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Gio 22 Ott 2009 - 21:33
Ragassuoli un salutone a tutti
prima di lasciarvi posto la raccolta che l'utente Felipo ha pazientemente fatto e mi ha spedito di alcuni scritti frutto della collaborazione fra me e l'amico-collega allenatore Satrapo, è un buon database di informazioni di base, trucchi e piccoli segreti
Spero di aver dato una mano a qualcuno a migliorare il suo tennis ed è stato un vero piacere collaborare attivamente allo sviluppo di questo forum in una discussione costruttiva con tutti.
Ricordo in particolare i primi tempi quando in quattro gatti ci si scambiava due post in un intero giorno ed è davvero stato divertente. Da allora il forum è rapidamente cresciuto e spero di aver contribuito anch'io a renderlo un buon luogo di dialogo e confronto
Um bejo a todos Cool


------------------------------------------------------------------ WIK ROVESCIO UNA MANO --------------------------------------
E´quasi impossibile stabilire senza vedere dove sia il problema.
Ma si spuo´stabilire i dati salienti di un rovescio a una mano che é un colpo molto diverso nella distribuzione dei pesi da un rovescio a due mani. Stabilito che tu lo fai bene stilisticamente e questo é giá importante, la differenza sostanziale con il dritto e il rovescio a due mani é la quasi assenza della ritenzione di palla. Il tempo di permanenza della palla nelle corde che é quell'in piú in grado di dare a un normale colpo la velocitá necessaria a diventare un colpo incisivo nel rovescio a una mano é quasi nulla. In quel brevissimo periodo di ritenzione scarichiamo i pesi accumulati nella preparazione del colpo, ginocchia, busto, peso del corpo, braccio, rotazione della spalla sulla palla. Ed il tempo é sufficientemente lungo da accumulare appieno l'energia potenziale.
Nel rovescio a una mano questo non succede, ovvero, avendo l'unica spalla che sta lavorando la destra, la destra altro non puó fare che da perno fisso su cui ruota il colpo.
Da questo che ne deriva ? Ne deriva che l'energia accumulata nella preparazione viene scaricata in un solo attimo estremamente breve sulla palla, senza possibilitá di correzione alcuna.
Avete mai notato come nel dritto possiamo variare di molto il punto d'impatto della palla ? Piú avanti, piú indietro, piú vicino al corpo, questo perché il lungo periodo di ritenzione ci concede comunque il tempo e il movimento per scaricare i pesi sulla palla. Il colpo piú o meno riesce lo stesso a velocitá per lo meno decente. Nel rovescio a una mano questo non puo´avvenire, se sbagliamo appena qualcosa la palla esce o morta o impazzita.
Stabilito questo si comprende come sulla palla da colpire il momento di scaricare peso é unico, uno solo e imprescindibile. Il peso deve arrivare tutto in quell'unico istante giá pronto e confezionato. L'energia potenziale accumulata viene scaricata ed esplosa tutta in un colpo solo.
Ne deriva che il punto di impatto della palla nel rovescio a una mano é avanzato, una minima variazione di quel punto d'impatto non ti dá sufficiente forza per effettuare un vincente. Il timing in cui senti tutto il peso che hai accumulato scaricarsi appieno sulla palla é fondamentale uno, unico e imprescindibile. Avanzando quel punto, che molto grosso modo corrisponde al momento di uscita di palla del dritto possiamo ottenere la resa potenziale.
La distribuzione del peso dall'indietro all'avanti deve arrivare a quel punto d'impatto in pieno carico e scaricata tutta a grande velocitá, non c'é tempo di ritenzione e correzione alcuna. E questa velocitá di scarico di peso la posso ottenere solo aumentando la velocitá del braccio. Il braccio quando picchio per un vincente viaggia a velocitá supersonica, il punto d'impatto resta uguale, ben avanzato, ma la velocitá del braccio non deve superare il livello definito "di confort" al fine di non strappare il colpo.
Il rovescio a una mano é un colpo strappato per definizione visto che l'esecuzione é estremamente rapida, ma lo é anche per tensioni muscolari, e mi spiego meglio. Mentre nel dritto e nel rovescio a due mani possiamo e dobbiamo al fine della resa migliore rilasciare totalmente la muscolatura in preparazione, tenderla al massimo in fase di impatto e rilasciarla nuovamente in uscita, l'obbligo di dare grande velocitá e stabilitá al braccio nel rovescio a una mano mano ci costringe a tendere la muscolatura ben prima dell'impatto, ma non troppo, ovvero esiste una misura perfetta che ci consente l'effetturare il colpo in maniere corretta, ma non il troppo tale da indurire il colpo e scaricare energie nella muscolatura e non sulla palla. Ma il rilasciamento muscolare in uscita é fondamentale, la racchetta va da sola verso la rete e la punta della racchetta si alza a fine colpo naturalmente.
Il rovescio a una mano é un colpo estremamente tecnico e fatto di precari equilibri. La combinazione difficile e perfetta di questi equilibri rendono il normale rovescio in un rovescio incisivo e vincente e mi raccomando, punta del piede destro rivolta verso la rete o quasi, non parallelo alla rete altrimenti come facciamo a scaricare il nostro peso dall'altra parte del campo ? E' incredibile quanti malgrado ore e ore di maestri e anni di gioco praticato ancora mettano quel piede in maniera errata compromettendo tutta l'esecuzione !

L'esercizio per abituarsi a questo é 1 10 100 1.000 10.000 rovesci fatti uno di seguito all'altro OSSERVANDO LA PALLA FINO ALL' ULTIMO ISTANTE, non distogliere mai la vista dalla palla fino all'impatto, tenendo bene avanzato il punto d'impatto e trovando il tempo corretto in cui senti tutto il peso del corpo scaricarsi sulla palla. Pian piano si sente e si trova questo punto e si comincia a sentire che é un punto unico e imprescindibile al contrario del dritto e nel rovescio a due mani. Una volta trovato si comincia a velocizzare il braccio, sempre un po' di piú, sempre un po' di piú, finché si raggiunge il punto limite oltre il quale l'eccessiva velocitá rende il colpo nervoso. E questo va fatto 1 10 100 1.000 10.000 volte. Quando la velocitá di esecuzione é meccanizzata, il rovescio a una mano diventa micidiale.

Spero di essermi spiegato sul campo é molto , ma molto piú semplice che in un topic.

Adesso che vi siete beccati la filippica, buon tennis a tutti.



-------------------------------------------- WIK POLSO E DIRITTO --------------------------------------------------------------

Allora....allora.
Questo benedetto polso che NON DEVE MUOVERSI e DEV'ESSERE A 90 GRADI.

facciamo due tre ragionamenti
Come posso colpire la palla per avere sempre lo stesso riferimento e di conseguenza ritrovare il controllo sulla base del colpo precedente ?
Come posso resistere col polso all'impatto violento della pallina senza avere un cedimento e di conseguenza una variazione della direzione ?
Come posso trasferire tutta la potenza del mio swing senza dispersione alcuna ?
Come posso determinare una costante nella determinazione della lunghezza della mia palla ?

risposta
solo bloccando il polso a 90 gradi, pensateci per benino e se qualcuno ha un'idea migliore in proposito lo dica che rivoluzioniamo il concetto di tennis moderno, scriviamo due righette a Bollettieri dicendogli chiaro e tondo che non aveva capito un'ostrega. Ma.....
quasiasi altra posizione non risponde ai requisti richiesti o per un motivo o per un'atro.

Quando parli di queste cose, l'obiezione e la perplessitá che gli allievi ti fanno é :
ma se io frusto tiro piú forte
ma i pro frustano.
Sulla prima é in minima parte vero, nel senso che se mi arriva una palla lenta la frustata di polso aumenta la velocitá di palla, ma é anche vero che se la palla che mi arriva é forte questo minimo vantaggio viene perso e perdo potenza invece di guadagnarne, e i requisiti alle altre domande vengono meno.
Sulla seconda é falso, i pro non frustano, solo pochissimi lo fanno e con scarsi risultati, uno é Gasquet, infatti il suo dritto é una schifezza, un altro é Verdasco, infatti il suo dritto anche se molto potente per il braccio bionico che si ritrova é incostante al massimo, ci son giornate che ne azzecca uno su due e ci son periodi che perde anche da mio zio Pino, e uno dei motivi é proprio questo.

Il modo corretto con cui si usa il polso nello swing e che sembra una frustata in realtá é l'effetto catapulta derivante dal posizionamento del polso, una sorta di polvere pirica aggiunta che ti consente di lanciare il braccio a velocitá superiore. Se avete un po' di pazienza con l'attenta lettura di qualche video riusciamo a beccare il movimento perfetto e anche a capire perché ad Alex (Djoko) scappa qualche dritto di troppo.

Partiiamo da Federer, concentratevi esclusivamente sul polso e scandite bene i secondi
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dal secondo 0 al secondo 14 il polso é a 180 gradi

al secondo 15 improvvisamente appare la posizione 90 gradi, ma guardate bene l'apertura della racchetta, parallela alla linea laterale, e del braccio, quasi perpendicolare alla linea laterale, quello é il momento perfetto per posizionare e ottenere l'effetto catapulta. In pratica la racchetta rimane immobile ed il braccio, comandato dal gomito, é giá quasi a metá dello swing. Il polso rilasciato consente questo, parte il braccio, ma la racchetta no, il polso si flette a 90 gradi e l'arco é pronto per scagliare.
Per i piú esperti c'é un altro particolare importantissimo da notare al secondo 14, é partita l'anca e il busto é fermo. Ovvero il posizionamento del polso corrisponde esattamente al famigerato anticipo d'anca, Federer oltre alla racchetta in quel preciso istante ha caricato anche il busto a mó di arco.

Il posizionamento della racchetta prosegue parallela fino al secondo 17, mentre il polso é ancora bloccato a 90 gradi, il braccio é alla massima velocitá, il busto stá scaricando tutto il suo peso di rotazione, e la flessione delle ginocchia stá scaricando tutto il peso in avanti, lo notate da come la linea in basso della fine dei pantaloncini si alzi.
MOSTRUOSO, ha caricato tutto il possibile e ora lo stá lanciando contro la palla, notate la palla dov'é, quasi é arrivata e la racchetta é ancora parallela

Tutto ora vá a impattare, al secondo 18, la racchetta facendo perno sulla spalla e la rotazione di busto si posiziona a 90 gradi rispetto alla linea laterale in posizione ben avanzata rispetto al corpo, polso ancora bloccatissimo.

CONCLUSIONI
polso a 90 gradi, bloccato, che NON VA' POSIZIONATO A FINE APERTURA, ma rilasciandolo si posiziona per inerzia del peso della racchetta a braccio giá in esecuzione dell swing.

Secondo 20, guardate dove Federer stá guardando, guarda ancora il punto d'impatto, non alza la testa, perché ? Perché la testa é pesante e il movmento di rialzo della testa a guardare la pallina potrebbe pregiudicare la riuscita del colpo. Ma notate il polso che é quello a cui noi interessa. Ritorna a 180 gradi o quasi, perché ? perché la muscolatura si stá tutta rilasciando, guai a farla rimanere rigida. L'irrigidimento della muscolatura prima e dopo l'esecuzione pregiudica enormente il risultato. La muscolatura é a pieno regime di tensione muscolare solo ed esclusivamente al momento dell'impatto, polso compreso, che vá mollato subito dopo e per decontrazione quasi rimbalza a 180 gradi dai 90 di partenza.

Passiamo ora ad Alex-Djoko per vedere il suo errore, ma prendiamo un video differente a quello postato che rende piú chiaro il problema
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Secondo 09, posizione del polso giá presa, faccia della racchetta a 90 gradi rispetto alla linea parallela. SBAGLIATO, perché questo non consente di caricare la catapulta.

Ma guardate che combina per ovviare al problema, al secondo 10 rimette il polso a 180 gradi, fa quello che abbiamo visto dul dritto di Federer, e rimette in posizione 90 gradi al secondo 14.
Quel movimento in piú é dannoso, come ogni movimento in piú del tennis, gli fa perdere tempo nell'apertura per niente, gli fa contrarre la muscolature per niente, gli fa perdere i riferimenti di meccanismo automatico.
Ok é vero che corregge, errore gravissimo é posizionare il polso a fine apertura e non a swing giá lanciato per inerzia della racchetta, ma comunque la perdita di riferimento meccanico ti sballa il risultato e secondo la logica che non é mai troppo presto per aprire ti fa semplicemente perdere del tempo preziosissimo che puó costringerti a volte ad affrettare l'esecuzione per sopperire al tempo perduto.

Ed ora che conoscete alcuni dei segreti del polso, godetevi l'effetto catapulta che mette Nadal
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sul suo posizionamento di polso, addirittura butta la racchetta quasi all'indietro, ma la mantiene sempre a faccia parallela all linea laterale, mai si deve buttare a faccia perpendicolare.


------------------------------------------------------------- WIK TAPPO ----------------------------------------------------


Il controllo del tappo verso la rete é un buon esercizio.

Piú che un esercizio vedo se riesco a spiegare una filosofia che é davvero una frontiera del tennis. Un importante aspetto che é in grado di migliorare molto il nostro tennis. Rilasciamento muscolare.
Se date per benino un'occhiata a Murray non capite bene da dove arriva tutta quella birra che ha in corpo da diventare numero ex 2 al mondo, ora numero 3 e candidato allla successione al trono.
Ok, tatticamente é una volpe, ma i suoi colpi non sembrano tecnicamente poi cosí eccezionali da competere a quei livelli. C'é di meglio, ma se lo osservate bene sembra stia cascando da un momento all'altro quando colpisce, a volte penso "adesso gli casca pure la racchetta di mano". E' davvero l'esponente piú alto del concetto :
Meno muscoli mettiamo in moto e piú li usiamo solo al momento necessario, piú i miei colpi sono precisi e potenti.
Avevo delle foto in sequenza di Kuerten a torso nudo che esplicavano perfettamente la cosa, purtroppo le ho perse, vediamo se riesco nel difficile compito di spiegarlo in uno scritto usufruendo dell'input del corretto posizionamento del polso a fine apertura.
Dapprima bisogna provare senza racchetta.
Si parte dalla posizione di attesa e si esegue il movimento di apertura teorico, si passa con la mano ad altezza dell'orecchio con le dita puntate verso l'alto, fate il movimento lentamente e arrivate a posizionare il braccio fino a fine apertura. Non avete la racchetta in mano e siete comodamente seduti sulla sedia del pc. Fatelo e rifatelo in maniera rilassata, senza forzare assolutamente nessun muscolo, usate solo i muscoli necessari per farlo.
Noterete due cose, i muscoli usati sono pochissimi, e il polso a fine apertura é a 180 gradi, non a 90, se volete metterlo a 90 dovete usare i muscoli del polso e della mano, ma ci siamo imposti di usare solo ed esclusivamente i muscoli necessari senza tendere gli altri.
La velocitá di un movimento di uná muscolatura rilasciata é molto maggiore di una muscolatura irrigidita.
Velocitá di esecuzione e controllo del movimento, abbiamo ottenuto due fattori importantissimi. Se velocizzate ora la cosa pian pianino noterete che se manteniamo i principi iniziali, l'apertura é estremamente rapida e armonica e il polso si posiziona come vogliamo.
Se a questo punto aggiungiamo lo swing sempre partendo da un movimento lento e seguendo la filosofia possiamo pian piano raggiungere velocitá eccezionali, partendo da una posizione di fine apertura rilasciata e irrigidendo la muscolatura lentamnete solo al bisogno, ovvero quando siamo prossimi al punto d'impatto.
Aggiungiamo ora la racchetta, ma siamo sempre senza palla e rifacciamo nello stesso identico modo gli stessi movimenti e ripetiamo la sequenza. Non cambia molto fino a fine apertura, in piú usiamo solo i muscoli necessari per impugnare il manico, ma tentiamo di usare il meno possibile anche quelli impugnando quasi solo con le dita lievemente ed in pistol allungatissima.
A fine corsa anche con la racchetta in mano siamo a 180 gradi col polso e soprattutta con l'importante punta abbassata rispetto all'asse del braccio. Ora facciamo lo swing e noteremo una cosa, che se impugnamo molto lievemente e facciamo un piccolo scatto in avanti pensando come dev'essere che é il gomito a comandare lo swing, la racchetta rimane dov'é perché non ha muscoli e pesa, il braccio prosegue la sua corsa in avanti usando solo i muscoli necessari e il posizionamento del polso avviene naturalmente a 90 gradi proprio per inerzia del movimento e la muscolatura del polso si tensiona da sola quando siamo prossimi al punto teorico d'impatto.
Velocizziamo ora tutto questo movimento, sempre facendo attenzione a rilasciare il piú possibile tutto quello che non é strettamente necessario e mandate tutto in tensione totale solo ed esclusivamente al momento d'impatto scoprirete tre cose
puoi raggiungere velocitá di apertura e swing mai raggiunte
posizioni il polso in maniera naturale e corretta rispettando perfettamente i tempi
avrete capito il movimento di Murray del dritto in slow motion che nel frattempo vi siete guardati una ventina di volte e lo sentite simile al vostro.
Quando andate in campo tentate prima di giocare di ripetere tutta la sequenza e poi tentate di farlo con palla in arrivo, dapprima con uno scambio molto lento e poi pian piano aumentandolo.
Aggiungiamo un piccolo trucco. Se tensionate a piacimento il braccio sinistro aiutate cosí il bilanciamento dei movimenti rilasciati della parte destra rispetto all'asse del corpo, ed ecco il perché nelle foto e nei clip si vedono quelle braccia e mani sinistre rattrappite a mó di fil del terrore.

------------------------------------------------------ SaTRAPO TAPPO -------------------------------------------------------

remesso che gli elastici sono sempre una buona soluzione le visualizzazioni/metodologie più diffuse sono:

Puntare la palla in arrivo con il tappo della racchetta in fase di apertura: costringe il polso ad assumere la posizione corretta prima dello swing ma è una soluzione temporanea per memorizzare la posizione di partenza in quanto a mio avviso "vizia" ad una apertura con la racchetta troppo bassa.

Iniziare lo swing immaginando che la racchetta sia conficcata nel telone di fondo alle proprie spalle e che vada sfilata da li andando a colpire: in sostanza si cerca di limitare il movimento a sportello che è quello che mette fuori posizione il polso aprendo il suo angolo.

