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Lun 7 Mar 2011 - 23:01
Rispondo con un nuovo topic ad alba visto che l'argomento è differente dall'originale
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]

alba77 ha scritto:
Non riesco a seguirti, puoi spiegare meglio il concetto cortesemente?
A quei livelli credo che l'attenzione non manchi mai o quasi, anche se delle volte vediamo calare Federer di concentrazione, lo stesso succede anche a Nole, ma uno sembra fresco dopo 4 set e l'altro boccheggia dopo alcuni game...
Non parlo di freschezza nei colpi ma di apparenza quando guardi la persona mentre non si gioca.

L'attenzione deve sempre esserci, ma dev'esserne gestito il livello, questo è molto importante.

Parto dall'esempio da una mia partita di qualche giorno fa contro un amico con cui spesso incrociamo la racchetta e sempre con sfide epiche all'ultimo sangue.
Terzo set 3-3, lui serve e vinco il suo servizio, servo io 4-3 e penso, se mi porto 5-3 ora non mi prende più e alzo al massimo il mio livello di attenzione, decido di servire per fare ace concentrandomi al massimo e tirando fortissimo agli angoli pensando proprio "ora ti faccio vedere io cos'è servire", la cosa mi riesce 30-0, ma al terzo servizio succede l'ovvio, mi esce la prima e sulla seconda mi tiene a lungo sullo scambio finchè mollo per stanchezza, vincerà quel game ritornando così in parità di breack e sullo slancio vincerà 7-5 il terzo set e così la partita.
Mi sono semplicemente comportato come un pollo alle prime armi ed è per quello, per quei due servizi al massimo dei massimi che ho perso un incontro che avrei portato a casa quasi sicuramente.

Vediamo partendo da questo esempio di capirne il motivo.
Ogni giocatore ha un serbatoio di benzina da consumare, quello è e quello resta, non ci sono alternative ed il combustibile deve servire per arrivare a destinazione, la fine della partita.
Ora, chiamiamo l'accelleratore della nostra auto "livello di attenzione", più accelleriamo e più consumiamo benzina e meno ne avremo a disposizione per arrivare alla fine, ovvero a parità di chilometri percorsi se accelleriamo consumiamo molto di più col risultato che poi dovremmo per arrivare alla fine andare molto piano, altrimenti non arriviamo a destinazione.
Tempo addietro questo lo chiamiavo livello di concentrazione, un amico mi fece notare che chiamare concentrazione è un'aspetto molto, troppo mentale ed in effetti ha ragione. I parametri sono due, uno fisico e uno mentale intimamente legati e la dizione livello di attenzione è molto più esplicativo.
All'aumentare dell'impegno mentale corrisponde un'aumento dell'impegno fisico per cui se sono più attento corrisponde anche una maggiore attività fisica per consentire di raggiungere l'obbiettivo "giocare meglio quel punto".

Premesso questo, altra cosa che sappiamo è che i punti a tennis visto il particolar modo di contarli non sono assolutamente tutti uguali, 0-15 non ha l'importanza di 30-40, 0-1 al primo set non ha l'importanza di 4-5 al terzo. Se questi sono casi limite abbastanza evidenti ci sono tutti i casi intermedi meno evidenti, ma che fanno comunque la differenza di importanza fra punto e punto.

Altro fattore importante, non è possibile mantenere il proprio livello di concentrazione e di conseguenza quello di attenzione (impegno psicofisico) al massimo se non per un periodo limitato, che non è MAI l'intero arco di una partita.
Se riferito al fattore fisico questo ci è chiaro, sappiano tutti che non possiamo correre come matti per 90 minuti, non tutti hanno chiaro che lo stessa identica cosa avviene per la concentrazione, dopo un po' viene a mancare (questa ad esempio è spesso la ragione vera della comparsa del famoso braccino).

Mettiamo assieme i pezzi allora e arriviamo a una conclusione,
IL LIVELLO DI ATTENZIONE è "quanta ce ne mettiamo", quanta ce ne mettiamo dobbiamo sceglierlo ad ogni punto, ad ogni game, sapendo che non possiamo mettercene sempre il massimo, che abbiamo dei limiti fisiologici invalicabili, che dobbiamo comunque arrivare alla fine, e che il tipo di gioco stesso che adottiamo richiede impegno psicofisico differente. Saper gestire al meglio queste variabili è fondamentale per vincere.

