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Partita VS Torneo - Pagina 3 Empty Partita VS Torneo

Mar 27 Gen 2015 - 12:27
Promemoria primo messaggio :

Prendendo spunto dall'altro topic che esamina la differenza tra allenamento o palleggio e partita a punti, ho voluto introdurre la discussione sullo step sucessivo, ovvero la differenza tra la partita e la partecipazione ad un torneo ufficiale.

Potrebbero a prima vista sembrare la stessa cosa: sono entrambe partite,a volte si disputano con le medesime regole, a volte no, ma comunque conta sempre il 15.
Eppure..... per me, esiste un baratro di differenza.

In torneo rendo indicativamente il 60% del mio potenziale, e si manifesta qualcosa che in partita non provo quasi mai : la paura di perdere, o meglio la preoccupazione di non sbagliare.

Discutiamo qui di come vi sentite psicologicamente in TORNEO: magari ne vengono fuori degli spunti interessanti.

A voi la parola.

PiryLove
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Partita VS Torneo - Pagina 3 Empty Re: Partita VS Torneo

Mer 28 Gen 2015 - 10:21
Il problema psicologico ce l'hanno anche i grandi campioni, la differenza tra i top ten e gli altri sta proprio nella testa.  Non credo che il numero 70 ATP deve imparare a fare il rovescio, giusto?  Ognuno di noi sa dove cercare una motivazione, una spintarella che ci aiuta a dare di piu'.  Sul come giocare in torneo poi qui le risposte possono essere molteplici.  Ho iniziato l'anno scorso a fare tornei alla tenera eta' di 38 anni per cui il mio intento non e' sicuramente quello di scalare la classifica ATP.  Detto questo, preferisco giocare e divertirmi sempre e comunque piuttosto che snaturare il mio gioco pur di vincere.  Certo tornare a casa da vincitori piuttosto che da perdenti giocando meglio e' un altro paio di maniche ma dipende dagli obiettivi che uno si prefissa.  
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Partita VS Torneo - Pagina 3 Empty Re: Partita VS Torneo

