - ho capito la questione? Io penso che se fossimo in Spagna, con una paella e una cerveza, ci capiremo prima (e a me le birre non piacciono...).


Mio parere: se il piano B non mi funziona, si applica sempre e solo il piano A, se si vuole provare a vincere. Però se si è agonisti, come dice Vet.
Ecco, ora domando: diciamo tutti che Federer o Djokovic o Nadal sono i migliori perché sanno cambiare anche schema, se serve. Soprattutto Roger, che manda in bambola da quanti piani B ha. Forse ha tutto l'alfabeto.
E si vedono i limiti dei vari Cilic o Berdich, eccellenti agonisti, ma monotematici.

Forse la differenza tra un agonista di base - comunque un atleta e un vincitore più di me - è la figura che ci propone Vet. Un tennista che sacrifica il bel tennis di un agonista di classe per provare comunque a vincere (o a non far brutte figure da 6060...).
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Sab 15 Nov 2014 - 1:51
Secondo me federer vince non perché varia ma per la qualità dei suoi colpi.senza il servizio e il dritto che si ritrova non combinerebbe niente.il variare ha senso se hai nel tuo arco altre frecce.se uno ha nel dritto il suo miglior colpo giocare una smorzata di rovescio può farti fare un punto. Ma non ci vinci un intera partita. Questo é il discorso.si fanno solo le cose che si sanno fare perché qualunque altra scelta é statisticamente meno conveniente nel lungo periodo. L'agonista ragiona a stagioni e al limite a tornei. Perché rischiare? Federer é maestro in molte cose e quindi ha una certa scelta. Ma lui é uno dei pochi.
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Sab 15 Nov 2014 - 1:55
Così è ancora più chiaro. E è quello che ho detto io, ma con il dono della concisione.

Schema base: servizio dritto (anche solo servizio).
Schemi alternativi se posso e se servono: tutto quello che posso. Ma l'obiettivo è vincere e, come nel karate, pochi colpi, 2/3, ma devastanti. Come servizio e dritto di Federer o Nadal, o risposta è incrociato di Nole. O il rovescio lungolinea di Waw.
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Sab 15 Nov 2014 - 2:14
Simonb ha scritto:Così è ancora più chiaro. E è quello che ho detto io, ma con il dono della concisione.

Schema base: servizio dritto (anche solo servizio).
Schemi alternativi se posso e se servono: tutto quello che posso. Ma l'obiettivo è vincere e, come nel karate, pochi colpi, 2/3, ma devastanti. Come servizio e dritto di Federer o Nadal, o risposta è incrociato di Nole. O il rovescio lungolinea di Waw.
Ah meno male pensavo di essere impazzito,almeno su qualcosa si conicide,poche cosa ma fatte bene,e questo vale "credo" un po per tutti gli sport,poi se ce qualcosa in piu ben venga ,ma credo che anche tu se hai fatto karate ad un buon livello da agonista convenga che tanto per vincere la tua tattica,cioe le cose che sai fare meglio,ti portano alla vittoria e magari l'incontro non lo vinci perche hai tentato un difficilissimo calcio volante ma una semplice tecnica di base portata bene.........
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Sab 15 Nov 2014 - 2:20
Aspetta aspetta, che karate di alto livello agonistico:-) pappa scatenata che ha avuto l'onere di eccellenti compagni (anche ex campione italiano di box) che hanno spiegato bene e tanto.
Io ho smesso presto perché sono un non violento:-)

Però comprendo perfettamente cosa intendi e concordo :-)

Il troppo stroppia: poi però se il piano A non basta, bisogna rimanere xomunque con i piedi perterra nel proprio B o C. Ma se non c'è M, niente M.