Andiamo oltre
e cominciamo a parlare di tipologia di gioco in relazione a quanto detto.
Djokovic è un giocatore di pressione, deve spingere in palleggio qualsiasi cosa per sfiancarti e tenere un ritmo alto, per farlo deve tenere sempre un livello di attenzione elevato e deve mantenerlo a lungo perchè il palleggio pesante è dove vuol portare la partita. Questo tipo di giocatore è sempre ai suoi limiti fisiologici e si allena per poter mantenere alti i suoi limiti.
Federer è un giocatore da uno-due, improvvisi cambi di velocità, improvvise variazioni di ritmo ed effetto, colpi talentuosi, il palleggio è ridotto al minimo. Questo tipo di giocatore ha variazioni di livello di attenzione altissime anche all'interno dello steso punto, è continuamente ad accelleratore che và e viene. Tutto bene, finchè tiene il numero degli scambi a punto basso, tutto male quando è costretto da avversari che giocano di pressione o ritmo come Djoko o Nadal perchè la benzina in questo modo finisce in fretta.
Nei suoi incontri Federer infatti è calcolato corra il 60% in media di un normale giocatore i una normale partita.

Questo Federer lo sà ed infatti è un maestro nell'arte di concentrarsi e deconcentrarsi, nel scegliere i punti importanti dove alzare o abbassare la sua concentrazione, perchè al bisogno la vuole tutta. Parliamo ovviamente del Federer dei tempi d'oro, oggi s'è un po' arrugginito.
Ma se voi andate a guardarvi qualche incontro del Federer ingiocabile di qualche anno fa, ai cambi di campo vedrete che nemmeno sembra sia in campo, è da un'altra parte, totalmente estraniato, questo perchè stà riposando la concentrazione, e questo sistema gli consente di allungare i suoi tempi di mantenimento "del livello di attenzione".
Un Nadal ad esempio, adotta un sistema leggermente differente da Federer proprio perchè le tipologie di gioco dei due sono differenti, Federer cambia i livelli molto a seconda del punto, Nadal che è giocatore di ritmo spesso e volentieri invece abbassa il livello per un'intero game dopo averne vinto uno molto importante giocandolo tutto a livello di attenzione molto alto, a volte lo si vede proprio consegnare il game che non gli interessa per poter riposare la concentrazione, ed averla poi tutta a pieno regime nel game successivo che gli interessa.

Al momento mi fermo qui altrimenti ti faccio solo confusione, sperando di essere stato chiaro, magari aggiungerò e puntualizzerò qualcosa in seguito.
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Mar 8 Mar 2011 - 9:23
il concetto è affascinante.
mi/ti chiedo quanto sia applicabile davvero ad un quarta categoria (o nc di discreto livello).
il discorso della benzina per la prestazione fisica è chiaro.
sulla concentrazione/attenzione lo capisco in linea teorica e posso immaginarlo sui livelli stratosferici a cui giocano i pro, mi riesce più difficile immaginare come un onesto 4.4, poniamo, possa davvero applicare questo concetto a suo favore.
non credi che ai nostri (miei) bassi livelli il livello di attenzione sia ancora una variabile molto ballerina di per sè e che quindi il quarta o nc non abbia altra scelta che "cercare" di tenere sempre alta l'attenzione sulla tecnica e sui colpi per evitare errori banali che già con l'attenzione (ritenuta) molto alta accadono?
che dici?
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Mar 8 Mar 2011 - 11:01
Dico che è proprio questo che fa la differenza anche in quarta.
Veder giocare un buon quarta di talento contro un buon quarta magari meno talentuoso e perderci, è proprio frutto di questa tipologia di pensiero.
Saper fare un bel rovescio lungolinea in allenamento e poi vedere che in torneo manda in rete i dritti più facili contro un pallettaro il cui unico scopo è prenderla e metterla di là di cosa è frutto ?
Del fatto che il tennis è uno sport ingiusto ?
No il tennis è uno sport complesso che al di là del bel colpo che sai fare ha talmente tanti aspetti reconditi che spesso e volentieri sembrano strani scherzi del destino. Quello che sento dire è colpa della testa. No, colpa tua che non hai saputo gestire i tuoi livelli di attenzione, hai sprecato benzina al momento sbagliato e chi invece a queste cose ci pensa ti ha semplicemente con merito battuto.
Nel tennis ogni cosa ha una sua logica e le logiche da affrontare sono tante.
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Mar 8 Mar 2011 - 11:23
sì, capisco, l'importanza dell'attenzione nel tennis è grande. perchè è sport molto tecnico. perchè in campo ci sei solo tu. perchè le variabili fisiche, psicologiche e tecniche sono infinite.
si è parlato molto di rapporto con la psiche e il tennis qui [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] in un 3d che ho aperto per capire quanto effettivamente sia importante la testa a livello basso.
nonostante molti pareri contrari ho sostenuto (opinione personale) che a livello di quarta la testa conti poco rispetto ai cesti. insomma, fa molto di più qualche ora in più di allenamento per rendere solido e poco falloso il proprio tennis di quanto possa fare la strategia o la concentrazione. il nostro collega di forum veterano (che a cultura e conoscenze tennistiche mi pare abbia molto in comune con te) interveniva più avanti confermando la mia opinione.

