Juan Martin Del Potro Fans Club
- uolter74Veterano
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Grazie Marco...
per quando riguarda le notizie ufficiali già nel 2010 ne arrivarono con il contagoccie....quindi non credo cambi la situazione...
- nw-tVeterano
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
- micioneforeverAssiduo
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
- uolter74Veterano
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
- micioneforeverAssiduo
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
uolter74 ha scritto:Stanotte lo usava sempre ... Anche troppo ma loudava veramente bene
spero solo che questo uso esagerato del rovescio tagliato ad una mano, non sia dovuto ai problemi al polso avuti la scorsa estate e se non erro accennati da delpo in quel di dubai quest'anno
- micioneforeverAssiduo
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
1° turno: bye
2° turno: d. nikolay davydenko (RUS) 6-3 6-4
3° turno: d. bjorn phau (GER) 6-2 7-5
4° turno: d. tommy haas (GER) 6-1 6-2
quarti di finale: d. andy murray (GBR) 6-7(5) 6-3 6-1
semifinale: vs novak djokovic (SRB)
stasera/notte serve un miracolo, provaci delpo, vamos!!!
- Simo91BsFedelissimo
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
- uolter74Veterano
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
- Simo91BsFedelissimo
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
- giuntamanVeterano
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
secondo me fa bene a cercarlo spesso, rallenta il gioco e visto che non e' veloce gli consente di spostare gli equilibri degli scambi con piu facilita'
- backhand91Utente attivo
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
Grande Del Po
- uolter74Veterano
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
Sotto 3-0 nel 3 non ci credevo più ... Ma ero già contento
2 partite bestiali vinte al terzo....
Grande e ora anche se sarà stanco morto
GODIAMOCI sta finale !!!
- jasperVeterano
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
- uolter74Veterano
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
Juan Martin Del Potro stellare:
schiantato Novak Djokovic!
Partita memorabile di Del Potro che rimonta e ferma la striscia vincente di Novak Djokovic con una prestazione fantastica
2 ore e 50 minuti di gioco, 101 punti a 100, vittoria in rimonta con grande cuore. I protagonisti di questa epica seconda semifinale sono Novak Djokovic e Juan Martin Del Potro ma, clamorosamente, questi dati sorridono al tennista di Tandill. Una prestazione magnifica, una tenuta atletica strepitosa e un successo meritatissimo lanciano l'argentino verso nuovi orizzonti grazie allo score di 4-6 6-4 6-4.
Un risultato inaspettato alla vigilia, tenendo conto anche dei precedenti: dopo la sfida per il bronzo olimpico, Nole aveva sempre avuto la meglio nei successivi quattro incontri, l'ultimo dei quali proprio qualche giorno fa a Dubai, saldamente al comando della serie per 8-2. Aggiungiamoci la striscia aperta di 21 partite consecutive vinte dal serbo dal Masters di Londra dello scorso anno e il buono stato di forma sul cemento americano ed ecco che JMDP sprofondava nel classico ruolo di vittima sacrificale. Nulla di tutto ciò: nonostante un primo set perso, nonostante un pesante svantaggio nella frazione decisiva, è inaspettatamente l'argentino a rivelarsi il più fresco sul rettangolo di gioco, il più aggressivo e il più meritevole. Spaventoso il dritto, capace di generare una potenza inaudita da qualsiasi parte del campo. Un gesto tecnico che incute timore già dall'apertura cui nemmeno la muraglia serba ha potuto arginare alla distanza.
Nonostante il grande equilibrio che regna sovrano per gran parte del primo set, la sensazione che Del Potro sia costretto costantemente ad attaccare per avere qualche chance è evidente sin dalle prime battute. L'argentino non va oltre i due punti nello stesso game in risposta, mentre viene trascinato ai vantaggi ripetutamente. Le prime palle break arrivano però solamente sul 4-3: l'albiceleste però, con un mix di coraggio e fortuna si salva per 4 volte e impatta sul 4-4, ma la zampata del nr.1 al mondo è solamente rinviata di qualche minuto. Sul 5-4, alla battuta per allungare il parziale Juan Martin torna a soffrire, annulla due set point ma il terzo è il film di quanto visto in campo: Impressionante la tenuta di Djokovic sulle bordate di dritto dell'avversario, che ovviamente alla lunga finisce per steccare e consegnarsi sul 6-4.
