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tennis - Tennis e agonismo. - Pagina 2 Empty Tennis e agonismo.

Gio 13 Nov 2014 - 16:45
Promemoria primo messaggio :

Non ricordo piu se ne avessimo gia parlato da qualche altra parte ma mi sembra un argomento interessante anche per chiarire il mio punto di vista su determinati aspetti del gioco.
Bueno visto lo spunto degli argomenti di questi ultimi giorni mi son venute in mente un paio di considerazioni,parlo di tennis agonistico,che poi sia di quarta di terza o di ottava poco mi importa,ma tiro fuori la parola agonismo perche' chi fa dell'agonismo vuole vincere la partita
,e per vincere le parite bisogna avere in testa ben chiari certi concetti.Per il resto che nesuno si offenda,per carita',ma parliamo di un tennis che lascia il tempo che trova e dove certi discorsi no hanno un senso di esistere.
Ok paritmao da questo punto,visto che ho accennato l'importanza di cercare di capire che giocatore siete e di cercare di sviluppare un proprio di gioco volevo chiarire un paio di cosette.
Tranne casi estremi tipo mi massacra con il dritto,percio' sono costretto a cercare il rovescio,l'idea di capire il gioco dell'avversario e' un idea sbagliata di base.
In una partita per vincere bisogna riuscire ad imporre il proprio gioco,ma per fare questo bisogna essere dei giocatori solidi.Piu' che riuscire a capire cosa sta facendo il mio avversario mi devo concentrare sui miei colpi e sul mio gioco per trovare le mie soluzioni piu efficaci indipendentemente dall avversario che trovo.
Se no cadiamo nella trappola del giocatore della domenica che va a rete a capofitto perche non riesce a tenere un scambio decente per piu di tre o quattro colpi di fila e si fa passare come un tordo o sbaglia la piu facile delle vole'.Si si magari qualche punto lo riesce anche a portare a casa,ma scommetto ch alla fine della partita il risultato sarebbe nettamente a suo sfavore,perche' quello che sta facendo non e' una tattica ma un modo di finire piu velocemente la partita,con magari un risultato peggiore di quello che otterrebbe tentando di fare il proprio gioco.
Ora per fare un esempio se hai un bel dritto piu di preoccuparti di cosa fa il tuo avversario dovresti preoccuparti  di mettere la partita sulla diagonale di dritto e da li incominciare a vincere i punti.
Ora anche se a volte si dice che dall'altra parte ce un avversario che ci permette di fare o meno determinate cose,si sbaglia alla grande perche' l'avversario visto in modo agonistico deve riuscire a fare quello che io gli permetto di fare,niente di piu niente di meno.
Per questo quello che cerco di dire e che principalmente bisogna concentrarsi sul proprio di gioco e riuscire a sfruttare le proprie potenzialita' piu che preoccuparsi tanto di cosa fa l'avversario,anche perche' non ci va uno scienziato a capire che se il tizio in question non mi fa vedere una palla con il dritto forse e meglio non farglielo giocare.
Percio' sottolineo che e' importante capire bene quello che siamo in garado di fare in campo e concentrasi su quello,cioe cosa mi fa vincere punti e cosa mi fa prendere sberle.
Una volta che si ha raggiunto questa consapevolezza e si e' ingrado di produrre il proprio gioco cosa fara' l'avversario sara' di secondaria importanza,se non come nei casi evidenti 
che  ho citato prima