Mer 28 Gen 2015 - 10:22
Riprendo un po' questo tema che mi fa tanta simpatia.
Una pagina fa ho scritto due fattori: DNA ed età...e li ribadisco entrambi. Perché io ho 50 anni e qui non mi sembra di vedere teen ager. Stiamo parlando di un altro mondo, il "mondo degli adulti".
Io, come tanti di noi che scriviamo (e altri no), abbiamo iniziato 40 anni fa a guardare quel grande foglio bianco chiamato cartellone... Io, per esempio, ero terrorizzato dalla mancanza di informazioni: "Quando, a che ora, chi c'è, chi non c'è, l'attestato di iscrizione, le palline, l'arbitro, luci, riscaldamento???". Insomma che due balle che ero! Era un grande e importante gioco. E lo vivevo con una liturgia particolare. Era il mio modo di esorcizzare la paura perché io SONO tutt'oggi molto emotivo. Il mio maestro lo aveva capito fin da subito e il tennis mi ha aiutato in questo: quando si fa sul serio e si "entra in campo"...il resto sta fuori.
E come uno zio burbero ma buono ha lavorato su questo: i lacci delle scarpe, le racchette, le incordature, l'acqua, i cerotti ("li hai tutti i cerotti? se mi chiedi quelli a nastro te li mando a comprare in farmacia anche se giochi!"). Insomma, la preparazione, i calzini di ricambio, lo spray delle corde...era tutto il mondo del "prima", per non soffrire "durante".
Era una grande gioco e si doveva sorridere. Si diceva "giocare a tennis", "giocare in torneo", "giocare bene".
Era il mondo dei piccoli che... poi i piccoli crescevano e diventava "non mi son divertito un c...o!".
Vabbé, poi ho smesso di avere il mal di pancia e di non dormire, perché ho proprio smesso di giocare hehehehhehe
Se dobbiamo parlare di esperienza, la metà dei forumisti, probabilmente, ne ha più di me perché frequenta ininterrottamente tornei da decenni. Quello che dico, quindi, vale pochino.
Tecnicamente, però, vale / valeva il concetto del "fai quello che sai fare". La routine, l'allenamento, l'aver tirato migliaia di palle in "quella" maniera ti porta a recitare la tua poesia: la puoi decantare con entusiasmo, balbettando, tutta d'un fiato o con passione...ma le parole son quelle. Se c'è un black out...è solo questione che non l'hai letta e ripetuta abbastanza e finisci per inventarti le parole. Alcune ci stanno proprio bene e il discorso fila...spesso è un disastro.
Il rendimento a percentuali infime ha un significato sia tecnico sia di atteggiamento al "gioco". Se come dice Abra usi una racchetta difficile...il tuo cervello nascosto e bastardo lo sa benissimo e te lo fa notare. Eccome! Ti punisce e ti indebolisce in un mare di insicurezze. Se non reggi quella palla avversaria, il cervello ti punisce: panico, ansia, terrore della brutta figura. Il cervello tennistico ci osserva e fa da giudice, giuria e boia.
Come detto da altri, è sbagliato sentirsi "sotto processo". Stringi i lacci, alzi i calzettoni (o li abbassi per liturgia) e poi il mondo sta fuori al suono del "clank" del cancelletto. PUFFFFF!!! benvenuta Alice nel Paese delle Meraviglie. Ekkediavolo sorridi!
Questa è la mia esperienza e se è utile a qualcuno, beh, che la usi. Di certo non è una formula magica, perché io non son venuto bene come tennista. Però ho "giocato" a tennis. E mi son divertito.
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Mer 28 Gen 2015 - 11:41
PiryLove ha scritto:Il problema psicologico ce l'hanno anche i grandi campioni, la differenza tra i top ten e gli altri sta proprio nella testa.  Non credo che il numero 70 ATP deve imparare a fare il rovescio, giusto?  Ognuno di noi sa dove cercare una motivazione, una spintarella che ci aiuta a dare di piu'.  Sul come giocare in torneo poi qui le risposte possono essere molteplici.  Ho iniziato l'anno scorso a fare tornei alla tenera eta' di 38 anni per cui il mio intento non e' sicuramente quello di scalare la classifica ATP.  Detto questo, preferisco giocare e divertirmi sempre e comunque piuttosto che snaturare il mio gioco pur di vincere.  Certo tornare a casa da vincitori piuttosto che da perdenti giocando meglio e' un altro paio di maniche ma dipende dagli obiettivi che uno si prefissa.  
Buon Tennis a tutti

Ognuno è libero di fare quello che vuole per carità, ma secondo me non ha molto senso iscriversi ad un torneo per "divertirsi".
Per divertirsi si va al polenta open, così si fa un torneo in amicizia e si beve una birretta tra gli ottavi e i quarti di finale, e se perdi vuol dire che potrai mangiare il panino con la porchetta prima degli altri, tanto c'è pure il girone dei loosers.

Ma se si paga 25 euro di iscrizione ad un torneo FIT, con la quasi certezza di giocare i primi turni contro candelottieri, gente che choppa anche di servizio tra poco,gente che ruba, mancini specializzati nel servizio ad uscire, ex c1 , se non b, con la panza da birre ma che ti crepano 2 set in 20 minuti.... mi sa un pò da sadomasochismo.

In torneo si va per vincere, perchè la vittoria porta punti e quei punti ti servono a scalare le classifiche, o se sei particolarmente bravo, miri al montepremi , o perlomeno al prestigio sociale.

Non c'è da vergognarsi di questo, fa parte dell'agonismo.

Ora, se io voglio vincere, mi immagino che sia sensato fare quello che serve per vincere ed evitare invece quello che porta dei rischi inutili.
Se io dovessi camminare su un passo di montagna ghiacciato con un burrone a fianco, non mi metterei le ciabatte infradito e non camminerei sulle mani, anche se sarebbe divertente!!!

Io credo che entrare in campo per giocare un tennis che non serve a vincere sia... incoerente, illogico.