Esistono in commercio anche attrezzi studiati e sponsorizzati da grandi nomi per bloccare il polso ma io li sconsiglio non perchè siano poco efficaci, in realtà funzionano benissimo, ma semplicemente perchè si può ottenere lo stesso risultato con un paio di elastici ed i soldi risparmiati ve li mangiate in pizzeria


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Il problema é di facile o non facile soluzione a seconda di quanto impegno ci si mette.
Il perché si vá in trottola dipende ovviamente dal peso che non é scaricato in avanti, ma del perché non lo si fa dipende puó dipendere da piú di una ragione.
Il metodo piú semplice é l'autocorrezione, sforzarsi di dare appoggio sul piede destro e spostare il peso al momento di colpire in avanti caricando meno possibile il sinistro e usandolo solo per scaricarci il peso del destro al momento di colpire. Da qui si comprende poi se il problema dipende da una cattiva ricerca della distanza.
Se infatti ci si appoggia troppo sul sinistro é perché appoggiando su entrambi i piedi possiamo equilibrarci meglio per correggere la distanza di palla al momento di colpire, cosa che si deve evitare, niente pigrizia e procurare la distanza giusta.
Il problema puó anche dipendere dalla pigrizia nel flettersi, un buon topspin é dato di gambe e di braccia, la trottola a volte sopperisce alla flessione chiudendo in se stesso il colpo per coprire ció che non riusciamo a fare con il corretto movimento, ma il risultao é una palla coperta si, ma davvero senza peso.

C'é un esercizio da fare che mi é stato consigliato perché ho avuto anch'io un periodo che andavo in trottola. Te lo riporto esattamente come é stato consigliato a me (fonte Satrapo)

Palmi delle mani rivolti verso il cielo e un bel manico di scopa impugnato distanziando le mani di circa una volta e mezza la larghezza delle spalle.

Con una pallina a terra un paio di metri alla tua destra, steppi e cerchi la palla nell'immaginario punto di impatto in corrispondeza della pallina a terra in modo da arrivare pronto a colpire in semiopen con il corretto piegamento delle gambe e tutto il resto. Il manico di scopa impugnato con i palmi rivolti verso l'alto simulerà egregiamente una apertura reale, con il sinistro ben puntato all'esterno e la destra allineata correttamente verso la palla immaginaria in arrivo, ovvero come se il tappo della racchetta puntasse la palla in arrivo. Da questa posizione, in un attimo di still controlli (o fai controllare da uno che lo sappia fare) che:

Gli appoggi siano corretti per una semi-open, ovvero peso al 90% sul destro, sinistro scarico, un po più avanzato verso la rete rispetto al destro con tallone se vuoi leggermente sollevato.

Il manico di scopa deve esere perfettamente allineato con la riga laterale, ovvero devi puntare perpendicolarmente verso la rete (e verso il telone di fondo dalla parte opposta). E' MOLTO IMPORTANTE che la torsione di busto non superi questo angolo, il manico di scopa deve essere parallelo alla riga laterale e non andare oltre questo angolo.

Dopo questo istante di still ruoti il busto portano la scopa parallela alla linea di fondo, e NON OLTRE, con un movimento fluido, non strappato, morbido ma non lento, in modo da ritrovarti a guardare la rete con il busto perfettamente parallelo ad essa. Una cosa fondamentale è evitare di fare microaggiustamenti quando dallo still si inizia la rotazione: molti commettono l'errore di ripartire dallo still col "la rincorsa", ovvero effettuando una ulteriore micro-torsione per prendere slancio prima di iniziare la rotazione di ritorno del busto: DA EVITARE COME LA PESTE! Sei fermo in posizione di apertura e da qui parti con la rotazione, non ci devono essere microaggiustamenti.

Durante la torsione dovrai avanzare di circa una ventina di cm verso la rete, in pratica la scopa dovrà trovarsi ASSOLUTAMENTE PARALLELA alla linea di fondo, ma appena ultimata la rotazione di ritorno dovrai essere più avanzato di una 20ina di cm rispetto alla pallina a terra in corrispondenza dela quale hai mimato l'impatto.

L'vanzamento dovrai ottenerlo facendo lavorare le gambe come in un vero colpo, ovvero spingendo dal basso ed in avanti verso la palla, in modo da garantirti l'avanzamento senza avere la consapevolezza di "saltare": sarà un avanzamento durante il quale i piedi si manterranno veramente vicini al terreno anche nella fase aerea. Non sarà un salto, sarà una conseguenza della translazione del peso in avanti.

Ripeti la sequenza tornando al punto di partenza con ricerca di campo tennistica, magari approfittane per perfezionare il footwork concentrandoti sul cross-over, quindi steppi e riparti verso il nuovo impatto immaginario.

In questo modo appoggi e busto inizieranno a lavorare in maniera indipendente: le gambe per verticalizzare il peso sulla palla mentre il busto ruoterà senza interferire con gli appoggi.

Se vuoi allenare anche l'addome e gli obbliqui pui utilizzare un bastone pesato senza però esagerare con il carico, va già bene un bilanciere piccolo senza pesi, ma solo quando eseguirai l'esercizio con precisione millimetrica con il manico di scopa: in generale non caricate mai prima di aver acquisito a perfezione la dinamica dell'esercizio.

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Dritto in semi-open va bene se ti viene bene, l'occhio dominante non è che di per se impedisca oppure obblighi una esecuzione od un'altra. Un giocatore destrorso con occhio sinistro dominante può colpire benissimo il dritto in open, magari lo si vedrà guardare la palla con la testa leggermente più ruotata a destra rispetto ad un giocatore con occhio destro dominante.

Riguardo al rovescio (e questo vale ancor di più per il dritto) aprire con la racchetta ben alta aiuta ad accelerarla e in genere rende il movimento più fluido perchè nella prima parte dello swing il braccio-racchetta correrà in "discesa". Però il movimento risulterà più complesso da gestire e quando la velocità di palla dello scambio diventerà più elevata sarà richiesto un tempismo ed un controllo del braccio-racchetta più che buono, altrimenti si incontreranno difficoltà nel trovare bene la palla in fase di impatto. Per questo spesso nelle fasi iniziali dell'apprendimento si privilegia uno swing in cui la racchetta parta dal basso, sia per la maggiore semplicità di esecuzione, sia per enfatizzare il concetto chiave di verticalità durante l'impatto dato che i principianti tendono a colpire la palla muovendo la racchetta parallela al terreno, mentre il tennis si gioca dal basso verso l'alto.

Passando alle impugnature da bimane, fermo restando che a diversi stili di impugnatura corrispondono anche differenze a livello di esecuzione e di swing vediamo di distinguere i vari casi.

Un giocatore destrorso BIMANE PURO utilizzerà per la mano destra prese che vanno dalla continental fino alla eastern o addirittura semi-western di dritto (si avete capito bene ci sono casi limite di giocatori che mantengono quasi una semiw. di dritto piegando moltissimo il polso per inclinare adeguatamente il piatto corde) mentre sulla sinistra utilizzerà solitamente o una eastern o al massimo una semi-western di dritto mancino, poichè in questi casi si identifica la presa come se si stesse osservando un dritto portato con la mano sinistra. (per questo di un giocatore destrorso che gioca un rovescio bimane puro si dice che ha un rovescio bimane sinistra dominante, e l'impugnatura significativa è quella della sua mano sinistra, letta come se fosse un dritto mancino).

Ci sono poi giocatori dal rovescio bimane che adottano sulla loro mano dominante prese da rovescio ad una mano o quasi: in questo caso siamo di fronte a giocatori che in realtà eseguono un rovescio ad una mano con l'assistenza aggiunta della mano non dominante la cui impugnatura varia ma non è più significativa perchè in realtà a condurre ora è la mano dominante del giocatore, e in questo caso l'impugnatura che conta è quella della mano destra (giocatore destrorso) letta come se fosse un rovescio monomane. (tutto il contrario di quello che accade per i bimani puri)
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Gio 22 Ott 2009 - 21:37
-------------------------------------------------- ROVESCIO BIMANE SATRAPO -------------------------------------------------

Allora di fronte ad un rovescio a due mani che vuole e deve essere migliore di com'è bisogna prima guardare l'impugnatura per capire che tipo di rovescio a due mani si ha di fronte poichè nel tennis si possono con buona approssimazione identificare due grandi tipologie di colpo bimane (mi riferisco sempre ad un giocatore destro per comodità)

Destra dominante e sinistra dominante identificabili dall'impugnatura della mano destra (la dominante) sulla racchetta.

Se la mano dominante assume una impugnatura eastern o (più raramente) semi-western di rovescio (o comunque esegue una rotazione più o meno decisa tanto da superare la continental e portarsi verso una impugnatura di rovescio) il colpo sarà destra dominante, ovvero molto più simile ad un rovescio ad una mano "assistito" piuttosto che a un colpo bimane puro in quanto l'impugnatura della destra consentirebbe teoricamente di eseguire il colpo nella stessa maniera anche staccando la mano. In questi casi se il giocatore è giovane non si esclude l'evoluzione verso il colpo ad una mano, evoluzione che però non è una necessità, ma solo una possibilità.

Concettualmente quindi il rovescio bimane destra dominante risultando in qualche modo simile ad un rovescio monomane sfrutta meno il busto e quindi la spinta e la profondità andranno ricercate soprattutto nel lavoro delle gambe e nella translazione in avanti del peso. Normalmente è più critico questo secondo aspetto poichè spesso questi tipi di rovesci soffrono di cronica tendenza a colpire in arretramento aprendo il busto in maniera eccessiva il che si tradurrà in carenza di peso sulla palla ed eccessiva dispersione verticale dell'energia del colpo che risulterà spesso corto e fiacco.

Essendo la seconda mano sulla racchetta il classico accorgimento di sbracciare indietro con la sinistra in fase di swing non può essere adottato per contrastare l'eccessiva apertura del busto che può risultare "rognosa" da eliminare, si può provare allora a puntare la palla in arrivo con la spalla destra tenendovi il mento vicino, quasi appoggiato.

Se invece la mano dominante impugna non oltre la continental (addirittura alcuni mantengono per la dominante una impugnatura di dritto ) siamo di fronte al rovescio bimane "puro" dove la non dominante guida il colpo e la dominante funziona praticamente da perno.

In questo caso quello detto da Alcol e Ciccio è corretto ed esaustivo.

ciccio ha scritto:
Bene dice alcol, sbatti quel piede per terra, abbassa le ginocchia, ma pensalo come un dritto fatto con la mano sinistra, raspa poco e senti la sinistra che spinge insieme a tutto il corpo che si proietta versa la rete, ritiene la palla e poi la rilascia come nel dritto, é questo il timing corretto del rovescio a due mani e non la raspata con il braccio destro che ti fa perdere una marea di incisivitá del colpo, la raspata viene da sola senza spreco di dinamica della potenza del colpo alzando i gomiti a chiusura del colpo (importantissimo). Provalo cosí e diventa cattivo come il dritto.


Pensare e percepire il colpo relativamente allo swing come un dritto portato con la non dominante è il punto chiave per una esecuzione potente e profonda, anche se bisogna distinguera appunto tra swing e gambe.

Le gambe infatti non assumono una posizione paragonabile a quella di un dritto giocato con la sinistra (non ci si trova quasi mai open come spesso accade nel dritto) e la gamba destra ben davanti al corpo gioca un ruolo determinate nella corretta traslazione del peso verso la palla.

Quando Ciccio invita a "sbattere" il piede destro a terra dimostra ancora una volta di aver avuto parecchio a che fare con coach ed allenamenti di alto livello infatti spesso si invita proprio a sbattere rumorosamente a terra il destro quando si ultima il posizionamento del compasso prima di andare a colpire.

In questo modo il giocatore focalizza la sua attenzione sulla criticità di quell'appoggio per ottenere spinta di gambe e traslazione ottimale del peso verso la palla. In questo tipo di rovescio inoltre la rotazione e conseguente spinta del busto svolge un ruolo determinante per imprimere peso alla palla: cerca di percepire lo swing come "iniziato" più che dalle braccia proprio dalla rotazione del busto verso la palla, come se la racchetta restasse leggermente indietro all'inizio per recuperare sulla palla con una bella e decisa ("cattiva") frustata.

Importantissima è anche l'apertura che deve essere semplicissima, quasi scarna. Ruotare il busto con braccia distese, decontratte e la racchetta relativamente bassa costituiscono già una buona apertura: tutti i fronzoli inutili levano efficacia al colpo.

Peso, appoggio, busto e spinta di gambe, fluidità e semplicità di movimento.

PS. nell'analisi delle impungature ho tralasciato la mano non dominante perchè nel rovescio bimane c'è poco da variare: praticamente sempre "vicina" ad una eastern di rovescio (o più correttamente di dritto dal punto di vista della non dominante, anzi più esattamente si utilizza un mix tra eastern e semi-western in base al tipo di palla da fronteggiare e all'altezza alla quale si andrà a colpire)

--------------------------------------------------------- SATRAPO GENERALE -----------------------------------------------------

Ragazzi non dimentichiamoci però che il tennis è uno sport asimmetrico. Ho detto questa banalità perchè sono impazzito? No. (Forse sono pazzo ma per altri motivi )

Non commettete l'errore di pensare al dritto e al rovescio come se fossero due colpi speculari poichè sono totalmente diversi per caratteritiche e potenzialità: data la stessa palla da giocare alcune soluzioni saranno possibili (o impossibili) se la andrete a colpire di dritto o di rovescio.

E in particolare a parità di controllo del colpo il dritto consente soluzioni più offensive e completezza di angolazioni. (attenzione: il rovescio può in alcuni casi offrire angoli più estremi ma il dritto vi consente di tirare virtualmente ovunque, per questo ho parlato di completezza)

Questo vuol dire che nel tennis moderno il dritto è il motore del gioco, potete avere nel vostro ottimo rovescio il colpo migliore, fare di questo colpo un'arma offensiva e micidiale ma non potrete costruire il vostro gioco SOLO SUL ROVESCIO.

Quindi il vostro dritto deve necessariamente salire a livelli molto buoni per solidità e capacità di spinta, potrete certo avere un rovescio migliore del dritto ma non potrete avere un dritto debole. MAI.

In parole brutali spostarsi sul rovescio non è ammissibile, mentre parecchi giocatori anche professionisti si spostano (e anche molto) sul dritto per colpire. Cerchiamo di capire il perchè.

Per prima cosa anche i mostri sacri del rovescio (Gasquet, Gaudio, Nalba..) se hanno una palla morbida, lenta, centrale, quasi sempre scelgono di girarsi sul dritto per forzarla, ma comunque non vedrete mai un PRO nello scambio da fondo spostarsi marcatamente per cercare il rovescio, mentre è piuttosto comune vedere professionisti fare anche metri e metri per andare a colpire di dritto palle destinate al loro rovescio. (Il Moya dei tempi d'oro faceva chilometri per giocare di dritto)

In sostanza un dritto micidiale può difendere un rovescio debole ma un rovescio anche se stellare non potrà difendere un dritto traballante.

Il grande vantaggio "tattico" del dritto sta nella soluzione anomala che manca (quasi) completamente al rovescio. (Si può generare un angolo anomalo anche con il rovescio ma non si riuscirà a generare spinta o potenza tale da chiudere il colpo, e comunque vedremo che non si tratterebbe lo stesso di una soluzione conveniente)

Teniamo bene a mente che spostarsi per colpire di dritto o di rovescio palle che per posizione sarebbero destinate all'altro fondamentale comporta spostamenti supplementari e perdita della copertura del campo, quindi questi innegabili svantaggi devono essere compensati o da un vincente vero e proprio, o comunque dall'esecuzione di un colpo che metta il mio avversario in estrema difficoltà.

Immaginate in uno scambio da fondo una palla leggera sulla vostra 3/4 sinistra, un giocatore dal buon dritto potrà spostarsi per colpire di dritto e avrà a disposizione due soluzioni per sfondare di potenza: lungolinea e sventagliata anomala.

Se invece su una palla equivalente nella 3/4 destra un giocatore si spostasse per colpire appunto di rovescio che soluzione avrebbe per spingere? Praticamente solo il lungolina, dato che una sventagliata anomala di rovescio non può essere giocata con la sufficiente potenza.

Inoltre è un dato di fatto che 9 giocatori su 10 abbiano nel dritto il colpo più potente, quindi spostandoci sulla destra per colpire di rovescio incontreremo i colpi provenienti dalla diagonale del dritto del nostro avversario, ovvero sicuramente avremo di fronte palle mediamente più pesanti.

E sempre per questo motivo anche riuscendo a generare un angolo anomalo di rovescio con sufficiente potenza la nostra sventagliata troverà il dritto dell'avversario, ovvero ci troveremo nella spiacevole situazione di spingere sul colpo migliore del nostro contendente.

In sostanza spostarsi sul rovescio vuol dire fare più strada ed andare a sacrificare la copertura del campo per contrastare palle che arrivano dalla diagonale del dritto del nostro avversario (quindi normalmente più pesanti perchè 9 giocatori su dieci riescono a dare più pressione sulla diagonale del dritto) risultando prevedibili (abbiamo solo il lungolinea) e qualora fossimo in grado di generare un angolo anomalo di rovescio (cosa più unica che rara) giocheremmo un colpo sicuramente non potentissimo sul colpo migliore dell'avversario.

Spostarsi sul dritto invece ci porta a contrastare palle che arrivano dalla diagonale di rovescio del nostro avversario (presumibilmente quindi meno pesanti) e ci mette in condizione di scegliere tra due soluzioni di potenza: lungolinea o sventagliata anomala, con il vantaggio che la sventagliata anche se meno devastante della soluzione lungolinea incontrerà il rovescio del nostro avversario. (quasi sempre il suo colpo meno forte)

Spostandomi sul dritto avrò sacrificato la mia copertura di campo ma avrò ottenuto un vantaggio tattico potendo spingere forte sia lungolinea che nell'angolo anomalo.

Per questi motivi è impensabile costruire il proprio gioco da fondo sul rovescio, curate giustamente la vostra "arma" ma il dritto non può essere trascurato: deve necessariamente diventare un colpo solido capace di spingere e di tenere per presidiare la diagonale del dritto, perchè su questa diagonale la palla viaggia in media molto più veloce rispetto alla diagonale opposta.

Ripeto un dritto forte può difendere un rovescio debole ma un rovescio stellare non può reggere la baracca da solo se si ha un dirtto traballante.

RussianTennisGods ha scritto:
Un altra chiave per me è il servizio...
evitare al massimo i doppi falli! Infatti da qualche anno sono passato da una prima piatta forte ed una seconda vergognosa e tanti doppi falli ad una prima onesta e un pò lavorata, una seconda un pò meno vergognosa ma 2-3 doppi falli a match (giornate particolari di skazzo a parte).
una scelta di solidità che paga, i doppi falli fanno malissimo al mio già instabile carattere.