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Gio 13 Nov 2014 - 23:01
Veterano ha scritto:
VANDERGRAF ha scritto:guarda che si possono avere anche due visioni e due valutazioni discordanti senza problemi. tu non sbagli per come la vedi tu e io non sbaglio per come la vedo io, non ci deve essere per forza qualcuno che sbaglia. io ribadisco che non esiste la scelta tra imporre il proprio gioco o adeguarsi a quello dell'avversario, esistono tutte e due le cose in simultanea, perchè per me saper imporre il proprio gioco significa anche giocare in funzione dell'avversario. che non significa scendere a rete senza essere capaci di giocare a rete, ma significa che se ti fa una palla corta dovrai comunque scendere a rete, solo per fare un esempio. significa che se è in grado di giocarti un cross incrociato stretto tu dovrai necessariamente fargli fronte e potrebbe essere una delle situazioni che meno ti privilegia. e tante altre cose che succedono normalmente tra due giocatori di livello tecnico simile. non ho mai detto che non bisogna pensare con mentalità vincente e non essere propositivi, ma il gioco del tennis è fatto anche di situazioni di attesa e di difesa.
Vedi chiaramente se il mio aversario mi fa una palla corta o mi ammazza di smorzate sempre secondo il mio punto di vista e perche' io le permetto di farlo e se puo farlo vuol dire che il mio gioco non le da fastidio e mi sta facendo a polpette come vuole.Se la cosa invece e' sporadica come spesso accade in una partita di tennis un giocatore solido sa cosa fare quando e' chiamato a rete,oppure semplicemente perderera' quel punto perche' siccome a rete ci va solo per dare la mano all avversario e molto probabile che lo perda il punto,ma un punto e una situazione non fanno la partita.Se mi dici che in certe situazioni bisogna adattarsi,ti rispondo chiaramente si ma non posso andare in campo senza avere un mio gioco solido di base sul quale potermi affidare.
Se no mispiace ma io rimango del mio punto di vista che se purtroppo non riesci a mettere in difficolta' il tuo avversario con il tuo tipo di gioco e' molto difficile che cambiando tatica o adattandoti al gioco dell altro riesci a portare a casa la partita.
A dire la verita' questo post che puo sembrare snob credo che serva di piu ai meno esperti che  a quelli bravi perche' quelli bravi queste cose le sanno gia' senza bisogno di chiedere consigli a noi.
Secondo me, quanto evidenziato è la base del tennis agonistico moderno. Mi spiego meglio: nel corso di un incontro è possibile modificare alcuni particolari soprattutto di natura tattica, come, ad esempio, prediligere una traiettoria alta piuttosto che martellare spesso il colpo palesemente più "debole" dell'avversario, ma comunque ci si "appoggia" sempre al proprio tipo gioco. E' impossibile improvvisare sistematicamente il serve and volley solo perchè si sta perdendo se siamo regolaristi da fondo o viceversa. Tenderemmo solo a peggiorare la situazione.
Ovviamente, ci sono situazioni in cui, ad esempio, non si riesce a sviluppare il proprio
gioco e quindi siamo costretti ad adattarci perchè, evidentemente, il nostro avversario è nettamente più forte.
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Gio 13 Nov 2014 - 23:06
gianluigi, anche per te, mai parlato di improvvisare sistematicamente qualcosa che non si è in grado di fare a livelli più che sufficienti in relazione al livello dell'avversario. ma al tempo stesso, se si ha un minimo di completezza tecnica e dovesse uscir fuori che l'avversario ha pochi punti deboli da sfruttare con il nostro tipico gioco, può tornare utile, se non addirittura provvidenziale, sfruttare la nostra completezza (e sottolineo nostra, non di qualcun altro) per creare anche situazioni di gioco poco frequentate e trarne ugualmente vantaggio. ovvio che se provo a scendere a rete e tutte le volte vengo infilato poi non ci scendo più, ma se non scendo mai non potrò nemmeno testare il livello del mio avversario in quella situazione.
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Gio 13 Nov 2014 - 23:34
VANDERGRAF ha scritto:gianluigi, anche per te, mai parlato di improvvisare sistematicamente qualcosa che non si è in grado di fare a livelli più che sufficienti in relazione al livello dell'avversario. ma al tempo stesso, se si ha un minimo di completezza tecnica e dovesse uscir fuori che l'avversario ha pochi punti deboli da sfruttare con il nostro tipico gioco, può tornare utile, se non addirittura provvidenziale, sfruttare la nostra completezza (e sottolineo nostra, non di qualcun altro) per creare anche situazioni di gioco poco frequentate e trarne ugualmente vantaggio. ovvio che se provo a scendere a rete e tutte le volte vengo infilato poi non ci scendo più, ma se non scendo mai non potrò nemmeno testare il livello del mio avversario in quella situazione
Per quanto uno possa essere completo, non lo sarà mai da avere la stessa efficacia giocando tattiche completamente opposte, altrimenti sarebbe un giocatore pressocchè imbattibile. Questo non toglie che si possa sfruttare l'effetto sorpresa facendo, ad esempio, un serve and volley ogni tanto giusto per confondere le "acque", ma le partite si vincono sfruttando le proprie peculiarità, c'è poco da fare. Ovviamente, è giusto, come dici tu, cercare di "poggiare" il proprio gioco anche sulle falle dell'avversario, ci mancherebbe.
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Ven 14 Nov 2014 - 0:09
niente, parlerò una lingua diversa......  non so con chi giocate voi ma io se ho di fronte un avversario che vedo scarso nel fronteggiare una mia discesa a rete, insisto e ci prendo pure confidenza. anche questo è il bello del tennis, provare a calarsi in varie situazioni di gioco per acquisire scioltezza e sicurezza anche su cose che non erano tipicamente nostre, altrimenti continuiamo a recitare lo stesso copione per tutta la vita sportiva. e in quanto al tennis moderno, qualora questo fosse insegnato solo a livello di gioco da fondo e molto poco a tutto campo, beh....preferisco di gran lunga il gioco che esprimevano tennisti come edberg o becker o mc enroe oppure più recentemente federer, ci trovo molta più libertà espressiva e diventa ai miei occhi un'opera d'arte. sicuramente più divertente e meno noioso del gioco da operaio tipo ferrer. poi ognuno gioca come preferisce e come si diverte di più, ma, a questo punto subentra il mio di snobismo, non è molto generoso dal punto di vista sportivo, giocare sempre da fondo e sempre con i soliti colpi di cui siamo sicuri, mi sembra più un atteggiamento opportunistico e anche un pò meschino, sempre sportivamente parlando ovviamente, senza che nessuno si senta offeso. buon tennis !
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Ven 14 Nov 2014 - 0:39
VANDERGRAF ha scritto: poi ognuno gioca come preferisce e come si diverte di più, ma, a questo punto subentra il mio di snobismo, non è molto generoso dal punto di vista sportivo, giocare sempre da fondo e sempre con i soliti colpi di cui siamo sicuri, mi sembra più un atteggiamento opportunistico e anche un pò meschino, sempre sportivamente parlando ovviamente, senza che nessuno si senta offeso. buon tennis !
Vedi vand e non te ne avere a male....ma questa tua ultima affermazione non fa che confermare l'intervento di apertura di vet. ..il tuo punto di vista seppur rispettabilisimo ribadisce come tra il tennista della domemica o così detto di club e l'agonista (anche se della domenica o di club) a livello di mentalità ci sia un abisso. Se giochi per i punti ( siano essi Fit o al non cambia molto....) hai una visione delle cose se giochi solo per pasSion divertimento e gusto ne hai una completamente diversa. E in questo contesto quello che tu chiami antisportivo (be è un tantino esagrato ?) Ossia giocare in sicurezza colpi solidi con basse percentuali di rischio ripetendo li in maniera ossessiva diventa la chiave per vincere i match quindi progredire e prendere i punti, salire in classifica etc che è il fine ultimo di un agonista....nonché la chiave di lettura del tennis agonistico moderno, per cui secondo me o ti sforzi di capire o hai sbagliato tred. ..
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Ven 14 Nov 2014 - 1:07
Sto cercando di mettere a fuoco le posizioni. Vander insiste sugli aspetti "creativi" e mi piace. Condivido. Però, senza accorgersene, sta dando ragione a Vet. Totalmente.
Mi spiego.
Giocare sui punti deboli dell'avversario o solo "studiarlo", "sorprenderlo" presuppone un non usuale bagaglio tecnico. Con la pressione della gara riuscire a capire l'efficacia / il fastidio arrecato...non è poca cosa!!! Non sto parlando di una steccata, ma di percepire un calo di pressione avversaria. Tutt'altra cosa.
E ancora, prendere confidenza con il timing e costruire un attacco a rete non è da tutti. Non parlo di una carica di cavalleria contro i carriarmati ma di attacchi "veri".
Avere queste "libertà di scelta" significa giocare un tennis già di buon livello. È davvero questo lo scenario???
Io allora ho un sospetto. Non è snob, è solo un sospetto. Quando il gioco è con poca intensità e pressione, il giocatore più "creativo" ha realmente la possibilità di esplorare più tattiche e strategie: una palla di bassa intensità si presta ad essere lavorata e attaccata in innumerevoli maniere. Da qui, forse, l'equivoco.
Ma se lo scambio cresce....la libertà scompare e rimangono sempre meno scelte nel colpire la palla. Uscire da questa scelta ristretta significa farsi del male.
Il punto di Vet e' chiaro: imporre il proprio gioco significa costringere l'avversario a giocare quei determinati colpi. Per uscire dal "menù fisso" l'avversario è costretto a rischiare o ad alzare il livello tecnico dello scambio. Se ce la fa sporadicamente, perde alla distanza per ragioni "contabili"; se ce la fa sistematicamente...vuol dire che è più forte. Semplice.