E credo che il problema sia accettare una eventuale sconfitta sapendo di aver giocato il proprio miglior tennis da torneo.
E' più facile accettarla se si sa di non aver dato il massimo: 

"eh ma se avessi avuto el gambe, eh se non avessi mangiato la parmigiana giusto 10 minuti prima, eh se non avessi avuto le corde finite da 3 mesi, eh se non mi fossi dimenticato la seconda racca a casa, eh ma se avessi giocato con la oversize invece che con la ps90, eh ma se avessi avuto il polase sport invece che solo mezzo litro di acqua...
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Mer 28 Gen 2015 - 11:52
Eh ma qui si entra in un grande vortice! 
Non esiste il gioco dell' "e se...". 
Per questo parlo di età anagrafica ed età tennistica: più vai in là con gli anni e più "pensi". E il tuo cervello ti uccide di domande. La Santa Inquisizione del tennista che non sa cosa fare.
Chiudi la porta del pallone, chiudi il cancelletto e fai giocare "l'altro", quello che mangia palline e gode come un opossum appena sente l'odore di un campo...
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Mer 28 Gen 2015 - 12:20
albs77 ha scritto:
Ognuno è libero di fare quello che vuole per carità, ma secondo me non ha molto senso iscriversi ad un torneo per "divertirsi".
Per divertirsi si va al polenta open, così si fa un torneo in amicizia e si beve una birretta tra gli ottavi e i quarti di finale, e se perdi vuol dire che potrai mangiare il panino con la porchetta prima degli altri, tanto c'è pure il girone dei loosers.

Ma se si paga 25 euro di iscrizione ad un torneo FIT, con la quasi certezza di giocare i primi turni contro candelottieri, gente che choppa anche di servizio tra poco,gente che ruba, mancini specializzati nel servizio ad uscire, ex c1 , se non b, con la panza da birre ma che ti crepano 2 set in 20 minuti.... mi sa un pò da sadomasochismo.

In torneo si va per vincere, perchè la vittoria porta punti e quei punti ti servono a scalare le classifiche, o se sei particolarmente bravo, miri al montepremi , o perlomeno al prestigio sociale.

Non c'è da vergognarsi di questo, fa parte dell'agonismo.

Ora, se io voglio vincere, mi immagino che sia sensato fare quello che serve per vincere ed evitare invece quello che porta dei rischi inutili.
Se io dovessi camminare su un passo di montagna ghiacciato con un burrone a fianco, non mi metterei le ciabatte infradito e non camminerei sulle mani, anche se sarebbe divertente!!!

Io credo che entrare in campo per giocare un tennis che non serve a vincere sia... incoerente, illogico.

E credo che il problema sia accettare una eventuale sconfitta sapendo di aver giocato il proprio miglior tennis da torneo.
E' più facile accettarla se si sa di non aver dato il massimo: 

"eh ma se avessi avuto el gambe, eh se non avessi mangiato la parmigiana giusto 10 minuti prima, eh se non avessi avuto le corde finite da 3 mesi, eh se non mi fossi dimenticato la seconda racca a casa, eh ma se avessi giocato con la oversize invece che con la ps90, eh ma se avessi avuto il polase sport invece che solo mezzo litro di acqua...

Io invece la vedo diversamente...

OGNI partita che faccio, la faccio pensando di divertirmi... perchè il Tennis è la valvola di sfogo e di relax, è il mio hobby, e i tornei sono soltanto un modo per "mettersi in gioco" e applicare quello che si è imparato nelle (ecco, queste sì) noiose lezioni al cesto!!! E forse è per quello che nel pre-partita non provo nessunissima ansia, tranne nelle partite del campionato a squadre, quando so che dalla mia prestazione dipende l'andamento della squadra... ma anche lì sono stato chiaro con i miei compagni: voglio pochi drammi e poche rotture di scatole in caso di sconfitta!!! (Per la cronaca: finora ho vinto 2 match decisivi per la vittoria finale...sgrat). Dal momento che smetterò di trovare piacevole tutto quanto, dalla fatica degli allenamenti, alle sconfitte, al pre-partita, smetterò di giocare a tennis!!!! Alla fine non vivo di tennis, e una volta che so di aver dato tutto il possibile in campo ma di aver perso, sono a posto col mondo intero! Se invece so di aver sbagliato qualcosa, beh, non faccio altro che pensarci e non vedo l'ora di tornare in campo col maestro per migliorarla!!! E chissenefrega dei 25 euro spesi per l'iscrizione... alla fine se vai a mangiare una tagliata con un buon vino ne spendi non meno di 30! Neutral