Servire non deve essere evitare i doppi falli.

E' giustissimo abbassare la velocità della prima per aumentare la percentuale di palle servite ma bisogna lavorare affinchè questa velocità di crociera della prima sia sufficientemente alta per creare problemi all'avversario. Gli ace contano relativamente poco (A meno che non ne facciate 30 a partita ovvio ) ma la prima deve mettervi lo scambio in mano.

Non dovete risolvere il problema di una seconda debole abbassando la velocità della prima tanto da metterla sempre in campo, perchè potrebbe risultare tremendamente inefficace: dovete risolvere il problema della seconda lavorando sulla vostra seconda affinchè diventi solida e sicura.

La prima e la seconda sono due colpi diversi, la prima deve avere percentuali decenti e creare problemi all'avversario, la seconda deve avere percentuali prossime al 100% e risultare quanto più inattacabile e fastidiosa possibile. Cesti su cesti quindi di prime e di seconde trattandole come due colpi diversi, e una cosa: il colpo che i professionisti allenano di più e più a lungo è il servizio, e ci lavorano durante tutta la carriera. A livello agonistico-amatoriale invece è il colpo su cui ci si allena di meno. Dovete servire tanto, ma proprio tanto e servire provando soluzioni centrali, ad uscire, effetti differenti: mettete sempre un birillo, un bersaglio, non servite mai a "vanvera" allenatevi a mirare sempre, sia la prima che la seconda. Il piazzamento nel servizio è fondamentale: il giorno che pizzicherete l'avversario che ha difficoltà a rispondere di rovescio (o al centro, o ad uscire..) vi porterete a casa i turni di servizio sul velluto.

RussianTennisGods ha scritto:
TATTICA
come fare ad entrare subito in partita e capire un avversario che non si è mai visto giocare?
come decidere cosa fare contro un avversario che non si conosce?


Purtroppo molti non riescono a pensare al tennis come uno sport in cui gli schemi sono fondamentali. Nessuno si sognerebbe di far giocare una squadra di calcio senza uno schema di gioco, senza applicare concetti come zona o fuorigioco, ma a tennis si commette l'errore di pensare che si possa entrare in campo e tirare ovunque si abbia voglia di farlo.

Tirare dove e come vi viene voglia a tennis equivale a mettere in campo una squadra di calcio lasciando che ogni giocatore corra dove gli pare.

Il tennis è uno sport di situazione: per ogni momento di gioco ci sono cose che si possono e devono fare (o tentare di fare) e altre che vanno evitate come la peste. La lettura del match è un momento fondamentale ma una volta inquadrato l'avversario bisogna inserirlo in un corrispondente schema di gioco che si è in grado di produrre . Se percepisco di aver di fronte un pallettaro e mi metto a tirare tutto faccio il suo gioco. Se invece inizio a rimettere tutto dall'altra parte senza spingere ancora faccio il suo gioco. Allora che faccio? La prima cosa è domandarsi quale sia il PROPRIO gioco perchè ogni giocatore ha le proprie caratteristiche, le sue armi e i suoi punti deboli e li deve conoscere bene. Ci preoccupiamo di conoscere o meno il nostro avversrio ma siamo sicuri di conoscere davvero noi stessi? Trovate il vostro gioco ma trovatelo sul serio, capite davvero quello che sapete fare meglio. Se sparate tutto ma fate più errori che punti non siete un attaccante, siete un kamikaze. Se rimettete tutto senza forzare ma sbagliate sempre prima dell'avversario non siete un regolarista, siete un suicida. Prima di cercare una tattica di gioco per contrastare un avversario assicuriamoci di aver trovato il nostro gioco e averlo sufficientemente perfezionato in allenamento. Se ogni volta che andate in campo giocate in maniera diversa, e se poi ogni volta che cambiate tipologia di avversario cambiate ulteriormente gioco l'unica cosa su cui non avrete dubbi sarà la vostra totale confusione. Personalità, ci vuole personalità: scoprite cosa funziona nel vostro gioco, perfezionatelo ma non trascurate troppo i punti eccessivamente deboli. Dovete trovare la vostra identità tennistica, ma trovarla seriamente: amare il serve and volley non vi trasforma in Edberg, giocare ottime volè e avere una prima meravigliosamente adatta ad essere seguita a rete invece può fare di voi un piccolo Edberg. Non rifiutate il vostro talento qualora non corrispondesse alle vostre preferenze ma assecondatelo e trovate il vostro vero gioco, quel tipo di gioco per il quale siete più adatti e più forti. Nella lirica esistono i bassi i baritoni e i tenori, e per ogni categoria di voce ci sono meravigliosi interpreti: i guai inizianpo quando i bassi si autoconvincono di poter fare i tenori o i tenori vogliono cantare da bassi, capito il concetto?

L'errore più grande che può fare chi ad esempio è solito commettere troppi errori gratuiti è "promuoversi" ad attaccante e dire: non sono un regolarista, il mio gioco deve essere una continua ricerca del vincente. Bene, questo potrebbe essere vero se la percentuale di vincenti messi in campo da quel giocatore fosse mediamente superiore a quella degli errori gratuiti, perchè se mi comporto da attaccante e spingo ogni palla spedendo regolarmente 3 palle su 5 oltre le siepi è chiaro che non potrò vincere nemmeno il torneo condominiale. Se sono tecnicamente un giocarore adatto a dare pressione da fondo le mie percentuali di successo quando tiro vincenti devono essere da subito accetabili e poi si può lavorare per renderle molto alte, ma non basta sbagliare molto nel palleggio da fondo per diventare giocatori d'attacco. Se sbaglio tanto da fondo sono semplicemente un giocatore ancora troppo debole, ma niente paura: farti si diventa, basta allenarsi.

E poi un minimo dovete studiare e provare gli schemi classici di gioco: utilizzo delle diagonali maggiori, cosa cambia nel rispondere lungolinea o incrociato, cosa vuol dire aprire il campo e quando ha senso farlo, perchè i pallettari non amano impostare le diagonali, perchè il lungolinea va usato si ma con buonsenso, quale sono le posizioni di copertura campo in base al colpo che avete appena tirato (perchè non sempre il centro del campo è la miglior posizione di guardia e soprattutto la posizione corretta da ricercare dipende dal vostro colpo appena tirato e non dal prossimo che tirerà l'avversario, e questo è un argomento che andrebbe trattato a fondo), perchè i professionisti tirano 3-4 palle corte a match mentre voi ne provate (o subite) 50 (idem con i lob) etc. etc. Ad esempio il vostro avversario vi sorprende con una bella palla corta e voi vi precipitate a cannone verso la rete per prenderla: avete in mente dove piazzerete la palla o state correndo alla disperata verso un colpo che ancora non avete ben chiaro dove giocare e perchè? In recupero c'è un settore del campo che vi risulta naturalmente più facile da trovare? Avete difficoltà differenti quando site costretti a correre avanti in maniera rettilinea o diagonale? Createvi in allenamento il vostro bagaglio tattico, le vostre soluzioni preferite tra le quali pescare di volta in volta il jolly vincente. La fantasia non si improvvisa: variare il gioco è essenziale per sorprendere il vostro avversario ma se non avete studiato e provato tutte le variazioni che andrete a giocare queste saranno nuove anche per voi e rischierete di disorientarvi da soli. La tattica nel tennis è studiare le situazioni e predisporre più soluzioni ottimali, in modo da poter scegliere al momento opportuno quella che la vostra fantasia e il vostro talento (a volte la vostra "follia" ) vi suggerirà: a volte è più redditizzio scegliere il colpo più adatto a voi piuttosto che quello più adatto a mettere in difficoltà l'avversario di turno. E poi ripeto, ci sono schemi ai quali non si sfugge, quelli vanno metabolizzati.

RussianTennisGods ha scritto:
MENTALITA'
Poi troppi passaggi a vuoto, troppe urla, troppi monologhi...
ma questo è il mio problema da sempre e ci sto lavorando su da una vita, nell'ultimo anno e mezzo qualche miglioramento nel comportamento in campo si è visto ed è forse la cosa che mi fa più contento.


Ecco, mentalità fa rima con umiltà. Quello che sto per dire non è un attacco personale a nessuno di voi, è una cosiderazione generale alla quale nemmeno io mi sottraggo: in campo prima o poi tutti abbiamo peccato di arroganza e superbia.

Bisogna capire e stamparsi nella mente che Federer, Nadal e prima di loro Borg, McEnroe, Lendl, Edberg, Sampras, Agassi etc. etc. ..pur baciati da un talento immenso hanno passato la vita a sputar sangue su un campo da tennis tirando milioni di dritti, rovesci, servizi e volè. Provando per ore tutto, perfezionando il dettaglio e la preparazione all'inverosimile. Hanno lavorato, e più diventavano forti e più lavoravano duro.

Eppure ogni tanto capita anche a loro di affossare un dritto semplicissimo a rete o di spedire una palla sui pini. (Vabè in tribuna, loro i pini a bordo campo non li hanno )

Ora io mi domando come sia possibile che un giocatore di club, che sicuramente non ha in partenza avuto in dono il talento dei mostri sacri appena citati, e che in tutta la sua vita si è allenato meno di quanto facciano i sopracitati giocatori in un mese, possa, dopo aver affossato il medesimo dritto a rete, iniziare a sproloquiare a destra e manca, tirar racchette, condurre improbabili monologhi e via dicendo come se non riuscisse a capacitarsi di quell'errore.

Federer può steccare una palla semplice col talendo che ha e con tutto il lavoro che ha fatto e quel tennista part-time che tennisticamente parlando vale meno di un suo grip usato si mette a blaterare per aver mandato una palla in orbita?

Ma si dovrebbe sorprendere ringraziando il cielo per ogni palla che manda in campo, altro che arrabbiarsi per i suoi errori. Se ne devono sbagliare centomila di dritti prima di acquisire la capacità di tirarne tre decenti di fila, e ho detto "decenti" non buoni.

La mentalità giusta non è chiedersi com'è possibile sbagliare una palla così facile ma invece domandarsi come sia possibile essere riusciti a mandarne un paio dall'altra parte.

Quando mi arrabbio e blatero per un errore banale sto dando del deficiente tennistico a Federer, Nadal, Borg.. perchè se loro che hanno passato una vita a lavorare sul campo possono accettare senza troppi problemi un loro banale errore, chi sono io per fare scentate ad ogni mio sbaglio?

Pensate che quando fate i vostri monologhi state dichiarando a gran voce: "io sono molto più forte di Federer e Nadal" e forse avrete l'esatta percezione di quanto ci si metta in ridicolo con simili atteggiamenti.

Ripeto non è un attacco personale verso nessuno, anche a me è capitato di esagerare con qualche parola di troppo o tirare un paio di racchette in gioventù (ma solo quando non le pagavo io ) ma il problema è che chi blatera non è "grintoso": è solo ridicolo.

Un colpo vincente non innalza il vostro gioco così come un errore banale non lo fa sprofondare: la cosa più normale che può capitare su un campo da tennis è sbagliare una palla facile. Urlare vuol dire rifiutare l'errore e considerarlo un fatto estraneo al vostro tennis mentre accettarlo in silenzio vuol dire comprendere che dipende da voi e magari vi spronerà a piegarvi di più nello scambio successivo in modo da evitare un errore simile a quello appena commesso.

Ripeto eh, non è un attacco verso nessuno di voi, lo so bene che a volte può venir voglia di spaccare la racchetta sui pali della luce ululando come lupi siberiani ma finchè non si accettano serenamente i propri errori non si sarà in grado di fare qualcosa per limitarli.

Se quando affossate un dritto senza peso in rete avrete la forza di sorridere senza farvi scappare una sola parola mentre nella vostra mente tuonerà quel "piegati" che chi vi segue ha ripetuto miliardi di volte in allenamento quell'errore non sarà stato completamente vano e ne scongiurerà altri 10.

------------------------------------------------- SATRAPO APERTURA DIRITTO ---------------------------------------------------

Apertura e swing del colpo sono due movimenti antagonisti, ovvero banalizzando l'apertura "porta dietro" la racchetta e lo swing la porta verso la palla.

Ora se tu applichi una forza per portare indietro la racchetta e poi in maniera continua una forza contraria per andare a colpire è evidente che parte di quella forza in avanzamento verrà impiegata per vincere l'inerzia della racchetta che sta arretrando nell'apertura, e non finirà sulla palla.

Ci DEVE essere divisione tra apertura e swing, perchè si tratta di due gesti tecnici antagonisti quindi l'energia impiegata per l'apertura contrasterà sempre quella impiegata per andare a colpire e se esegui il tutto in un unico movimento perderai spinta e velocità.

Ovvio non è un blocco forzato, in realtà può essere anche un rallentamento molto prossimo allo stop come dice ciccio, un istante in cui hai la percezione che è il momento di andare a colpire.

Se devi spingere una macchina dietro e poi avanti, fatichi di più se inizi a spingerla in avanti senza aspettare che abbia smesso di arretrate no?

Ragazzi, le gambe non centrano nulla eh, quando avete completato l'apertura non siete immobili con i piedi ma state ancora cercando la palla a mille, non interpretate la distinzione tra apertura e colpo come un momento di staticità perchè al contrario è il momento in cui la ricerca della palla si fa "frenetica".

Credo che il tuo maestro si riferisse a questo, magari tendi ad aprire immobilizzandoti dalla testa ai piedi e questo non va bene, i piedi devono continuare a lavorare per cercare la palla: se immobilizzassi "tutto" allora si che perderesti spinta.

Comunque un "maestro" che ne ha allenati parecchi di campioni esordiva dicendo: non è mai troppo presto per aprire
Satrapo
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-------------------------------------------------- SATRAPO POLSO --------------------------------------------------------------

Il polso riveste nel tennis un ruolo chiave, essendo l'articolazione più prossima alla racchetta, e di conseguenza alla palla nel momento dell'impatto, ed hai ragione ad individuare nella corretta gestione del polso uno step tecnico di notevole importanza.

Oltretutto l'articolazione del polso è in grado di flettersi, piegarsi e ruotare praticamente in ogni direzione pertanto non c'è limite alle posizioni relative che racchetta e avambraccio possono assumere, e questa enorme variabilità contribuisce a rendere più difficile l'individuazione e il mantenimento della corretta postura.

La prima considerazione da fare è questa: parlare di corretta impostazione del polso, o più genericamente di impostazione del polso è in realtà una piccola inesattezza.

Più esatto sarebbe parlare di "atteggiamento" del polso nel tennis, perchè in realtà non si tratta di assumere una posizione più o meno corretta, ma di trasformare questa postura in un atteggiamento naturale, confortevole e "inevitabile".

Non si deve lavorare per acquisire la capacità di creare e mantenere il giusto angolo tra racchetta ed avambraccio, l'obiettivo è che questa disposizione diventi una costante sempre presente, naturale e "inevitabile": appunto un "atteggiamento".

Per questo sul polso si lavora con l'ausilio di elastici o altri strumenti atti a bloccarlo nella posizione ottimale: ogni volta che questa posizione viene persa l'elastico o il bloccapolso ci trasmetteranno una sensazione di fastidio che cesserà solo quando ricreeremo il giusto angolo.

Questo tipo di lavoro non vuole semplicemente correggere un difetto o impostare un automatismo, ma mira proprio ad associare fastidio alla posizione errata del polso e comfort a quella corretta: in questo modo con il tempo la giusta disposizione del polso diventerà un vero e proprio atteggiamento naturale e non più un gesto tecnico volontario.

Questa metodologia di lavoro così "dittatoriale" che non si limita a suggerire un gesto tecnico ma pretende di stamparlo a fuoco nella memoria muscolare del giocatore ci fa comprendere come sia di vitale importanza arrivare il prima possibile a gestire il polso in maniera corretta.

Ovviamente se si inizia da piccoli in poco tempo la configurazione a 90° del polso sul dritto (90° gradi l'angolo tra racchetta e avambraccio) diventerà così naturale da non essere più percepita in maniera cosciente, ma fissata e mantenuta in maniera assolutamente automatica.



In età più adulta acquisire questo corretto atteggiamento è senza dubbio più arduo ma non certo impossibile. Il problema principale è che si deve andare a sostituire un atteggiamento controproducente ma ormai acquisito (racchetta-polso-avambraccio in linea) con uno diverso e percepito come innaturale. (Polso bloccato e angolo di 90° tra racchetta e avambraccio)

Se il mio difetto è piegarmi poco posso concentrarmi ed impormi di piegarmi di più, ma quando vado ad intervenire per rimpiazzare un atteggiamento errato ormai consolidato dovrò fare i conti con la quasi totale inconsapevolezza che ho su di esso: chi sblocca il polso o non mantiene l'angolo ottimale normalmente non ne ha percezione, pertanto ci vorrà del tempo per fargli cambiare questa "abitudine".

Se si ha la pazienza di passare 30-40 minuti a colpire di dritto per almeno 2-3 volte a settimana gli elastici sono sicuramente il miglior modo per ottenere un buon controllo sulla posizione del polso perchè intervengono proprio sulla percezione dell'atteggiamento errato sottolineandolo con un fastidio, costruendo così nel tempo una associazione permanente tra angolo corretto e comfort di gioco.



Inoltre si è già parlato a lungo della convenienza di adottare una impugnatura di dritto mentre si attendono i colpi, bene, abbiate cura di mantenere il giusto atteggiamento del polso anche quando siete in posizione d'attesa in modo che aprendo non dovrete preoccuparvi anche di ricercare il corretto angolo tra racchetta ed avambraccio.

In sostanza la gestione del polso e del corretto angolo avambraccio-racchetta è un qualcosa che va addirittura oltre il gesto tecnico, ma deve diventare il più possibile un atteggiamento naturale dal quale deviare solo in caso di colpi particolarissimi quali recuperi disperati o situazioni in cui la palla è al limite della giocabilità.

------------------------------------------------- RISPOSTA ROVESCIO SATRAPO-WIK -----------------------------------------------

ciccio ha scritto:
"La domanda è questa : come si riesce a velocizzare il cambio di impugnatura sulla risposta al servizio ?, i normali esercizi di abitudine, ovvero lo sparring che si mette a servire dall'incrocio dell'area piccola a destra e a sinistra li ho fatti, ma non ho ottenuto nessun risultato."

Il problema quando si presenta non è di rapidissima soluzione, ti spiego il perchè.

In realtà non si tratta di velocizzare il cambio di impugnatura, ma di introdurlo nella meccanica del colpo.

