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Pallettaro, questa gramigna da estirpare :-)
- babolat94Veterano
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Re: Pallettaro, questa gramigna da estirpare :-)
- lunnoUtente attivo
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Re: Pallettaro, questa gramigna da estirpare :-)
Come dicevo nell'altro post e diceva Michele, sto cercando di essere solido e chiudere a rete.. ma l'idea sarebbe di incentivare un minimo le mie scese spericolate a rete, se non serve e volley, non servo così bene, almeno serve, dritto e volley!
Secondo me dopo una saturazione (vincente) di arrotini babolattiani adesso c'è un minimo di spazio/possibilità anche per altre idee di tennis! Dalla Vinci alla Giorgi, da Federer a Del Potro a Dustin Ziggy Brown!
- ThirdEye_Veterano
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Re: Pallettaro, questa gramigna da estirpare :-)
L'ultimo torneo a cui ho partecipato l'ha vinto uno che giocava il dritto con impugnatura hawaaian, il rovescio a due mani e una prima di servizio che era più una seconda che altro, da quanto era lavorata: tanto noioso quanto efficace nell'intrappolare nel suo gioco fatto di batti e ribatti tutti gli avversari. L'altro finalista, che aveva un gioco più tradizionale, che spingeva quando poteva e che ogni tanto scendeva pure a rete, ha fatto i punti più belli ma non ci ha capito nulla e le ha prese.
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Re: Pallettaro, questa gramigna da estirpare :-)
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Re: Pallettaro, questa gramigna da estirpare :-)
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Re: Pallettaro, questa gramigna da estirpare :-)
tristeee , tra l'altro Gnocchi non mi sembra proprio il prototipo tipico del pallettaro, ma forse mi sbaglio.babolat94 ha scritto:tra poco super tennis lancierà in tv tipo reality con Gene Gnocchi che si chiama proprio "pallettaro"
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Re: Pallettaro, questa gramigna da estirpare :-)
Sarà anche come dici tu, il tennis per chi gioca a tennis è sempre bello, ma se non l'hai fatto di recente, ti inviterei ad andare a vedere qualche spezzone di partita su youtube tra Rosewall e Laver, piuttosto che tra Ashe e Smith, ma anche Nastase e Kodes e chi l'ha detto che giocassero solo a rete. Un certo Rod Laver ha introdotto ai tempi proprio l'uso del topspin, sia di dritto, sia di rovescio, e da fondo campo era un cattivo cliente per tutti. Vogliamo, poi, parlare di come Ashe a fatto fuori in 3 set un certo Connors nella finale di Wimbledon vinta dall'afroamericano, accademia pura e classe cristallina, anche da fondo campo con colpi di una leggerezza infinita, guardare per credere. Un modello di tattica a cui ispirarsi! Il fatto di venire a rete non rappresentava un vezzo, era quello che si riteneva più efficace per chiudere il punto, il primo che riusciva a conquistare la rete si riteneva avesse maggiori probabilità di vincere il punto, anche perchè ribatteva la palla all'avversario con un tempo di risposta dimezzato, essendo ridotta anche la distanza che la palla doveva percorrere. Comunque, anche più verso la fine del 2° millennio ci sono stati molti interpreti di un tennis creativo e , se vogliamo, romantico, quasi d'antan, nonostante utilizzassero i nuovi materiali, cito tra i tanti Mc Enroe, Cash, Becker, Edberg, Sampras, Leconte, Noah, poi sono arrivati i giocatori alla Currier, alla Chang, quelli di scuola sudamericana e, ovviamente, spagnola, gli svedesi e tutti gli altri, molti di loro ne ho dimenticato anche il nome da quanto li adoravo , che hanno messo un bel tappo sopra il vaso magico della fantasia e per quasi un ventennio successivo non ne è uscito più nessuno con pochissime eccezioni.VANDERGRAF ha scritto:ciao, spazziavano e graffite sono nettamente due rafforzativi, visto che non richiedono la doppia. comunque la grafite esisteva già negli anni 80, semmai è la dimensione del piatto corde che è cambiata di parecchio, insieme al peso del telaio che è diminuito. considera che ogni stagione ha i