Dopo una pausa, richiesta dal tennista di Tandill, di circa 8 minuti per medicare le vesciche, il secondo parziale vede un Nole più distratto e meno propositivo: cede il servizio nel game inaugurale, rimedia subito, ma permette a Del Potro di tornare avanti di un break questa volta concretizzato sul 3-1 a suon di vincenti. Il serbo prosegue in un limbo tra errori e colpi più corti consentendo all'argentino di tirare piastrelle da fermo: di conseguenza arriva il doppio break che lo spedisce sul 5-2 e servizio. La frazione sembra chiusa sul set point in favore di Juan Martin, ma arriva il guizzo del serbo: prima dimezza lo svantaggio poi accorcia sul 5-4. L'abiceleste torna alla battuta e questa volta non fallisce: nonostante due nastri vincenti e una chiamata disastrosa sul 40-30, non si disunisce e chiude sul 6-4 grazie al rovescio di Djokovic che si spegne in rete.
Tuttavia nel terzo set vengono apparentemente ristabilite le gerarchie: lottando, stringendo i denti e mettendo letteralmente in ginocchio l'avversario dopo estenuanti scambi, Novak piazza il break e vola sul 3-0. Partita finita? Certo che no. Del Potro dà il tutto per tutto e recupera lo svantaggio con immenso cuore. Ristabilita la parità è il nr.1 al mondo a rischiar grosso: un improvviso calo di energie e poche prime in campo (dal 70% iniziale, la percentuale è scesa ad un umano 50%) lo mandano sul 15-40, ma è comunque bravissimo a risalire dalle sabbie mobili e tenere il turno con 4 punti consecutivi. Nole barcolla, ogni punto è una battaglia e nel nono gioco crolla: nonostante una palla del 5-4 è Delpo a piazzare la zampata vincente con il marchio di fabbrica: un dritto da metà campo. Nulla può Djokovic nell'ultimo gioco: l'ace sancisce una delle vittorie più belle in carriera del sudamericano, costretto a convivere con gli spettri di quel fantastico 2009, fasti che sembrava non poter più raggiungere dopo l'infortunio che lo ha ridimensionato al cospetto dei grandi.
Che questo Indian Wells possa essere un nuovo trampolino di lancio non vi è dubbio: dopo Murray, arriva anche lo scalpo di Nole e domani partita alla pari con Rafael Nadal, in quella che è la sua seconda finale in carriera in un Master 1000 (dopo quella di Montreal 2009) e la 20esima sul circuito. Bentornato, Del Potro.
Foto/Articolo: TWI
La finale sarà Nadal-Del Potro
Juan Martin Del Potro compie l'impresa di battere il n.1 del mondo per la prima volta quest'anno e raggiunge la prima finale in carriera al BNP Paribas Open. Da Indian Wells, Vanni Gibertini
Master 1000 Indian Wells, Juan Martin Del Potro
(7) J.M. Del Potro b. (1) N. Djokovic 46 64 64
Si ferma a 22 la striscia di vittorie consecutive di Novak Djokovic. Nella seconda semifinale del BNP Paribas Open il n.1 del mondo si è dovuto inchinare ad un Del Potro mai domo, che è riuscito a rimontare un set di svantaggio e ha saputo risalire da 0-3 nel set decisivo. Una grande affermazione per il tennista di Tandil che sembra aver trovato particolare ispirazione dalla nomina di un Papa argentino (continua a ripetere che spera di poterlo incontrare durante i prossimi Internazionali d’Italia, facendo affidamento sull’italiano dell’ATP Nicola Arzani) e che in ogni modo si ripropone prepotentemente come candidato vincitore nei tornei che contano, almeno per quel che riguarda le competizioni sul duro.
Durante il primo parziale Djokovic prende saldamente il comando delle operazioni concedendo poco o nulla sulla sua battuta, mentre sul servizio di Del Potro i game sono molto più combattuti: infatti la durata media dei giochi in cui è al servizio l’argentino è di quasi 5 minuti, contro i due minuti e mezzo circa di quando serve il campione del mondo. Le prime palle break arrivano all’ottavo game: ben quattro, che però Del Potro riesce ad annullare una ad una. Il break è però solo rimandato di poco: sul 5-4 Djokovic si procura altre opportunità, che questa volta sono pure set point, ed alla terza un diritto scentrato di Del Potro consegna il primo set a Novak in 53 minuti.