ai miei livelli mi sembra che la teoria sul livello di attenzione sia troppo raffinata, certamente valida ai livelli alti , ma non ai bassi, dove a volte si fa fatica a tenere dieci scambi di fila. e questo deficit a ma pare deficit tecnico, di mancanza di regolarità dovuta ad allenamenti insufficienti.
mi sembra uno gradino troppo superiore per un quarta o nc quello della dose di attenzione in un match (ripeto, mia opinione o meglio sensazione), quando la cosa di cui preoccuparsi è giocare con la tecnica corretta, tenere la diagonale, non sbagliare e pressare quando possibile (cose già di per sè non facili!).
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Mar 8 Mar 2011 - 11:24
molto interessante araba, hai dei consigli che aiutino a gestire il livello di attenzione?
io sono un quarta scarso, a cui piace giocare d'attacco, i miei picchi di attenzione sono spesso randomici... cioè dipendono dallo scambio stesso, se faccio un bel punto per un po' gioco meglio, cioè mi esalto con lo spettacolo, mi deprimo nel palleggio, smetto di divertirmi e mi disinteresso del punto!
sto un po' estremizzando i miei difetti: sono migliorato molto dopo aver letto lo zen e l'arte di giocare a tennis, mi ha aiutato a giocare per divertirmi più a lungo durante una partita, ma sono convinto di avere ancora un margine di miglioramento di attenzione (anche tecnico, ma a quello ci pensa il maestro)... study
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Mar 8 Mar 2011 - 12:30
Grazie Araba di questo argomento così bene trattato - mi sta sconvolgendo alcune idee ma va bene così.

Premetto che tutto è cominciato da questo mio post nel 3d che ha citato Araba:
alba77 ha scritto:Scusate se vado un po' OT.
Prendo giusto due nomi, ma di confronti così ce ne sono molti altri...

Ho notato che per esempio un Djokovic dopo uno scambio prolungato sembra stanchissimo e respira con il "fiato corto" ma è subito pronto a riprendere e senza perdere il suo livello di rendimento (cosa che succede a me - inoltre divento rossa e sudo di più - AGGIUNGO QUI ORA - IO NON SPINGO CHISSà QUANTO, MA ANCHE SE BOCCHEGGIO HO LE FORZE PER CONTINUARE)

Mentre Federer apparentemente non è mai stanco. Recentemente ho letto un articolo sui suoi allenamenti e a fine "giornata" avrebbe affermato che sarebbe stato stanco anche se apparentemente freschissimo.

Dipenderà dalla respirazione Question

Io però qui scrivevo dell'apparente affaticamento fisico. C'è la tipologia di giocatore che spinge e sembra stanco e quella che non lo sembra. Già un Nadal, a parte che suda tanto, se lo guardi in viso non sembra stanco come Nole o anche Berdich. Murray ,ad esempio, che per la tipologia di gioco, percorre i km non sembra mai stanco più di tanto. La Pennetta è un'altra che se la guardi sembra travolta dalla stanchezza eppure è solo un'apparenza.

Tornando a rispondere ad Araba.
L'importanza e il peso dei punti - sì l'ho sempre sapauto che c'è.
Io per esempio forse a livello inconscio quando si comincia un game o sul 40-0 a mio favore tendo a essere meno concentrata e poi però si va ai vantaggi e mi tocca combattere per ottenere il game. La cosa è molto più dispendiosa che giocare "bene" concentrato sul 40-0 e chiudere lì che rilassarsi e farsi raggiungere. Fatto sta che i punti più importanti in partita classica, nella maggior parte dei casi (e ovviamente con avversari non troppo superiori al mio livello) tendono a dare ragione a me.

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Mar 8 Mar 2011 - 13:31
alain proust ha scritto:
nonostante molti pareri contrari ho sostenuto (opinione personale) che a livello di quarta la testa conti poco rispetto ai cesti. insomma, fa molto di più qualche ora in più di allenamento per rendere solido e poco falloso il proprio tennis di quanto possa fare la strategia o la concentrazione.

ma assolutamente si, cesto cesto e cesto, rendere solido il nostro gioco è il primo step in assoluto senza dubbio alcuno

secondo step, saper usare il cervello, ma attenzione a quello che ti dico, questo è un lavoro tecnico-tattico, l'uso del cervello si impara giocando, non "la testa mi sparisce per cui perdo", ma "uso il cervello perchè io non perda la testa". E questo non è psiche, è tecnica, è esperienza, è tattica.