Forse mancava questo nel discorso con Van. Oppure la cerveza e la paella, con il sole e il mare...:-)
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Sab 15 Nov 2014 - 2:51
Tornando a bomba in tema: Se io ho uno scarso rovescio piatto e in top ma lo slice mi viene un pochino meglio, quanto conviene insistere su uno o su l'altro, considerando che non ho dalla mia l'altezza e che poi il gioco si sviluppa tutto sul dritto in top? Tatticamente parlando, su cosa é meglio insistere?
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Sab 15 Nov 2014 - 8:22
....punterei sul rovescio in top, per versatilità e "resa".
Liftare la palla ti permette (compatibilmente con il livello raggiunto) di incrociare meglio, crossare, magari passare l'incauto avversario a rete, ti serve per il lob e magari per alleggerire uno scambio.
Tecnicamente, se poco coperto (poco spazzolato e più spinto) diventa "quasi-piatto". Pertanto spendi per uno e porti a casa la confezione-famiglia.
In ultimo, proprio perché "vedi poco campo" (altezza), meglio scavallare l'ostacolo con colpi a parabola...
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Sab 15 Nov 2014 - 9:09
Va be ma dai alla fine Vance dice le stesse cose di vetro ma in modo diverso e in un contesto diverso. Infatti alla fine (ma anche all'inizio) band ha dato più o meno consapevolmente ragione a vet !
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Sab 15 Nov 2014 - 10:37
Paolo, secondo me anche tu sei un utilizzatore di Siri....
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Sab 15 Nov 2014 - 11:21
ah ah ah !!! scusate le sgrammaticature...Siri ? Ma quando mai, era il sistema di digitazione di Android ! Io e siri non andiamo d'accordo come con tutta la "casta" dei suoi "padroni e creatori
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Sab 15 Nov 2014 - 11:22
"....per tornare a vander...e a Vet, non avevo letto le ultime due pagine...ha fatto bene Vet a "tagliarlo fuori" finalmente. Non voglio gettare benzina sul fuoco ma a parte qualche cosa di giusto era costantemente in OT perché si incaponiva su un discorso del tutto "personale" quando stiamo parlando di cose un po diverse...
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Sab 15 Nov 2014 - 12:15
Volevo fare alcune considerazioni generali sull’argomento.

Intanto mi fa molto piacere che abbiate citato Agam, primo perché il suo è il prossimo libro che voglio leggere.

Per quanto riguarda il Karate ho praticato anch'io un po di anni e ho fatto un po di agonismo anche se in tarda età (dopo aver smesso i tornei di tennis). Devo dire che il paragone col Karate calza a pennello anche se ci muoviamo su periodi temporali di durata completamente diversi visto che il tennis dura parecchie ore. Il discorso poche cose ma fatte bene calza a pennello col Karate ed è quello che il nostro maestro ci ripeteva sempre....e lui dal canto suo pur sapendo fare tutto ma veramente tutto in gara faceva in modo eccelso solo cose semplici. Non per niente ha vinto quasi per scommessa un campionato europeo utilizzando principalmente una tecnica di pugno di base che era il suo cavallo di battaglia e che aveva maniacalmente portato alla perfezione.