Come hai descritto benissimo i bimani puri hanno la mano sinistra sempre in posizione ed in fase di apertura lasciano scivolare la destra verso la continental serrandola quando ha completato automaticamente il cambio.

La loro reazione neuromuscolare quando "leggono" un rovescio è più semplice poichè prevede solo l'apertura (che autonomamente porterà la mano destra a scivolare verso la continental e anche oltre se voluto) e la serrata della mano destra per fissare l'impugnatura prima di iniziare lo swing.

Passando all'esecuzione monomane l'apertura (pur con le dovute differenze in termini di movimento) viene eseguita con lo stesso tempismo ma quello che manca è l'impulso a cambiare attivamente la posizione della mano destra che ora deve "girarsi" almeno sino ad una eastern di rovescio (anche oltre se voluto) mentre prima, nel colpo bimane, il necessario aggiustamento avveniva come automatica conseguenza dell'apertura.

Mancando questo impulso automatico al cambio di impugnatura il giocatore deve "pensarlo" prima di realizzarlo, ma palleggiando da fondo tutto sommato non si rilevano grossi svantaggi in quanto la frazione di secondo necessaria per darsi l'ordine di eseguire il cambio c'è, specie per un buon giocatore in grado di leggere rapidamente e correttamente il colpo in arrivo.

Per questo, poichè riesce comunque a giocare senza particolari problemi il giocatore rimane inchiodato sulla sequenza neuromuscolare bimane che una volta individuato un rovescio da eseguire risponde con una rapida apertura, alla quale ora "appende" l'ordine di cambiare impugnatura necessario per l'esecuzione ad una mano.

Ovviamente in risposta al servizio questa meccanica di esecuzione risulta inadatta perchè tra la lettura del colpo ed il momento utile per l'impatto i tempi sono drasticamente ridotti rispetto al palleggio: il giocatore apre rapidamente senza problemi ma non avendo l'istinto di cambiare impugnatura si troverà in difficoltà perchè gli mancherà il tempo necessario per "ricordarsi" ed ordinarsi di girare la mano destra.

Gli esercizi di abitudine come rispondere ad un battitore che serve da metà campo pur essendo utilissimi (e sempre consigliati) non migliorano la situazione perchè il problema non è "velocizzare il cambio" ma trasformarlo in istintivo.

Il tuo problema attuale Ciccio non è una rotazione della destra lenta od una apertura tardiva (difetti che si curano benissimo rispondendo a servizi eseguiti da metà campo) ma un cambio che da "ragionato" deve diventare "istintivo", e credimi non è facile.

Quella che ti propongo è una soluzione personale che adottai in un caso per molti versi simile al tuo che pur non essendo tecnicamente documentata potrebbe esserti d'aiuto.

Qualche stagione fa mi ritrovai con due U14 di buona classifica e già ben formati tennisticamente in evidente evoluzione verso il rovescio ad una mano. Mentre uno non incontrò nessuna difficoltà e durante l'inverno mise su un solidissimo rovescio ad una mano l'altro, pur di classifica migliore, iniziò a rispondere sistematicamente sempre e solo con un back di pura opposizione ogni volta che il battitore gli cercava il rovescio. In pratica riusciva a far scivolare la mano destra sulla continental anche con il movimento di apertura monomane, ma non c'era un vero e proprio cambio. Quando palleggiava da fondo invece non aveva difficoltà a cambiare impugnatura ed il cambio veniva eseguito in maniera rapida e precisa. Nel tentativo di costruire in lui l'automatismo apertuta-cambio per due mesi ogni giorno lo misi a rispondere ad un paio di cesti di servizi da metà campo tenendo la mano destra non sul manico ma con il palmo appoggiato sul tappo dellla racchetta (poveraccio ).

In pratica mano sinistra tenuta sul cuore del telaio come in una normale impostazione monomane e destra non sul manico ma aperta e con il palmo appoggiato sul tappo della racchetta: in questo modo la mano destra doveva necessariamente "lavorare" attivamente per raggiungere il manico contestualemtente all'apertura, e poichè i servizi erano tutti sul rovescio il movimento si modellò sulla ricerca proprio della eastern di rovescio.

Ci volle un bel po' e non fu divertente (..soprattutto per lui che con quella mano destra "fluttuante" in posizione d'attesa pareva un pistolero pronto al duello ) ma il problema lo risolvemmo e sto benedetto cambio divenne istintivo al pari dell'apertura, e il ragazzino ricominciò a rispondere in spinta quando la velocità del servizio avversario gli concedeva il tempo per portare il colpo a tutto braccio.

Ripeto, fu una soluzione che costruii io su quel particolare difetto, non è una metodologia documentata e quindi c'è solo la mia esperienza a supportarla ma poichè il tuo problema mi pare assimilabile potresti fare un tentativo. Ti consiglio di lavorare comunque facendoti servire da metà campo e da destra, in modo da entrare a rispondere col rovescio al centro in modo da limitare gli allunghi che saresti chiamato a fare se ti servissero sul rovescio ad uscire da sinistra. (do per scontato che tu sia destro, altrimenti vale il contrario)

Per essere onesti il ragazzino risolse il problema ma mi prese un atteggiamento che io considero un vizio tecnico, anche se non tutti la pensano come me a riguardo ed anzi alcuni addirittura sostengono che si tratti di un atteggiamento tecnico corretto, ma per non condizionarti Ciccio non te lo dirò, se decidi di provare fammi sapere se noti miglioramenti.
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Gio 22 Ott 2009 - 21:39
--------------------------------------------------------------------- SPLIT STEP SATRAPO -------------------------------------------

Anzi, è forse l'unica cosa che nessuno possiede come dote innata, nemmeno il giocatore più talentuoso: se non ti insegnano a muoverti correttamente è impossibile farlo bene in maniera istintiva. Nessuno steppa naturalmente, o te lo insegnano o (molto probabilmente) non lo farai mai.

Lo step, (che può essere semplice ma anche SPLIT-STEP o GRAVITY-STEP che sono leggermente diversi) il cross-over-step, i baby-step, sono tutti elementi fondamentali nella meccanica della ricerca palla, così come il concetto di spostamento in diagonale e mai per linee parallele-perpendicolari, che se non ti vengono insegnati non rientrano proprio nelle doti innate di nessun tennista.

Pensate al ballo: potete essere soggetti musicali e naturalmente sciolti ma se non vi insegnano i passi previsti e corretti nessuno riuscirà a ballare esattamente un tango solo perchè è portato per la danza.

Il giocatore naturalmente dotato per gli spostamenti una volta acquisita la corretta dinamica magari sarà in grado di spostarsi più rapidamente sul campo, ma nessuno nasce con l'attitudine a steppare: te lo devono insegnare.

Sul campo da tennis ci si deve muovere nel modo corretto, è come ballare: dovete fare i "passi" giusti al momento giusto altrimenti salta tutto.

Non pensiate che sia solo una questione di ricerca palla, il problema non è solo raggiungere la palla ma raggiungerla nel modo corretto, più rapido possibile, arrivare all'impatto con il corpo in posizione corretta e tornare in copertura campo dopo l'impatto.

E se gli spostamenti non sono adeguati tutto il colpo ne risentirà, anche la qualità dello swing.

Lo STEP è la chiave del foot-work tennistico e il fondamento del ritmo di gioco: senza steppare ci ritroveremo in affanno anche a ritmi di gioco medio-bassi. Un giocatore che non steppa non è in grado di reggere uno scambio appena la velocità di palla sale, anche di pochissimo. E la quasi totalità degli errori banali che si commettono sono imputabili all'errato modo di spostarsi in campo.

E concodrdo con Ciccio: sempre meglio metabolizzarlo da ragazzini ovvio ma si può acquisire anche da adulti lavorandoci su con impegno.

Raccolgo l' "appello" di kinoko, datemi un paio di giorni e avrete il consueto post fiume sullo STEP e sul foot-working


FOOTWORK, OVVERO DOVE IL GIOCO SI FA "SERIO"

Se osserviamo i top-player in azione rimaniamo stupiti da quanto la palla viaggi veloce, dalla potenza dei colpi e dalla bassa percentuale di errori. Ma se lasciamo perdere braccio racchetta e palla e ci mettiamo ad osservare i piedi di questi atleti allora lo stupore si trasformerà in vero e proprio shock : il footwork di un giocatore di alto livello è sicuramente ciò che maggiormente lo distingue dai “tennisti umani”.

Se non siete in grado di coprire il campo ad una data velocità di palla non sarete in grado di giocarvi il punto a quel ritmo: potete avere anche il braccio di Federer ma se non arrivate a toccare la palla ci farete ben poco con tanto talento e sensibilità.

Per prima cosa sappiate da subito che sugli spostamenti si lavora tanto quanto sulla tecnica dei colpi, purtroppo però a livello non squisitamente agonistico questa parte della preparazione viene quasi sempre trascurata.

Il vostro maestro sicuramente vi avrà spiegato diffusamente quali impugnature usare e come portare i colpi e voi avrete speso ore per perfezionare il vostro swing, ma molto probabilmente non vi avrà parlato a fondo di step, split-step, gravity-step, crossover, lateral-step, baby step, gravity-turn etc. etc.

E la cosa è comprensibilissima e assolutamente in linea con le vostre esigenze perchè se non siete agonisti il problema principale di un maestro è quello di mettervi in grado di ributtare la palla dall'altra parte il più presto possibile, e le sue “cure” saranno rivolte principalmente alla tecnica dei colpi base. Ma quando il gioco si fa serio e arriva il momento di chiedere qualcosa in più al proprio tennis il “footwork” diventa uno dei punti chiave per l'evoluzione del gioco di un tennista.

Altro mito da sfatare riguarda il talento negli spostamenti: il corretto footwork non si improvvisa e non è un talento innato in nessun giocatore, gli spostamenti ci devono essere insegnati e ci richiederanno molto lavoro per essere perfezionati.

Correre veloci o avere uno scatto micidiale a tennis di per se non serve a nulla, la velocità pura non costituisce garanzia di riuscire a coprire il campo: un Carl Lewis al top messo su un campo da tennis non sarà in grado di intercettare ed arrivare sui colpi dell'avversario come fa il numero mille del mondo.

Agassi non possedeva di certo una grande velocità ma era un fenomeno nel cercare la palla, Davidenko avrà un decimo della potenza di Nadal eppure è uno dei tennisti che in assoluto meglio coprono il campo, ma di contro dietro alle mostruose gambe di Nadal si legge una tecnica a livello di spostamenti che rende il suo footwork raffinatissimo. Per non parlare del meraviglioso approccio a rete di Edberg: la sua inarrivabile “prima volè” era resa possibile da un incredibile e rigorosissimo gioco di gambe che per molti versi può essere paragonato alla perfetta mobilità di Federer.

Ma ancora una volta vi ripeto che a livello di footwork non si improvvisa nulla, ogni tennista ha dovuto imparare come ci si muove su un campo da tennis e lavorare duro per perfezionarsi.

E' come imparare a ballare, potete essere musicali e dotati quanto volete ma se non vi insegnano i passi giusti non diventerete mai abili ballerini, perciò tenete a mente che se a livello agonistico si lavora sugli spostamenti tanto quanto sui colpi, e spesso anche molto di più, questo aspetto non può essere totalmente lasciato al caso nemmeno quando ci si appresta a prendere parte ai primi tornei di quarta.

Quindi, vediamo quali sono i passi principali ed iniziamo a ballare!

Poiché l'argomento di per se è di una vastità oceanica, anche illustrando solo gli aspetti base un unico post risulterebbe a dir poco mostruosamente lungo, ma di contro ci sono alcuni elementi che per l'importanza che rivestono a livello tecnico (ma anche perchè no di “curiosità” per chi non ha ancora avuto l'occasione di affrontare simili problematiche in campo) mi piacerebbe, tempo permettendo, introdurre.

Mi riferisco a concetti base che non dovrebbero mancare nel bagaglio tecnico di ogni tennista che ami cimentarsi in torneo anche solo nelle categorie iniziali (NC – quarta..) come lo step (split step) e la classica ricerca della palla (baby step), per proseguire rivolgendomi a giocatori già più “smaliziati” parlando di tecniche tipo il crossover e della corretta posizione di guardia (“distanza di rispetto”) fino a dare una occhiata a concetti assolutamente avanzati e tecnicamente molto complessi quali il gravity-step, il gravity-turn e la teoria delle diagonali di avvicinamento. (..e qui se mi identificano finisce che faccio la figura del prestigiatore che svela i trucchi al pubblico e mi denunciano per divulgazione di segreti professionali )

Cominciamo dalle basi: STEP, ricerca della palla e BABY STEP

Iniziamo dicendo che, a tutti gli effetti, gli spostamenti sono una questione di ritmo: dovete essere "musicali" sul serio ed andare “a tempo”, ed il vostro metronomo è costituito dai colpi dell'avversario.

Quando l'avversario impatta, voi partite. Sempre. E il primo passo di questa danza infernale che dovrete imparare e stampare a fuoco nella vostra memoria muscolare è il famigerato STEP.

Lo step tecnicamente consiste in un banale “saltino” che si esegue con lo scopo di neutralizzare il proprio spostamento in atto. Un saltino a volte anche appena accennato ma sempre presente, mai più alto di qualche centimetro ma comunque apprezzabile ad occhio nudo.

E' chiaro che in uno scambio non sarete MAI fermi, ma proprio MAI: se non state cercando la palla, starete cercando il campo (ovvero starete rientrando in copertura per guadagnare la migliore posizione possibile per fronteggiare il colpo successivo, quale sia poi la migliore posizione di guardia è altro argomento di fondamentale importanza, per ora sappiate che non è necessariamente al centro del campo, e che dipende solo da dove avete indirizzato voi il colpo, le intenzioni dell'avversario non intervengono in quanto a noi non note) e se non state cercando il campo starete di nuovo cercando la palla e così via, quindi se anche solo per un attimo vi trovaste fermi durante un palleggio sareste già in ritardo e quindi vulnerabili.

In una sessione agonistica, specialmente ai livelli iniziali, ci sarà sempre un tecnico pronto a ripetervi incessantemente frasi tipo “balla coi piedi”, “cerca la palla”, “rientra rientra”, “step!”, “sotto sotto sottooo”, “rapido rapido” etc.. Poi dopo mesi (anche anni ) di questa “valanga di richiami” il tutto diventerà parte delle vostre dinamiche di gioco, ma a qualsiasi livello ci sarà sempre un tenero Satrapo “felice” di dirvi alla fine di uno scambio perso arrivando tardi su una palla: “sei fermo, così non va: così non vai da nessuna parte”. (La mia frase preferita è: “Si muove più mio nonno in una fotografia del 1930” che detta a giocatori che le gambe le fanno viaggiare davvero parecchio fa la sua bella figura )

Quindi eseguendo lo step ogni volta che l'avversario impatta noi saremo pronti a partire potenzialmente in ogni direzione semplicemente perchè avremo neutralizzato con un saltino verticale lo spostamento in atto. Questo meccanismo è di importanza VITALE nella dinamica degli spostamenti, è davvero la chiave e l'origine di tutto. Finchè non imparerete a steppare i vostri spostamenti saranno SEMPRE deficitari. L'utilità dello step è enorme in ogni circostanza, perchè vi consente proprio di arrivare prima e meglio sulla palla. Immaginate il tipico caso in cui state rientrando da una posizione esterna, magari perchè il vostro avversario vi ha sbattuto fuori dal campo con un bel cross. Voi state ancora correndo verso il centro quando lui colpirà nuovamente la palla e voi contestualmente eseguirete lo step: a questo punto avrete neutralizzato il vostro movimento verso il centro ma non sarete FERMI, quindi sarete in grado di invertire tornando “al l'esterno” se il vostro avversario decidesse di insistere sulla stessa diagonale, ma sarete pronti a riprendere il vostro movimento di rientro con rinnovato vigore qualora decidesse di aprire in lungolinea. Sarete in grado di cambiare direzione per tornare sull'incrociato, ma se c'è effettivamente da rientrare magari andando a coprire un bel lungolinea potrete continuare a farlo con rinnovata velocità. Il tutto grazie allo step avverrà sempre e comunque senza che i vostri piedi osservino nemmeno un solo istante di stop. Se foste inglesi vi urlerei: STEP DON'T STOP! (#100# ho avuto una allieva indiana, ho dovuto “urlare” anche in English e la frase mi piaceva proprio ho sempre provato gusto nel coniare frasi che comunichino anche con la forma e non solo con il contenuto, vabè sto divagando.. )

Quindi ogni volta che l'avversario tocca la palla io eseguo lo step, questo piccolo saltino è quello che davvero cambia il modo di cercare la palla. Vi rende più reattivi, più veloci, e aumenta mostruosamente il vostro raggio di copertura campo perchè steppando correttamente sarete in grado di partire potenzialmente in ogni direzione e a velocità considerevolmente maggiore.

La sequenza di una corretta ed efficace ricerca della palla è dunque questa:

-> STEP -> RICERCA DELLA PALLA -> COLPO -> RICERCA DEL CAMPO ->

Tutti i professionisti possono contare su un gioco di gambe “mostruoso”, anche quelli ai quali spesso vengono contestati difetti di mobilità in realtà possiedono comunque una capacità di coprire il campo a dir poco sbalorditiva. E' chiaro che alcuni si muovono meglio di altri, e Davydenko è sicuramente tra quei giocatori che si trovano ai vertici di questa particolare graduatoria.

Frugando in rete sono incappato in questo breve spezzone di una sua sessione di pratica: guardate come anche durante questo palleggio in scioltezza esegua il suo bel saltino con leggerezza e ritmo. Uno step corretto è sempre eseguito con leggerezza e senza eccessiva “elevazione”, è un vero e proprio “fraseggio” tra i piedi e la superficie del campo. Si tratta di rimanere in movimento agili ma pronti a scaricare potenza al suolo per scattare. Considerate che in questo breve filmato il giocatore è in totale decontrazione, palleggia in assoluta scioltezza eppure i piedi lavorano in maniera perfetta: lo step deve diventare talmente integrato nelle vostre dinamiche di gioco che non ve ne separerete più nemmeno nel più sciolto e decontratto dei palleggi di riscaldamento.

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Riassumento lo STEP è a conti fatti un “banale saltino” che si esegue quando.. ..già, ma esattamente quando bisogna steppare?

Il timing con il quale eseguite lo step è di importanza vitale per renderlo efficace, perchè steppare fuori tempo non solo non apporterebbe benefici alla nostra copertura di campo, ma paradossalmente sarebbe terribilmente controproducente.

Il perfetto step si esegue sul colpo avversario avendo cura di riprendere contatto col terreno in corrispondenza del momento esatto un cui la palla lascia le corde della sua racchetta.