Al cambio di campo Juan Martin si fa curare una vescica sotto il piede destro, e la pausa più lunga del solito sembra destabilizzare un poco i due protagonisti che cedono entrambi il servizio nei primi 3 game del secondo parziale. Djokovic sembra ora più impreciso negli scambi da fondo e non trova il campo con la stessa regolarità di prima. Del Potro dal canto suo continua con gli scambi prolungati sulla diagonale rovescia, utilizzando spesso e volentieri il suo (nuovo) rovescio slice che però non sembra dare troppi grattacapi al suo avversario. Sull’1-3 finalmente Djokovic tiene a zero un servizio in maniera autoritaria con quattro colpi vincenti, ma è solo un fuoco di paglia, perché al turno successivo si trova nuovamente inguaiato e finisce per concedere un secondo break a Del Potro che serve quindi per il set sul 5-2 pesante. Rischiando tutto quello che può, Djokovic centra un paio di righe e con una risposta ben assestata recupera uno dei due break di svantaggio, ma alla seconda opportunità, sul 5-4, Del Potro non trema e, grazie anche a due nastri vincenti, chiude il secondo set e rimanda il verdetto alla partita decisiva.
Djokovic parte a mille nel terzo set e con un parziale di 8 punti a 1 si porta immediatamente sul 2-0. Del Potro sembra un po’ a corto di idee oltre che di fiato, prova a trascinare a rete Djokovic con qualche palla corta ma il serbo è rapidissimo e sembra avere una risposta per tutto. Gli scambi diventano sempre più lunghi e sempre più violenti, Del Potro ne vince anche qualcuno strappando l’applauso del pubblico, ma il tabellone recita 3-0 per il suo avversario. E quando tutti gli addetti ai lavori pensano ad una veloce conclusione in favore del n.1 del mondo, il match inizia a girare: con un brutto game di battuta, aiutato dal forcing da fondo di Del Potro, Djokovic concede il controbreak e mentre i due protagonisti si siedono al cambio di campo sul 3-2 si nota che più della metà del terreno di gioco nel centrale di Indian Wells è ora coperto dall’ombra. Come già accaduto nel suo quarto di finale con Murray, il refrigerio portato dall’ombra rinvigorisce Del Potro che inizia a menare le danze dal fondo con il suo diritto, senza più utilizzare se non in maniera estemporanea il rovescio slice. Djokovic ora non riesce più a spostare il tandilese che, se può giocare da fermo, diventa devastante con i suoi fendenti potentissimi. Djokovic sul 3-3 si salva da 15-40, Del Potro sulla sua battuta è una roccia (un punto concesso in tre turni dopo il break iniziale) e sul 4-4 si gioca il game decisivo. Molti dei punti vengono conclusi da errori, è vero, ma questi arrivano dopo scambi mozzafiato che tengono con il fiato sospeso tutti i 15mila dell’Indian Wells Tennis Garden. Al decimo punto, sulla seconda palla break a disposizione di Del Potro, un rovescio lungo di Djokovic dopo l’ennesimo lungo scambio manda l’argentino a servire per il match, il quale si chiude con il quarto ace di Del Potro e le sue braccia rivolte verso il cielo.
“Oggi non meritavo di vincere questa partita – ha laconicamente detto Novak Djokovic, arrivato a colloquio con i giornalisti ancor prima che il suo avversario fosse uscito dal campo – ho sprecato troppe occasioni, ho avuto troppi cali di tensione, ho fatto troppi errori nei momenti importanti, e queste cose alla fine si pagano”.
Uno stanco ma appagato Del Potro ha confermato che Djokovic aveva la partita in pugno nel terzo set: “Quando lui è andato avanti 3-0 nel terzo ha avuto la sua chance. Io credo di aver giocato una buona partita nei primi due set, poi ho cercato di rimontare nel terzo, ho avuto la palla per il 4 a 3, ma sono sempre stato aggressivo, ho sempre continuato a spingere con il mio diritto”.