Il tutto, ovviamente IMAO Cool
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Mer 28 Gen 2015 - 13:25
b52_ste ha scritto:
albs77 ha scritto:
Ognuno è libero di fare quello che vuole per carità, ma secondo me non ha molto senso iscriversi ad un torneo per "divertirsi".
Per divertirsi si va al polenta open, così si fa un torneo in amicizia e si beve una birretta tra gli ottavi e i quarti di finale, e se perdi vuol dire che potrai mangiare il panino con la porchetta prima degli altri, tanto c'è pure il girone dei loosers.

Ma se si paga 25 euro di iscrizione ad un torneo FIT, con la quasi certezza di giocare i primi turni contro candelottieri, gente che choppa anche di servizio tra poco,gente che ruba, mancini specializzati nel servizio ad uscire, ex c1 , se non b, con la panza da birre ma che ti crepano 2 set in 20 minuti.... mi sa un pò da sadomasochismo.

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Non c'è da vergognarsi di questo, fa parte dell'agonismo.

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Se io dovessi camminare su un passo di montagna ghiacciato con un burrone a fianco, non mi metterei le ciabatte infradito e non camminerei sulle mani, anche se sarebbe divertente!!!

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E credo che il problema sia accettare una eventuale sconfitta sapendo di aver giocato il proprio miglior tennis da torneo.
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"eh ma se avessi avuto el gambe, eh se non avessi mangiato la parmigiana giusto 10 minuti prima, eh se non avessi avuto le corde finite da 3 mesi, eh se non mi fossi dimenticato la seconda racca a casa, eh ma se avessi giocato con la oversize invece che con la ps90, eh ma se avessi avuto il polase sport invece che solo mezzo litro di acqua...

Io invece la vedo diversamente...

OGNI partita che faccio, la faccio pensando di divertirmi... perchè il Tennis è la valvola di sfogo e di relax, è il mio hobby, e i tornei sono soltanto un modo per "mettersi in gioco" e applicare quello che si è imparato nelle (ecco, queste sì) noiose lezioni al cesto!!! E forse è per quello che nel pre-partita non provo nessunissima ansia, tranne nelle partite del campionato a squadre, quando so che dalla mia prestazione dipende l'andamento della squadra... ma anche lì sono stato chiaro con i miei compagni: voglio pochi drammi e poche rotture di scatole in caso di sconfitta!!! (Per la cronaca: finora ho vinto 2 match decisivi per la vittoria finale...sgrat). Dal momento che smetterò di trovare piacevole tutto quanto, dalla fatica degli allenamenti, alle sconfitte, al pre-partita, smetterò di giocare a tennis!!!! Alla fine non vivo di tennis, e una volta che so di aver dato tutto il possibile in campo ma di aver perso, sono a posto col mondo intero! Se invece so di aver sbagliato qualcosa, beh, non faccio altro che pensarci e non vedo l'ora di tornare in campo col maestro per migliorarla!!! E chissenefrega dei 25 euro spesi per l'iscrizione... alla fine se vai a mangiare una tagliata con un buon vino ne spendi non meno di 30! Neutral

Il tutto, ovviamente IMAO Cool

Ho provato ma non ci riesco: per me il divertimento viene innanzitutto dal giudizio che ho della persona che gioca con me.
Se gioco con una persona simpatica, cordiale, onesta, che gioca di gusto, allora mi divertirò, ma mi divertirei anche se dovessi giocarci a poker.

Ma se invece davanti mi trovo una persona maleducata, boriosa, antipatica, magari pure disonesta, non posso divertirmici insieme, perchè io la racchetta gliela spaccherei sulle gengive, altro che giocare a tennis.