In pratica quindi dovrete sincronizzarvi sui movimenti del vostro avversario in modo da eseguire lo step un istante prima del suo impatto-palla così che nel momento esatto in cui la palla del vostro avversario lascerà le corde della sua racchetta voi, appena tornati in contatto con il terreno, sarete in grado di mettervi in movimento per andare a colpirla.

Il problema è piuttosto complesso e richiede come prima cosa che il vostro sguardo sia ben piantato sulla palla, e dovrete anche prestare attenzione alle dinamiche dello swing avversario per riuscire a determinare con assuluta precizione l'istante in cui la sua racchetta colpirà la palla. Inoltre dovrete fare i conti anche con il vostro step perchè un saltino più alto ritarderà l'istante di contatto col terreno, quindi step “più rasoterra” vanno eseguiti più a ridosso del momento di impatto avversario, mentre step più “elevati” devono essere effettuati con un anticipo maggiore.

(Ovviamente uno step è sempre e comunque un “saltino” estremamente contenuto i termini di elevazione)

Ascoltando attentamente l'audio del filmato si può apprezzare come D. sia perfettamente “a tempo” con gli impatti del suo sparring: lo step viene eseguito con un leggero anticipo perfettamente calcolato in modo da portarlo a toccare il terreno in contemporanea con l'impatto del suo compagno di allenamento.

Notate come l'ampiezza dello step vari da colpo a colpo, normalmente quando il giocatore è in posizione centrale esegue uno step leggermente più accentuato mentre quando si trova più defilato lateralemente c'è la tendenza ad eseguire uno step più "soft" proprio per ridurre il momento di volo al minino per non sottrarre troppo tempo al movimento di rientro.

Comunque lo step è presente in ogni colpo, e quando (come in questo breve esempio) i piedi riprendono contatto praticamente in maniera simultanea con il terreno si definisce split-step, ma più generalmente anche solo "step". (Alcuni definiscono split-step uno step dove sia più evidente una leggera divaricazione dei piedi in fase di atterraggio, altri chiamano split-step lo step che interrompe l'avanzamento verso la rete quando si va a giocare una volè, ma in generale siamo di fronte sempre e comunque ad uno step o split-step)

Una volta eseguito correttamente lo step partiremo rapidi e veloci per compiere quella che tecnicamente viene definita ricerca della palla.

La palla va ricercata in maniera da permetterci di colpirla nella posizione ottimale e nella migliore situazione di equilibrio possibile. Ripetendo il concetto dobbiamo raggiungere velocemente e con precisione assoluta il punto di impatto ottimale ed arrivarci in perfetto equilibrio.

Per far questo l'ampiezza dei nostri passi di avvicinamento deve essere inversamente proporzionata alla distanza dalla palla. Banalmente, se sono molto distante inizierò a muovermi con passi ampi che diventeranno via via sempre più stretti man mano che mi avvicinerò al punto di impatto, fino a divenire, nelle immediate vicinanze della palla, dei veri e propri microaggiustamenti definiti appunto baby-step. Comune difetto dei “tennist in progress” è quello di muoversi con passi di ampiezza spesso esagerata, ma soprattutto senza ridurre l'ampiezza degli ultimi appoggi prima dell'impatto.

Se mi muovo costantemente con passi di 50 cm e il punto di impatto ottimale dista 2 metri e 40 da me, facendo 4 passi colpirò la palla da una distanza eccessiva (40 cm dal punto ideale) ma facendone uno in più supererò il punto ideale (finirò 10 cm oltre)

Eseguendo una bella falcata iniziale da 1 metro seguita da due passi da mezzo metro per finire poi con due baby-step da 20 cm, 5 passi mi porteranno esattamente nel punto di impatto ottimale.

Più mi avvicino all'impatto e più la ricerca della palla diventa un lavoro di precisione, e per portarlo a termine con successo devo abbandonare gli strumenti di potenza (le grandi falcate utili per coprire velocemente grandi distanze) ed impugnare quelli di precisione. (i piccoli e rapidi baby-step che mi consentono qui microaggiustamenti che possono fare la differenza tra un ottimo colpo e una palla incerta)

Ma le "meraviglie" del gioco di gambe che Davidenko ci mostra in questo breve spezzone non finiscono qui, anzi, il bello deve ancora venire

Ma la prima parte termina qui, a breve la seconda parte
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Gio 22 Ott 2009 - 21:42
FOOTWORK, PARTE SECONDA

Vi ho lasciato intenti a steppare per tutte le feste, ed ora continuiamo a parlare di spostamenti.

Come abbiamo visto la sequenza di una corretta ed efficace copertura di campo è la seguente:

-> STEP -> RICERCA DELLA PALLA -> COLPO -> RICERCA DEL CAMPO ->
(..e da capo in sequenza senza interruzione per tutti i colpi dello scambio)

Abbiamo parlato dello step ed illustrato come sia importante muoversi correttamente verso la palla, diminuendo l'ampiezza dei passi tanto più ci si avvicina alla zona di impatto. (Baby Step)

Ma una volta portata a termine con successo la ricerca della palla, dopo aver eseguito il nostro colpo, siamo solamente a metà del lavoro in termini footwork: appena colpita la palla dobbiamo infatti subito impegnarci in quella che viene definita ricerca di campo, ovvero è essenziale che i nostri piedi non smettano di lavorare nemmeno per un istante ma si attivino immediatamente per portarci il più velocemente possibile nella migliore posizione di guardia per fronteggiare il prossimo colpo dell'avversario. Posso essere molto veloce ed abile nella ricerca attiva della palla ma se sono carente nel rientrare in copertura lascerò al mio avversario praterie di campo in cui affondare i suoi colpi. Se non focalizzate la vostra attenzione sul rientro tanto quanto sulla ricerca della palla i vostri spostamenti saranno sempre carenti e deficitari.

Vi basti pensare che a livello agonistico la cura posta sul perfezionamento dei movimenti e delle tecniche di rientro è spesso superiore a quella dedicata alla ricerca della palla perchè all'aumentare della qualità di gioco è proprio la copertura del campo a fare la differenza.

E' importante capire subito però che ricerca di palla e ricerca di campo sono due momenti solo apparentemente distinti di un unico gesto tecnico, ovvero un buon giocatore non farà intravedere nessuna apprezzabile discontinuità tra i due momenti tecnici, ma il suo spostarsi sul campo sarà una ritmica, veloce e precisa alternanza tra la ricerca della palla e del campo. E' una danza continua con i suoi passi ben precisi che dura per tutto lo scambio e non prevede nessun momento di stop: non si tratta di correre veloci di quà e di la', bisogna farlo con il giusto timing ed i giusti movimenti: il footwork è una parte del gioco importante quanto il corretto swing. Dovete imparare a "ballare" sul campo.

Elemento chiave per una veloce ed ottimale ricerca del campo è il CROSSOVER, o passo incrociato, o passo lungo di rientro etc. etc. Il vantaggio del CROSSOVER rispetto ai tradizionali passi laterali è enorme, in quanto consente quasi di dimezzare i tempi di rientro in copertura.

Mettiamo il caso di esserci spostati decisamente verso destra per colpire di dritto (semplificando ci consideriamo sempre tutti destri eh ) e di dover recuperare velocemente una posizione di guardia più centrale. A questo punto nel CROSSOVER il mio piede destro (il più lontano dalla posizione di campo che sto ricercando) inizierà il passo di rientro andando a incrociare dietro (o davanti) il sinistro e non fermandocisi a ridosso come accade nei comuni passi laterali. Il concetto è quello di massimizzare l'ampiezza del passo lungo di rientro (arrivando addirittura ad incrociare i piedi) ed il risultato è banalmente devastante: in alcune situazione i tempi di rientro sono quasi dimezzati rispetto a quelli ottenibili muovendosi per passi laterali.

E' molto importante chiarire che il CROSSOVER si attua solo in fase di rientro e MAI di ricerca palla, e comunque non sostituisce totalmente i passi laterali che continuano ad avere un ruolo portante nei movimenti di recupero od aggiustamento di posizione. Di solito il CROSSOVER interessa i primi 2 passi di rientro al massimo, e poi lascia il posto ad aggiustamenti con passi laterali più tradizionali.

Per comodità e continuità di esposizione torniamo ad esaminare lo stesso filmato di Davydenko in allenamento che avevamo utilizzato per gli step.

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Per prima cosa notate dove si metta Davidenko a palleggiare, ovvero ben oltre la riga di fondo.

Un grande errore commesso dai giocatori non ancora “smaliziati” è quello di giocare troppo a ridosso della linea di fondo, come se giocare dentro al campo fosse un vantaggio o una dimostrazione di forza.

Io la chiamo sindrome di Agassi , ma la "colpa" è anche della televisione: a sentire certi commentatori sembrerebbe che Agassi giocasse a tennis costantemente dentro al campo. Ora siamo d'accordo che Agassi fosse un fenomeno di anticipo e che questo gli consentisse una posizione mediamente più avanzata rispetto ad altri, ma la sua posizione di guardia era sempre coerente con lo scambio in corso, e non esitava ad arretrare ben oltre la riga di fondo quando necessario. E poi era Agassi, forse il più grande ribattitore della storia del tennis e sicuramente giocatore dotato di una reattività ed un anticipo che nessuno può imitare.

Nel campo ci si entra per attaccare e scendere a rete o quando si va a spingere-chiudere una palla o comunque solo quando particolari situazioni di gioco lo richiedono e lo consentano. (quando si è in fase di spinta ed in controllo totale dello scambio) Mettersi costantemente in guardia “sulla” linea di fondo (o peggio ancora nel campo) è un suicidio in termini di copertura campo. I principianti addirittura si trovano spesso in mezzo al campo senza sapere come e perchè ci siano arrivati avendo la tendenza ad avanzare senza motivi, ma anche i giocatori di club assumo spesso una posizione di guardia troppo avanzata. La nostra posizione deve essere normalmente OLTRE la riga di fondo, e la distanza dalla stessa proporzionale alla pesantezza e profondità media dei colpi dell'avversario che abbiamo davanti. Quella che si definisce “distanza di rispetto” è il margine che ci diamo nel caso l'avversario pizzichi la riga di fondo, poi è chiaro che se gioco con un principiante assoluto o con uno che con i colpi da fondo non supera mai la linea del servizio mi metterò a palleggiare dentro il campo, ma in casi “normali” coprire il campo “sulla linea di fondo” vuol dire essere in difetto di posizione. (Solo se sto comandando io lo scambio posso gradualmente avanzare ed entrare decisamente in campo per attaccare o chiudere il vincente)

Un giocatore deve avanzare nel campo per colpire come se avesse un elastico sulla schiena pronto a ritirarlo indietro dopo ogni colpo portato a ridosso o entro la riga di fondo, ed infatti in allenamento a volte ci si esercita proprio con un lungo elastico ancorato al telone di fondo di lunghezza tale da andare in tensione quando l'atleta si trovi a colpire dentro il campo, proprio per ricordargli di dover arretrare per ripristinare la giusta distanza dalla riga di fondo. Se ho fatto un passo in campo per colpire o decido di attaccare e seguire a rete, o colpisco e torno in guardia oltre la riga ma se mi muovo in palleggio sulla riga di fondo è come se giocassi a ping pong in piedi sul tavolo: decisamente sconveniente.

Detto questo ritroviamo D. che palleggia in totale decontrazione eseguendo sempre un ritmato step per andare a cercare la palla, partendo con timing perfetto e sempre da una posizione di guardia sufficientemente oltre la riga di fondo. Il ritmo di palleggio è decisamente comodo per un giocatore di questo livello, ed infatti ad esempio al secondo 8 D. si sposta decisamente in avanti per andare a colpire una palla molto morbida e poco profonda, ma come potete vedere subito dopo aver colpito il giocatore arretra “naturalmente” per tornare oltre la riga, ricostituendo quella “distanza di rispetto” che gli consentirebbe se necessario di fronteggiare senza troppi problemi colpi ben più potenti e profondi.

Nei primi secondi il palleggio si svolge in un fazzoletto di campo, gli spostamenti laterali sono molto contenuti ed il giocatore utilizza piccoli passetti laterali sia per trovare la giusta distanza dalla palla che rientrare al centro.

Ma dal secondo 15 lo scambio si apre un po' ed il giocatore si sposta più marcatamente facendo subito “affiorare” dei morbidissimi mini-CROSSOVER di rientro.

Guardate come D. incroci i piedi rientrando a volte passando dietro (se deve recuperare profondità di posizione) e a volte davanti. (se deve riguadagnare campo). Ogni qual volta esegue uno spostamento verso l'esterno ed è chiamato a rientrare lo fa in crossover, e il meccanismo è talmente radicato negli automatismi dell'atleta che alla fine del filmato a scambio terminato e palla non più in gioco il giocatore rientra verso il centro eseguendo comunque il primo passo in un elegante crossover Pensate quanto lavoro ci sia voluto per trasformare una tecnica comunque raffinata in un automatismo talmente radicato da diventare atteggiamento normale anche a palla ferma. Probabilmente D. fa il crossover anche per uscire dalla doccia

Ho scelto questo filmato di palleggio estremamente "easy" proprio per farvi capire quanto le tecniche di spostamento siano radicate negli automatismi di questi giocatori: un talento di questo calibro palleggerebbe a questa velocità di palla anche saltando dentro un sacco, eppure guardate come tutti i “passi” vengano eseguiti con eleganza e puntualità. Un topten anche quando palleggia in totale decontrazione lavora enormemente con le gambe sempre in maniera ordinatissima ed efficace. Un giocatore di club invece è fermo come un pianta anche durante uno scambio combattutissimo, e non voglio nemmeno descrivere il suo footwork durante un palleggio di riscaldamento o in scioltezza

Il punto da capire è che a livello di gambe dovete approcciare anche la più semplice e comoda della palle come se fosse la più micidiale delle bordate: il vostro footwork deve essere sempre, sempre, sempre, attivo ed efficace. Quello che sto cercando di dirvi è che a livello di gambe e di spostamenti dovete essere “umili come un topten” e lavorare sempre al 100% su ogni palla, perchè è la palla facile che vi fotte ragazzi, è la palla morbida e lenta quella su cui arrivate tardi, male, e sbilanciati.

Sulla cannonata si chiudono gli occhi e si mette la racchetta e a volte esce il colpo del secolo, ma è sul gocciolone in mezzo al campo che non arriva mai che si perdono le partite: dovete curare gli spostamenti con tanto lavoro e tanta pratica che non vi sembrerà più possibile nemmeno palleggiare con il più scarso dei principianti senza steppare -> cercare la palla correttamente -> rientrare fulminei in copertura utlizzando se necessario un impeccabile CROSSOVER.

Ma se quando palleggiate con l'amico camminate, se quando vi allenate pensate solo al braccio o al "passantone" sulla riga, se non provate sino alla noia gli spostamenti anche senza palla beh, non vi verranno mai naturali perchè non vengono naturali a nessuno. Dovete sudare sangue prima che i vostri piedi imparino a danzare da soli appena inizia lo scambio, e badate bene: appena inizia QUALSIASI scambio, dal più semplice riscaldamento alla più tirata delle partite. Dovete "ballare" bene e farlo sempre.

Come già detto il crossover è un movimento esclusivamente di rientro, ovvero di ricerca campo e non si esegue per andare a cercare la palla ma SOLO in alcuni passi di rientro in copertura (perchè comunque i passi paralleli saranno sempre presenti) .

E ora vediamo cosa accade quando si fa sul serio

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Guardate questo ragazzaccio come utilizzi un mix di classici passi paralleli per poi eseguire crossover da manuale quando l'urgenza di rientrare in copertura lo richieda. Dopo il servizio si trova evidentemente in comando di scambio tanto da decidere di spostarsi pesantemente per colpire di dritto, e dopo aver sbracciato si riporta al centro con “comodi” passi paralleli ma a questo punto l'avversario lo pizzica sul suo lato sinistro costringendolo ad una imprevista copertura sul rovescio e la necessità di recuperare campo rapidamente lo porta ad eseguire un doppio passo crossover di rientro assolutamente “sublime”, eseguito addirittura incrociando il piede di rientro alternativamente davanti e dietro. (E queste credetemi sono cose con le quali non si nasce, queste sono ore ed ore (ed ore) passate a provare simili meccaniche di movimento)

Nel footwork di Federer si può rintracciare un lavoro maniacale di perfezionamento: la facilità con la quale si sposta in campo non deve ingannare perchè Roger non è un giocatore naturalmente veloce, ma grazie ad una tecnica assurda perfezionata all'estremo è uno di quelli che copre meglio il campo in assoluto, secondo in questo forse solo a Nadal.

Di contro la potenza di Nadal non deve far passare in secondo piano le sue doti tecniche a livello di footwork perchè pur dotato di una eslposività non comune lo spagnolo dimostra di padroneggiare ed applicare con disinvoltura meccanismi estremamente complicati e lo vedremo nel dettaglio nella prossima "puntata": Nadal non è solo velocissimo, ha anche lavorato molto e bene per utilizzare al meglio questa sua caratteristica.

In conlcusione con il CROSSOVER siamo di fronte ad una tecnica efficacissima ma già raffinata e di non semplice esecuzione: quando lo avrete assimilato il crossover vi velocizzerà enormemente, ma se lo fate male vi penalizzerà. Ci si deve lavorare molto, ed è un lavoro considerato già avanzato, una di quella cose che difficilmente possono essere messe a punto senza la guida di un tecnico, ma vi invito comunque a provarci e vedere che effetto vi fa, anche solo per la curiosità di provare sulla propria pelle cosa voglia dire lavorare per coprire il campo in maniera efficace.

Ed è un inferno, ve lo garantisco!

Per il momento ci fermiamo qui, ora dovete girare per la città steppando ed incrociando i piedi, ma solo quando necessario

Nel prossimo ed ultimo “lenzuolo” dedicato al footwork proveremo a parlare di cose da tennisti proprio tanto “cattivi” e smaliziati, introducendo concetti come gravity-step, gravity-turn e ragionando un po' sulle famigerate diagonali di avvicinamento alla palla.
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Gio 22 Ott 2009 - 21:44
FOOTWORK PARTE TERZA: L'UNIVERSITA' DEGLI SPOSTAMENTI

Ora che steppiamo su ogni colpo avversario, ora che rientriamo rapidamente in copertura con mirabolanti crossover, ora che i nostri piedi sono diventati agili e reattivi, costantemente alla ricerca della palla o del campo, diamo uno sguardo a cos'altro entra in gioco quando le cose si fanno davvero molto ma molto serie.