E questo vale a qualsiasi livello agonistico, questo E' AGONISMO.
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Mar 8 Mar 2011 - 13:42
nanobabbo8672 ha scritto:molto interessante araba, hai dei consigli che aiutino a gestire il livello di attenzione?
io sono un quarta scarso, a cui piace giocare d'attacco, i miei picchi di attenzione sono spesso randomici... cioè dipendono dallo scambio stesso, se faccio un bel punto per un po' gioco meglio, cioè mi esalto con lo spettacolo, mi deprimo nel palleggio, smetto di divertirmi e mi disinteresso del punto!
sto un po' estremizzando i miei difetti: sono migliorato molto dopo aver letto lo zen e l'arte di giocare a tennis, mi ha aiutato a giocare per divertirmi più a lungo durante una partita, ma sono convinto di avere ancora un margine di miglioramento di attenzione (anche tecnico, ma a quello ci pensa il maestro)... study
Se ti dicessi che questo è proprio lavoro da maestro ? Ci credi ?
Ebbene si lo è, un ragazzino che vuole diventare porfessionista a 11-13 è completo tecnicamente parlando, poi fino all'entrata all'agonismo importante si lavora solo su questo, tattica, e la tattica è legata a doppia mandata coi livelli di attenzione, anzi i livelli di attenzione sono tattica.
Ovvio che un adulto che fa dell'agonismo a livello praticamente amatoriale come te deve un po' cavarsela da solo, maestri che ti stanno dietro in queste cose ne troverai pochi, consiglio mio è rendersi ben conto di quello che stò dicendo e studiarsi il tennis sotto questo punto di vista, solo il fatto di prenderne atto è importante e ti apre un mondo nuovo di fronte, comprendere il tennis per quello che è davvero.
Il saper usare il giochetto concentrazione-decocentrazione è in parte una dote, in parte esperienza, in parte uno studio, bisogna provarci e allenarcisi tanto quanto si allena un dritto od un rovescio.
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Mar 8 Mar 2011 - 13:54
alba77 ha scritto:Io però qui scrivevo dell'apparente affaticamento fisico. C'è la tipologia di giocatore che spinge e sembra stanco e quella che non lo sembra. Già un Nadal, a parte che suda tanto, se lo guardi in viso non sembra stanco come Nole o anche Berdich. Murray ,ad esempio, che per la tipologia di gioco, percorre i km non sembra mai stanco più di tanto. La Pennetta è un'altra che se la guardi sembra travolta dalla stanchezza eppure è solo un'apparenza.

Nadal è giocatore di ritmo anche se col tempo stà diventando un contrattaccante, come Murray è un contrattaccante, Pennetta, Djoko, Berdich sono giocatori di pressione.
Giocatori di pressione corrono sempre mantenendo sempre abbastanza alto, ma mai senza picchi i provi livelli, alla fine sono stanchi fisicamente si, ma meno psico-fisicamante anche perchè sono ben allenati e consapevoli del fatto che devono giocare in questo modo per vincere.
Psicofisicamante lo sono molto di più Murray e Nadal che aspettano l'avversario e poi lo infilano sul sicuro. Un Nadal è un mostro di gestione dei livelli di attenzione, Murray invece è uno che salta con facilità.
Un Djoko ed una Pennetta saltano quasi mai, un Berdich salta tecnicamente perchè spara di brutto tutto quello che gli arriva e per uno della sua mole è molto difficile gestire un footwork a questo scopo per 90 minuti di seguito.
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Mar 8 Mar 2011 - 14:43
ciao a tutti,
mi intrufulo in questa interessantissimo discussione. uso per descrivermi quanto detto da nano... più o meno come livello siamo lì e forse anche come pregi e difetti... (scusa nano se non dovevo).
araba il tuo punto è molto interessante, ma torno al primo post. come avresti dovuto/voluto gestire quel 3/3 al terzo set a posteriori ?
e quando parli di tattica, cosa intendi di preciso ?