Ultima modifica di kingkongy il Ven 14 Nov 2014 - 1:13 - modificato 1 volta.
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Ven 14 Nov 2014 - 1:12
Paolo070 ha scritto:
VANDERGRAF ha scritto: poi ognuno gioca come preferisce e come si diverte di più, ma, a questo punto subentra il mio di snobismo, non è molto generoso dal punto di vista sportivo, giocare sempre da fondo e sempre con i soliti colpi di cui siamo sicuri, mi sembra più un atteggiamento opportunistico e anche un pò meschino, sempre sportivamente parlando ovviamente, senza che nessuno si senta offeso. buon tennis !
Vedi vand e non te ne avere a male....ma questa tua ultima affermazione non fa che confermare l'intervento di apertura di vet. ..il tuo punto di vista seppur rispettabilisimo ribadisce come tra il tennista della domemica o così detto di club e l'agonista (anche se della domenica o di club) a livello di mentalità ci sia un abisso. Se giochi per i punti ( siano essi Fit o al non cambia molto....) hai una visione delle cose se giochi solo per pasSion divertimento e gusto ne hai una completamente diversa. E in questo contesto quello che tu chiami antisportivo (be è un tantino esagrato ?) Ossia giocare in sicurezza colpi solidi con basse percentuali di rischio ripetendo li in maniera ossessiva diventa la chiave per vincere i match quindi progredire e prendere i punti, salire in classifica etc che è il fine ultimo di un agonista....nonché la chiave di lettura del tennis agonistico moderno, per cui secondo me o ti sforzi di capire o hai sbagliato tred. ..
su questo posso essere d'accordissimo, ma il mio discorso di variare il gioco era collegato all'ottenimento del punto e l'ho ripetuto più volte. -non- variare tanto per dire "oggi ho giocato pure di tocco o sono sceso a rete" ma variare in funzione dell'avversario, approfittando delle sue carenze per fare punti importanti anche con situazioni tattiche che di solito non usiamo, perchè magari ci capitano altri tipi di avversari. questo è il contesto in cui mi sono mosso, giocatori di livello 4 nc e dintorni che possono anche sperimentare consapevolmente e non in modo dissennato. perchè questo è il contesto di cui si è appurata l'origine del discorso, non giocatori esperti di agonismo e già in grado di sapere sempre su cosa puntare per vincere, ma giocatori poco esperti a livello agonistico, quindi inevitabilmente di livello tecnico basso. e non lo dico solo io, lo ha detto anche l'autore del post. quindi è inutile che continuiamo a cambiare le carte in tavola, o si parla di quel contesto o si parla di altri contesti. se si parla di quel contesto, per un avversario tipico che ci può capitare, se scendiamo a rete,  si deve già ritenere fortunato se ci rimanda una palla tesa a mezza altezza, perchè non stiamo parlando di giocatori che sono abili nei passanti o nei pallonetti o nel tirarci teso e forte in pancia. ovvio che se scendiamo male a rete sarà facilmente punto loro, ma allo stesso modo in cui accade se tiriamo male da fondo o non ci muoviamo con velocità quando serve o ci posizioniamo male con le gambe o impattiamo con la palla troppo addosso e chi più ne ha più ne metta. quindi io sto solo dicendo, relativamente a quei livelli di gioco che emergono come destinazione del post in oggetto, che si può trarre vantaggio anche da queste situazioni, in base a chi abbiamo di fronte e a cosa siamo in grado di attuare. poi se invece preferiamo giocare tutti come se fossimo i pupazzetti del biliardino calcio balilla, che si muovono solo lateralmente e mai in avanti, è un altro paio di maniche. e ti assicuro che ce ne sono tanti di tennisti così, li ho visti e ci ho giocato, hanno paura di spostarsi in avanti, di fare brutta figura sotto rete, di lisciare la palla o di steccarla, di mandare uno smash chissadove eccetera. ma se non si comincia mai non si può mai progredire, è un discorso che riguarda anche e soprattutto l'allenamento. nessuno nasce già solo regolarista o solo giocatore di rete, ci si evolve, mettendosi in gioco con entusiasmo e da lì si vede cosa viene fuori. non ce l'ho con chi ha già sperimentato ed è arrivato alle sue certezze, ce l'ho con chi non hai mai provato e continua a non provare mai, nemmeno quando si gioca senza punteggio
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Ven 14 Nov 2014 - 1:27
kingkongy ha scritto:Sto cercando di mettere a fuoco le posizioni. Vander insiste sugli aspetti "creativi" e mi piace. Condivido. Però, senza accorgersene, sta dando ragione a Vet. Totalmente.
Mi spiego.
Giocare sui punti deboli dell'avversario o solo "studiarlo", "sorprenderlo" presuppone un non usuale bagaglio tecnico. Con la pressione della gara riuscire a capire l'efficacia / il fastidio arrecato...non è poca cosa!!! Non sto parlando di una steccata, ma di percepire un calo di pressione avversaria. Tutt'altra cosa.
E ancora, prendere confidenza con il timing e costruire un attacco a rete non è da tutti. Non parlo di una carica di cavalleria contro i carriarmati ma di attacchi "veri".
Avere queste "libertà di scelta" significa giocare un tennis già di buon livello. È davvero questo lo scenario???
Io allora ho un sospetto. Non è snob, è solo un sospetto. Quando il gioco è con poca intensità e pressione, il giocatore più "creativo" ha realmente la possibilità di esplorare più tattiche e strategie: una palla di bassa intensità si presta ad essere lavorata e attaccata in innumerevoli maniere. Da qui, forse, l'equivoco.
Ma se lo scambio cresce....la libertà scompare e rimangono sempre meno scelte nel colpire la palla. Uscire da questa scelta ristretta significa farsi del male.
Il punto di Vet e' chiaro: imporre il proprio gioco significa costringere l'avversario a giocare quei determinati colpi. Per uscire dal "menù fisso" l'avversario è costretto a rischiare o ad alzare il livello tecnico dello scambio. Se ce la fa sporadicamente, perde alla distanza per ragioni "contabili"; se ce la fa sistematicamente...vuol dire che è più forte. Semplice.
esatto king, come al solito le tue analisi non fanno una piega. se l'avversario mi concede margini "di fantasia" posso anche accrescere le frecce al mio arco. la stessa cosa vale per lui, quando sono io a non essere pienamente efficace. per questo dicevo dall'inizio che non si può prescindere da come gioca l'avversario. se si punta solo sul proprio gioco a prescindere vuol dire che siamo più forti in termini assoluti, quindi il problema di vincere la partita nemmeno si pone, a meno che non abbiamo una tenuta mentale precaria. ma se la partita è aperta si deve per forza ricorrere, quando possibile, anche a prendere qualche rischio in più, se vediamo che quel rischio ci porta più vantaggi che svantaggi. ossia la partita è fatta di tante variabili che mutano nel corso della gara stessa, a livello fisico, tecnico, tattico e mentale, se riusciamo a prenderle ogni tanto in considerazione abbiamo una visione di gioco più completa che si basa sempre sul nostro migliore repertorio, ma migliore in quel contesto. in altri contesti non potrebbe essere ugualmente il migliore
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Ven 14 Nov 2014 - 9:31
VANDERGRAF ha scritto:
Paolo070 ha scritto:
VANDERGRAF ha scritto: poi ognuno gioca come preferisce e come si diverte di più, ma, a questo punto subentra il mio di snobismo, non è molto generoso dal punto di vista sportivo, giocare sempre da fondo e sempre con i soliti colpi di cui siamo sicuri, mi sembra più un atteggiamento opportunistico e anche un pò meschino, sempre sportivamente parlando ovviamente, senza che nessuno si senta offeso. buon tennis !
Vedi vand e non te ne avere a male....ma questa tua ultima affermazione non fa che confermare l'intervento di apertura di vet. ..il tuo punto di vista seppur rispettabilisimo ribadisce come tra il tennista della domemica o così detto di club e l'agonista (anche se della domenica o di club) a livello di mentalità ci sia un abisso. Se giochi per i punti ( siano essi Fit o al non cambia molto....) hai una visione delle cose se giochi solo per pasSion divertimento e gusto ne hai una completamente diversa. E in questo contesto quello che tu chiami antisportivo (be è un tantino esagrato ?) Ossia giocare in sicurezza colpi solidi con basse percentuali di rischio ripetendo li in maniera ossessiva diventa la chiave per vincere i match quindi progredire e prendere i punti, salire in classifica etc che è il fine ultimo di un agonista....nonché la chiave di lettura del tennis agonistico moderno, per cui secondo me o ti sforzi di capire o hai sbagliato tred. ..
su questo posso essere d'accordissimo, ma il mio discorso di variare il gioco era collegato all'ottenimento del punto e l'ho ripetuto più volte. -non- variare tanto per dire "oggi ho giocato pure di tocco o sono sceso a rete" ma variare in funzione dell'avversario, approfittando delle sue carenze per fare punti importanti anche con situazioni tattiche che di solito non usiamo, perchè magari ci capitano altri tipi di avversari. questo è il contesto in cui mi sono mosso, giocatori di livello 4 nc e dintorni che possono anche sperimentare consapevolmente e non in modo dissennato. perchè questo è il contesto di cui si è appurata l'origine del discorso, non giocatori esperti di agonismo e già in grado di sapere sempre su cosa puntare per vincere, ma giocatori poco esperti a livello agonistico, quindi inevitabilmente di livello tecnico basso. e non lo dico solo io, lo ha detto anche l'autore del post. quindi è inutile che continuiamo a cambiare le carte in tavola, o si parla di quel contesto o si parla di altri contesti. se si parla di quel contesto, per un avversario tipico che ci può capitare, se scendiamo a rete,  si deve già ritenere fortunato se ci rimanda una palla tesa a mezza altezza, perchè non stiamo parlando di giocatori che sono abili nei passanti o nei pallonetti o nel tirarci teso e forte in pancia. ovvio che se scendiamo male a rete sarà facilmente punto loro, ma allo stesso modo in cui accade se tiriamo male da fondo o non ci muoviamo con velocità quando serve o ci posizioniamo male con le gambe o impattiamo con la palla troppo addosso e chi più ne ha più ne metta. quindi io sto solo dicendo, relativamente a quei livelli di gioco che emergono come destinazione del post in oggetto, che si può trarre vantaggio anche da queste situazioni, in base a chi abbiamo di fronte e a cosa siamo in grado di attuare. poi se invece preferiamo giocare tutti come se fossimo i pupazzetti del biliardino calcio balilla, che si muovono solo lateralmente e mai in avanti, è un altro paio di maniche. e ti assicuro che ce ne sono tanti di tennisti così, li ho visti e ci ho giocato, hanno paura di spostarsi in avanti, di fare brutta figura sotto rete, di lisciare la palla o di steccarla, di mandare uno smash chissadove eccetera. ma se non si comincia mai non si può mai progredire, è un discorso che riguarda anche e soprattutto l'allenamento. nessuno nasce già solo regolarista o solo giocatore di rete, ci si evolve, mettendosi in gioco con entusiasmo e da lì si vede cosa viene fuori. non ce l'ho con chi ha già sperimentato ed è arrivato alle sue certezze, ce l'ho con chi non hai mai provato e continua a non provare mai, nemmeno quando si gioca senza punteggio
Vander, a te piace variare giusto ? Anche a me...mi diverto di più. Mai una palla uguale a quell'altra......tanto back, palle basse etc... Se al mio avversario da noia allor insisto....Però ho visto che essendo abbastanza solido da fondocampo a volte se invece di variare troppo la metto più sul ritmo (è ovvio che non lo faccio con chi fa del ritmo il suo cavallo di battaglia) cercando la diagonale di dritto che è il mio colpo più pesante e riesco a comandare lo scambio (magari stringendo l'angolo) poi mi si aprono molte più possibilità e entrando nel ritmo una volta aperto il campo riesco a creare molti errori non procurati e anche vincenti sia col dritto che con il rovescio....oppure se il mio avversario è poco solido sul rovescio non gioco subito alto sul rovescio che poi magari ci scappa il back e si rallenta troppo lo scambio...a meno che il suo dritto non sia una bomba cerco la diagonale di dritto cercando di mettergli pressione in modo da farmi tirare al centro del campo da dove, al contrario di molti, sono quasi sempre definitivo ed entro col dritto a uscire (sventaglio) cercando il suo rovescio e magari venendo a rete in controtempo....questi sono esempi di schemi che mi sono creato in allenamento e in partite di allenamento. Ora penso che salvo casi particolari questo secondo modello dovrebbe essere il mio piano A e le variazioni continue il piano B perché con questo modello sono più solido e creo più occasioni ed errori non procurati che sono quello che tutti andiamo cercando. E te lo dico da tennista della domenica perché non sto facendo tornei (ma ne ho fatti molti in passato)...faccio questo non per vincere ma per ricostruire il mio gioco dopo molti anni di stop e penso che avrò voglia di fare tornei dovrò arrivare già preparato perché li tutto cambia e quando il culo stringe (scusa il termine un po crudo) il meccanismo deve essere ben oliato e lo spazio per l'improvvisazione non può essere lasciato al caso altrimenti raccogli solo qualche applauso ma la partita a casa non la porti...
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Ven 14 Nov 2014 - 10:59
sto capendo poco.........
cmq se io ho una buona tecnica faccio il mio GIOCO...
il tennis e' anche sfruttare il potenziale per portare a case le partite......
avversario rovescio debole e sulla mia diagonale non tiene...lo martello alla morte sulla diagonale di rovescio.Non mi metto a fare inside in o cose che so fare se non servono o che potrebbero consentire all'avversario di riprendre fiducia giocando sul suo dritto.........
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Ven 14 Nov 2014 - 11:09
VANDERGRAF ha scritto:
poi se invece preferiamo giocare tutti come se fossimo i pupazzetti del biliardino calcio balilla, che si muovono solo lateralmente e mai in avanti, è un altro paio di maniche. e ti assicuro che ce ne sono tanti di tennisti così, li ho visti e ci ho giocato, hanno paura di spostarsi in avanti, di fare brutta figura sotto rete, di lisciare la palla o di steccarla, di mandare uno smash chissadove eccetera. ma se non si comincia mai non si può mai progredire, è un discorso che riguarda anche e soprattutto l'allenamento. nessuno nasce già solo regolarista o solo giocatore di rete, ci si evolve, mettendosi in gioco con entusiasmo e da lì si vede cosa viene fuori. non ce l'ho con chi ha già sperimentato ed è arrivato alle sue certezze, ce l'ho con chi non hai mai provato e continua a non provare mai, nemmeno quando si gioca senza punteggio  