GRAVITY STEP, L'EVOLUZIONE DELLO STEP.

Ok ora cosa sia uno step lo sapete a memoria, ci vorrà tempo ed impegno per renderlo una componente del vostro gioco radicata a tal punto da diventare un vero e proprio atteggiamento che non vi abbandonerà nemmeno nel più “becero” e disinvolto palleggio di riscaldamento, ma sapete cosa vuol dire steppare.

Già, ma non è tutto: se volete diventare “cattivi” davvero c'è dell'altro che forse vi interesserebbe conoscere.

Abbiamo detto che lo step è un “saltino” verticale volto a neutralizzare lo spostamento in corso che si esegue in corrispondenza del colpo avversario, sincronizzando il nostro “ricadere a terra” con l'esatto momento in cui la palla lascia le corde della racchetta del nostro contendente.

Lo step all'interno dello scambio è lo spartiacque tra la ricerca di campo e la ricerca di palla, è come se noi in attesa di capire dove dovremo andare a cercare la prossima palla trasformassimo il nostro moto di rientro in copertura un saltino verticale, in modo da ripartire verso la palla appena ripreso contatto con il terreno. Siamo rimasti in movimento con i piedi e “ricadendo” verticalmente possiamo partire in ogni direzione.

La chiave dello step sta nel prendere il tempo al nostro avversario con precisione assoluta: dobbiamo sincronizzarci in modo che i nostri piedi riprendano contatto con il campo nel momento esatto in cui la palla lascia la sua racchetta. In realtà quindi lo step si “inizia” un istante prima del colpo avversario, e si conclude nel momento esatto in cui la palla parte verso di noi con l'”atterraggio”.

Però a livelli di gioco altissimi in questo istante che intercorre tra il nostro staccarci da terra steppando ed il colpo dell'avversario possono accadere tante cose. Può accadere infatti che mentre siamo in fase aerea ed il nostro avversario è impegnato nella fase iniziale del suo swing ci pervenga qualche informazione “attendibile” su dove ci verrà indirizzata la palla: immaginate di essere impegnati in un solido scambio sulla diagonale di dritto rientrando moderatamente al centro dopo ogni colpo, quasi certi di dover ripartire verso l'esterno per continuare lo scambio incrociato.
Si da il caso però che subito dopo aver steppato riusciate a percepire qualcosa di molto interessante, come ad esempio una posizione del compasso dell'avversario insolitamente chiusa rispetto ai colpi precedenti; praticamente un telegramma che recita. “in arrivo randellata di dritto lungolinea stop si salvi chi può”.

Ma se abbiamo eseguito correttamente lo step il “telegramma” arriverà mentre ci troviamo ancora in fase aerea, con i piedi che non avendo ancora ripreso contatto con il suolo non saranno in grado di farci partire velocemente per fronteggiare la mazzata in arrivo. Però è anche vero che il nostro avversario non ha ancora impattato la palla, quindi siamo comunque in vantaggio: abbiamo letto il colpo in arrivo, ma dobbiamo aspettare di “atterrare” per tradurre questa informazione in un reale beneficio. Siamo in anticipo ma non possiamo ancora muoverci, ed in situazioni simili l'arma segreta è il gravity step: invece di ricadere con tutti e due i piedi a terra contemporaneamente come accade in uno step “normale” si anticipa il contatto dell'appoggio più distante rispetto a dove andrò a colpire la palla, in modo da atterrare decisamente sbilanciato verso la direzione del mio scatto. Se il piede più “distante” tocca terra prima, la gravità sposterà il mio peso verso la direzione opposta, ovvero verrò proiettato nella direzione desiderata: sedendovi su una sedia che ha solo le gambe destre cadrete pesantemente verso sinistra, così come se dopo lo step toccherete terra prima col solo piede destro, riceverete una poderosa spinta per una fulminea partenza verso sinsitra.

In questo modo sarò riuscito a trarre vantaggio reale dall'aver letto in anticipo il colpo dell'avversario. Inutile dire che se è già complicato eseguire alla perfezione uno step verticale, riuscire ad eseguire un gravity step è cosa da professionisti, ma lo abbiamo anticipato: siamo all'università del footwork. L'importante è capire che il gravity step non è pratica comune: su 100 step, 95 saranno “normali”, perchè le condizioni che portano all'esecuzione di un gravity step sono particolarissime e legate ad una informazione che improvvisamente ci rende nota la direzione del colpo avversario, un istante prima che la palla venga effettivamente da lui colpita.

Il gravity step si esegue non solo anticipando il contatto di un piede rispetto all'altro ma anche ad esempio toccando terra contemporaneamente con i due piedi ma arretrando di molto il punto di contatto, ovvero sbilanciandosi pesantemente in avanti favorendo uno scatto in avanzamento. Situazione tipica di questa tipologia di gravity step si ha ad esempio quando durante la fase aerea si percepisce un repentino cambio di impugnatura del nostro avversario, che magari dopo aver preparato il dritto con la consueta western improvvisamente scatta su una continental: in questo caso il telegramma che ci invia recita: “smorzatona in arrivo stop sorridere per foto”. Se però me ne rendessi conto durante la fase aerea del mio step riuscendo ad arretrare sufficientemente il punto di contatto, nel momento del mio atterraggio risulterei sbilanciato in avanti ricevendo così una spinta consistente per partire a tutta velocità verso la rete, andando magari a chiudere la palla corta in fronte al mio avversario in modo da fargli magari anche passare la voglia di fare le “finte”. (Giocando con qualcuno un po' più forte del normale avete mai avuto la sensazione che si metta in moto verso dove state per tirare con un tempismo sconcertane, tanto rapidamente da darvi a volte addirittura il tempo di cambiare idea sulla direzione del vostro colpo con i disastri che ne conseguono? E specialmente sulle vostre palle corte scoprirlo già lì pronto a fare un bel buco in terra? Le palle corte sono rischiosissime e poco utlizzate ad alto livello proprio per questo: sono molto facili da intuire e se un giocatore è sufficientemente smaliziato da saper adottare le “contromisure” adatte arriverà sulla palla senza troppi problemi, e sappiamo tutti come ci siano ben poche situazioni tanto indifendibili quanto una palla corta sulla quale il nostro avversario arriva più o meno comodamente!)

Il gravity step è dunque uno step in cui per un motivo ben preciso il giocatore decide di sbilanciare il suo “atterraggio” per ottenere da questo sbilanciamento uno spinta poderosa nella direzione in cui desidera partire. Si utilizza la gravità tramite un consapevole sbilanciamento degli appoggi.

Incredibile a dirsi vero, sfruttare la gravità per ottenere maggiore velocità di spostamento! Eppure guardate questo meraviglioso esempio di gravity step che ho scovato su youtube:

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E' evidente come il giocatore inizi lo step con un atteggiamento che indica chiaramente l'aspettativa di dover tornare sulla sua sinistra per il colpo successivo, guardate come la linea delle spalle sia inclinata verso la sua sinistra per tutta la prima fase dello step, ma poi proprio un istante prima di atterrare qualcosa gli fa intuire chiaramente che sta per arrivare una bella pallata alla sua destra e lui istantaneamente anticipa il ritorno a terra dell'appoggio sinistro (ovviamente ottiene questo “anticipo” di ritorno in appoggio del sinistro ritraendo il destro) in modo da generare una poderosa accelerazione verso destra.


Mentre guardate questo filmato qui sotto: tutti gli step sono “neutri” e verticali tranne L'ULTIMO, quello in cui il giocatore si trova decisamente molto dietro, nettamente oltre la riga di fondo e che coincide anche con la fine dello scambio. In questo caso però siamo di fronte alla tipologia di gravity step che non prevede un anticipato-ritardato ritorno a terra di uno dei due appoggi rispetto all'altro, ma un deciso arretramento del punto di contatto rispetto al proprio asse, volto ad ottenere un deciso sbilanciamento in avanti.

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Il giocatore dopo essere finito durante lo scambio decisamente oltre la riga di fondo esegue questo gravity step toccando terra con i piedi contemporaneamente come in uno step normale, ma arretrando decisamente il punto di contatto, sbilanciandosi decisamente in avanti. In casi come questo il giocatore non ha bisogno di informazioni aggiuntive sul colpo in arrivo per eseguire questa tipologia particolare di gravity step perchè trovandosi così tanto fuori dal campo può essere certo (giustamente) che comunque il colpo successivo andrà giocato in posizione più avanzata rispetto a quella in cui attualmente si trova, tenendo anche nel dovuto conto la concreta possibilità che l'avversario vedendolo così arretrato possa giocare più corto, magari tentando proprio una palla corta.

In sostanza il giocatore che si trova ormai così indietro sa che sicuramente trarrà giovamento da una “spintarella” in avanzamento ed esegue un gravity step volto a garantirgliela.

P.s: Alcuni tecnici identificano come SPLIT STEP quello che qui abbiamo descritto come gravity step, enfatizzando il concetto di separazione (split) degli appoggi in fase di atterraggio. Altri invece preferiscono il termine GRAVITY STEP mettendo in risalto l'utilizzo consapevole dello sbilanciamento, in modo da comprendere in questa famiglia anche uno step con atterraggio simultaneo a livello di appoggio destro e sinistro ma punto di contatto arretrato, in modo da sfruttare lo stesso la forza di gravità tramite lo sbilanciamento in avanti. La sostanza è la stessa: sbilanciamento consapevole per sfruttare la forza di gravità ottenendo una spinta nella direzione desiderata.

Dopo aver visto come si possa sfruttare la gravità per ottenere vantaggi reali quando la situazione di gioco lo consenta, vediamo come far fronte alla più frequente necessità di reagire ad una improvvisa variazione di gioco del nostro avversario che non ci è stato possibile “prevedere”.

Non abbiamo letto in anticipo la palla corta, il lungolinea, la mazzata incrociata, non ci è pervenuto nessun “telegramma” ed ora dobbiamo partitre a tutta velocità per il più disperato dei recuperi.

GRAVITY TURN (o passo contrario di avvicinamento, passo pivot.. i nomi si sprecano ma anche qui la sostanza è la stessa!)

Il problema è il seguente: l'avversario mi ha appena tirato una bella pallata proprio lì dove non me l'aspettavo, la palla corre veloce e io sono lontano. Devo partire il più rapidamente possibile, su questo non c'è dubbio, ma come? Sempre nell'ottica di un destro mettiamo il caso di dover scattare a tutta velocità per tentare un recupero col nostro rovescio: siamo appena stati pizzicati da un bel drittone anomalo del nostro nostro avversario, una micidiale sventagliata che apre alla nostra sinistra, ma non abbiamo ancora voglia di cedere questo 15 perciò decidiamo di provarci e partiamo come delle furie, perchè un tennista si distingue da un raccattapalle non per il numero di palle che “recupera”, ma per la tendenza a farne sempre e comunque una questione personale tra lui e quella dannata , maledettissima palla gialla! .

Il punto da raggiungere è lontano sulla nostra sinistra, noi siamo appena “atterrati” dopo il nostro step senza aver potuto preparare nulla, e dobbiamo partire “a tutta”. Nel tennis ai fini di un recupero i primi passi sono determinanti perchè le distanze da coprire sono sempre relativamente troppo brevi per sviluppare velocità pura: quello che ci occorre è massimizzare l'accelerazione iniziale per bruciare il più rapidamente possibile quanta più distanza tra noi e la palla. La “migliore” accelerazione possibile si ottiene allontanando il piede più vicino alla palla da raggiungere per utilizzarlo come primo appoggio per la partenza del piede più lontano in direzione del punto da raggiungere.

Se devo scattare verso sinistra la mia prima mossa sarà quindi quella di avvicinare il piede sinistro al destro (riducendo il compasso degli appoggi ed allontanandolo “dalla palla in arrivo”) ruotandolo sull'avampiede in modo da allinearne la punta nella direzione dello scatto (pivot)

Anche in questo caso entra in gioco la gravità, oltre al principio delle leve (ampiezza di appoggi). In una classica situazione di appoggi di tipo tennistico i piedi si trovano paralleli tra di loro, separati da una distanza pari a circa 1 volta e mezzo la larghezza delle spalle. Avvicinare un piede all'altro (che viene tenuto fisso a terra) provoca un evidente sbilanciamento verso il piede spostato, ovvero in direzione contraria alla quale è stato mosso il piede. Ottenuta questa “spinta” il fatto di ritrovarsi con i piedi più vicini consente una accelerazione maggiore, perchè passi più piccoli permettono frequenze maggiori: è un po' come partire da fermi in prima anziché in quarta.

Questa tecnica decisamente raffinata viene utilizzata esclusivamente per far fronte a situazioni estreme, per le quali una normale dinamica di avvicinamento non consentirebbe di raggiungere in tempo la palla. La spinta iniziale che si ottiene è micidiale, viene però compromesso il generale equilibrio dell'atleta che avrà si maggiori probabilità di raggiungere palle altrimenti “intoccabili” ma pagherà questa possibilità di intercettare il colpo avversario con un equilibrio assolutamente precario in fase di impatto. In questa ottica si comprende ancora meglio il mostruoso dinamismo in campo di Nadal, poiché il ragazzo oltre ad avere una reattività ed una forza esplosiva disumana, padroneggia perfettamente queste raffinate tecniche di spostamento ed associa a eccellenti doti di mobilità una sensibilità di braccio non comune per la tipologia di giocatore a cui appartiene. (Perchè Nadal la palla la sente ragazzi, con lui lo stereotipo del “toppettaro” rema e corri non è applicabile, Nadal è uno che dopo aver raggiunto palle letteralmente impossibili arrivando “a cannone” e totalmente sbilanciato, colpisce da 3 metri fuori dal campo piazzando il passante sulla riga. Non sono un “Nadaliano” ma in fatto di tecnica bisogna essere obiettivi: il ragazzo ha gambe ma anche braccio, i miei unici dubbi riguardano la tenuta nel lungo periodo a livello di carriera perchè il suo gioco è davvero troppo dispendioso)

Togliete l'audio (che a me ha fatto innervosire ) e guardate ancora una volta Federer nel primo minuto di questo video che essendo al rallentatore consente di apprezzare in tutto e per tutto la situazione in cui viene eseguito un gravity turn.

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Dopo il servizio il giocatore si trova ben dentro il campo ed in controllo, tanto da colpire con sicurezza il dritto successivo e mostrare la chiara intenzione di attaccare ma viene letteralmente “sorpreso” dalla palla che l'avversario gli rispedisce nell'angolo alla sua sinistra.

Guardate come il giocatore dopo il dritto si proietti chiaramente avanti ma sia costretto ad arrestarsi bruscamente dopo aver constatato che l'avversario è riuscito a sorprenderlo sul suo lato sinistro con una mazzata non indifferente.

Stoppate il video al secondo 44, prendete fiato perchè il ragazzo ci sta per stupire: partito con il proposito di attaccare Federer è stato letteralmente “freddato” da una pallata angolata e violenta sul suo rovescio. In una simile situazione o rimani fermo e batti le mani al tuo avversario, oppure non ci stai e tenti il tutto per tutto partendo come un fulmine: gravity turn!

Il suo piede sinistro, il più vicino alla palla, viene allontanato dal punto da raggiungere e ruotato per portare la punta in linea con la direzione dello scatto (pivot).

L'atleta in questo modo ruota e si sbilancia ottenendo dalla forza di gravità una poderosa spinta (gravity turn) ed innesta una “marcia” più bassa riducendo l'ampiezza di passo per generare la maggiore accelerazione possibile.

Guardate come già al secondo 46 l'atleta sia marcatamente inclinato verso la palla da raggiungere ed immaginate quanta spinta si possa ricavare da un tale sbilanciamento.

Poi vabè, la palla non la prende lo stesso, ma non possiamo certo dire che non ci abbia provato come meglio non si poteva fare! (A volte nemmeno le cose fatte alla perfezione garantiscono il punto figuriamoci quando sono fatte approssimativamente! )

Se pensate che tra la percezione del colpo e la reazione che si traduce in un perfetto ed istantaneo gravity turn passa meno di un secondo capirete quale sia il grado di attenzione e concentrazione che un tennista moderno deve raggiungere per essere competitivo a questi livelli: semplicemente mostruoso.

Come mostruoso è il lavoro necessario per padroneggiare tecniche di spostamento così raffinate raggiungendo contemporaneamente questa immediatezza di reazione allo stimolo visivo.

Bisogna studiare e provare i “passi” come un ballerino, scattare come un centometrista ed arrivati sulla palla picchiare come un fabbro.

Perchè il miracolo del tennis moderno non è tirare così forte, per quello buona parte del merito va ai nuovi materiali: il miracolo è coprire il campo a queste velocità di palla impressionante, e per questo non ci sono materiali che possano aiutare più di tanto, ci vogliono solo ore ed ore di allenamento passate a limare dettagli apparentemente insignificanti che poi però in partita possono fare la differenza.

Ora è chiaro che non potete andare domani in campo e riuscire a fare gravity step e gravity turn perchè sono cose che richiedono anni di perfezionamento ad alti livelli. (Si cade che è una bellezza le prime volte! )

Ma conoscere questi “dettagli” che la maggior parte delle volte non superano i cancelli di una agonistica vi sarà utile per entrare nella giusta ottica che un tennista in fase di crescita deve avere, a qualsiasi livello.

Il tennis non è solo sbracciate, ace, passantoni, stop volley da urlo, mazzate sulle righe e soluzioni tecniche divine: il tennis è prima di questo gioco di gambe, reattività, tecniche di spostamento..

Pensavate che fosse difficile tirare un lungolinea a fil di nastro spazzolando la riga? No no, quello si può pure fare, anzi di tanto in tanto il “Vincentone di Capodanno” salta fuori anche dal cilindro del principiante, ma per giudicare un giocatore dovete guardare prima i piedi, perchè personalmente la cannonata sulla riga non mi impressiona più di tanto, ma la ricerca di palla di un top100, un gravity step ed un gravity turn come quelli di questi video invece mi mettono letteralmente paura: e come glielo fai il punto a gente che si muove così?

Bene, mancano le diagonali di avvicinamento, ne parlerò presto lo giuro, ma intanto beccatevi sto lenzuolo che giaceva incompleto da ormai troppi giorni!
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raccolta wik satrapo Empty Re: raccolta wik satrapo

Gio 22 Ott 2009 - 21:47
------------------------------------------- SATRAPO DIAGONALE DIRITTO ---------------------------------------------------------

La diagonale di dritto è la frontiera lungo la quale si combatte ogni match, se sei più forte del tuo avversario sulla diagonale di dritto hai metà match già in tasca.