“Domani dovrò fare tutto alla perfezione: gioco la finale contro Rafa, e le fnali sono sempre un’occasione speciale. Le ultime due partite sono state molto dure, anche a causa del caldo, ma ho questa notte per riposare”.
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
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A fine partita
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
Benzina fisica finita purtroppo...
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
mentre l'altro che sembrava sfinito ha iniziato a correre di più, il ginocchio deve essere guarito bene.
Comunque adoro il dritto di delpo!!!
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
- ...SoloSeGiocAdrianoFedelissimo
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
Tutti abbiamo seguito ieri il match finale del famigerato “quinto
slam”, il torneo di Indian Wells che, come se non bastasse il super
montepremi e la categoria di Master 1000, ha accresciuto l’interesse
dell’epilogo ponendo di fronte il redivivo Rafael Nadal (a oltre 400
giorni da un torneo sul cemento) e un Del Potro in ottima forma e
galvanizzato anche dall’elezione di Papa Francesco. Bene, con il miglior
Del Potro visto da parecchi mesi a questa parte, con tutti gli
infortuni oramai superati, con il pensiero che è andato alla
straordinaria performance che gli fece vincere il suo unico titolo del
Grande Slam ad oggi (Us Open 2009, vittoria al quinto su Federer in
finale e pochi game lasciati proprio a Nadal in semifinale), abbiamo capito che, salvo clamorose smentite, il tennista argentino non vincerà mai più uno Slam. Proviamo ad argomentare il perché di quella che può sembrare il vaneggiamento del piovoso lunedì italiano.
Ripartiamo da dal torneo americano, allora, dalla finale a Indian Wells. Del Potro è attualmente in forma stratosferica.
Ne ha dato prova per tutta la settimana, sbagliando praticamente
niente, servendo benissimo e battendo Djokovic, che anche se non al 100%
è sempre Djokovic ovvero un tennista con tante soluzioni (anche
per le giornate storte) e non più avvezzo alla sconfitta da anni. In
finale aveva di fronte un Rafael Nadal con 10 giorni di cemento sulle
gambe dopo oltre un anno di assenza da quelle superfici. Un
tennista che è tornato all’attività agonistica da poco e che sta
scacciando partita dopo partita i demoni post-infortunio, quelli che ti
fanno tremare anche quando servi per il match contro Berdych, un
tennista che prima dello stop ti impensieriva quanto un match di
esibizione. Nadal era in forma sì, in ottima condizione, ma non era il
Nadal sicuro e spigliato delle passate annate. O meglio, non ancora. Un’ora
e mezza di tennis impeccabile, di colpi scagliati verso gli angoli alla
massima velocità non gli hanno valso la conquista del match.
Il maiorchino, da tennista superiore qual è, ha abbozzato, ha rinculato
quando c’era da difendere e poi ha chiuso in crescendo. Un’occasione
quindi sprecata, ma che a nostro giudizio ci consente di teorizzare che
Del Potro non potrà vincere ancora una prova maggiore, anche alla luce
del match di ieri.
Del Potro con i “big four” non può concedere svantaggi di tre a zero.
Non è sempre facile da recuperare specie quando la posta in palio è più
alta (vogliamo vedere quante volte capiterà ancora che Djokovic perda
due set dove è stato in vantaggio 3-0 nello stesso match). E poi: può
reggere poi quel ritmo di gioco che ieri dopo un’ora e mezza è
inesorabilmente calato per due settimane? Contro poi quattro atleti
perfetti che gli sono fisicamente e mentalmente superiori? Difficile. A
questo si somma anche il suo gioco monocorde, deficiente di variazioni.
L’argentino scende in campo e picchia come un fabbro. Se entrano bene,
altrimenti se c’è da inseguire la pallina si soffre e si tentano i
diritti in corsa ad occhi chiusi visto che la mole fisica non consente
di giocare prolungatamente in difesa. Sotto rete ha la sensibilità di
Thomas Muster nonostante ieri ha indovinato una demi-volée che neanche
Edberg ai tempi d’oro.