Vander: ma non hai mai pensato che, a molti, NON PIACCIA PER NIENTE giocare a rete?

E non per questioni di "far brutta figura"... ma proprio perchè si divertono come dei pazzi a fare "i pupazzetti del calcio balilla"!

La progressione, nel tennis, si può esplicare in molti modi: migliorando il gioco vario e di attacco, oppure migliorando la tenuta dello scambio e la fase difensiva, oppure aumentando la tecnica dello spin, oppure migliorando il footwork... oppure tutto insieme.

Insomma: ogni tennista migliora quello che ritiene più confacente alle proprie caratteristiche.

Tu dici:   "ce l'ho con chi non hai mai provato e continua a non provare mai, nemmeno quando si gioca senza punteggio"... ma è una scelta personale... Rispettala!

Se ti stanno antipatici, quale maggiore soddisfazione che asfaltarli impietosamente sul campo?

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Ven 14 Nov 2014 - 12:51
Secondo me fate confusione fra Stile di gioco e Tattica.

Lo Stile di gioco specifica se sei un pallettaro, un bombardiere, un serve&volley,...etc.
E' ciò che ti identifica, è lo stile che hai costruito sui tuoi punti di forza.
Lo Stile è l'arma che sei diventato: un fioretto, una sciabola, una mazza ferrata... un gas soporifero.  Smile
Questo non lo puoi improvvisare per adattarti ad un avversario.

La Tattica è come usi quest'arma.
Sono i dettagli del suo impiego, le scelte dei tempi, la costante ricerca di posizionare i pezzi sulla scacchiera (tu e l'avversario) nel modo migliore per rendere l'arma più efficace possibile.