I motivi sono tanti, alcuni banali altri meno evidenti.

La prima cosa da capire è che un match di tennis si gioca sempre e comunque sulle diagonali, perchè giocando in diagonale si ha ha disposizione un campo più lungo ed una rete più bassa, ma questo credo sia chiaro a tutti: tirare incrociato è molto meno rischioso.

Per questo motivo nessun giocatore forte si mette a palleggiare alternando colpi in ogni parte del campo cercando di spostare il suo avversario ad ogni palla, a meno che non abbia di fronte un avversario molto debole e si voglia divertire a giocare come fa il gatto con il topo. Mi spiego: se il maestro giochicchia con l'allievo lo sposta un po' ovunque con pallette quasi senza peso tirate in ogni punto del campo, calibrate per farlo correre facendo in modo che comunque ci arrivi, così l'allievo si diverte e si muove un po'.

Ma se gioco un match già di livello medio ed inizio a tirare una palla a destra e una a sinistra, a meno che il mio avversario non sia scarso mi prenderà a pallate, perchè sul mio primo lungolinea senza peso si appoggerà comodamente affondando sulla diagonale e inizierà a buttarmi fuori dal campo, e se insistessi tentando ancora di spostarlo cercando il lungolinea opposto, la sua seconda diagonale risulterebbe quasi sicuramente vincente. Molto spesso i giocatori delle categorie iniziali hanno l'errata tendenza a cercare ad ogni colpo sempre il campo libero, senza tener conto di quanto campo lascino scoperto con questa tecnica suicida: pensano di spostare l'avversario mentre invece gli aprono praterie di campo rendendoglielo anche disponibile con la soluzione più comoda.

Quindi un match di buon livello è impostato sempre con scambi molto pesanti sulle diagonali maggiori dai quali si esce per tentare la chiusura (o l'attacco) in lungolinea, ma un lungolinea non può mai essere banalmente solo un "diversivo" giocato in sicurezza o con il solo scopo di spostare l'avversario perchè fornisce campo per una chiusura incrociata, ovvero molto più comoda.

Il concetto base da assimilare è questo: sulle diagonali posso spingere molto perchè ho più margine essendo l'incrociato una tipologia di colpo molto più facile da eseguire, ma posso anche "tenere" in relativa sicurezza perchè il mio avversario, qualora volesse prendersi dei rischi, lo dovrà fare in lungolinea, ovvero giocando una tipologia di colpo molto più complessa.

Invece sul lungolina posso solo spingere per chiudere o attaccare perchè tirando una palla interlocutotria darei al mio avversario la comoda possibilità di affondare difendendosi o ri-accelerando sulla diagonale: quindi riassumendo oltre ad essere un colpo più difficile (il lungolinea) mi costringe a spingere sempre molto perchè fornisce una comoda soluzione incrociata al mio avversario, quindi giocare una palla che non sia davvero pesante in lungolinea è un suicidio.

E' per questo che i match di alto livello sono quasi interamente combattuti su pesantissimi scambi in diagonale dai quali si "esce" solo con dei vincenti (od approcci e chiusure a rete) da top-player.

Ora analizzando le due diagonali maggiori, avere la netta supremazia su quella di dritto fornisce vantaggi enormi in termini di resa del gioco.

La palla mediamente viaggia molto più veloce di dritto che di rovescio, è un dato di fatto che deriva dalla asimmetria del tennis: dalla parte del dritto il corpo e le gambe possono spingere di più, quindi in media si tirerà più forte a prescindere dalla qualità tecnica del colpo. (Tra giocatori tecnicamente maturi un ottimo rovescio non viaggerà comunque più veloce di un buon dritto)

Ne consegue che gli scambi sulla diagonale di dritto avranno velocità media molto maggiore, e quindi sarà molto più difficile "uscire" da una diagonale di dritto cercando una soluzione vincente di quanto possa essere tentare il vincente partendo da uno scambio sulla diagonale di rovescio. Se io sono in grado di controllare la diagonale di dritto il mio avversario sarà in grosse difficoltà perchè si troverà costretto ad uscirne fuori prima di me (poichè lui più debole in questa situazione andrà in affanno prima di me) tentando una soluzione già di per se difficile (un lungolinea) su una palla che viaggia mediamente molto veloce.

Se io pur dominando la diagonale di dritto contro lo stesso avversario risultassi in difetto su quella di rovescio la situazione non sarebbe poi così drammatica per una serie di motivi.

Prima di tutto la minore velocità di palla che si registra in media sulle diagonali di rovescio renderebbe il tutto più gestibile consentendomi una difesa molto più lunga, ma soprattutto io, sapendo di doverne uscire il prima possibile potrei tentare una soluzione di dritto anomalo sulla prima palla non proprio pesante del mio avversario.

Quindi presidiare una diagonale di rovescio oltre a dare minori vantaggi per via della minore velocità alla quale si può far viaggiare la palla, presenta anche dei rischi: se non spingo in maniera adeguata ogni palla mi espongo alla devastante soluzione anomala di giocatori dotati di ottimo dritto.

Quindi chi presidia la diagonale di rovescio è spesso costretto comunque a prendere l'iniziativa per primo, ma anche qui c'è un ulteriore svantaggio: se presidio la diagonale di rovescio e vado ad affondare in lungolinea oltre ad assumermi i rischi connessi (lungolinea più difficile) mi troverò a spingere sul dritto avversario, quindi comunque andrò a rischiare attaccando o spingendo su un colpo mediamente molto potente che è anche il più forte del mio avversario.

Tirando le somme, abbiamo due giocatori che si affrontano: uno ha la supremazia sulla diagonale di dritto e l'altro su quella di rovescio.

Mr."DIAGONALE DI DRITTO": controlla agevolmente uno scambio comodo (diagonale) in cui la palla viaggia molto veloce (dritto) mandando quindi in crisi l'avversario rapidamente. Se l'avversario non regge o sbaglia, oppure è costretto a provare una soluzione molto rischiosa (lungolinea) su una palla difficile da gestire (siamo sulla diagonale di dritto in cui la palla corre molto veloce) Se Mr.DRITTO volesse invece prendere lui l'iniziativa potrà farlo dopo aver mandato in affanno l'avversario aspettando una palla comoda che prima o poi il suo "bombardamento" sulla diagonale di dritto inevitabilmente gli procurerà, assumendosi si dei rischi (lungolinea) ma facendolo su una palla appunto facile e con il suo colpo migliore (dritto) che è anche per definizione il più potente dei fondamentali da fondo.

Mr."DIAGONALE DI ROVESCIO": controlla agevolmente uno scambio comodo (diagonale) in cui la palla però viaggia in media molto meno veloce (siamo sul rovescio) consentendo quindi all'avversario una difesa più agevole e decisamente più lunga: ci vorranno molti più colpi per prendere in mano lo scambio. Per questo molto difficilmente otterrà il punto provocando l'errore avversario con la semplice pressione, ma dovrà prendere l'iniziativa spesso anche su palle non proprio semplicissime perchè il suo bombardamento sulla diagonale di rovescio produrrà meno frutti a causa della minore velocità media di palla, andando quindi a prendersi dei rischi (lungolinea) spingendo con il suo colpo migliore che però essendo un rovescio produrrà comunque effetti meno devastanti rispetto ad un equivalente dritto, trovando anche il miglior colpo dell'avversario. (ovvero il dritto - è banale ma importantissimo da capire: attaccando dalla diagonale di dritto in lungolinea si trova con il proprio dritto il rovescio avversario, mentre facendo lo stesso sulla diagonale opposta andremo a spingere di rovescio sul dritto, e normalmente è molto più pericoloso da fronteggiare un recupero o passante di dritto che di rovescio) Inoltre se Mr.ROVESCIO allentasse anche solo di poco la pressione sulla sua diagonale preferita, essendo la velocità di base comunque non elevatissima, un piccolo momento di "riposo" potrebbe offrire a Mr.DRITTO il tempo per spostarsi e provare una soluzione anomala con il suo dritto, cosa che non si può verificare sulla diagonale di dritto prima di tutto perchè la maggiore velocità media dello scambio non consente di trovare il tempo per spostarsi e andare a colpire di "rovescio anomalo", ma soprattutto perchè la soluzione anomala di rovescio praticamente non esiste, o meglio non è nemmeno lontanamente efficace e devastante quanto il dritto anomalo. Quindi nel presidiare la sua diagonale Mr.ROVESCIO deve stare anche molto attento a dare sempre adeguata pressione ed angolo ai suoi colpi perchè rischia di esporsi alla devastante soluzione anomala di Mr.DRITTO, e dovendo giocare più colpi per raccogliere frutti sulla diagonale di rovescio e costantemente in spinta, ci può scappare anche qualche errore di troppo.

Mr.ROVESCIO deve faticare molto di più per presidiare la diagonale di rovescio che inoltre è molto meno vantaggiosa rispetto a quella di dritto, che Mr.DRITTO controlla agevolmente senza prendersi rischi esasperati.

Ecco perchè se un giocatore domina sulla diagonale di dritto, molto probabilmente, domina anche il match



----------------------------------------------- WIK VIDEO STEP -----------------------------------------------------------------
Cos'´e uno step ?

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Questo é un bell'esempio scolare di crossover, quello che c'é da notare é come il rientro in posizione da un coperto di rovescio sia molto meno semplice e questa é una delle ragioni per cui colpire in back ti crea molta piú sicurezza, se poi ci aggiungiamo che spesso e volentieri rimaniamo lí immobili a vedere se va dentro o fuori o che é effetto ha sull'avversario.....

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Se poi avete proprio tutta questa buona volontá questo é un buon esercizio

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Questa invece é la qualificazione di un challenger in Francia si non ci crederete ma é proprio un turno di qualificazione
notare cosa significa non steppare

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E poi guardate qui cos'ho trovato !!
Io quel rovescio lí l'ho giá visto

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------------------------------------------------WIK BACK --------------------------------------------------------------------

Se vi dicessi che é un problema di testa ora che succederebbe ???
No non é cosí, ma la testa in qualche modo c'entra. Le cause sono diverse per Miguel e Tarie

Analizziamo il back dal punto di vista facilitá d'esecuzione rispetto al rovescio a una mano.
Ha grandi vantaggi, in primis come posizionamento, puoi fare un back in posizione sia aperta che chiusa ovvero con la gamba destra per i destri esterna rispetto la sinistra e in tutte le posizioni intermedie , non cambia troppo il risultato, la ricerca della posizione coi piedi é piú semplice perché il carico del peso vá sulla gamba sinistra e poi a esecuzione colpo spostata sulla destra, nel rovescio a una mano é bilanciata su entrambi i piedi con prevalenza, ma solo prevalenza sul piede arretrato. Ora immagina la tua movimentazione, al momento del posizionamento definitivo hai una fase in meno da cercare, l'equilibrio che spesso per i meno esperti é trovato con una serie infinita di micropassi o addirittura non é cercato e con una movimentazione errata si cerca l'equilibrio nell'esecuzione del colpo stesso, molto piú semplice é mettere peso sull'arretrato che é naturale arrivarci, che é un po' come si esegue il dritto.
Nell'esecuzione del colpo, in primis la preparazione é con racchetta alta e da lí parti, e hai giá due fasi in meno, l'abbassare la racchetta, soprattutto la punta della racchetta che é una posizione non troppo naturale per il polso e la ricerca dell'impugnatura, tanto una continental che serve per il back la si trova con facilitá, basta chiudere la mano quando il colpo é pronto a partire. La spalla non crea grandi problemi nel back perché il colpo viene portato quasi in obliquo, la spalla non é un perno fisso come nel coperto dove dobbiamo portare la racchetta retta in avanti, ma il busto ci aiuta e rende il back molto meno rigido di esecuzione. Il braccio poi é totalmente libero puó andare in qualunque direzione e infatti in allungo totale é d'obbligo usare il back, ma puoi anche farla passare vicino al corpo, non cambia troppo il risultato, mentre nel coperto devi far obbligatoriamente passare il gomito vicino al corpo per seguire il piú possibile la linea retta ideale verso la rete. Il luogo dove colpire la palla nel back é variabile, ma sostanzialmente uguale al punto in cui colpiamo con il dritto e questo non é poco perché ? perché siamo aabituati al dritto ed é una posizione piú arretrata rispetto a dove colpiamo col rovescio coperto. Due cose importanti qui, ritenzione di palla che nel back ti consente di direzionarla a volontá al momento del rilascio e quella microfrazione di tempo in piú che ci consente di preparare il colpo. Nel coperto il colpo é secco, o la va' o la spacca, non hai tempo per dirigere il colpo durante la permanenza della palla nelle corde (c'é un trucco per farla ma te lo spiego un'altra volta va' é complicatissimo e appieno ci riesce solo Kuerten).
La posizione di uscita dal back é estremamete equilibrata, sei giá quasi in posizione per fare qualsiasi cosa, attaccare o riportarti al centro, quella del coperto no, hai bisogno di una grande padronanza dei movimenti per riportarti in posizione, c'é sempre quel momento in cui sei in balia e se l'avversario é uno che pesta ti prende alla sprovvista.

Tutto questo bel taratatran per dire che il back é un colpo piú sicuro del coperto e la semplice ragione per cui preferisci il back é solo ed esclusivamente questa. Ma non é cosí semplice, andiamo oltre.

Se é vero che é esecutivamente piú facile tirare un back rispetto al coperto, sono vere anche altre due affermazioni, soprattutto per i meno esperti il back é fisicamente molto, ma molto meno dispendioso energeticamente di un coperto e che il coperto é un colpo quasi obbligato, il back lo fai, lo disfi, lo rifai e lo corregi 10 volte dal momento che ti stá arrivando una palla.
Il tennis é uno sport meccanico, i colpi, i posizionamenti, tutto quello che riguarda la tecnica pura e semplice viene esguito autonomamente rispetto al pensiero che deve andare in altre direzioni, quando una palla ti stá arrivando la testa (vedi che c'entra ) agisce optando per la scelta che ritiene piú ????? SICURA nel tuo caso.

Vediamone ora le origini di questa sicurezza.
Semplice pigrizia, banale, ma devi arrivare al terzo set e un back ti risparmia.
Complessitá del posizionamento nel coperto perché il footwork é errato, e questa é una delle ragioni piú frequenti.
Problemi con il cambio di impugnatura.
Mancanza di confidenza con il coperto, molto piú tecnico del back, richiede un movimento ben preciso senza possibilitá di microcorrezioni.
Movimentazione di rientro dal colpo errata, sbilanciandoti hai paura di essere preda del colpo avversario.
Una posizione errata della mano destra nel tuo caso che sei mancino sulla racchetta, forse troppo bassa che non ti consente di manovrare al meglio il cambio di impugnatura.

Quando dici che nel fare un passante lo fai senza problemi é semplicemnete perché la tua reazione neuromuscolare (testa) é quella che "o la va o la spacca" tanto é l'ultimo colpo o quasi e le insicurezze tecniche si dissolvono.

Per ovviare e cercare una soluzione per prima cosa devi trovare quale delle ragioni sopraindicate é all'origine e poi lavorarci sopra, correggerla e se é il caso o meno di correggerla.

SATRAPO

Anche io da giocatore soffrivo della sindrome di Steffi Graf ma fortunatamente nel mio caso si manifestava nella variante più "subdola": tiravo fortissimo di dritto

Battute a parte, Ciccio ha elencato ottimamente tutti i punti che portano alcuni giocatori a rifugiarsi in back nel palleggio di rovescio.

Alla base di tutto c'è un footwork errato-inadeguato che si manifesta in un deficit di copertura enorme. Più sei in ritardo o distante o messo male rispetto alla palla e più sei tentato di giocare un back.

Come ha spiegato bene Ciccio il "back d'emergenza" lo puoi tirare con le gambe messe ovunque il braccio "sparpagliato" e i piedi "dispari", è chiaro però che una palla buttata in campo in condizioni tanto precarie è estremamente vulnerabile, e da qui nasce il falso mito che il back sia un colpo a priori "più debole" ripetto ad un rovescio coperto, quando è semplicemente un colpo diverso, con caratteristiche, potenzialità ed ambiti di utilizzo diversi.

Il lavoro da fare è tecnico, finchè non ci sarà fiducia nel colpo coperto in partita continuerai a rifugiarti nel back e finchè il colpo non sarà solido non ti darà fiducia. Paradossalmente anche lavorare sul back aiuta, perchè pretendere che il back sia un "vero back" ti costringe a migliorare la ricerca della palla dalla parte del rovescio e di contro migliorando il tuo back miglioreranno da subito le tue prestazioni in partita.

La cosa migliore è impostare lo stesso lavoro (in termini di target) eseguendo l'esercizio con le due tipologie di rovescio, in modo da lavorare su ambedue le soluzioni e constatare di volta in volta (e nel tempo) quella più efficace.

Ad esempio se lavori al cesto con serie da 40-50 colpi a profondità minima richiesta e fallosità zero ora come ora potresti vedere una migliore resa con il back (almeno all'inizio), ma già se ti faccio fare lo stesso esercizio mettendoti 50cm di overnet ti mando in crisi il back, e per rispettarmi il vincolo di profondità sei costretto a provare ad usare il top.

Impostando un workout completo che copra le situazioni tipiche di gioco (dalle diagonali con o senza copertura agli obblighi di attacco o difesa etc. etc.) si evidenzieranno di volta in volta i pregi ed i limiti funzionali dei due colpi, che però continueranno a crescere parallelamente.

In questo modo non "sostituisci" il back con il top, ma sviluppi le due tipologie di colpo in ambiti differenti, rendendoli più performanti nelle situazioni nelle quali sono più indicati, così che cresceranno insieme e potrai disporre, per ogni situazione di gioco, della soluzione più efficace.

Se invece pretendi brutalmente di giocare un top (che ancora non hai) al posto di un back-rifugio (sul quale non hai comunque mai lavorato) la resa del gioco precipiterà senza che ci sia una ragionevole aspettativa di crescita tecnica.
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Gio 22 Ott 2009 - 21:48
------------------------------------------------- SATRAPO ALLENAMENTO --------------------------------------------------------

Allora allora allora, prima vorrei fare una riflessione sul tennis e sul concetto di allenamento in generale.

Mi alleno? Si. Ma la prima domanda che devo pormi non è COME ma perchè.

In sostanza cosa voglio chiedere in più al mio tennis? Un principiante si allena per imparare a mandare la palla dall'altra parte, un amatore per fare i turni al torneo condominiale, un quarta per battere Villa (o il "vecio" del circolo ), un seconda forte per passare le qualificazioni in un Futures, un professionista per entrare nei topten e un campione per vincere uno o più Slam.