suoi talenti, derivanti anche dalle impostazioni scolastiche, che derivano a loro volta dalle presunte tendenze più redditizie a livello di classifica. negli anni 80 c'erano moltissimi giocatori che usavano vari tipi di tattiche e primeggiavano, poi sono arrivati giocatori più muscolari che hanno preso il largo ma nonostante questo sono stati agassi, federer e sampras a dettare spesso legge e non si possono di certo annoverare tra i giocatori noiosi e regolaristi. ossia, se si ha la fortuna di avere un talento e poterlo sviluppare senza costrizioni dettate da quello che va per la maggiore, si riesce ugualmente ad ottenere risultati; in tutti gli altri casi, si deve necessariamente costruire un gioco basato più sulla capacità di sbagliare poco e di riuscire a mantenere costante la tenuta fisica e mentale, tralasciando il lato più fantasioso e spettacolare. sulle superfici tipo erba si possono ancora vedere personaggi come dustin brown che se beccano la giornata giusta danno del filo da torcere a chiunque, ma sulla terra è difficile togliere il podio ai giocatori più regolaristi. e comunque spesso si tratta di un condizionamento psicologico che deriva un pò dal classico "quelli sì che erano tempi" , perchè ci sono tuttora partite dove i vari murray, wawrinka, o se preferisci a livelli più discontinui fognini o anche seppi riescono a dare spettacolo, a prescindere dal fatto se vadano a rete oppure no. il bello del tennis per fortuna non sta solo nei pressi della rete, ma anche in altre zone del campo e nell'evolversi degli scambi
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Re: Pallettaro, questa gramigna da estirpare :-)
Per quanto concerne il peso del telaio, l'alleggerimento è più un vezzo dettato dall'industria sportiva che da esigenze tecniche. Intanto, i PRO giocano quasi tutti con attrezzi superiori ai 330/340 gr. Federer sembra giochi con telai addirittura di 365 gr. incordati. La moda del telaio leggero cominciò con la fatidica hammer che coniugava un basso peso con uno spostamento in avanti del bilanciamento, verso la testa, quindi. Il resto, secondo me, deriva dalle caratteristiche tecnologiche proprie della racchetta moderna che con i materiali impiegati è forzatamente leggera a meno di non zavorrarla artificiosamente con inevitabile aumento dei costi di produzione, modesti magari, ma presenti; meglio evitarli convincendo il mercato dell'utilità di usare un telaio leggero e via, andare, con infiammazioni, epicondeliti e dolori articolari di varia natura, ma medesima origine. Uso esasperato di attrezzi troppo leggeri e, quindi, spinti a sollecitazioni superiori al proprio allenamento muscolare. Un vecchio detto suggeriva di comprare la racchetta più pesante che la tua muscolatura poteva sopportare, ma erano altri tempiDagoberto ha scritto:Sarà anche come dici tu, il tennis per chi gioca a tennis è sempre bello, ma se non l'hai fatto di recente, ti inviterei ad andare a vedere qualche spezzone di partita su youtube tra Rosewall e Laver, piuttosto che tra Ashe e Smith, ma anche Nastase e Kodes e chi l'ha detto che giocassero solo a rete. Un certo Rod Laver ha introdotto ai tempi proprio l'uso del topspin, sia di dritto, sia di rovescio, e da fondo campo era un cattivo cliente per tutti. Vogliamo, poi, parlare di come Ashe a fatto fuori in 3 set un certo Connors nella finale di Wimbledon vinta dall'afroamericano, accademia pura e classe cristallina, anche da fondo campo con colpi di una leggerezza infinita, guardare per credere. Un modello di tattica a cui ispirarsi! Il fatto di venire a rete non rappresentava un vezzo, era quello che si riteneva più efficace per chiudere il punto, il primo che riusciva a conquistare la rete si riteneva avesse maggiori probabilità di vincere il punto, anche perchè ribatteva la palla all'avversario con un tempo di risposta dimezzato, essendo ridotta anche la distanza che la palla doveva percorrere. Comunque, anche più verso la fine del 2° millennio ci sono stati molti interpreti di un tennis creativo e , se vogliamo, romantico, quasi d'antan, nonostante utilizzassero i nuovi materiali, cito tra i tanti