Buona guerra a tutti!
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Ven 14 Nov 2014 - 13:11
VANDERGRAF ha scritto:niente, parlerò una lingua diversa......  non so con chi giocate voi ma io se ho di fronte un avversario che vedo scarso nel fronteggiare una mia discesa a rete, insisto e ci prendo pure confidenza. anche questo è il bello del tennis, provare a calarsi in varie situazioni di gioco per acquisire scioltezza e sicurezza anche su cose che non erano tipicamente nostre, altrimenti continuiamo a recitare lo stesso copione per tutta la vita sportiva. e in quanto al tennis moderno, qualora questo fosse insegnato solo a livello di gioco da fondo e molto poco a tutto campo, beh....preferisco di gran lunga il gioco che esprimevano tennisti come edberg o becker o mc enroe oppure più recentemente federer, ci trovo molta più libertà espressiva e diventa ai miei occhi un'opera d'arte. sicuramente più divertente e meno noioso del gioco da operaio tipo ferrer. poi ognuno gioca come preferisce e come si diverte di più, ma, a questo punto subentra il mio di snobismo, non è molto generoso dal punto di vista sportivo, giocare sempre da fondo e sempre con i soliti colpi di cui siamo sicuri, mi sembra più un atteggiamento opportunistico e anche un pò meschino, sempre sportivamente parlando ovviamente, senza che nessuno si senta offeso. buon tennis !


Sinceramente hai detto una castroneria che più grossa non potevi dirla, poi in un post dove si parla di tennis agonistico, come fai ad uscirtene con una perla del genere?! naturalmente mi riferisco al fatto che sia meschino giocare solo con i colpi di cui ci si sente sicuri.
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Ven 14 Nov 2014 - 13:13
L'impressione che ho avuto sin dall'inizio della discussione è che Veterano parla di qualcosa che conosce e pure molto bene (il tennis agonistico), mentre tu stia parlando di qualcosa che non pratichi, poi se sbaglio pazienza, ma è il mio pensiero.
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Ven 14 Nov 2014 - 14:03
Beh, l'importante non è determinare chi abbia ragione e chi torto. L'importante è confrontarsi. Civilmente. Magari anche divertirsi.
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Ven 14 Nov 2014 - 15:11
Carissimi, per fare un pò di chiarezza basterebbe rispondere alla domanda "madre di tutte le domande" in questro caso:

quanti di noi sanno qual'è il proprio gioco prima di essere capaci di imporlo all'avversario??

No perchè qui si discute di tutto ma al nostro livello non molti hanno coscienza del proprio gioco.

Al di là delel giornate no, quello che dice Veterano è molto vero in senso "filosofico" ma anche pratico, per quanto mi riguarda.

Le partite che ho perso, le ho perse o con avversari nettamente più forti, oppure con quelli del mio livello che mi hanno messo in una posizione passiva a subire il loro gioco.

Quando nasce il problema?

Quando uno sa fare tante cose ed ha tante opzioni, troppe, e vai in crisi di indentità.

Mi spiego, il mio stile di gioco è: vario a tutto campo.

Non gioco un tennis schematico, è molto isitintivo, non  ho una tattica preordinata perchè?

Perchè il mio gioco prevede di entrare in campo e tirare un servizio forte, uno slice, uno kick, un dritto carico, uno in chop, una palla corta, un cane morto, scendo a rete se accorci, ti gioco il back in mezzo ai piedi che alla fine della partita di fa male la schiena etc...etc....

Prediligo i tre quattro scambi al massimo ma se c'è da remare per 30 colpi lo faccio (vero Sonny??).

Quando riesco a fare tutto questo l'altro diventa pazzo, anche se del mio stesso livello, e qualche volta mando fuori giri anche qualcuno più bravo.