credo anche io che quello che hai descritto sia applicabilissimo ai IV scarsi (come me... Razz )
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Mar 8 Mar 2011 - 15:37
Non se il paragone sia appropriato. Riflettendo su quanto detto da araba c'è un caso a mio avviso esemplare di gestione dei livelli di attenzione e riguarda la "finale" Inter-Barcellona del 2010. Una partita secondo me gestita in modo difensivo (da tifoso Inter trovoil Barcellona stellare) dove tutti i giocatori sembravano quasi in "trance" per la "concentrazione". Di solito leggo scrivere che Mourino da molto peso alla preparazione psicologica delle squadre mentre alla luce di quello che scrivi, araba, mi verrebbe da dire che lavora sui livelli di attenzione, giusto?
Potrebbe essere questo il motivo dei recenti successi di Soderling, cioè Pistolesi ne ha migliorato la gestione in campo dei LDA?
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Mar 8 Mar 2011 - 15:42
foreveredberg ha scritto:ciao a tutti,
mi intrufulo in questa interessantissimo discussione. uso per descrivermi quanto detto da nano... più o meno come livello siamo lì e forse anche come pregi e difetti... (scusa nano se non dovevo).
ci mancherebbe altro...
in questo periodo il mio problema principale è gestire psicologicamente il desiderio irrefrenabile di attaccare ogni palla, prima e seconda di servizio, risposta sulla seconda, controtempo sui lob, dopo una smorzata...
non so se anche a voi capita, ma quando mi fanno un pallonetto lento, io devo quasi violentarmi per non giocare la palla da sotto le gambe ogni volta...
questo forse è un problema di tattica (sbagliata), ma io passo molti scambi a dirmi: dai giovanni, stai tranquillo e aspetta la palla giusta per attaccare!!! così spreco anche molta energia mentale ("attenzione")... cosa che invece mi aiuta molto in doppio perchè non devo trattenermi, anzi!!!
palleggiare da fondo, oltre a togliermi energie fisica, mi uccide psicologicamente... l'attesa mi logora, anche se so che faccio più punti quando presso molto col diritto, nonostante i rischi...

ora a voi la palla... che bella discussione!
venerdì ne parlerò anche col maestro... Shocked
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Mar 8 Mar 2011 - 18:51
araba ha scritto:
Terzo set 3-3, lui serve e vinco il suo servizio, servo io 4-3 e penso, se mi porto 5-3 ora non mi prende più e alzo al massimo il mio livello di attenzione, decido di servire per fare ace concentrandomi al massimo e tirando fortissimo agli angoli pensando proprio "ora ti faccio vedere io cos'è servire", la cosa mi riesce 30-0, ma al terzo servizio succede l'ovvio, mi esce la prima e sulla seconda mi tiene a lungo sullo scambio finchè mollo per stanchezza, vincerà quel game ritornando così in parità di breack e sullo slancio vincerà 7-5 il terzo set e così la partita.
Mi sono semplicemente comportato come un pollo alle prime armi ed è per quello, per quei due servizi al massimo dei massimi che ho perso un incontro che avrei portato a casa quasi sicuramente.


Grazie araba Smile
L'altro giorno, in una partita di torneo, dopo aver perso male il primo contro un avversario ben più esperto di me, decido di concentrarmi al massimo all'inizio del secondo, cercando di essere sciolto e ributtarla di là incrociando senza fare errori, il ritmo della partita non era alto e me lo avrebbe permesso. Vado avanti 3-0, a quel punto mi dico "Dai se faccio questo game non mi prende più e me la gioco al terzo" Ovviamente ho perso i 3 game successivi, tutti molto lottati, ho esaurito il carburante e buonanotte...
Dite che sul 3-0 sarebbe stato meglio abbassare il livello di attenzione e risparmiarsi in vista del momento cruciale del set?
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Mar 8 Mar 2011 - 19:39
Non sono d'accordo, mi e' capitato a volte di provare per scommessa di giocare conla sinistra e con un quarta scarso nonostante con la sinistra giochi tecnicamente peggio di loro ci vinco lo stesso.
alain proust ha scritto:sì, capisco, l'importanza dell'attenzione nel tennis è grande. perchè è sport molto tecnico. perchè in campo ci sei solo tu. perchè le variabili fisiche, psicologiche e tecniche sono infinite.
si è parlato molto di rapporto con la psiche e il tennis qui [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] in un 3d che ho aperto per capire quanto effettivamente sia importante la testa a livello basso.
nonostante molti pareri contrari ho sostenuto (opinione personale) che a livello di quarta la testa conti poco rispetto ai cesti. insomma, fa molto di più qualche ora in più di allenamento per rendere solido e poco falloso il proprio tennis di quanto possa fare la strategia o la concentrazione. il nostro collega di forum veterano (che a cultura e conoscenze tennistiche mi pare abbia molto in comune con te) interveniva più avanti confermando la mia opinione.

ai miei livelli mi sembra che la teoria sul livello di attenzione sia troppo raffinata, certamente valida ai livelli alti , ma non ai bassi, dove a volte si fa fatica a tenere dieci scambi di fila. e questo deficit a ma pare deficit tecnico, di mancanza di regolarità dovuta ad allenamenti insufficienti.
mi sembra uno gradino troppo superiore per un quarta o nc quello della dose di attenzione in un match (ripeto, mia opinione o meglio sensazione), quando la cosa di cui preoccuparsi è giocare con la tecnica corretta, tenere la diagonale, non sbagliare e pressare quando possibile (cose già di per sè non facili!).
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Mar 8 Mar 2011 - 23:06
foreveredberg ha scritto:come avresti dovuto/voluto gestire quel 3/3 al terzo set a posteriori ?
e quando parli di tattica, cosa intendi di preciso ?