Per quanto riguarda il tennis agonistico sopra tutto maschile e a livelli professionistici ATP penso che sia ormai molto simile. Il gioco oggi è "servizio dritto " centrico ossia se tutto dipende da come servi e dalle percentuali di prime palle che metti i campo. Poi il gioco lo manovri con il dritto giocato da tutte le posizioni e in tutte le direzioni e da li ognuno ha la sua zona di campo preferita (basta vedere Nadal, Federer, Ferrer, Berdych e anche Djoko). Si para infatti di Forheand domination perché il dritto per una questione fisicomeccanica è il colpo (dopo il servizio) con cui si può esprimere la maggior potenza....qualcuno come Gasquet, Wavrinka, fa moltissimi vincenti col rovescio ma quando il dritto non gli funziona si vede chiaramente che sono in difficoltà su quella diagonale e se non compensano dal lato sinistro soccombono perchè non riescono a manovrare il gioco. Quindi puoi usare tutte le variazioni che vuoi ma se il dritto e il servizio non funzionano puoi pure andare nella doccia. Nel tennis femminile è un po diverso perché le donne sono un po meno drittocentriche. Intanto perché il dritto "ATP style" non lo giocano ancora molte e poi perché penso sia una questione atletica. Il servizio è meno importante dato che non riescono ad esprimere la stessa potenza per cui tutto si risolve molto spesso sulla diagonale di rovescio (bimane) diagonale dalla quale tirano fuori molti punti. Con questo non dico che il dritto non lo sappiano giocare ma è meno determinate. Scendendo di livello poi diciamo di seconda categoria (e terza alta) è molto importante avere i due fondamentali solidi e sono estremamente importanti gli spostamenti e sapere anche colpire bene in corsa e da zone del campo molto laterali come è importante la condizione atletica. Scendendo ancora direi terza bassa e quarta alta il gioco scende, nella maggior parte dei casi, di valore tecnico e li si assiste a gran battaglie tra 13/14 enni rampanti e veterani dal gioco consolidato per cui uno la mette sull'astuzia, l'esperienza e perché no ( e qui do ragione a vet) le variazioni.....anche perché non ce la fa a reggere il ritmo....l'altro logicamente propone un modello di gioco che deve arrivare (o vuole o vorrebbe arrivare) a quello dell'ATP style per cui si assiste a scontri generazionali moolto interessanti......tra gran dritti e rovesci in back !!! Sotto sinceramente (dal 4.2 in giù) si assiste ad un po di tutto.....dodicenni in cerca di qualche punto FIT, tenniti fai da te e della domenica, ex glorie che sono classificati 4.3 ma giocano come dei 3.3.....e li vince a parte rari casi, chi sbaglia di meno....e per sbagliare poco anche se a ritmo abbastanza basso bisogna avere fondamentali solidi che sono poi necessari per salire di livello. Se non li hai oltre al 4.3, 4.2 massimo non vai. Allora si vede quanto contano i fondamentali a tutti i livelli…e non a caso sono definiti fondamentali. Per cui tra allenare dritto rovescio e smorzata cosa conviene ??? Tutto questo ovviamente IMHO e correggetemi se ho sbagliato qualcosa
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Sab 15 Nov 2014 - 12:39
Bella analisi.
Dai chiudiamo il discorso Vander,che incominciava ad essere noiso,non solo per colpa sua,ma credo che l'icaponirsi e ribattere le stesse cose per troppo tempo dopo un po incominci ad essere palloso,anche da parte mia.semplicemente non ci capiamo,io non capisco lui e forse lui non capisce me,percio partendo da questo presupposto trovo inutile stare li a coontinuare a menarla piu di tanto.Anzi sono contento di questa discussione perche' mi ha permesso di parlare di un argomento per me importante.
Ora voltiamo pagina.
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Sab 15 Nov 2014 - 12:48
Per ritornare in tema mi piacerebbe incominciare a parlare del fattore mentale,e dello stretto rapporto e delicato equilibrio che ci deve essere tra mente corpo e tecnica.
Vediamo se oggi riesco a buttare giu' qualcosa di sensato,anche perche' se non lo faccio in questi giorni probabilmente il tempo a mia disposizione e la voglia,visto gli impegni futuri saranno veramente pochi.
incomincio pero' con un pensiero,per me il tennis e' molto semplice siamo noi che riusciamo a complicarcelo maledettamente.
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Sab 15 Nov 2014 - 12:54
Veterano ha scritto:
Simonb ha scritto:Così è ancora più chiaro. E è quello che ho detto io, ma con il dono della concisione.

