Inerzia del set che cambia sul 4-0 o 5-1?

Mi è successo almeno 1 volta al mese in quest'ultimo periodo di perdere un set in cui ero andato avanti agevolmente sul 4-0 o 5-1 per poi rilassarmi facendo un game "sabatico" convinto di avere comunque in mano la situazione per poi trovarmi completamente in balia dell'avversario ed incapace di ritrovare un gioco incisivo finendo per perdere il set. Ho visto la stessa cosa accadere ad altri giocatori quindi penso ci siano delle dinamiche e cause ben precise. E' la così detta "paura di vincere"? Qualcuno ha già affrontato e superato questo problema?

A volte diamo per scontato certe situazioni che, soprattutto al tennis, non si possono prevedere.
A me è capitato spesso di vincere il primo set tipo 6-1 per poi perdere il secondo 6-2 e dover recuperare al terzo, se non perdere del tutto. Ci si culla di averla spuntata, mentre poi..... 
Ultimamente ad esempio sto perdendo molto spesso e con persone che potrei facilmente battere....boooo..... sarà la temperatura o chissà cosa, ma a volte è snervante. Il tennis è bello anche perchè è misterioso...

Sicuramente chi sta perdendo nettamente deve provare a cambiare qualcosa, per esempio io se perdo nettamente il primo set che ho giocato in modo percentuale nel secondo provo a giocare in modo aggressivo e viceversa, a volte funziona e me lo aspetto anche dai miei avversari.
Altre volte cambio qualcosa anche se sono io che sto vincendo nettamente, mi rilasso o mi sento appagato, la sensazione è che scatti qualcosa a livello psicologico che mi impedisce di tornare a dominare il gioco o forse sottovaluto la difficoltà di tornare al mio livello dopo aver giocato male un game perché mi sono rilassato visto il vantaggio...

Io non la metterei solo sul piano psicologico.

I primi game possono essere di studio, oppure il giocatore può aver bisogno di qualche game per entrare in palla, quindi il risultato dei primi giochi può non essere particolarmente indicativo dei valori in campo.

Magari l'avversario dopo qualche game ha capito come giocare contro di te, mentre tu potresti esserti rilassato affidandoti ai suoi errori iniziali.
Cerca sempre di analizzare cosa sta succedendo tecnicamente e tatticamente, la psicologia spesso è abusata come alibi (es. tipico "oggi la palla non mi entra proprio...")

P.S: Il game sabbatico non è una buona idea sul 4-0, meno che mai sul 5-1 quando devi chiudere il set e rischi di dare coraggio ad un avversario quasi affossato. Il punteggio del tennis è strutturato in modo che chi sta dietro ha sempre la possibilità di recuperare, perché in ogni game per vincere devi fare 2 punti più dell'avversario, non è la pallavolo che se stai 20-5 basta che fai qualche facile punto in ricezione per chiudere il set, o il calcio che se sei 2-0 basta che aspetti che il tempo passi e hai vinto la partita.

Si probabilmente la psicologia non centra nulla solo che nel tennis la mente conta più della tecnica, lo dicono tutti i più esperti e alla fine ci mettiamo dentro anche la psicologia come chicca in più, anche perché è di moda. 
Grazie a questa discussione credo di aver capito la dinamica che mi "abbatte" quando mollo 
un game in una situazione di punteggio apparentemente tranquilla:
mettiamo che sono avanti 4-0 ed ho appena servito bene, dico ok il mio gioco è superiore, questo game mi rilasso che anche se lo perdo poi quando servo io vado 5-1... perdo il game 
e tocca a me servire, dico ok ora torno a giocare bene ma dopo aver giocato un game peggio del mio avversario che già sta giocando male il salto di qualità che devo fare è notevole e non ci riesco subito anzi faccio più errori gratuiti così perdo anche la fiducia regalandola al mio avversario... ecco che l'inerzia è cambiata completamente!

Ci risono, anche questa settimana ho avuto il solito problema di non riuscire a chiudere dei set che stavo vincendo nettamente, anche con avversari decisamente sfavoriti già in partenza. 
In un caso mi sono reso conto subito che stavo perdendo sicurezza e determinazione così mi sono concentrato più possibile e alla fine ho vinto, negli altri casi ho perso. A questo punto credo sia mancanza di coraggio e personalità 

Va bene che l'avversario ad un passo dalla sconfitta, non avendo più nulla da perdere, giocherà in scioltezza e proverà il tutto per tutto ma io gioco proprio male quei punti che mi separano dalla vittoria teoricamente probabile...?