Quindi a me serve una motivazione personale,indipendente dall'avversario.
E l'unica che penso possa andare bene sia quella di cercare di giocare una partita da torneo come dio comanda, con tutti i crismi e le accortezze del caso.

A breve ci sarà un rodeo.
Voglio andare e provare a mettere in pratica quanto dice Spalama, anche se sarà dura.
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Mer 28 Gen 2015 - 14:00
dipende dalle volte.
difficile fare modelli del proprio comportamento emotivo.

ciao
andy

ps. comunque visto che mi guadagno da vivere in altro modo in genere mi diverto che sia partita singola o che sia partita di torneo. l'importante è giocare a tennis.
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Mer 28 Gen 2015 - 14:11
andyvakgj ha scritto:dipende dalle volte.
difficile fare modelli del proprio comportamento emotivo.

ciao
andy

ps. comunque visto che mi guadagno da vivere in altro modo in genere mi diverto che sia partita singola o che sia partita di torneo. l'importante è giocare a tennis.
L'importante è divertirsi sempre ma partita è un conto, ti alleni con persone che conosci e che sai come giocano. Torneo chi ti capita, ti capita, magari lo vedi per la prima volta e devi capire in fretta come gioca e come osteggiarlo prima che finisca la partita... a favore suo!
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Mer 28 Gen 2015 - 14:12
appunto. il divertimento aumenta. tutte le cose nuove divertono più delle vecchie.
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Mer 28 Gen 2015 - 15:03
Iscriversi ad un torneo significa non solo spendere dei soldi ma anche accettare il confronto con qualcuno che non conosci.

Facile giocare sempre con lo stesso avversario, amico, etc..

Più difficile è entrare in campo senza sapere chi è e come gioca l'altro.

Qual'è il trucco?

Fottitene, entra in campo e fai il tuo gioco, che si preoccupi lui di come giochi tu.

Qual'è il problema?

Che nella stragrande maggioranza dei casi non abbiamo consapevolezza del nostro tennis, non sappiamo qual'è il nostro gioco.

Se ti domando che giocatore sei?
Qual'è il tuo tennis?

Sono sicuro che moltissimi di noi non saprebbero identificarsi come giocatore ed identificare il proprio gioco.

Che vuol dire io non snaturo il mio tennis?
Qual'è il tuo tennis?
Innanzitutto è un tennis da torneo o è il tennis champagne solo estetica e colpi strappa applausi e poi te ne vai a casa con un bel 6-0 6-1 sul groppone?

Nei tornei si gioca un altro sport, è un altro tennis, lo stesso Nadal in allenamento tira molto ma molto più forte di quanto tira poi nel match, prova dei vincenti spaziali che poi in partita tira fuori solo nei momenti che gli servono, il back di rovescio in allenamento non lo gioca quasi mai, poi nel match lo usa a bisogno.

Questo perchè nel match le dinamiche sono diverse.

Se hai la presunzione di non snaturare il tuo gioco tra un allenamento ed una partita di torneo non sei nella categoria dei pipponi come tutti noi, ammesso però che così facendo i match li porti a casa.

Se poi hai un problema psicologico di gestione dello stress allora semplicemente non sei pronto per fare tornei, o meglio puoi fare i tornei sapendo che prima di ottenere dei risultati ti prenderai parecchie bastonate.

L'importante è esserne coscienti e non essere presuntuosi.

Se sei bravo a palleggiare ma non vinci una partita sei un bravo sparring partner ma non sei un bravo giocatore, fattene una ragione e lavoraci sopra cercando di imparare a fare la partita, il che significa giocare bene i punti importanti.
Per giocar ebene i punti importanti devi essere un giocatore solido, fisicamente, tecnicamente e mentalmente.

Non lavorate sulla mente se manca tutto il resto, non siete cavalieri Jedi.
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Mer 28 Gen 2015 - 15:40
Spalama, ti chiedo un consiglio, siccome mi sembra che ne sai di tornei.

Io tendo a giocare molto in pressione, mi piace scendere a rete cercando di spostare l'avversario.