Schema base: servizio dritto (anche solo servizio).
Schemi alternativi se posso e se servono: tutto quello che posso. Ma l'obiettivo è vincere e, come nel karate, pochi colpi, 2/3, ma devastanti. Come servizio e dritto di Federer o Nadal, o risposta è incrociato di Nole. O il rovescio lungolinea di Waw.
Ah meno male pensavo di essere impazzito,almeno su qualcosa si conicide,poche cosa ma fatte bene,e questo vale "credo" un po per tutti gli sport,poi se ce qualcosa in piu ben venga ,ma credo che anche tu se hai fatto karate ad un buon livello da agonista convenga che tanto per vincere la tua tattica,cioe le cose che sai fare meglio,ti portano alla vittoria e magari l'incontro non lo vinci perche hai tentato un difficilissimo calcio volante ma una semplice tecnica di base portata bene.........
qui ti sbagli vet......ho fatto karate da piccolo,ero semplicemente cintura marrone terza(quando c'erano le tre marroni e le tre nere) quindi quasi cintura nera,ma vedevo quelli piu' avanzati di livello.....e' ovvio che una semplice tecnica di base portata bene e' fondamentale e fin qui son d'accordo. ma c'e' sempre un "avversario di fronte" e il punto e' che dipende sempre chi hai di fronte,molte volte nn basta una base solida,sono proprio altre cose che fanno vincere un incontro...una base solida basta contro uno piu' scarso,cioe' che ha una base meno solida,quindi nn serve nient'altro
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Sab 15 Nov 2014 - 13:26
@ vet grazie. Sii aspetto mentale...parliamone. Secondo hai perfettamente ragione, cioè il tennis come tutto nella vita è più semplice di quello che ci sembra perché tendiamo tutti più o meno a complicarci la vita, il tennis, il lavoro...e questo per via dei blocchi mentali (e fisici, di conseguenza) che ci siamo creati (o che ci hanno creato sigh) fin dall'infanzia. Concetto molto zen, che solo oggi sta facendo breccia nella ns cultura occidentale che tende molto a creare sovrastrutture mentali (inutili)


@ abra: cosa intendi per questo ? Io ho visto vincere gli europei di Shotokan utilizzando prevalentemente lo yako tsuki di incontro dal mio maestro e un altro maetro che su è poi diviso fondando un'altra palestra ha sempre fatto la differenza col suo mae geri da urlo.....da quello che è la mia esperienza nel karate tradizionale ci sono migliaia di tecniche ma quelle che fanno la differenza sono veramente poche...poi non so perché ci sono diversi stili e il Karate sportivo si è evoluto molto negli ultimi anni....
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Sab 15 Nov 2014 - 15:03
Veterano ha scritto:Ritornando poi alla tua domada (Adolfo) e poi al senso di tutto il post prova a chiedere ad Agam come la pensa,io che sono un caprone a suo confronto so che quando in campo mi distraevo da fare quello che sapevo fare meglio e cercavo improbaili soluzioni per il mio livello di gioco le prendevo ancora piu secche di come le avrei dovute prendere,se invece riuscivo a rilasarmi e cercare di fare le cose semplici e basilari,tipo il guardare la palla,lo stare bassi,cercare di giocare nel limite delle possibilta' profondo senza magari dare troppi angoli,allora forse qualche punticino in piu lo portavo a casa.
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Sab 15 Nov 2014 - 15:08
Comunque sentendo Golarsa, nelle spiegazioni degli schemi pre partita, fa poi quello che stiamo rdiscutendo: lo schema base di Nd è giocare dagli angoli, forte per aprire il campo e poi lungolinea con dritto o rovescio, non cambia.
KN invece deve puntare su anticipo e giocare al centro, chiudendo quando può in controtempo.

Insomma, schema base da applicare. Poi loro lo sanno fare con ogni colpo, hanno tutto il repertorio. Meno di RF, però sanno giocare tutto. ND però usa il s&v come alternativa, non come costante. Ed è quello che dice Vet: non cercarlo nei momenti di tensione, ma quando sei in tranquillità (5-3 40-0, per es).