Quando non ci riesco allora alla fine perdo, perchè se l'alternativa è quelal che dice VANDERGRAF, cioè sfruttare il punto debole dell'avversario, non ho la costanza nè tecnica nè mentale per mettermi li è fargli giocare trenta rovesci sopra la spalla di fila.
Cioè lo faccio per uno o due punti perchè me lo impongo e ci penso, ma già al terzo punto mi rompo le palle e gli faccio una smorzata in risposta al suo servizio.
Perchè il mio gioco è quello, sai quante partite ho perso proprio per questo motivo?
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Ven 14 Nov 2014 - 15:49
Eh eh eh mi piace la discusione eh eh eh.
La diferenza tra il tennis agonistico e il tennis amatoriale e' un abisso,non che non consideri meno tennista un amtore rispetto ad un agonista ma per quello che mi riguarda sono due modi diversi di vedere ed interpretare il tennis.Allora non e' questione poi di vedere chi ha ragione o no ma di capire bene le cose.Visto che stiamo parlando di agonismo e di costruzione di un giocatore,(vedi il mio monito,cerca di capire il giocatore che sei)caro vander sei fuori pista,ma non perche' dici delle cavolate semplicemente tu hai una visione del gioco personale basata sulle tue esperienze,che ovviamente ti portano a fare determinati ragionamenti,cioe' io in quella situazione farei cosi,opure tenterei di fare qualche cosa d'altro.
Ora riprendiamo il discorso dal punto di vista agonistico sul come si costruisce un giocatore.Innanzi tutto si fa un percorso che dura anni dove si conosce e si cresce con il giocatore in questione.Lui si deve conoscere e tu devi capire cosa sia meglio per lui o meno peggio e aiutarlo a rendere al massimo con quello che offre il convento.
In questo percorso non e' che ci mettiamo solo a tirare pallatte da fondo perche' oramai il tennis che si gioca e quello,ma si fa di tutto per capire cosa e meglio migliorare o meno per fare rendere al massimo il nostro pargolo in questione.Infatti mi viene da ridere quando si pensa che Nadal non sappia fare una vole' decente,andate a vederlo giocare in doppio se ci fossereo dei dubbi a proposito, o altri pro che magari giocano da fondo non vadano quasi mai a rete,a scanso di equivoci tutti i pro sanno andare a rete e sanno fare una vole' per chiudere il punto,un altra cosa e che poi visto le dinamiche di gioco e le caratteristiche del giocatore poi a rete ci vada o meno.Per dire il perche' un determinato giocatore non vada mai a rete o ci vada piu' spesso,bisogna conscerlo bene o almeno averlo visto giocare diverse volte per farsi un idea.Non per tutti vale lo stesso motivo,Nadal non ci va non perche' non lo sappia fare ,ma perche' il gioco anche se le tue velleita' sono da grande volleatore si costruisce da fondo,percio'se da fondo non ho una base che mi fa costruire il gioco per poi andare a chiudere il punto a rete, in torneo sapendo che rischio molto di piu' ci andro' con il contagocce.Poi la posizione in campo di Raffa e tale che gli viene veramente complicato riuscire a fare degli schemi per quel livello di gioco,che siano efficaci sooto rete,non parlo solo del perche' gioca ter metri fuori dalla pista,ma proprio come si posiziona con il corpo quando vuole fare pressione.Ricordo Stefi Graff in allenamento giocare dei top di rovescio incredibil,ma poi in partita giocare solo slice di rovescio.Bueno sono andato di nuovo un po fuori tema,ma di base per andare a rete devi prima essere solido da fondo ,per riuscirti a costruire il punto e chiudere il punto con la piu facile delle benedizioni.Detto questo anche a livello piu basso la base e questa,una volta che in fase di crescita si vede che il giocatore da fondo a delle possibilta' per andare piu spesso a rete perche' non aiutarlo in quel verso,ma ormai se si pensa di riuscire ad arrivare ad un certo livello non dico pro ma anche in seconda, e anche in terza non si puo pensare di basare il proprio gioco su un sistematico andare a rete,neanche Edberg o Becker ripuliti e ringiovaniti giocando attualmente come facevano ai loro tempi sarebero dei top ten,con un altro tipo di gioco rivisto e correto per un tennis attuale forse si,meno Edberg perche con quel tipo di dritto il gioco a rete era per lui funzionale,adesso con il suo dritto di un tempo mi spiace ma non lo vedo forse neanche nei primi 100.Non si puo ragionare in termini assoluti,ma si puo fare un ragionamento diverso in termini di eta' ed in base agli obbiettivi che si hanno.Ma se vennise da me il carissimo Sonny,che ormai sono 30 anni e forse piu che gioca e mi dicesse vet fammi migliorare,ma cosa potrei dirgli,niente le direi semplicemente che ormai non deve sprecare soldi inutili con me perche' quello che sa fare va bene cosi'.Ora sembra strano quello che dico perche' da maestro dico sempre che si puo sempre migliorare,ma siccome Sonny sono 30 anni che gioca e si conosce molto bene,almeno di non aver preso un colpo di sole non verrebbe mai da me perche' il suo gioco e funzionale per le sue esigenze,e siccome visti gli impegni della vita le ore che si possono dedicare al tennis sono quelle che sono,lui preferisce giocare e divertirsi in Torneo,anche perche' sa bene che per migliorare un colpo si andrebbero a toccare delle dinamiche che anche se magari hanno delle lacune tecniche per la sua esigenza funzionano.Percio' evita di spendere soldi inutilmente,si magari qualcosa si poterbbe fare,ma ne vale la pena.
Ora cito Sonny perche' ha la sua eta' e ormai si e' costruito un tipo di gioco che difficilmente mettendoci le mani posiamo migliorare,pero' per lui funziona,forse se ben ricordo lavorando un po sul servizio potremmo renderlo ancora piu' incisivo,ma ripeto non mi permetterei mai di andare a cercare di snaturare un giocatore gia costruito e che funziona.Se invece venisse un ragazzino che ha appena incominciato a giocare opure e da pochi anni che gioca,ma anche un adulto allora si che si puo provare e si deve fare qualcosa,perche' magari non sa nemmeno che tipo di giocatore e',e su tutto l'aspetto tennistico in generale ce ancora molto da migliorare e da costruire.
Ho fatto degli esempi tanto per dire che il tutto e legato alla motivazione e agli obbiettivi che si hanno,che siano quelli di vincere il torneo dell oratorio o magari vincere il primo turno di un futures.Chiaramente piu' l'obbiettivo e' alto e piu ore e tempo e sodini (per il buon vet) si dovranno impiegare.IL giocatore poco esperto che viene qua e chiede leggittimamente ma come faccio ad uscire da quella diagonale di rovescio quando mi pressano,mi trova in difficolta' perche' conoscendo il materiale che ho davanti posso permettermi di dirle cosa potebbe fare,non vedendo e per deformazione professionale mi risulta veramente difficile dare un consiglio,e preferisco che le sia dato da qualcun altro,non perche' non voglia farlo ma perche' per me mi sembra riduttivo dare un consiglio situazionale ad un giocatore che non conosco e no so effetivamente cosa faccia sul campo perche' so di base che il problema cosi non gli lo risolvo,che poi quella palla che ti pressa e davvero cosi pesante ??? oppure ti muovi maluccio e non sai coprire ancora bene il campo,e arrivando sempre male sulla palla appena ti fano un po di pressione vai in crisi,ma poi lo step lo fai??? prepari a tempo,ecco tutte queste sono variabili che magari il giocatore che chiede info no riesce a considerare su se stesso,magari se lo vedessi io direi ma quale palla pesante,sei fermo con i piedi,non fai lo step non vai incontro alla palla,non sai tirare un lungolinea decente,bueno no avendo la visione chiara delle cose preferisco ritornare a parlare di fondamentali per non fare ancora piu danni.Poi come ripeto e' un mio problema e ben venga che intervengano altri utenti ben preparati a dare le loro soluzioni,a me in questo caso viene veramente difficile.
Ora Vander rispetto la tua visione delle cose ma credo che il tennis di cui parli tu sia molto lontano dal tennis attuale il tennis del provare a fare quello al posto di questo ormai a livello agonisitico e con una mentalita' di crescita non ha piu spazio,almeno che non ci sia effettivamente un piano b,o,c,provato con degli esercizi appropriati e situazionali da usare in caso estremo.Purtroppo il tennis che vede il buon Clerici che comunque non e' l'ultimo arrivato come dicevo in un altro post e' finito.Il dire ma in quella categoria li fare questo o quello vanno bene,e si puo permettere di rischiare di piu' per me non va bene,perche'no ce un tennis a secondo di che categoria giochi ma un tennis che si gioca in un certo modo,e dare un consiglio limitante a secondo della categoria che giochi specialmente sapendo che in quelle categorie li ce una grande possibilita' di miglioramento onestamente non mi va.
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Ven 14 Nov 2014 - 15:52
spalama ha scritto:Carissimi, per fare un pò di chiarezza basterebbe rispondere alla domanda "madre di tutte le domande" in questro caso:

quanti di noi sanno qual'è il proprio gioco prima di essere capaci di imporlo all'avversario??

No perchè qui si discute di tutto ma al nostro livello non molti hanno coscienza del proprio gioco.

Al di là delel giornate no, quello che dice Veterano è molto vero in senso "filosofico" ma anche pratico, per quanto mi riguarda.

Le partite che ho perso, le ho perse o con avversari nettamente più forti, oppure con quelli del mio livello che mi hanno messo in una posizione passiva a subire il loro gioco.

Quando nasce il problema?

Quando uno sa fare tante cose ed ha tante opzioni, troppe, e vai in crisi di indentità.

Mi spiego, il mio stile di gioco è: vario a tutto campo.

Non gioco un tennis schematico, è molto isitintivo, non  ho una tattica preordinata perchè?

Perchè il mio gioco prevede di entrare in campo e tirare un servizio forte, uno slice, uno kick, un dritto carico, uno in chop, una palla corta, un cane morto, scendo a rete se accorci, ti gioco il back in mezzo ai piedi che alla fine della partita di fa male la schiena etc...etc....

Prediligo i tre quattro scambi al massimo ma se c'è da remare per 30 colpi lo faccio (vero Sonny??).

Quando riesco a fare tutto questo l'altro diventa pazzo, anche se del mio stesso livello, e qualche volta mando fuori giri anche qualcuno più bravo.

Quando non ci riesco allora alla fine perdo, perchè se l'alternativa è quelal che dice VANDERGRAF, cioè sfruttare il punto debole dell'avversario, non ho la costanza nè tecnica nè mentale per mettermi li è fargli giocare trenta rovesci sopra la spalla di fila.
Cioè lo faccio per uno o due punti perchè me lo impongo e ci penso, ma già al terzo punto mi rompo le palle e gli faccio una smorzata in risposta al suo servizio.
Perchè il mio gioco è quello, sai quante partite ho perso proprio per questo motivo?
Bravo Spalama centrato l'obbiettivo.
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Ven 14 Nov 2014 - 16:15
Veterano ha scritto:... perche'no ce un tennis a secondo di che categoria giochi ma un tennis che si gioca in un certo modo,e dare un consiglio limitante a secondo della categoria che giochi specialmente sapendo che in quelle categorie li ce una grande possibilita' di miglioramento onestamente non mi va.