4-3 per me e servizio al terzo set, questo è il punto cruciale non il 3-3

A questo punto non si pensa "ora te la faccio vedere io", o devo fare a tutti i costi 5-3, o peggio ancora si và in fuori giri sparando due servizi bomba faticosissimi, sparare servizi di quel tipo è di una fatica psico-fisica mostruosa e soprattutto l'avversario fatica zero, e quest' assurdo l'ho fatto al terzo set quando questo tipo di equilibri sono delicatissimi, a partita solo da chiudere perchè sono in vantaggio di un breack.

A quel punto semplicemente si tiene, si gioca il propio livello normale di gioco perchè tutto è a tuo vantaggio, basta fare semplicemente giocando il tuo tennis più solido e sicuro i tuoi due turni di battuta. Fine
Ma che sono andato a cercarmi ? un rischiosissimo fuori giri dopo quasi due ore di partita contro fra l'altro un giocatore che corre come un furetto ? E' lui che deve rischiare perchè sotto e io devo solo giocare a tenere. Lui deve stabilire i livelli di attenzione, alzarli ed eventualmente uscire di giri, e io approfittarne, io devo semplicemente fare il mio gioco, sono in vantaggio perchè stò servendo e devo solo adeguarmi al livello di attenzione rischiesto da quanto il mio avversario riesce a fare.
Questo a quel punto è il motivo tattico della partita. E strategicamente ho tutto a vantaggio, basta rimanere in trincea e lasciare sfogare l'avversario.
Invece io pollo forzo e forzo, mi stanco, lui nulla e aspetta il mio primo momento di tentennamento per allungare lo scambio per sfiancarmi. Non mi è entarta la prima sul 30-0, quello è stato il momento suo e mi ha infilato.

Ragionamento amatoriale : ecco ho perso fisicamente e poi mi è scappata la testa, lui pallettaro ha vinto malgrado io sia superiore
Ragionamento da agonista : sono un pollo al quadrato perchè non sono stato in grado di leggere la partita strategicamente e ho forzato quando non era assolutamente necessario farlo. Questa forzatura anche se mi ha portato 30-0 mi ha provocato un calo per surriscaldamento psico-fisico che non sono più riuscito a recuperare anche perchè poi l'inerzia della partita è passata dalle mie alle sue mani.
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Mar 8 Mar 2011 - 23:24
In parole povere braccino ?
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Mar 8 Mar 2011 - 23:44
wbtit ha scritto:Non se il paragone sia appropriato. Riflettendo su quanto detto da araba c'è un caso a mio avviso esemplare di gestione dei livelli di attenzione e riguarda la "finale" Inter-Barcellona del 2010. Una partita secondo me gestita in modo difensivo (da tifoso Inter trovoil Barcellona stellare) dove tutti i giocatori sembravano quasi in "trance" per la "concentrazione". Di solito leggo scrivere che Mourino da molto peso alla preparazione psicologica delle squadre mentre alla luce di quello che scrivi, araba, mi verrebbe da dire che lavora sui livelli di attenzione, giusto?
Potrebbe essere questo il motivo dei recenti successi di Soderling, cioè Pistolesi ne ha migliorato la gestione in campo dei LDA?
Non ho visto Soderling quest'anno per cui non saprei.
Sicuramente Soderling ha avuto spesso in passato dei momenti di vuoto improvviso di gioco all'interno di una partita, ma non ho mai ben compreso da cosa dipendessero, nè sò se con Pistolesi ci abbia lavorato sopra.
Il Pistol è un bravo allenatore anche se ogni tanto ha la testa dura, son sicuro faranno un buon lavoro assieme come ha sempre fatto un buon lavoro ovunque sia andato.