I primi 4 hanno un passo diverso. Sono tutti e quattro fisicamente
superiori, atleti perfetti accompagnati dalla capacità di interpretare
il gioco in maniera più completa dal punto di vista della strategia e
della tattica. Oltretutto, hanno una solidità mentale costruita da anni
di vittorie nello Slam. L’ultimo arrivato, Murray, ne ha dato prova dopo
essersi sbloccato (e pure aveva fatto 4 finali prima della vittoria
allo Us Open).
Del Potro tecnicamente, è una spanna sotto ai primi quattro.
Il suo gioco è poco vario, galvanizza per potenza e per velocità di
palla ma non è adatto a contrastare i magnifici quattro, capaci di
attaccare e difendere, di aprire meglio gli angoli del campo, di mettere
in campo soluzioni a lui sconosciute (smorzate) e anche di un tocco
migliore nei pressi della rete. Gli mancano le rotazioni, quelle che
garantiscono più sicurezza nei punti delicati, recuperi più ampi e
angoli più stretti. Il servizio dell’argentino poi, con il suo lancio di
palla anacronistico, garantisce una buona quota di doppi falli a
favore del suo avversario.
Facciamo la somma di quanto scritto fin’ora e il risultato non può che
essere il seguente: Del Potro è inferiore a Roger Federer, a Novak
Djokovic, a Rafael Nadal e ad Andy Murray. Per vincere un torneo del
grande Slam almeno due di questi giocatori vanno battuti, al meglio dei
cinque set e dopo due settimane di torneo. Per carità, tutto possibile,
specie se si attraversano due settimane in stato di grazia, se si è
sorretti da una condizione atletica perfetta, se qualcuno dei magnifici
quattro non sarà al meglio, se nel frattempo qualcuno di questi
(Federer) sarà calato per via dell’età e se una o più di queste ipotesi
si verificheranno in una delle due prove dello Slam dove Del Potro che
si giocano sul cemento. Tanti se, troppi per un’altra vittoria Slam.
- mirriFedelissimo
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
non sono assolutamente d'accordo:...SoloSeGiocAdriano ha scritto:Un'impietosa analisi di Ubitennis sul perché Delpo non vincerà più uno Slam:
Tutti abbiamo seguito ieri il match finale del famigerato “quinto
slam”, il torneo di Indian Wells che, come se non bastasse il super
montepremi e la categoria di Master 1000, ha accresciuto l’interesse
dell’epilogo ponendo di fronte il redivivo Rafael Nadal (a oltre 400
giorni da un torneo sul cemento) e un Del Potro in ottima forma e
galvanizzato anche dall’elezione di Papa Francesco. Bene, con il miglior
Del Potro visto da parecchi mesi a questa parte, con tutti gli
infortuni oramai superati, con il pensiero che è andato alla
straordinaria performance che gli fece vincere il suo unico titolo del
Grande Slam ad oggi (Us Open 2009, vittoria al quinto su Federer in
finale e pochi game lasciati proprio a Nadal in semifinale), abbiamo capito che, salvo clamorose smentite, il tennista argentino non vincerà mai più uno Slam. Proviamo ad argomentare il perché di quella che può sembrare il vaneggiamento del piovoso lunedì italiano.
Ripartiamo da dal torneo americano, allora, dalla finale a Indian Wells. Del Potro è attualmente in forma stratosferica.
Ne ha dato prova per tutta la settimana, sbagliando praticamente
niente, servendo benissimo e battendo Djokovic, che anche se non al 100%
è sempre Djokovic ovvero un tennista con tante soluzioni (anche
per le giornate storte) e non più avvezzo alla sconfitta da anni. In
finale aveva di fronte un Rafael Nadal con 10 giorni di cemento sulle
gambe dopo oltre un anno di assenza da quelle superfici. Un
tennista che è tornato all’attività agonistica da poco e che sta
scacciando partita dopo partita i demoni post-infortunio, quelli che ti
fanno tremare anche quando servi per il match contro Berdych, un
tennista che prima dello stop ti impensieriva quanto un match di
esibizione. Nadal era in forma sì, in ottima condizione, ma non era il
Nadal sicuro e spigliato delle passate annate. O meglio, non ancora. Un’ora
e mezza di tennis impeccabile, di colpi scagliati verso gli angoli alla
massima velocità non gli hanno valso la conquista del match.