La testa: meno si pensa meglio è :-)
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Sab 15 Nov 2014 - 15:24
Veterano ha scritto:se invece riuscivo a rilasarmi e cercare di fare le cose semplici e basilari,tipo il guardare la palla,lo stare bassi,cercare di giocare nel limite delle possibilta' profondo senza magari dare troppi angoli,allora forse qualche punticino in piu lo portavo a casa.
Io vorrei se possibile partire da questa preziosa considerazione perché è questo il lavoro che sto cercando di fare io adesso. Stare rilassato e fluido, stare basso e concentrarmi sul colpire la palla (impatto e sensazione) e piano piano entrarre "in The zone" ossia in quello stato mentale in cun esisti solo tu la palla e il campo. In quello stato li la palla si allarga e il campo si restringe l'avversario e quello che sta facendo diventano meno importanti e il gioco fluido e naturale. Ossia smetto di preoccuparmi di cosa sta facendo e vuole fare e mi concentro più su me stesso e sul mio gioco ma nello stesso tempo rimango vigile e allerta. Nello stesso tempo il campo e l'avversario li percepisco con il campo visivo laterale ma lo sguardo e l'attenzione è sulla palla. È un esercizio che facevo nelle lezioni di Tai chi è che il mio maestro chiamava "sguardo del gufo" e anche nel karate si facevano es analoghi di azione/reazione è tra il pugno dell'avversario e la palla da tennis non vedo molta differenza se non nella distanza e nel tempo di impatto che ai nostri infimo livelli è molto maggiore (per i pro ovviamente no è diverso).
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Sab 15 Nov 2014 - 15:28
Paolo070 ha scritto:
Veterano ha scritto:se invece riuscivo a rilasarmi e cercare di fare le cose semplici e basilari,tipo il guardare la palla,lo stare bassi,cercare di giocare nel limite delle possibilta' profondo senza magari dare troppi angoli,allora forse qualche punticino in piu lo portavo a casa.
Io vorrei se possibile partire da questa preziosa considerazione perché è questo il lavoro che sto cercando di fare io adesso. Stare rilassato e fluido, stare basso e concentrarmi sul colpire la palla (impatto e sensazione) e piano piano entrarre "in The zone" ossia in quello stato mentale in cun esisti solo tu la palla e il campo. In quello stato li la palla si allarga e il campo si restringe l'avversario e quello che sta facendo diventano meno importanti e il gioco fluido e naturale. Ossia smetto di preoccuparmi di cosa sta facendo e vuole fare e mi concentro più su me stesso e sul mio gioco ma nello stesso tempo rimango vigile e allerta. Nello stesso tempo il campo e l'avversario li percepisco con il campo visivo laterale ma lo sguardo e l'attenzione è sulla palla. È un esercizio che facevo nelle lezioni di Tai chi è che il mio maestro chiamava "sguardo del gufo" e anche nel karate si facevano es analoghi di azione/reazione è tra il pugno dell'avversario e la palla da tennis non vedo molta differenza se non nella distanza e nel tempo di impatto che ai nostri infimo livelli è molto maggiore (per i pro ovviamente no è diverso).

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Sab 15 Nov 2014 - 15:33
abracadabra78 ha scritto:
Veterano ha scritto:
Simonb ha scritto:Così è ancora più chiaro. E è quello che ho detto io, ma con il dono della concisione.