Il mio problema è questo: mentre in palleggio si tende a palleggiare dritto per dritto, anche se sulle diagonali, comunque da diagonale a diagonale
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Mer 28 Gen 2015 - 15:44
Come fare per rendere più solido un tennis fatto do spostamenti ?

Soprattutto, io perdo concentrazione nella volée di chiusura, probabilmente per poco allenamento e tecnica nel colpo. Nel senso che è difficile trovare qualcuno che voglia allenarsi a palleggio con l'avversario a rete. I più o tirano troppo piano, o troppo forte, senza creare un buon ritmo da palleggio costante, per poi progredire.

Se già sbiluppassi questo aspetto tecnico, so che perderei meno punti: se la testa non mi segue (e questo è sbagliato), almeno l'attitudine.

Tra l'altro non sono provo di tocco, le stop volley e i colpi di fino li so fare. Ma non ho la costanza della volée...

Superato questo, ti chiedo: va bene la pazienza, ma se uno ha un gioco di pressione (spesso gioco in controbalzo) come fare per migliorarlo ? Nell'ultimo periodo mi metto più lontano dalla riga a scambiare e ci ricavo meno che aggredire in controbalzo, colpendo piano, ma piazzato...

È questo che non capisco, la tattica da torneo mo fa andare fuori giri, eppure sono un ottimo sparring partner, se serve
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Mer 28 Gen 2015 - 16:03
Per i 25 euro... Per giocare un torneo in più avrei venduto anche le posate d'argento di mia madre... In torneo giochi perché ne hai una voglia pazzesca. Se non ti sfrizzola...lascia stare. Davvero! 

Simon, parli di chiusura. Qui, senza vederti, ti dico che la "pudicizia" nel gioco a volo non esiste. Quarta o top Atp...quando la palla e' lì...ci vuole fredda cattiveria. Se vedi Edberg che palleggia con Federer...dopo la terza si vede che ha una voglia...che si morde le mani per non chiudere. Oppure lo fa e basta!
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Mer 28 Gen 2015 - 16:05
Mmmmh, capito: è inutile fare il gattino. Meglio essere un leone psicologicamente, così da ritrasferire l'aggressività in partita. Questo per le volée, ma anche per il resto.
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Mer 28 Gen 2015 - 16:13
Caro Simonb

semplicemente il gioco che descrivi non è un gioco con cui ci si può presentare in quarta categoria, ma nemmeno in terza o in seconda e se ci penso bene a livello atp solo Federer gioca di controbalzo da fondocampo con l'efficacia di chi gioca a rimbalzo.

Quindi partendo da fondocampo, cioè dai fondamentali con cui tenere lo scambio ed aspettare l'occasione giusta per scendere e rete, hai molto da lavorare.

Inutile dirti che per chiudere spesso a rete devo essere un giocatore che domina lo scambio a rimbalzo, che costringe l'avversario ad accorciare e che aggredisce il colpo corto dell'avversario con un ottimo colpo d'attacco veloce e profondo.

La transizione dal fondo alla rete è uno degli aspetti più difficili da curare sia come gioco di gambe che come sequenza di gioco, perchè passi da un colpo a fondo campo, ad un colpo di attacco da metà campo, fino a posizionarti ad un metro dalla rete per la volèè in meno di dieci secondi. (prova a contarli e vedrai).

Per farlo bene troppi cesti devi fare con il maestro.

Inoltre è un gioco rischioso per due motivi.

Tennisticamente se sempre in pressione, quindi con l'ansia addosso di raggiungere il prima possibile la rete in qualche modo, sei portato a rischiare, non hai i colpi per farlo, colpisci piano e piazzato e quindi dai la possibilità a chi sta dall'altra parte di farti giocare una volèè complicata.

Spesso la volèè complicata si traduce o in un errore oppure in un passante in seconda battuta.

Non è nè la stop volley nè il colpo di fino la soluzione, la solzuione è una buona  e robusta prima volèè spinta e sicura. Ergo tanto lavoro da fare dopo aver migliorato il colpo d'approccio.