Connors, notoriamente, é stato un grandissimo agonista, quando sentiva profumo di vittoria si mangiava letteralmente l'avversario ... intervistato, una volta disse: "se giochi la finale del torneo parrocchiale, probabilmente, non proverai alcuna pressione, ma se stai giocando la finale a wimbledon ... le cose cambiano. Quindi, se stai provando pressione, vedila cosí, ti stai giocando una bella chance, sei giá stato bravo, ti sei guadagnato una bella chance. Bene, giocatela al meglio, il difficile l'hai giá fatto.". Se lo diceva lui, ci possiamo provare ...

Grazie dei consigli Dagoberto!
In effetti i tornei che gioco io sono molto più simili a quelli parrocchiali che a Wimbledon quindi non dovrei sentire pressioni nel momento di chiudere la partita. Terrò presente questa considerazione nelle prossime partite, vediamo se il problema si risolve...

Altri strani alti e bassi ma questa volta è andata così:
sto giocando un torneo sociale al club, avversario molto esperto, spinna bene ma colpi moderati, ce la posso fare. Nel primo set sono piuttosto falloso mentre lui sbaglia pochissimo, ovviamente con questi presupposti perdo nettamente (2-6). Già alla fine del primo set cerco di cambiare gioco limitando gli errori ma non ci riesco e il secondo si avvia allo stesso modo e sul 1-3 quasi mi rassegno a dover solo cercare di capire cosa non va e imparare da questa sconfitta, alcuni errori sono così banali che mi sono detto: fai pietà, tutto li.
Ad un certo punto, dalla porta comunicante con il campo adiacente, si affacciano due signori che conosco e si mettono a guardare la nostra partita... e voi direte: e con questo? Non lo so ma fatto sta che da quel momento il mio gioco è cambiato completamente, correvo e spingevo il doppio e sbagliavo pochissimo. Alla fine ho vinto il secondo set ed anche la partita...
Premesso che con i vostri consigli sono riuscito a superare alcune fasi critiche, in questo caso come la vedete? Mica posso portarmi dietro quei due signori ogni volta che gioco e perché dovrei giocare male se non ci sono ed essere in palla appena si affacciano?
Io che ci sono dentro non ci capisco nulla, voi che potete vedere la cosa dall'esterno spero possiate aiutarmi...

Eventi esterni al gioco influiscono sulla tua concentrazione, il che é normale, e per eventi esterni intendo anche il punteggio
Si impara a gestire nell'ambito del possibile ovviamente, la própria concentrazione, sei tu cosa ne decidi fare
Osaka disse dopo aver perso il secondo set in finale ieri, mi son sentita come dovessi obbedire a degli ordini, ovvero, niente deve perturbarmi, esaltarmi e compagnia bella, l'ordine é giocare dando il meglio che ho. Fine
Come poi si gestisce la concentrazione all'interno della partita é un altro discorso, ma il tuo discorso per eventi cosí banali é "sono io che decido per cui mi concentro" e "non possono gli ebventi gestire me"

Se la presenza di spettatori ti aiuta, portati qualche amico/amica quando fai i tornei...

Aspetto che attiene al bisogno ancestrale di piacere dell'essere umano. Tutti hanno, chi piú chi meno, il bisogno di appagare il proprio ego. Questo istinto é vissuto più o meno intensamente a seconda delle peculiaritá caratteriali e delle esperienze maturate da ognuno di noi, ma é per tutti sentimento naturale ed istintivo.  Per chi, poi, ha superato la fase degli imbarazzi in presenza di estranei, o non l'ha mai vissuta intensamente, l'essere osservato, l'avere un proprio pubblico, produce adrenalina, scatenando la voglia di sorprendere, di apparire, situazione che, spesso, può rappresentare un vero é proprio veicolo per percepire stimoli e motivazioni aggiuntive. Chi, invece, é ancora preda di profonde titubanze personali, introspettive, il doversi sottoporre a pubblico giudizio, può risultare penalizzante (sindrome da platea). In entrambi i casi, si tratta di sensazione inconsce e governabili con fatica.

In campo comanda il gioco, non c'è A né MA
Entri in una palla di vetro e ci resti finché il gioco non è finito, ci sai entrare ? Bene, altrimenti non entrare in campo.
Se non configuri questa situazione mentale al momento che apri il cancelletto del campo non renderai mai quello che puoi.