Mc Enroe, Cash, Becker, Edberg, Sampras, Leconte, Noah, poi sono arrivati i giocatori alla Currier, alla Chang, quelli di scuola sudamericana e, ovviamente, spagnola, gli svedesi e tutti gli altri, molti di loro ne ho dimenticato anche il nome da quanto li adoravo , che hanno messo un bel tappo sopra il vaso magico della fantasia e per quasi un ventennio successivo non ne è uscito più nessuno con pochissime eccezioni.VANDERGRAF ha scritto:ciao, spazziavano e graffite sono nettamente due rafforzativi, visto che non richiedono la doppia. comunque la grafite esisteva già negli anni 80, semmai è la dimensione del piatto corde che è cambiata di parecchio, insieme al peso del telaio che è diminuito. considera che ogni stagione ha i suoi talenti, derivanti anche dalle impostazioni scolastiche, che derivano a loro volta dalle presunte tendenze più redditizie a livello di classifica. negli anni 80 c'erano moltissimi giocatori che usavano vari tipi di tattiche e primeggiavano, poi sono arrivati giocatori più muscolari che hanno preso il largo ma nonostante questo sono stati agassi, federer e sampras a dettare spesso legge e non si possono di certo annoverare tra i giocatori noiosi e regolaristi. ossia, se si ha la fortuna di avere un talento e poterlo sviluppare senza costrizioni dettate da quello che va per la maggiore, si riesce ugualmente ad ottenere risultati; in tutti gli altri casi, si deve necessariamente costruire un gioco basato più sulla capacità di sbagliare poco e di riuscire a mantenere costante la tenuta fisica e mentale, tralasciando il lato più fantasioso e spettacolare. sulle superfici tipo erba si possono ancora vedere personaggi come dustin brown che se beccano la giornata giusta danno del filo da torcere a chiunque, ma sulla terra è difficile togliere il podio ai giocatori più regolaristi. e comunque spesso si tratta di un condizionamento psicologico che deriva un pò dal classico "quelli sì che erano tempi" , perchè ci sono tuttora partite dove i vari murray, wawrinka, o se preferisci a livelli più discontinui fognini o anche seppi riescono a dare spettacolo, a prescindere dal fatto se vadano a rete oppure no. il bello del tennis per fortuna non sta solo nei pressi della rete, ma anche in altre zone del campo e nell'evolversi degli scambi
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Re: Pallettaro, questa gramigna da estirpare :-)
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Re: Pallettaro, questa gramigna da estirpare :-)
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Re: Pallettaro, questa gramigna da estirpare :-)
tranqui vandergraf, non metterti sulla difensiva, si fa per parlare .VANDERGRAF ha scritto:non ho mai detto che andare a rete fosse un vezzo, dove lo hai letto ? uno dei miei preferiti era boris becker che era completo in tutte le zone del campo, tuffi compresi, senza dover per forza andare molto indietro nel tempo. i filmati che dici tu li ho visti e non posso che avere ammirazione per quei campioni e per come giocavano. ho parlato di talento, merce rara allo stato puro, quindi non capisco cosa c'entra quello che mi stai scrivendo in risposta. il peso è senza dubbio diminuito rispetto a prima. il fatto che i pro giochino con attrezzi superiori a 330 grammi non significa che sia rimasto come allora. il mio idolo era mc enroe, figurati se posso avere qualcosa contro il gioco a rete. ti ho citato federer, altro esempio da ammirare infinitamente. ma in sostanza volevo dirti che in mancanza di tanti talenti che possano indirizzare un intero movimento esistono altre metodiche che si basano su regolarità e tenuta fisica e mentale al posto della fantasia e del tocco. non tutti hanno la fluidità di un federer o la genialità che poteva avere leconte o il servizio esplosivo di ivanisevic, ogni stagione ha i suoi eroi. ma di belle partite se ne possono vedere ancora se ci si riesce a emozionarsi senza pregiudizi, basti pensare recentemente ai seppi-federer o ai murray-robredo per non parlare del miglior wawrinka. non scendono a rete ? pazienza..... evidentemente hanno fatto i loro calcoli e non gli conviene....