La volèè di chiusura è una conseguenza di un ottimo colpo d'approccio o di una grande prima volèè.

Ecco se leggi tra le righe, ma non troppo, ti sto dicendo che è un gioco molto rischioso, ottimo colpo d'approccio che mica è facile e grande prima volèè che è parecchio improbabile da vedere al nostro livello.

Mentalmente è un gioco molto dispendioso, fisicamente è un gioco massacrante perchè lavori quasi sempre in fase anaerobica, ti sfianca.

Se vuoi continuare con questo gioco hai tanto lavoro di fronte a te e tanti soldi da spendere con un bravo maestro.

Prova a trovare un compagno di allenamento col quale fare partitelle a tema.

Ad esempio tu puoi solo fare serve and volley oppure chip and charge, oppure al contrario tu puoi fare solo colpi al rimbalzo proprio per migliorare in tuo punto debole, e quindi ti è vietato colpire al volo.

Giocatevi un set in un modo ed il secondo set nell'altro, per esempio.

Lui può giocare come vuole oppure quando tu non puoi colpire a rimbalzo lui non può colpire al volo e viceversa.

Mettete in palio qualcosa, una birra, una pizza etc.. proprio per dare un piglio agonisitco alla faccenda.

Ma col tuo gioco altro che ZEN ti ci vuole, ti ci vuole uno psicologo e pure bravo se non ti alleni ed abbandona il controbalzo, solo McEnroe e quell'altra pippa li....Roger...Roger...ah si Federer....sono stai in grado di gestire questo tipo di gioco, mi pare ambizioso da parte tua ostinarti in questa direzione.
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Simonb
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Partita VS Torneo - Pagina 3 Empty Re: Partita VS Torneo

Mer 28 Gen 2015 - 16:22
Spalama, intanto ti ringrazio.

Ti dico, io non mi sto intestardendo su nulla, anzi, mentre prima naturalmente mi posizionato vicino alla riga e stando basso, ora mi.metto un buon metro dietro e cerco di remare di più. Solo che faccio fatica con questo tipo di gioco aerobico... Perché son strano io.

Continuerò a lavorarci, anche perché mi rendo conto che con determinati attrezzi (quelli moderni,.insomma) viene più semplicE stare a fondo e remare un po'.

Però ho notato che se mi metto più vicino, gioco piano e tolgo ritmo, ottengo di più. È questo che mi fa strano.

Per la discesa a rete: normalmente evito improbabili discese. Cerco di sfruttare le occasioni in cui sposto l'avversario, gli faccio perdere equilibrio. Il problema è che la volée, che più che di approccio, riesco a seguire fino a giungere a chiusur, la gioco da gattino, con sufficienza. Soprattutto quelle più semplici.
Per assurdo gioco meglio quelle complicate, perché comprendo la difficoltà e mi concentro.

Insomma, perdo i punti semplici (anche da fondo) e vinco di più quelli difficili. Il che, come hai ben detto, è controproducente per il torneo...

Ps. Secondo me il mio giocare a rimbalzo è anche dovuto al fatto che non sono un gigante (175cm) e su terra mi riesce più semplice colpire avanzando, piuttosto che arretrando
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kingkongy
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Partita VS Torneo - Pagina 3 Empty Re: Partita VS Torneo

Mer 28 Gen 2015 - 17:44
La transizione dal fondo alla rete è uno degli aspetti più difficili da curare sia come gioco di gambe che come sequenza di gioco, perchè passi da un colpo a fondo campo, ad un colpo di attacco da metà campo, fino a posizionarti ad un metro dalla rete per la volèè in meno di dieci secondi. (prova a contarli e vedrai).

Meno, molto meno di due secondi. Perché due secondi è il tempo che hai dalla linea di fondo alla rete con un tuo colpo di attacco profondo.
Con la solita frase "ai miei tempi": contavamo il ritmo mentalmente in "Bim-Bum-Bam". Bim = tu; Bum = lui; Bam = volée.
E' un esercizio che vale anche per rubare il tempo se l'altro accorcia.
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