Buona sera.
Ho seguito attentamente la discussione da stamattina, volevo intervenire prima ma ho preferito osservare e leggere, si impara sempre da chi ne sa più di te e vet la sa lunga ... premesso questo, io ho capito il senso di vander, poichè ha una un modo di vedere la tattica in modo flessibile, ed anche questo, e kk lo ha detto prima, è dare ragione a vet perchè forse vander, e lo dico da quello che ho letto, non si rende conto che proprio il suo gioco, il suo stile, il suo modo di interpretare il tennis è esattamente quello di adattarsi all'avversario e questo ne fa un camaleonte di gioco e se vogliamo farlo è per lui imporre il suo gioco ... spero di essermi spiegato ... se io sono bravo a leggere l'avversario ed adattarmi a lui e vincere o almeno divertirmi, sia a livello agonistico che amatoriale, vuol dire che quello è il MIO tipo di gioco e che lo sto imponendo, per cui non è, se osserviamo così le sue parole, un modo sbagliato o differente da vet, anzi ... solo che non forse non si è osservata la cosa da questo punto ...

Quanto al quote di sopra ... la frase in grassetto, è molto importante trovo, proprio perchè il tennis è uno sport fatto di fondamentali e di due quadrati e regole uguali per tutti i giocatori di qualunque categoria e su qualunque superficie, quello che cambia è appunto il modo ...

Buona sera e grazie dell'attenzione.
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Ven 14 Nov 2014 - 16:20
qualcuno ha letto "winning ugly" di Brad Gilbert?

lui dice che è fondamentale studiare l'avversario perché esiste una tattica (o canovaccio di gioco, come volete) più efficace o meno per ciascuno..ovviamente ce ne sono decine e alcune le ho trovate abbastanza inapplicabili, ma ho trovato una perla in quel libro che mi sta aiutando molto: chi sta facendo cosa a chi?
quando le cose non girano chiedersi: chi sta facendo cosa a chi?
perché secondo lui se sto mettendo in campo il mio gioco e sto perdendo, probabilmente sto favorendo il mio avversario: è quello il momento di cambiare qualcosa.
ovviamente questo ha senso tra due pari livello o quasi, perché posso essere il quarta più solido del mondo ma un seconda mi smonta in un amen..

dico questo perché sono d'accordo su molto di quello che ha detto Veterano ma penso che l'eccezione ci sta e alcune partite le puoi raddrizzare inventando qualcosa, certo non è la regola
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Ven 14 Nov 2014 - 16:24
Quoto spalama perché mi ci rivedo al 100%....ed è un po quello che volevo dire io ma detto meglio cheers

Infatti è per fare un po di ordine che sto cercando di usare schemi di "combattimento" che mi impediscano di autoincasinarmi e finire per fare un gioco troppo caotico e semplificare al max e quoto anche moto perché le soluzioni tattiche semplici sono sempre le migliori però ci vuole tanta testa e tanta concentrazione per ripetere e anche tanta solidità. Il gicatore solido che impone il suo gioco lo vedi subito perché fa sempre la cosa giusta al momento giusto e sembra un caso ma non lo è affatto. E' futto di un grosso lavoro su se stessi e sul proprio gioco....infatti una delle chiavi fondamentali della solidità è, IMHO, la ripetitività del gesto e dello schema. Questo di solito si ottiene con l'allenamento che crea gli automatismi necessari perché ad una determinata azione corrisponda una reazione predeterminata che porta il gioco su un terreno favorevole anziché sfavolervole o casuale. Questo è un discorso che si applica, ovviamente, soprattutto ai giovani, valutando caso per caso in base alle caratteristiche generali dell'atleta oltreché dell'individuo ed è li che entra in funzione il bravo coach che deve lavorare insieme con il suo "ragazzo" per costruire il giocatore
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Ven 14 Nov 2014 - 16:27
Buona sera @Lenders999 ... si lo abbiamo letto in molti credo, e quello che dici rispecchia infatti quanto ho scritto sopra ed anche i "piano B/C/D..." cui accennava vet in precedenza ... solo che io sostengo che questo tipo di giocatore, o di tattica se vogliamo, è un giocatore sovrapponibile al picchiatore, al s&v ecc., in quanto anche un pro, sebbene sia un pro e lo spiegava vet, ha di certo altri piani di gioco, ma li applicherà sempre utilizzando il SUO gioco e solo in certi casi, mentre come dicevo, per me può tranquillamente esistere il giocatore camaleontico, ma perchè è stato costruito così o perchè gli riesce bene o perchè è quello il suo gioco ...
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Ven 14 Nov 2014 - 16:30
Sonny Liston ha scritto:
VANDERGRAF ha scritto:
poi se invece preferiamo giocare tutti come se fossimo i pupazzetti del biliardino calcio balilla, che si muovono solo lateralmente e mai in avanti, è un altro paio di maniche. e ti assicuro che ce ne sono tanti di tennisti così, li ho visti e ci ho giocato, hanno paura di spostarsi in avanti, di fare brutta figura sotto rete, di lisciare la palla o di steccarla, di mandare uno smash chissadove eccetera. ma se non si comincia mai non si può mai progredire, è un discorso che riguarda anche e soprattutto l'allenamento. nessuno nasce già solo regolarista o solo giocatore di rete, ci si evolve, mettendosi in gioco con entusiasmo e da lì si vede cosa viene fuori. non ce l'ho con chi ha già sperimentato ed è arrivato alle sue certezze, ce l'ho con chi non hai mai provato e continua a non provare mai, nemmeno quando si gioca senza punteggio  

Vander: ma non hai mai pensato che, a molti, NON PIACCIA PER NIENTE giocare a rete?

E non per questioni di "far brutta figura"... ma proprio perchè si divertono come dei pazzi a fare "i pupazzetti del calcio balilla"!

La progressione, nel tennis, si può esplicare in molti modi: migliorando il gioco vario e di attacco, oppure migliorando la tenuta dello scambio e la fase difensiva, oppure aumentando la tecnica dello spin, oppure migliorando il footwork... oppure tutto insieme.

Insomma: ogni tennista migliora quello che ritiene più confacente alle proprie caratteristiche.

Tu dici:   "ce l'ho con chi non hai mai provato e continua a non provare mai, nemmeno quando si gioca senza punteggio"... ma è una scelta personale... Rispettala!

Se ti stanno antipatici, quale maggiore soddisfazione che asfaltarli impietosamente sul campo?

e tu non hai mai pensato che io non mi sia inventato quella cosa con l'immaginazione ma abbia chiesto il motivo ai giocatori in questione, visto che oltre che partners di gioco, erano e sono anche miei amici ?  se mi hanno risposto quello che ho scritto perchè dovrei pensare che i motivi sono altri ? le libere scelte consapevoli e ponderate le ho sempre rispettate, ma sarò libero di esprimere un'opinione, anche schietta e cinica, verso l'approccio al gioco di queste persone, oppure no ? l'antipatia non c'entra nulla perchè mi può stare molto più antipatico uno che gioca come piace a me oppure anche in modo più completo del mio.
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Ven 14 Nov 2014 - 16:41
Lenders999 ha scritto:qualcuno ha letto "winning ugly" di Brad Gilbert?

lui dice che è fondamentale studiare l'avversario perché esiste una tattica (o canovaccio di gioco, come volete) più efficace o meno per ciascuno..ovviamente ce ne sono decine e alcune le ho trovate abbastanza inapplicabili, ma ho trovato una perla in quel libro che mi sta aiutando molto: chi sta facendo cosa a chi?
quando le cose non girano chiedersi: chi sta facendo cosa a chi?
perché secondo lui se sto mettendo in campo il mio gioco e sto perdendo, probabilmente sto favorendo il mio avversario: è quello il momento di cambiare qualcosa.
ovviamente questo ha senso tra due pari livello o quasi, perché posso essere il quarta più solido del mondo ma un seconda mi smonta in un amen..