Il maiorchino, da tennista superiore qual è, ha abbozzato, ha rinculato
quando c’era da difendere e poi ha chiuso in crescendo. Un’occasione
quindi sprecata, ma che a nostro giudizio ci consente di teorizzare che
Del Potro non potrà vincere ancora una prova maggiore, anche alla luce
del match di ieri.
Del Potro con i “big four” non può concedere svantaggi di tre a zero.
Non è sempre facile da recuperare specie quando la posta in palio è più
alta (vogliamo vedere quante volte capiterà ancora che Djokovic perda
due set dove è stato in vantaggio 3-0 nello stesso match). E poi: può
reggere poi quel ritmo di gioco che ieri dopo un’ora e mezza è
inesorabilmente calato per due settimane? Contro poi quattro atleti
perfetti che gli sono fisicamente e mentalmente superiori? Difficile. A
questo si somma anche il suo gioco monocorde, deficiente di variazioni.
L’argentino scende in campo e picchia come un fabbro. Se entrano bene,
altrimenti se c’è da inseguire la pallina si soffre e si tentano i
diritti in corsa ad occhi chiusi visto che la mole fisica non consente
di giocare prolungatamente in difesa. Sotto rete ha la sensibilità di
Thomas Muster nonostante ieri ha indovinato una demi-volée che neanche
Edberg ai tempi d’oro.
I primi 4 hanno un passo diverso. Sono tutti e quattro fisicamente
superiori, atleti perfetti accompagnati dalla capacità di interpretare
il gioco in maniera più completa dal punto di vista della strategia e
della tattica. Oltretutto, hanno una solidità mentale costruita da anni
di vittorie nello Slam. L’ultimo arrivato, Murray, ne ha dato prova dopo
essersi sbloccato (e pure aveva fatto 4 finali prima della vittoria
allo Us Open).
Del Potro tecnicamente, è una spanna sotto ai primi quattro.
Il suo gioco è poco vario, galvanizza per potenza e per velocità di
palla ma non è adatto a contrastare i magnifici quattro, capaci di
attaccare e difendere, di aprire meglio gli angoli del campo, di mettere
in campo soluzioni a lui sconosciute (smorzate) e anche di un tocco
migliore nei pressi della rete. Gli mancano le rotazioni, quelle che
garantiscono più sicurezza nei punti delicati, recuperi più ampi e
angoli più stretti. Il servizio dell’argentino poi, con il suo lancio di
palla anacronistico, garantisce una buona quota di doppi falli a
favore del suo avversario.
Facciamo la somma di quanto scritto fin’ora e il risultato non può che
essere il seguente: Del Potro è inferiore a Roger Federer, a Novak
Djokovic, a Rafael Nadal e ad Andy Murray. Per vincere un torneo del
grande Slam almeno due di questi giocatori vanno battuti, al meglio dei
cinque set e dopo due settimane di torneo. Per carità, tutto possibile,
specie se si attraversano due settimane in stato di grazia, se si è
sorretti da una condizione atletica perfetta, se qualcuno dei magnifici
quattro non sarà al meglio, se nel frattempo qualcuno di questi
(Federer) sarà calato per via dell’età e se una o più di queste ipotesi
si verificheranno in una delle due prove dello Slam dove Del Potro che
si giocano sul cemento. Tanti se, troppi per un’altra vittoria Slam.
essere inferiori non significa non poter vincere,
e poi inferiore... a chi? con murray se la gioca tranquillamente, roger è a pezzi ( purtroppo.. ) l'ha già battuto e lo può battere ancora, con djokovic anche se è sfavorito se la può giocare (l'ha appena battuto..) e rafa bisogna testarlo ancora bene per 2 settimane su 5 set magari su superfici più veloci di indianwells.
concludo dicendo che non sempre vincono i favoriti e che ipotizzare che delpo (oggi ha 24 anni...) non riesca più a vincere uno slam è da pazzi come sono pazzi quelli che non credevano in uno slam di roger l'anno scorso prima di ritirarsi.. (è riuscito addirittura ad arrivare al n1!!)
- uolter74Veterano
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Re: Juan Martin Del Potro Fans Club
Rimango molto perplesso da questo articolo...io che sono sempre molto negativo sul mio idolo non sono d'accordo su questa analisi..