Irritati da una decisione dell'italiano Luigi Brambilla, Ivan Lendl e Larry Stefanki terminarono per conto loro il match di primo turno a Delray Beach 1985, prima edizione dell'attuale Miami Open.


Il match, in effetti, non fu nulla di memorabile. Più che la vicenda agonistica, nei primi undici game della partita il pubblico fu attratto dalle difficoltà nella pronuncia del giudice di sedia, l'italiano Luigi Brambilla. Faticava a pronunciare il nome dell'americano, [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]. La storia cambio sul 6-2 3-0 e 40-15 per Lendl. Il cecoslovacco tirò un servizio nei pressi della riga e gli fu assegnato l'ace. Stefanki era convinto che la palla fosse fuori e si avvicinò a Brambilla, chiedendo spiegazioni. Fu totalmente ignorato e Brambilla, considerato arbitro serio e professionale, annunciò il punteggio: 4-0 Lendl. Il gioco non riprese perché Stefanki attendeva una risposta alle sue rimostranze. Scocciato da questo atteggiamento, Brambilla gli diede un penalty point per mancata ripresa del match. A quel punto – sorpresa! - anche Lendl iniziò a protestare. Pensava che Stefanki non avesse fatto nulla di sbagliato e non voleva prendersi quel punto. “Fu ridicolo, Larry è uno dei giocatori più simpatici del circuito – avrebbe detto Lendl – non lancia mai la racchetta, non si lamenta mai, aveva fatto una domanda e meritava una risposta. Ho detto all'arbitro che non avrei accettato quel punto”. Colto in contropiede dalla situazione, Brambilla scese dal seggiolone per andare a consultarsi con il supervisor Thomas Karlsberg (in attività ancora oggi). Mentre lo faceva, accadde qualcosa di inaspettato: tra l'entusiasmo del pubblico, Lendl e Stefanki ripresero a giocare. Al termine del consulto, Brambilla tornò in campo e ordinò di riprendere la partita dall'inizio del quinto game.
I due non gli diedero retta, anche perché avevano già giocato sei punti in piena autogestione ed erano sul 40-40. A quel punto, indispettito, l'arbitro italiano uscì dal campo e con lui l'intero staff dei giudici di linea. “La cosa non ci ha dato fastidio – raccontò Stefanki – abbiamo continuato a giocare senza problemi, facendo le chiamate per conto nostro. A chiamare il punteggio ci pensava qualcuno dagli spalti, o forse addirittura dalla sala stampa”. La faccenda durò poco, poiché il match terminò qualche minuto dopo con il punteggio di 6-2 6-0. Dopo la stretta di mano, tuttavia, Lendl scatenò l'ilarità del pubblico mandando un saluto al seggiolone dell'arbitro, ormai vuoto. Gli ufficiali di gara attivarono un'indagine che si concluse con un nulla di fatto o poco più. L'unico a pagarne le conseguenze fu Brambilla, retrocesso a giudice di linea per il resto del torneo. “Non c'è stato un alto standard di arbitraggio – disse il capo dei supervisor Ken Farrar – Brambilla avrebbe dovuto rispondere alla domanda del giocatore. Si tratta di un buon arbitro, lavora in tutto il mondo ma ha avuto una cattiva giornata in cui ha dato dei giudizi affrettati. All'inizio della partita ha detto ai giocatori che non avrebbe cambiato le chiamate dei giudici di linea, ma in quel momento non avrebbe dovuto dare un penalty point a Stefanki, bensì un warning”. Nessuna sanzione per i giocatori, anche perché i regolamenti prevedono che un match si possa giocare senza arbitro e affidarsi all'onestà dei giocatori. Nell'inferno dei tornei ITF può capitare, mentre è impossibile che accada nel circuito maggiore.

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