dico questo perché sono d'accordo su molto di quello che ha detto Veterano ma penso che l'eccezione ci sta e alcune partite le puoi raddrizzare inventando qualcosa, certo non è la regola
Occhio perche' Gilbert e' una sola......nel senso che lui a tennis ci sapeva giocare eccome e anche se nel suo libro ci fa credere determinate cose non e' arrivato li perche era' piu' furbo degli altri.Il punto e' che se si cambia bisogna saperlo fare bene tanto quanto giochi usando la tua tattica.Occhio che poi quello che racconta Gilbert sa molto di guerra psicologica,ma da parte di giocatori di altissimo livello.Se non ce trippa per i gatti hai voglia a metterti li a fare guerra mentale.Lui semplicemente aveva un repertorio molto vasto,anche se magari non era devastante come molti dei suoi avversari,e aveva una grande chiave di lettura della partita.Il libro che lessi molto tempo fa mi trova daccordo su certi punti tipo il sapere bene cosa vale il punto che stiamo giocando perche' non tutti i punti hanno la stessa importanza.Ora non ricordo specificatamente di cosa parlasse e' passato molto tempo,ma mi sembra che comunque si riferisse molto ad aggiustamenti di gioco,nel senso che vedo che dandoti ritmo mi fai il mazzo,bene no ti do piu ritmo e cose del genere,ma non credo che neanche lui stravolgesse piu di tanto il suo modo di giocare.
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Ven 14 Nov 2014 - 16:42
Pintia ha scritto:
Veterano ha scritto:... perche'no ce un tennis a secondo di che categoria giochi ma un tennis che si gioca in un certo modo,e dare un consiglio limitante a secondo della categoria che giochi specialmente sapendo che in quelle categorie li ce una grande possibilita' di miglioramento onestamente non mi va.

Buona sera.
Ho seguito attentamente la discussione da stamattina, volevo intervenire prima ma ho preferito osservare e leggere, si impara sempre da chi ne sa più di te e vet la sa lunga ... premesso questo, io ho capito il senso di vander, poichè ha una un modo di vedere la tattica in modo flessibile, ed anche questo, e kk lo ha detto prima, è dare ragione a vet perchè forse vander, e lo dico da quello che ho letto, non si rende conto che proprio il suo gioco, il suo stile, il suo modo di interpretare il tennis è esattamente quello di adattarsi all'avversario e questo ne fa un camaleonte di gioco e se vogliamo farlo è per lui imporre il suo gioco ... spero di essermi spiegato ... se io sono bravo a leggere l'avversario ed adattarmi a lui e vincere o almeno divertirmi, sia a livello agonistico che amatoriale, vuol dire che quello è il MIO tipo di gioco e che lo sto imponendo, per cui non è, se osserviamo così le sue parole, un modo sbagliato o differente da vet, anzi ... solo che non forse non si è osservata la cosa da questo punto ...

Quanto al quote di sopra ... la frase in grassetto, è molto importante trovo, proprio perchè il tennis è uno sport fatto di fondamentali e di due quadrati e regole uguali per tutti i giocatori di qualunque categoria e su qualunque superficie, quello che cambia è appunto il modo ...

Buona sera e grazie dell'attenzione.
esatto pintia, un conto è avere capacità fisiche e tecniche che ti consentono di imporre sempre il tuo stesso tipo di gioco, ossia  stesse rotazioni, stessi angoli, stessi schemi; e un altro conto è avere capacità fisiche e tecniche rapportate al livello di giocatori meno esperti, per cui oltre al gioco che ti riesce meglio devi per forza di cose aggiungere anche altro per emergere e/o pensare al tempo stesso a limitare i danni con opportuni recuperi e tattiche di difesa. quindi alla fine sempre del tuo gioco si tratta, solo che uno è quello ridotto al meglio che sai fare, mentre l'altro comprende anche altre cose che sono al di sotto del resto ma che possono tornare ugualmente utili, rapportandole di volta in volta all'avversario. il discorso su sonny è di tutt'altra natura perchè io mi sto riferendo a giocatori meno esperti a livello agonistico, quindi si presume che siano ancora in fase di evoluzione. difatti ho parlato anche di allenamento, non di improvvisazione
gioamir
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tennis - Tennis e agonismo. - Pagina 2 Empty Re: Tennis e agonismo.

Ven 14 Nov 2014 - 16:42
Veterano ha scritto:Non ricordo piu se ne avessimo gia parlato da qualche altra parte ma mi sembra un argomento interessante anche per chiarire il mio punto di vista su determinati aspetti del gioco.
Bueno visto lo spunto degli argomenti di questi ultimi giorni mi son venute in mente un paio di considerazioni,parlo di tennis agonistico,che poi sia di quarta di terza o di ottava poco mi importa,ma tiro fuori la parola agonismo perche' chi fa dell'agonismo vuole vincere la partita
,e per vincere le parite bisogna avere in testa ben chiari certi concetti.Per il resto che nesuno si offenda,per carita',ma parliamo di un tennis che lascia il tempo che trova e dove certi discorsi no hanno un senso di esistere.
Ok paritmao da questo punto,visto che ho accennato l'importanza di cercare di capire che giocatore siete e di cercare di sviluppare un proprio di gioco volevo chiarire un paio di cosette.
Tranne casi estremi tipo mi massacra con il dritto,percio' sono costretto a cercare il rovescio,l'idea di capire il gioco dell'avversario e' un idea sbagliata di base.
In una partita per vincere bisogna riuscire ad imporre il proprio gioco,ma per fare questo bisogna essere dei giocatori solidi.Piu' che riuscire a capire cosa sta facendo il mio avversario mi devo concentrare sui miei colpi e sul mio gioco per trovare le mie soluzioni piu efficaci indipendentemente dall avversario che trovo.
Se no cadiamo nella trappola del giocatore della domenica che va a rete a capofitto perche non riesce a tenere un scambio decente per piu di tre o quattro colpi di fila e si fa passare come un tordo o sbaglia la piu facile delle vole'.Si si magari qualche punto lo riesce anche a portare a casa,ma scommetto ch alla fine della partita il risultato sarebbe nettamente a suo sfavore,perche' quello che sta facendo non e' una tattica ma un modo di finire piu velocemente la partita,con magari un risultato peggiore di quello che otterrebbe tentando di fare il proprio gioco.
Ora per fare un esempio se hai un bel dritto piu di preoccuparti di cosa fa il tuo avversario dovresti preoccuparti  di mettere la partita sulla diagonale di dritto e da li incominciare a vincere i punti.
Ora anche se a volte si dice che dall'altra parte ce un avversario che ci permette di fare o meno determinate cose,si sbaglia alla grande perche' l'avversario visto in modo agonistico deve riuscire a fare quello che io gli permetto di fare,niente di piu niente di meno.
Per questo quello che cerco di dire e che principalmente bisogna concentrarsi sul proprio di gioco e riuscire a sfruttare le proprie potenzialita' piu che preoccuparsi tanto di cosa fa l'avversario,anche perche' non ci va uno scienziato a capire che se il tizio in question non mi fa vedere una palla con il dritto forse e meglio non farglielo giocare.
Percio' sottolineo che e' importante capire bene quello che siamo in garado di fare in campo e concentrasi su quello,cioe cosa mi fa vincere punti e cosa mi fa prendere sberle.
Una volta che si ha raggiunto questa consapevolezza e si e' ingrado di produrre il proprio gioco cosa fara' l'avversario sara' di secondaria importanza,se non come nei casi evidenti 
che  ho citato prima

giustissimo, solidita'
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