forse non è stato capito bene lo spirito di quello che intendevo dire, non sono riuscito a trasmettere fino in fondo la possibile radice della questione. il fatto che non ci siano talenti non è il punto, a mio avviso. Giocare come gioca un Wawrinka, un Murray, un Robredo, un Seppi, per citare gli stessi citati da te, è sicuramente talentuoso e non da tutti. Il punto è che ad un certo punto non ci sono stati più gli insegnanti di un tempo, i maestri hanno cominciato ad ispirarsi a stili di gioco più affini a caratteristiche atletiche piuttosto che funamboliche. Mi spiego meglio, una volta le discipline sportive e, quindi, anche il tennis, erano l'occasione per sfidare l'impossibile, si era affascinati dalla spettacolarità dei gesti e dalla capacità di eseguirli, anche nel tennis, quindi, più un colpo risultava difficile da eseguirsi e più si era attirati dal riuscirci; lo sport come puro show. Ad un certo punto, evidentemente, ha cominciato a primeggiare nelle convinzioni dei coach e dei maestri di tennis la semplicità esecutiva e tattica, coniugato da un elevato atletismo (il giocatore quale muro di gomma), quale approccio più congruo per il raggiungimento dell'obiettivo finale, il risultato, la vittoria. Un esempio su tutti proprio il rovescio a due mani, brutto, ma efficace. Così facendo, però, il gusto della sfida fine a se stessa che spesso caraterizzava una match di tennis, la sfrontatezza nel cercare ciò che poteva anche sembrare inutile o eccessivamente rischioso, via, via, abbandonò il gioco dei tennisti, sempre più alla ricerca dell'affidabilità ed ecco fatto il tennis più da manovale che da artista della racchetta a cui spesso assistiamo, agevolato, probabilmente, da un'evoluzione tecnologica che si è meglio coniugata con l'aumentata ricerca della potenza fisica, piuttosto che della genialità.
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Re: Pallettaro, questa gramigna da estirpare :-)
in sintesi, se esiste una colpa non è dei giocatori, ma, semmai, dei loro maestriDagoberto ha scritto:tranqui vandergraf, non metterti sulla difensiva, si fa per parlare .VANDERGRAF ha scritto:non ho mai detto che andare a rete fosse un vezzo, dove lo hai letto ? uno dei miei preferiti era boris becker che era completo in tutte le zone del campo, tuffi compresi, senza dover per forza andare molto indietro nel tempo. i filmati che dici tu li ho visti e non posso che avere ammirazione per quei campioni e per come giocavano. ho parlato di talento, merce rara allo stato puro, quindi non capisco cosa c'entra quello che mi stai scrivendo in risposta. il peso è senza dubbio diminuito rispetto a prima. il fatto che i pro giochino con attrezzi superiori a 330 grammi non significa che sia rimasto come allora. il mio idolo era mc enroe, figurati se posso avere qualcosa contro il gioco a rete. ti ho citato federer, altro esempio da ammirare infinitamente. ma in sostanza volevo dirti che in mancanza di tanti talenti che possano indirizzare un intero movimento esistono altre metodiche che si basano su regolarità e tenuta fisica e mentale al posto della fantasia e del tocco. non tutti hanno la fluidità di un federer o la genialità che poteva avere leconte o il servizio esplosivo di ivanisevic, ogni stagione ha i suoi eroi. ma di belle partite se ne possono vedere ancora se ci si riesce a emozionarsi senza pregiudizi, basti pensare recentemente ai seppi-federer o ai murray-robredo per non parlare del miglior wawrinka. non scendono a rete ? pazienza..... evidentemente hanno fatto i loro calcoli e non gli conviene....