Riguardo all'Inter e Mourinho, credo l'esempio sia anche se pertinente visto che stiamo parlando di concentrazione-motivazione-livello di attenzione, non molto paragonabile al tennis.
Nel calcio si gioca in 11 e a tennis in 1, ovvero a calcio puoi mollare e poi riprendere abbastanza agevolmente perchè ne hai altri 10 che stanno giocando con te, nel tennis se molli perdi il punto.
Nel calcio è un'intera partita che và affrontata in un certo modo, nel tennis è un continuo adeguare una tattica, una strategia a dei livelli di attenzione che ne sono influenzati, a onde di và e vieni, a concentrazione e deconcetrazione, a sforzi e riposi psicofisici in cui non si può sbagliare.
E senza possibilità di aiuto degli altri 10, è un tantino differente la cosa.
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Mar 8 Mar 2011 - 23:58
vince75 ha scritto:
L'altro giorno, in una partita di torneo, dopo aver perso male il primo contro un avversario ben più esperto di me, decido di concentrarmi al massimo all'inizio del secondo, cercando di essere sciolto e ributtarla di là incrociando senza fare errori, il ritmo della partita non era alto e me lo avrebbe permesso. Vado avanti 3-0, a quel punto mi dico "Dai se faccio questo game non mi prende più e me la gioco al terzo" Ovviamente ho perso i 3 game successivi, tutti molto lottati, ho esaurito il carburante e buonanotte...
Dite che sul 3-0 sarebbe stato meglio abbassare il livello di attenzione e risparmiarsi in vista del momento cruciale del set?
Un vantaggio và sempre gestito, ma il vantaggio 3-0 se con un breack solo è in assoluto il peggior vantaggio che puoi avere in un set.
E' un tipo di vantaggio fra l'altro che può creare nell'avversario uno stimolo a far di più visto il numero di game che mancano alla fine, si rischia che lo mandi in palla addirittura meglio.
Nel fatto specifico di questa tua partita bisognerebbe valutare molti fattori, ci sono molte variabili possibili in un 3-0 dopo aver perso il primo, per cui difficile dire tu abbia sbagliato.
Certo consumare tutto il carburante non è mai un bene, ma forse era un rischio che in quel caso dovevi prendere. Forse, ma anche no, magari dovevi semplicemente mantenere il tipo di gioco che ti ha dato quel 3-0, così superficialmente sembra la cosa più logica.
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Mer 9 Mar 2011 - 0:05
nanobabbo8672 ha scritto:in questo periodo il mio problema principale è gestire psicologicamente il desiderio irrefrenabile di attaccare ogni palla, prima e seconda di servizio, risposta sulla seconda, controtempo sui lob, dopo una smorzata...
non so se anche a voi capita, ma quando mi fanno un pallonetto lento, io devo quasi violentarmi per non giocare la palla da sotto le gambe ogni volta...
questo forse è un problema di tattica (sbagliata), ma io passo molti scambi a dirmi: dai giovanni, stai tranquillo e aspetta la palla giusta per attaccare!!! così spreco anche molta energia mentale ("attenzione")... cosa che invece mi aiuta molto in doppio perchè non devo trattenermi, anzi!!!
palleggiare da fondo, oltre a togliermi energie fisica, mi uccide psicologicamente... l'attesa mi logora, anche se so che faccio più punti quando presso molto col diritto, nonostante i rischi...

Più che altro sembra la sindrome da
"quanto avrei voglia di ammazzare quel qualcuno, ma non posso, per cui me la prendo con la pallina da tennis".
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Mer 9 Mar 2011 - 10:02
araba ha scritto:
nanobabbo8672 ha scritto:in questo periodo il mio problema principale è gestire psicologicamente il desiderio irrefrenabile di attaccare ogni palla, prima e seconda di servizio, risposta sulla seconda, controtempo sui lob, dopo una smorzata...
non so se anche a voi capita, ma quando mi fanno un pallonetto lento, io devo quasi violentarmi per non giocare la palla da sotto le gambe ogni volta...
questo forse è un problema di tattica (sbagliata), ma io passo molti scambi a dirmi: dai giovanni, stai tranquillo e aspetta la palla giusta per attaccare!!! così spreco anche molta energia mentale ("attenzione")... cosa che invece mi aiuta molto in doppio perchè non devo trattenermi, anzi!!!
palleggiare da fondo, oltre a togliermi energie fisica, mi uccide psicologicamente... l'attesa mi logora, anche se so che faccio più punti quando presso molto col diritto, nonostante i rischi...