Il tennis è un gioco mentale per il 60% e fisico / tecnico per il restante 40%. Senza testa non si va da nessuna parte.

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:Il tennis è un gioco mentale per il 60% e fisico / tecnico per il restante 40%. Senza testa non si va da nessuna parte.

Non son d'accordo 
Ti basti questo che ho sonno e vado a dormire,sveglia alle 5 che ho una montagna di racche da incirdare 

Penso abbiate ragione un po' tutti e vi ringrazio moltissimo per le risposte!
Credo fosse l'adrenalina che mi mancava, non sono entrato in campo con la giusta carica ed in effetti se non sono pronto mentalmente dovrei stare a casa! Devo fare in modo di entrare in campo con la giusta dose di motivazione e di adrenalina.
Credo la chiave stia nello spirito di competizione, quei due signori erano due soci che partecipano allo stesso torneo e con uno ho una discreta amicizia e ci tenevo a far bella figura. L'avversario non mi da gli stessi stimoli perché se gioco bene mi stramaledice, non è certo contento di perdere allora proverò a far bella figura con me stesso o potrei  portarmi qualcuno con cui ci tengo a far bella figura, insomma farò un po' di esperimenti per trovare gli stimoli! Eventuali consigli sono ben accetti ovviamente...

Andread400 ha scritto:Penso abbiate ragione un po' tutti e vi ringrazio moltissimo per le risposte!
Credo fosse l'adrenalina che mi mancava, non sono entrato in campo con la giusta carica ed in effetti se non sono pronto mentalmente dovrei stare a casa! Devo fare in modo di entrare in campo con la giusta dose di motivazione e di adrenalina.
Credo la chiave stia nello spirito di competizione, quei due signori erano due soci che partecipano allo stesso torneo e con uno ho una discreta amicizia e ci tenevo a far bella figura. L'avversario non mi da gli stessi stimoli perché se gioco bene mi stramaledice, non è certo contento di perdere allora proverò a far bella figura con me stesso o potrei  portarmi qualcuno con cui ci tengo a far bella figura, insomma farò un po' di esperimenti per trovare gli stimoli! Eventuali consigli sono ben accetti ovviamente...

Esistono due possibilita'
Entri in campo sovrastimolato o sottostimolato, assolutamente normale per tutti, per te probabilmente un po' di più. 
C'è  un punto ottimale di stimolo che è quello giusto, se ti può interssare i pro usano tecniche specifiche per raggiungerlo, dovrei cercarle in qualcuno dei miei libroni dove sono descritte. 
Ma possibile anche esistano in rete, magari anche solo per rendersi conto quale sia e la generalità del problema prova a vedere se le trovi

Interessante Framan!
Se trovi qualcosa ben vanga, comunque faccio subito una google-ricerca in merito...

Carlo Spillare, ex campione di basket, è uno dei migliori in questo campo. Tra l'altro è titolare di uno studio legale, persona serissima e rigorosa. Da anni porta avanti studi dedicati alla Dinamica mentale e, ovviamente, ha un "debole" per i fattori mentali nello sport.

... è di Vicenza...quindi vicino a te.

Andread400 ha scritto:Interessante Framan!
Se trovi qualcosa ben vanga, comunque faccio subito una google-ricerca in merito...

in portoghese e non on~line ma su carta, mi chiedi il tempo che in questo momento purtroppo non ho per trovarlo tradurtelo e copiartelo 

Grazie, gentilissimi! 
Tranquillo Framan faccio io la ricerca ed eventuale traduzione..

prova a cercare "punto di arousal" forse lí trovi gli esercizi specifici

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]

potrebbe essere utile questo link

Sicuramente come visione generale si
Inoltre servirebbero ad andrea gli esercizi specifici di sotto o sopra attivazione da fare prima di entrare in campo in maniera tale da concentrarsi in maniera specifica
L'abitudine a farli e lo scoprire ogni volta se è  sopra o sotto il punto di arousel é molto utile

Dri....stiamo parlando di "atleta"...non di "appassionato". Sono due status differenti.
Uno non ha la tecnica in cima alle proprie preoccupazioni, il secondo manco si ricorda dove ha messo le chiavi dell'auto...

Non si può "vendere" lo stress come "giustificazione" (o, meglio, alibi) di ogni nefandezza tennistica!
Per crescere davvero serve "consapevolezza".

Gli psicologi, nel tennis, hanno più tacche sul calcio della pistola dell'epicondilite.