forse non è stato capito bene lo spirito di quello che intendevo dire, non sono riuscito a trasmettere fino in fondo la possibile radice della questione. il fatto che non ci siano talenti non è il punto, a mio avviso. Giocare come gioca un Wawrinka, un Murray, un Robredo, un Seppi, per citare gli stessi citati da te, è sicuramente talentuoso e non da tutti. Il punto è che ad un certo punto non ci sono stati più gli insegnanti di un tempo, i maestri hanno cominciato ad ispirarsi a stili di gioco più affini a caratteristiche atletiche piuttosto che funamboliche. Mi spiego meglio, una volta le discipline sportive e, quindi, anche il tennis, erano l'occasione per sfidare l'impossibile, si era affascinati dalla spettacolarità dei gesti e dalla capacità di eseguirli, anche nel tennis, quindi, più un colpo risultava difficile da eseguirsi e più si era attirati dal riuscirci; lo sport come puro show. Ad un certo punto, evidentemente, ha cominciato a primeggiare nelle convinzioni dei coach e dei maestri di tennis la semplicità esecutiva e tattica, coniugato da un elevato atletismo (il giocatore quale muro di gomma), quale approccio più congruo per il raggiungimento dell'obiettivo finale, il risultato, la vittoria. Un esempio su tutti proprio il rovescio a due mani, brutto, ma efficace. Così facendo, però, il gusto della sfida fine a se stessa che spesso caraterizzava una match di tennis, la sfrontatezza nel cercare ciò che poteva anche sembrare inutile o eccessivamente rischioso, via, via, abbandonò il gioco dei tennisti, sempre più alla ricerca dell'affidabilità ed ecco fatto il tennis più da manovale che da artista della racchetta a cui spesso assistiamo, agevolato, probabilmente, da un'evoluzione tecnologica che si è meglio coniugata con l'aumentata ricerca della potenza fisica, piuttosto che della genialità.
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Ti posto alcuni link cercati velocemente dove potrai trovare considerazioni di segno opposto, ma con un po' di pazienza ne troverai anche più articolati e scientificamente confortati, poi, ovviamente, ognuno rimane della propria ideaThirdEye_ ha scritto:Il telaio leggero, invece, va benissimo al nostro livello. E te lo dice uno che di solito gioca con telai da 3 etti e mezzo incordati. Un conto è se devi rispondere a servizi sparati a 230 all'ora e hai bisogno che la racchetta non voli via, un conto è se giochi contro gente "normale" dopo una giornata di lavoro. A quel punto, se ti ci trovi bene, un telaio leggero ti permette di far viaggiare la testa della racchetta più velocemente, stanca meno e può essere tanto efficace quanto uno pesante. Per quanto riguarda Federer e soci: quelli praticano tutto un altro sport. Rispetto a noi hanno abilità innate diverse, fisici diversi, età diverse, velocità di palla diverse e un monte ore di allenamento diverso. Inutile far paragoni, non stanno in piedi.