Più che altro sembra la sindrome da
"quanto avrei voglia di ammazzare quel qualcuno, ma non posso, per cui me la prendo con la pallina da tennis".
Rolling Eyes
io l'ho sempre interpretato come un esagerato apprezzamento dei bei punti ed uno stupido odio verso i punti fatti palleggiando: da piccoli ero scarso e perdevo sempre, per cui nel tempo mi sono costruito un gioco per cui potessi perdere divertendomi, altrimenti avrei smesso di giocare, e l'ho trovato nel serve and volley...
ne ho parlato ieri sera con mia moglie, ex atleta di alto livello ed allenatrice:
secondo lei nell'ultimo anno ho acquistato fiducia nei miei mezzi (che prima non avevo), ora però continuo a stupirmi troppo di quando faccio punto e questo mi toglie molte energie mentali da una parte e mi demoralizzo troppo quando sbaglio. secondo lei dovrei aumentare il mio "serbatoio di attenzione" perchè è proprio troppo piccolo... Sad
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Mer 9 Mar 2011 - 10:21
Forse ti può aiutare una cosa: prova a non dare nessuna importanza al singolo punto. In un match ci sono molti punti, ed ognuno di essi conta pochissimo. Ho notato un atteggiamento di roddick (ma anche di altri): quando il punto si conclude, sia che lo vinca che lo perda, si gira immediatamente a chiedere l'asciugamano, disinteressandosi apparentemente all'esito del punto e cercando la concentrazione.
Secondo me compie un reset mentale nell'istante stesso in cui il punto si chiude, per arrivare pulito a giocare il punto successivo.

Infatti conta solamente il prossimo punto da giocare, non quello appena giocato.
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Mer 9 Mar 2011 - 12:56
jagui ha scritto:Forse ti può aiutare una cosa: prova a non dare nessuna importanza al singolo punto. In un match ci sono molti punti, ed ognuno di essi conta pochissimo. Ho notato un atteggiamento di roddick (ma anche di altri): quando il punto si conclude, sia che lo vinca che lo perda, si gira immediatamente a chiedere l'asciugamano, disinteressandosi apparentemente all'esito del punto e cercando la concentrazione.
Secondo me compie un reset mentale nell'istante stesso in cui il punto si chiude, per arrivare pulito a giocare il punto successivo.

Infatti conta solamente il prossimo punto da giocare, non quello appena giocato.
ci avevo pensato anche io, ma io mi esalto nei bei punti, mi aiutano a tirare fuori la cattiveria agonistica che non ho mai avuto da piccolo!
proverò... mi sto demoralizzando, ho paura che non risolverò mai questo problema
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Mer 9 Mar 2011 - 15:45
araba ha scritto: Certo consumare tutto il carburante non è mai un bene, ma forse era un rischio che in quel caso dovevi prendere. Forse, ma anche no, magari dovevi semplicemente mantenere il tipo di gioco che ti ha dato quel 3-0, così superficialmente sembra la cosa più logica.

In effetti ci ho provato, ma evidentemente ero al limite del mio attuale rendimento partita, per la prima volta in un incontro di torneo ho percepito la reale difficoltà di un avversario nei confronti del mio gioco Shocked , lui poi è stato bravo a non disunirsi e a far valere l'esperienza (maledetto punto secco Evil or Very Mad )
Comunque so che devo ripartire da lì, da quei game a zero errori, avanti col prossimo torneo Smile
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Mer 9 Mar 2011 - 15:53
alain proust ha scritto: ai miei livelli mi sembra che la teoria sul livello di attenzione sia troppo raffinata, certamente valida ai livelli alti , ma non ai bassi, dove a volte si fa fatica a tenere dieci scambi di fila. e questo deficit a ma pare deficit tecnico, di mancanza di regolarità dovuta ad allenamenti insufficienti.
mi sembra uno gradino troppo superiore per un quarta o nc quello della dose di attenzione in un match (ripeto, mia opinione o meglio sensazione), quando la cosa di cui preoccuparsi è giocare con la tecnica corretta, tenere la diagonale, non sbagliare e pressare quando possibile (cose già di per sè non facili!).

Io, invece, penso che il livello d'attenzione conti molto anche a livello di quarta. D'accordo con te sulla necessità di avere dei fondamentali abbastanza sicuri, quindi a partire dal livello ITR 3.5, ma a quel punto, incontrando dei pari livello in torneo, la gestione di attenzione e carburante è fondamentale.
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Mer 9 Mar 2011 - 16:19
jagui ha scritto:Forse ti può aiutare una cosa: prova a non dare nessuna importanza al singolo punto. In un match ci sono molti punti, ed ognuno di essi conta pochissimo. Ho notato un atteggiamento di roddick (ma anche di altri): quando il punto si conclude, sia che lo vinca che lo perda, si gira immediatamente a chiedere l'asciugamano, disinteressandosi apparentemente all'esito del punto e cercando la concentrazione.
Secondo me compie un reset mentale nell'istante stesso in cui il punto si chiude, per arrivare pulito a giocare il punto successivo.

Infatti conta solamente il prossimo punto da giocare, non quello appena giocato.

A mio parere non è proprio così (mi riferisco a quello che dici all'inizio): i punti contano in modo diverso e bisogna dargli la giusta e adeguata importanza che non vuol dire "nessuna importanza". E' giusto quello che dici dopo: non farsi influenzare dal punto precedente...
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