Schema base: servizio dritto (anche solo servizio).
Schemi alternativi se posso e se servono: tutto quello che posso. Ma l'obiettivo è vincere e, come nel karate, pochi colpi, 2/3, ma devastanti. Come servizio e dritto di Federer o Nadal, o risposta è incrociato di Nole. O il rovescio lungolinea di Waw.
Ah meno male pensavo di essere impazzito,almeno su qualcosa si conicide,poche cosa ma fatte bene,e questo vale "credo" un po per tutti gli sport,poi se ce qualcosa in piu ben venga ,ma credo che anche tu se hai fatto karate ad un buon livello da agonista convenga che tanto per vincere la tua tattica,cioe le cose che sai fare meglio,ti portano alla vittoria e magari l'incontro non lo vinci perche hai tentato un difficilissimo calcio volante ma una semplice tecnica di base portata bene.........
qui ti sbagli vet......ho fatto karate da piccolo,ero semplicemente cintura marrone terza(quando c'erano le tre marroni e le tre nere) quindi quasi cintura nera,ma vedevo quelli piu' avanzati di livello.....e' ovvio che una semplice tecnica di base portata bene e' fondamentale e fin qui son d'accordo. ma c'e' sempre un "avversario di fronte" e il punto e' che dipende sempre chi hai di fronte,molte volte nn basta una base solida,sono proprio altre cose che fanno vincere un incontro...una base solida basta contro uno piu' scarso,cioe' che ha una base meno solida,quindi nn serve nient'altro
che poi è la stessa cosa che stavo dicendo io, solo che quasi tutti hanno voluto interpretare in altro modo e non ho capito per quale motivo. se basta il minimo sindacale (non da intendere come poca roba) si può puntare serenamente su quello, tanto più se siamo abituati a giocare in quel modo (nelle partite). se invece, e non capita raramente, vediamo che l'avversario presenta delle carenze di cui possiamo approfittare inserendo anche altre cose, le inseriamo. oppure se l'avversario ha le nostre stesse caratteristiche di gioco e hai dei fondamentali ancora più solidi dei nostri, cerchiamo di metterlo in difficoltà non solo con i nostri fondamentali ma anche con variazioni. variazioni di cui ovviamente dobbiamo avere una certa padronanza, acquisita con lezioni e allenamenti. per variazioni non intendo che al solo sentire nominare la parola crolla il mondo intero, intendo semplicemente quello che è alla portata di tutti in relazione al livello tecnico acquisito, quindi una palla piazzata piuttosto che un top da arrotino oppure un dritto slice sul rovescio dell'avversario o, viceversa una palla molto arrotata se l'avversario la soffre e via dicendo. tutte cose che si possono fare se la nostra tecnica ce lo consente e se il gioco dell'avversario ce lo consente. nessun azzardo da scemi o nessuna follia, soltanto logica tattica supportata da un minimo di completezza. se invece sono uno che sotto rete ancora non ha capito nemmeno come si tiene la racchetta, che ci vado a fare ? poi tutto altro discorso è quello di livelli più alti, li ho visti anche io giocare dal vivo, parlo di quarta alta e terza categoria, ovvio che lì un 4.5 potrà fare ben poco perchè ci sono tutti altri ritmi di gioco e le palle da gestire sono molto più complicate
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Sab 15 Nov 2014 - 15:35
VANDERGRAF ha scritto:
Veterano ha scritto:Ritornando poi alla tua domada (Adolfo) e poi al senso di tutto il post prova a chiedere ad Agam come la pensa,io che sono un caprone a suo confronto so che quando in campo mi distraevo da fare quello che sapevo fare meglio e cercavo improbaili soluzioni per il mio livello di gioco le prendevo ancora piu secche di come le avrei dovute prendere,se invece riuscivo a rilasarmi e cercare di fare le cose semplici e basilari,tipo il guardare la palla,lo stare bassi,cercare di giocare nel limite delle possibilta' profondo senza magari dare troppi angoli,allora forse qualche punticino in piu lo portavo a casa.
ma è una candid camera o cosa ?  veramente stiamo rasentando l'assurdo. improbabili soluzioni ?  quindi secondo te io fino ad oggi ho fatto tutta una serie di cose che sono risultate vincenti ma non avrei dovute farle perchè erano improbabili ? mah.....veramente qui non si tratta più di maestro o non maestro, ma soltanto di elasticità mentale e comprensione della lingua italiana. buonanott

Dovrei farmi gli affari miei, ma proprio non resisto...Vander ma ti rendi conto di quello che scrivi? a mio parere stai rasentando il ridicolo, discuti con un professionista (ex B3 maestro in un'Accademia tennis in Spagna) e ti permetti di sbeffeggiarlo dopo aver ammesso di giocare ad un livello non superiore a 4.4 fit. Dici: "cose che sono risultate vincenti", ma tu davvero non ti rendi conto del livello del tennis di cui parli rispetto al tennis (agonistico) che insegna uno come Veterano. Cerca di rinsavire perfavore!
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Sab 15 Nov 2014 - 15:36
Riprendo il discorso forse cosi' chiariamo alcuni concetti (visto che nella teoria sono un fenomeno...ehehehehe!!!).