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Comprendo questa reazione, sono consapevole di apparire strumentalmente controcorrente o forse, più semplicemente, lo snob sborone di turno, ciò che affermo va contro i principi enunciati da almeno 15 anni dal mercato delle racchette da tennis con alcune marche (babolat su tutte) che hanno fatto di questi principi il loro business vincente e io chi sono per poter affermare il contrario ? Eppure sono fermamente convinto, supportato anche da esperienza diretta, che ci siano connessioni tra la troppa leggerezza dei telai moderni e le numerosi infiammazioni tendinee ed articolari registrate sempre più spesso tra i tennisti amatoriali, perché è proprio a loro che mi riferisco in quanto i PRO non hanno di questi problemi con una preparazione atletica ben superiore potrebbero giocare con quello che vogliono.VANDERGRAF ha scritto:che me ne faccio della scienza se poi vado a fare il servizio con una racchetta per me troppo pesante e mi ritrovo con la spalla a pezzi ? non è che tutto quello che hanno introdotto sul mercato è solo frutto di marketing, come in precedenza avevi scritto (se non ricordo male), ci sono anche fior di progettisti che hanno creato ottime racchette fruibili da tutti. come già ti hanno fatto notare bisogna sempre separare il mondo professionistico da quello dei comuni mortali, perchè la preparazione tecnica e fisica è completamente diversa e in uno sport complesso come il tennis questa diversità genera esigenze totalmente diverse
Qualche anno fa ho subito il furto della mia borsa da tennis con delle vecchie yonex che usavo sin dalla fine degli anni '90. Non volendo cambiare tipologia di racchetta per le note problematiche connesse, ho cercato inutilmente su internet qualche usato. Finalmente, tra le tante offerte, ho trovato un modello di racchetta che sembrava simile alle mie. Consegnatemi dal corriere, ho scoperto che invece pesavano solo 275 gr. contro le precedenti che si aggiravano accordate appena sotto i 340 gr.. Le ho un po' customizzate con del piombo, portandole a poco più di 300 gr incordate. Bene, ci ho giocato per 6 mesetti, fino a quando ho cominciato ad accusare qualche dolore pungente al gomito che aumentava gradatamente ogni volta che giocavo. Presi subito la mia decisione, spinto anche dalla fortuna che il web mi aveva riservato trovando un paio di yonex rq 180 di metà degli anni '90, una pure completamente intonsa, telai che incordati risultavano pesare 350 gr.. Ci gioco da 3 anni, dolore sparito nel giro di un niente. Non contento, da circa un anno gioco regolarmente con delle Wilson Jack Kramer in legno da 370 grammi incordate. Nessun dolore, nessuna particolare fatica avvertita alla fine dell'abituale oretta settimanale che gioco. Che dire, la mia esperienza mi spinge a dare credito alle tesi che sempre più spesso si leggono anche sul web, evidentemente qualche cosa di vero ci dovrà pur essere; il telaio più pesante lo spingi per quello che il tuo fisico riesce a fare e trasferisce meno vibrazioni alle articolazioni più delicate, uno leggero, invece, lo puoi spingere e spesso lo spingi nella trans agonistica, anche oltre le tue capacità atletiche e muscolari, ergo le infiammazioni incombono ! Certo, conta molto anche la tensione delle corde (io le tendo comunque molto blande), il bilanciamento (anche se un telaio pesante difficilmente potrà essere bilanciato verso la testa, più probabile neutro o, addirittura sul manico), ma il peso è il peso e la massa che produce nell'impatto con la palla e la stabilità conseguente di una racchetta più pesante rimangono. Daltro canto, il mio primo maestro avrà avuto , a memoria, una sessantina d'anni quando mi dava lezioni ed usava un'ordinaria racchetta in legno da non meno, credo, di 380/400 gr., come tutti gli amatori della medesima età che giocavano a tennis a quei tempi quando l'epicondelite era una patologia solo dei pro.
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Re: Pallettaro, questa gramigna da estirpare :-)
Wow, quanto livore VANDERGRAF , mi sembri un indemoniato! Cosa avrò mai detto da provocare tanta adrenalina. Tra l'altro mi sembra ti sia un po' perso nei complicati rivoli della diagnostica più generale dell'epicondelite, ma questo è un sito di tennis, non di medicina . Comunque io non ho mai pensato di rappresentare un modello da seguire, desideravo solo evidenziare come una mia esperienza personale coincidesse con la tesi, sempre da più fonti sostenuta, circa il nesso tra l'uso di telai ultraleggeri di ultima ed ultimissima generazione, ancor più se coincidenti con loro alte rigidità, determinate anche dall'impiego di corde monofilamento tese ad alte tensioni, e l'aumento statisticamente registrato di infiammazioni tendinee ed articolari nella pratica amatoriale del tennis.VANDERGRAF ha scritto:e come ti ho specificato, ma puoi verificarlo anche questo facilmente da altre fonti attendibili che approfondiscono l'argomento, non si tratta solo di peso. il peso alto non è l'unica protezione contro l'epicondilite. si tratta anche di rigidità del telaio, bilanciamento, inerzia o swingweight, natura delle corde, calibro delle stesse e tensione. un telaio customizzato viene spesso snaturato e se il custom non è fatto col dovuto rispetto di quel telaio e nelle giuste proporzioni, otterrai uno strumento potenzialmente pericoloso. le frequenze vibranti sono principalmente quelle date dall'interazione tra la rigidità delle corde e quella del telaio. chi incorre nell'epicondilite è spesso per causa delle corde, a volte si trascura il fatto che le corde monofilo, ad esempio, andrebbero sostituite massimo ogni 10/15 ore. altra causa è il gesto tecnico errato, soprattutto nel rovescio a una mano. oppure la misura errata del manico, che induce a sforzare troppo i tendini dell'avambraccio. senza contare che il livello prestazionale dei muscoli e dei tendini di una persona di 40 o 60 anni è quasi sempre inferiore a quello di una persona di 15 o 30 anni. che quella stessa persona potrebbe avere situazioni a rischio anche al di fuori del tennis, come ad esempio l'uso del mouse (io ad esempio ebbi l'epicondilite in un periodo in cui non giocavo a tennis). ci sono persino cause collegate allo stile di vita e ad eventuali situazioni di salute, ad esempio il fumo, il bere poca acqua e l'uso di antibiotici peggiora lo stato di salute dei tendini. tantissime persone hanno poi il vizio di non fare alcun riscaldamento prima di giocare, sarebbe buona norma fare stretching anche subito dopo aver giocato. parli di yonex che incordate pesavano 350 grammi ma se poi thirdeye dice che usa racchette da tre etti e mezzo gli propini tre link che secondo te andrebbero in controtendenza con le sue valutazioni. scusa ma tre etti e mezzo e 350 grammi non sono la stessa cosa ? se li usi tu proteggono il braccio e se li usa lui sono pericolosi ? boh.....mi sembrano interventi piuttosto superficiali e distratti, senza malizia, ma sarebbe meglio leggere bene prima di scrivere, perchè spesso si ha la tendenza a sostenere una tesi ad oltranza senza nemmeno rendersi conto di quanto quella tesi sia vicina a quello che dicono anche gli altri. tendenza spesso tipica dei forum, della serie bastian contrario a tutti i costi, a mio avviso molto peggiore della tendenza che hai attribuito alla recente produzione babolat
Su tutto quello che hai scritto commento solo un paio di passaggi che mi sembrano esemplificativi:
- " ... pensi che una tendenza di mercato possa plasmare le sensazioni mi sembra un pò esagerato."
Facendo un po' mente locale sulla vita di tutti i giorni, ci si può rendere conto di come le scelte che facciamo, le abitudini consolidate, i gusti a cui ci ispiriamo nella vita di tutti i giorni, siano fortemente condizionate dalle politiche commerciali e l'acquisto di una racchetta non è aspetto diverso.
- " ... è vero che prima si giocava sin da piccoli con racchette più pesanti ma c'erano solo quelle e l'abitudine faceva la differenza."
Lo dici tu, l'abitudine faceva la differenza, quindi nessun controindicazione aprioristica, tanto meno clinica, esisteva allora, perchè dovrebbe esistere oggi quando la vita in generale è migliorata sotto il profilo salutistico, anche l'attesa di vita si è alzata, oltre l'età pensionabile .
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