Chiaro caro amico Vander che non facendo tornei veri ma partite di allenamento, allenamenti non puoi percepire il discorso di Veterano come valido in assoluto.

La mentalita' di sfruttare il lato debole dell'avversario e' una mentalita' passiva verso il proprio gioco perche' non si ha consapevolezza delle proprie peculiarita' sul campo da tennis.

Questo e' un fattore mentale di chi non e' abituato a giocare partite vere, e gioca a dei livelli in cui il lato debole dell'avversario fa troppa differenza.

Un esempio tipico per spiegare la faccenda puo' essere questo.

Comunemente, al mio livello, il rovescio e' il colpo peggiore dei miei avversari.
Spesso giocando di pressione con il mio dritto su quel colpo li costringo ad accorciare e cosi' mi si presentano diverse soluzioni.

Secondo Vander e' automatico che una volta che ricevo una palla comoda da giocare a meta' campo, magari col mio dritto, dovrei sparare una botta sul rovescio dell'avvaersario ed andare a chiudere a rete con una facile vole'. 

Lo so e' il pensiero automatico che avete fatto tutti in questo momento.

Ma quando attacco in quel modo sul rovescio, nove volte su dieci, essendo quello il colpo debole dell'avversario, mi ritorna indietro un pallonetto difensivo, lento ed alto.

Non il massimo per uno che ha nello smash il colpo meno incisivo, soprattutto se gioco di sera con le luci artificiali ed una leggera miopia.

Preferisco di gran lunga giocare un attacco comunque incisivo sul suo dritto dove 9 volte su 10, se ci arriva, tentera' di tirarmi un passante che risultera' molto comodo per chiudere con una solida vole'. (poi se mi passa gli stringo la mano e gli dico bravo).

Sembrera' assurdo ma piu' che avere consapevolezza del punto debole dell'avversario bisogna avere consapevolezza dei propri punti forti e soprattutto di quelli deboli.

Spesso per entrare in partita preferisco palleggiare sul dritto del mio avversario per prendere ritmo e fiducia e poi giocando troppo sul punto debole dell'avversario si corre il rischio di metterlo in palla e di andare fuori palla noi quando dobbiamo mettere su qualcosa di diverso.

Io ho gia' tanti problemi a gestire quello che faccio io che non ho proprio il tempo di gestire come gioca quello dall'altra parte, anche se non e' che lo ignoro, e le variazioni di tipo tattico per metterlo in difficolta' le metto in pratica pero' non adattandomi a lui, faccio il mio gioco e poi se lui ha un colpo bancomat, lo martello li quando mi serve di prelevare, ma non sempre.

Mi sono capitate partite in cui ho trovato avversari che, capito che sul mio dritto e' meglio non giocare, mi hanno martellato sul rovescio tutta la partita.
Alla fine, giocandomi sempre sul rovescio, ho trovato sicurezza, profondita', efficacia, e li ho incartati lo stesso.
Anche perche' quando vedono che vanno in difficolta' pure su quel lato non sanno piu' che fare, vanno in confusione perche' invece di fare il loro gioco naturale e giocare bene loro, hanno pensato solo a far giocare male me.
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Sab 15 Nov 2014 - 15:37
Paolo070 ha scritto:"....per tornare a vander...e a Vet, non avevo letto le ultime due pagine...ha fatto bene Vet a "tagliarlo fuori" finalmente. Non voglio gettare benzina sul fuoco ma a parte qualche cosa di giusto era costantemente in OT perché si incaponiva su un discorso del tutto "personale" quando stiamo parlando di cose un po diverse...
paolo, qui nessuno taglia fuori nessuno, si discute e ci si infervorisce per passione. i politici tagliano fuori, non i tennisti
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