E con tutte le sfumature del caso ognuno inizia ad allenarsi per un suo scopo, ma se non è chiaro lo scopo non potrà esserlo certo il metodo. Comunque a tutti i livelli sicuramente chi si allena lo fa per migliorare il proprio gioco con l'aspettativa di vincere di più e più impegnativi saranno gli obiettivi che ci poniamo più intenso dovrà essere il lavoro per ottenerli.

L'allenamento è noioso, ripetitivo, faticoso e per nulla divertente: giocare bene è divertente, vincere partite difficili contro avversari forti è divertente e l'allenamento può farci giocare meglio e quindi vincere di più ma non può direttamente divertirci. Nello sport nulla ci viene regalato, l'allenamento è banalmente IL PREZZO DA PAGARE.

Se oggi avete voglia di divertirvi con la racchetta in mano, oggi non è un buon giorno per allenarsi, fatevi una partitella con un amico ma siate consapevoli che oggi il vostro tennis non migliorerà; il vostro umore probabilmente si. Se però avete appena preso una stesa micidiale da uno che giocava peggio di Frankenstein allora potreste avere le giuste motivazioni per passare due ore a sudare e lavorare in silenzio maledicendo chi ha inventato questo sport. Il vostro tennis migliorerà, il vostro umore sarà pessimo. Quando siete in partita e le cose si mettono male quando non dovrebbero esserci problemi non dovete pensare alla bella ragazza che vi porterete a cena la sera stessa, non dovete pensare a quanti passantoni sulle righe o vincenti in fronte avete rifilato al vostro amico di partitelle domenicali, non dovete pensare a quanto sarà bella la vostra prossima palla corta: dovete pensare a me! (Non a me Satrapo eh ma a chi vi tortura nei vostri allenamenti) Dovete pensare a quanta fatica avete investito nel vostro tennis, alle ore noiose passate a provare e riprovare mentre tutti erano a divertirsi facendo partitelle, palle corte, piroette e trikketrakke. Ripensate a quanti esercizi orribili vi hanno o vi siete imposti e vi si deve accendere dentro un fuoco, una voglia di rimandare la palla dall'altra parte anche con il manico, col telaio, con il damper. Tutto, tutto, meno che un altro stupido punto regalato: certo che posso perdere, ma mi devono battere perchè io ho lavorato troppo per andare in campo a regalar punti a uno che a vederlo giocare non lo daresti vincente nemmeno contro Pierino. Io non sono qui per regalare punti a nessuno, mi devi passare sopra con il trattore per farmi un punto. Anche se vinci, perchè a tennis si perde eh, nessuno è imbattibile, ti assicuro che anche se vinci oggi te ne vai a casa col mal di testa. E questa mentalità non è da facinorosi, è la mentalità che ha chi gioca pulito corretto e non alza mai la voce. Di chi non sproloquia quando sbaglia e non si esalta al primo bel punto che porta a casa (magari al quinto il pugnetto fatelo via ) Questa è la mentalità di chi è vincente, a prescindere dal risultato. Correttezza, determinazione, e pelo sullo stomaco: vieni qui e battimi, sarò il primo a dirti bravo ma prima battimi, perchè io non ti regalo niente. (Stralci presi da filippiche tipo propinate in più di qualche discorso di inizio stagione agonistica, quando vi trovate in una agonistica vi tocca sopportare anche simili discorsi )

Proporre un programma di allenamento generico è come prescrivere medicine senza aver visitato il paziente: non solo inutile ma potenzialmente anche dannoso però fissare qualche semplice principio base con qualche valido esempio può essere sicuramente utile.

L'allenamento nel tennis si divide in due grandi tipologie: l'allenamento tecnico e quello situazionale, perchè il tennis oltre ad essere uno sport terribilmente tecnico è anche uno sport di situazione. Non solo bisogna avere una abilità tecnica molto raffinata, ma bisogna saperla adattare alle situazioni sempre diverse proposte di volta in volta dal nostro avversario: il tennis è una "abilità aperta", ovvero per quanto io possa provare l'esecuzione di un colpo non riuscirò mai a riprodurre tutte le tipologie di palla che affronterò in futuro e quindi mi troverò sempre ad affrontare situazione nuove e sconosciute. Ogni palla che vado a giocare in partita od in allenamento sarà sempre diversa e imprevedibile, sarà sempre un problema nuovo da risolvere. Prendiamo uno sport come l'atletica leggera, e prendiamo il salto con l'asta ovvero forse la disciplina tecnicamente più complessa. Eseguire un salto con l'asta è difficilissimo, ci vuole velocità nella rincorsa, precisione assoluta nell'imbucata, potenza esplosiva per piegare l'asta, forza muscolare per distendersi in volo e doti acrobatiche per scavalcare l'asticella. Un gesto atletico tecnicamente mostruoso e complicatissimo ma siamo di fronte ad una abilità chiusa: la pedana, la buca e l'asticella sono riferimenti fissi ed immobili con i quali devo confrontarmi, nulla di esterno interviene per influenzare la dinamica del mio gesto tecnico. L'esecuzione di un colpo nel tennis invece è una abilità aperta perchè la pallina arriverà sempre da direzioni diverse con velocità ed effetti differenti e soprattutto imprevedibili perchè sarà il nostro avversario a decidere quale problema proporci. Il tennis mi richiede di padroneggiare un gesto tecnico estremamente complesso e di essere in grado di eseguirlo in situazioni sempre differenti ed imprevedibili, non dipendenti dalla nostra volontà ma bensì determinate dal nostro avversario. E' come se al povero saltatore con l'asta gli avversari spostassero di continuo la piattaforma di rincorsa, la buca e l'asticella durante ogni salto. L'unica abilità chiusa nel tennis è il servizio, unico colpo nel quale siamo noi stessi a piazzarci la palla come meglio desideriamo per poi andarla a colpire, ed è per questo che servire a tennis è un vantaggio enorme, tanto da essere considerato normale che il battitore vinca sempre i suoi game di servizio.

E di questo un allenamento tennistico deve tener conto. Banalmente se mi alleno a tirare fortissimo per passare il mio sparring a rete non sto sviluppando una abilità tennistica, ma se mi alleno tirando sempre e costantemente sulla volè di rovescio del mio compagno una palla sempre uguale che mi tornerà indietro in modo che io possa continuare virtualmente all'infinito questo palleggio in totale "controllo" allora starò sviluppando una abilità aperta migliorando il mio tennis.

Se in allenamento provo a tirare passanti da urlo sulla riga non sto facendo nulla di utile per il mio tennis, se invece sono in grado di tenere virtualmente all'infinito questo palleggio fondo-rete posso dire di aver svolto un lavoro importante per la mia crescita tecnica.

Questo perchè fornirò una risposta univoca ad un problema variabile, ovvero starò sviluppando una abilità aperta. Qualunque palla mi torni indietro (problema aperto) io dovrò giocarla posizionandola sulla volè di rovescio dell'uomo a rete ad un ritmo costante e senza sbagliare mai. (risposta univoca)

Ovviamente anche l'uomo a rete lavorerà in maniera speculare alla mia perchè il suo problema sarà quello di giocare costantemente volè di rovescio profonde e in controllo in modo da consentire la prosecuzione indeterminata del palleggio.

Questo è un esempio di esercizio tennistico semplice ma avanzato, mettere un uomo a rete e tirare passanti a tutta è un esempio di come non migliorare il proprio tennis falsando la percezione delle proprie abilità tennistiche: un passante vincente non aggiungerà nulla alle mie capacità tecniche ma il mio ego sarà gratificato e quindi meno disposto a lavorare. Non sarò migliorato e avrò meno voglia di allenarmi perchè sappiamo tutti che si ricorda di più un grande passante che 100 misere pallate morte a rete o sui pini.

Tenere 100 scambi di fila con l'uomo a rete migliorerà le mie abilità tecniche e mi fornirà una reale istantanea del mio livello di gioco attuale perchè se per portare a termine l'esercizio sarò costretto a rallentare enormemente la mia velocità di palla diventerò consapevole di quanto sia bassa la mia velocità di palla in controllo, e di quanto dovrò lavorare per portarla a livelli accettabili. E se in partita supero la mia velocità di "palla in controllo" perderò da chiunque semplicemente perchè la mia percentuale di errori sarà troppo alta. Contro il pallettarino si perde non per testa o per poca attitudine al match ma per un costante overspeed di palla, causato da una metodologia di allenamento errata che mi ha portato a sovrastimare la mia reale velocità di controllo. Paradossalmente i giocatori che tirano più forte rispetto alle loro reali doti tecniche sono i principianti assoluti che mandano le palline in orbita con facilità estrema, mentre i giocatori che tirano più piano rispetto a quanto le loro capacità tecniche consentirebbero sono i PRO. In tutti i livelli intermedi la partita si gioca sulla differenza di "overspeed" : chi riesce a far giocare il suo avversario costantemente oltre la sua velocità di controllo vincerà la partita. Il vecio che gioca a 3km/h batterà chiunque non sarà in grado di giocare costantemente a 4km/h, e se le vostre metodologie di allenamento vi hanno ingenerato l'errata percezione di poter giocare a 100km/h quando in realtà non sareste in grado di centrare a ripetizione un settore di un metro per un metro nemmeno tirando a 10 rimedierete sonore sconfitte tutte le volte che incontrerete un giocatore che consapevole del proprio reale livello di gioco non lo supererà, raccogliendo meno applausi ma molti più punti.

I tre principi di un drill tecnico sono il target, la riproducibilità e il sovraccarico.

Il target è l'obiettivo o se preferite il problema da risolvere.
Banalmente tracciate un settore di un metro per un metro e tirate sempre li dentro, con qualsiasi colpo: dritto, rovescio, volè e smash. Questo è fissare un target.

La riproducibilità sta nella percentuale di riuscita: prendere una palla e tirarla con la racchetta centrando un birillo nel campo è una dote da circense ma non da tennista. Coprire il campo a destra e sinistra tirando 50 palle di seguito nel medesimo settore di un metro per un metro è un lavoro per tenisti forti, molto forti. Nessun esercizio può prescindere dalla valutazione delle percentuali di riuscita, annotatele e confrontatele nel tempo e siate obiettivi: le sensazioni ingannano, i numeri no. Il punto del secolo viene annullato dal successivo banalissimo errore gratuito.

Il sovraccarico è la base della performance. Un velocista si allena trainando pesi per sviluppare potenza, una volta rimossi i pesi correrà più veloce. Un tennista può allenarsi ad esempio alzanzo la rete (overnet) o limitando la luce della rete con delle sagome o introducendo spostamenti obbligati tra un colpo e l'altro (giro di boa, toccata e fuga..). Una volta rimosso il "sovraccarico" il margine di riuscita del colpo aumenterà enormemente: se non dovrete più aggirare un birillo prima di andare a cercare la palla la troverete meglio e prima, quando la rete tornerà alla sua altezza abituale non vi moriranno più colpi e servizi sul nastro etc. etc. In partita affronterete condizioni più facili di quelle sperimentate in allenamento.

Provate a palleggiare con obbligo di profondita' oltre la riga del servizio (target) arrivando almeno a tot scambi di fila (riproducibilità) andando a toccare il telone di fondo tra un colpo e l'altro (sovraccarico).

Quando il vostro avversario imposterà il match sulla regolarità assoluta rispetto ai vostri allenamenti avrete il vantaggio di non dover andare sempre a toccare il telone di fondo e di non dovervi fermare se vi scappa una palla un po' più corta della linea del servizio. Se in allenamento rispettando il target e con il sovraccarico facevate 100 palleggi in partita senza questi assilli dovreste arrivare a 200, e comunque troverete molto più facile e assolutamente non stancante colpire la palla senza dover fare km avanti e indietro verso il telone quindi probabilmente sarete in grado di piazzarla con molta più incisività chiudendo magari lo scambio rapidamente.

Gli esercizi tecnici sono tantissimi e con un po' di fantasia se ne posso strutturare sempre di nuovi, l'importante è rispettare i principi di target, riproducibilità e sovraccarico.

Ponetevi un obiettivo ragionevole, complicatevi la vita con qualche "simpatico impedimento" e iniziate a contare le percentuali di riuscita.

Per esempio non partite con settori di 20cm per 20 perchè non li centrerete mai con la necessaria frequenza, partite con una prateria di 2 metri per 2 e se proprio siete infallibili restringetela gradualmente.

Un esercizio banale ma mostruoso è il palleggio di regolarità nel corridoio: il settore è limitato ma ancora fattibile, la rete nei pressi del corridoio è più alta (overnet=sovraccarico) e il fatto di dover giocare sempre in lungolinea una ulteriore complicazione. Alternate 3 dritti e 3 rovesci e palleggiate sempre all'interno del corridoio tracciando anche una linea di profondità minima richiesta. Quando col vostro compagno sarete in grado di padroneggiare lunghi scambi in questa situazione immaginate quello che potrete fare con tutto il campo a disposizione per piazzare una palla sia in attacco che in difesa.

Lo stesso esercizio può essere svolto sulle diagonali: stavolta dovrete giocare ognuno nel corridoio nell'angolo opposto, in questo caso il sovraccarico è costituito dall'angolo esasperato che dovrete trovare e, avendo anche qui l'obbligo di profondità, dalla lunghissima traiettoria che dovrete far coprire alle vostre palle. Se siete soliti tirare un po' troppo corto palleggiare su queste sconfinate diagonali sarà per voi un toccasana.

Se avete i piedi un po' pigri niente supera il terrificante "pittino" che ha il pregio di abbinare un po' di sano divertimento e competizione ad una drill di difficoltà tecnica elevata. Campo valido solo quello delimitato dai settori del servizio, obbligo di far rimbalzare la palla sempre a terra prima di farle superare la rete. (come nella battuta del ping-pong) Potete colpire al volo o a rimbalzo, l'importante è che schiacciate la palla a terra in modo che rimbalzi una volta prima di superare la rete e ricadere entro il mini-campo valido. Ogni palla vale un punto. chi è in svantaggio "serve" con i piedi al di fuori dal mini-campo (sempre col rimbalzo obbligato alla ping-pong) e il primo che arriva a 11 punti vince. (consigliato il 3 su 5 chi perde paga la consumazione al bar ) Quando avrete braccio sufficiente per farlo bene, le vostre gambe grideranno pietà. Se non avete idea di cosa voglia dire giocarlo bene sfidate qualcuno che la palla la sente davvero e piangerete lacrime amare, non si può tirare forte a causa del rimbalzo obbligato e del campo corto che non consente le traiettorie veloci e tese ma piazzando la palla con precisione si diventa matti.

Se avete problemi con la risposta al servizio dividete il campo in 3 corridoi uguali (4 quando sarete più forticelli) e indipendentemente da dove e come servirà il vostro sparring rispondete prima sempre nel primo settore, poi sempre nel secondo e così via. Servizio liftato ad uscire? Risposta nel settore 1. Servizio potente al centro? Ok, rispondere sempre nel settore uno. Kikkone da paura in mezzo al quadrato di battua? E che problema c'è? Io rispondo sempre nel settore uno. Poi passate al due e poi al tre..

Ora quando in partita vorrete rispondere sul rovescio ridicolo del vostro avversario ripensate goliardicamente alle ore passate maledicendo il buon Satrapo che vi costringeva a rispondere sempre e solo nel settore che indicava lui, tracciatevi mentalmente un comodo settore (con la mia facciona in mezzo ) posizionandolo in corrispondenza del rovescio della vostra vittima e qualunque palla lui vi servirà gliela rimanderete proprio li dove mai la vorrebbe ricever. Serve a uscire? Al centro? Non lo sa nemmeno lui dove? E che problema c'è? Io sono preparato a rispondere qualsiasi cosa mi arrivi sempre nel settore UNO!

Prima che questo post assuma dimensioni oceaniche mi fermo, qualche esercizietto ve l'ho indicato, tabelle e programmi specifici non si possono fare per tanti motivi, ma soprattutto perchè ognuno ha bisogno di "cure" diverse però quello che davvero è importante è capire come ci si allena.

Qualsiasi cosa vi mettiate in testa di fare sarà produttiva se e solo se avrete fissato prima un taget, se vi sarete complicati la vita con qualche espediente per rendere il target meno facile da centrare (sovraccarico) e soprattutto se otterrete percentuali di successo molto alte (riproducibilità). Scrivete tutto e prima di passare ad un esercizio più "difficile", prima di restringere il settore da centrare, dovrete aver apprezzato un netto miglioramento delle vostre percentuali di riuscita. Non muovetevi in tutte le direzioni, non si può lavorare contemporaneamente sul controllo di palla, sulla regolarità, sulla potenza e sulla mobilità: un passo alla volta. Se un esercizio non vi riesce proprio provate ad abbassate la velocità di palla, meglio tirare pianissimo nel settore che ostinarsi a tirare forte mancandolo troppo spesso. Io dico spesso che "tutti sanno tirare forte, pochi sanno tirare SEMPRE" (ovvero "sempre nel settore"). Quando avrete saldamente in mano il drill ad una velocità di palla è tempo di provare ad aumentarla. Ma finchè non vi riesce dovete scendere, dovete "levare" e non "aggiungere", dovete ripartire dal basso altrimenti NON SI SALE.

Ah.. per finire.. ci sono anche esercizi in cui vi verrà richiesto di tirare non forte, ma FORTISSIMO , di rischiare non molto, ma MOLTISSIMO , di tentare non la soluzione difficile, ma quella IMPOSSIBILE ! Noi li chiamiamo Showtime, ed effettivamente posso concordare con voi che siano più appetibili e più "gratificanti" per l'umore ma prima di correre bisogna imparare a camminare.


------------------------------------------ SATRAPO VELOCITA' BRACCIO ----------------------------------------------------------

Avevo scritto qualche riga per i dubbi di PKK taire e Massimilianoxxx ma ho chiuso per errore il browser e siccome ho sonno non ho la forza per riscrivere il tutto, comunque brevemente:

Il pittino che faccio fare io non prevede obbligo di colpire solo al volo ma solo l'obbligo di far rimbalzare sempre la palla nel proprio campo prima che vada dall'altra parte: puoi scegliere se farla rimbalzare o prenderla a volo, l'importante è che la schiacci a terra stile pingpong.

Per il lavoro sugli spostamenti il video della Ivanovic postato da Ciccio illustra qualche lavoretto che si fa per velocizzare i piedi (oltre a qualche simpatico lavoro per migliorare la reazione visivo-motoria), ma in generale si lavora su mini-circuiti, slalom, ostacoli, cerchi.. Ottima è anche la croda fatta alla maniera dei pugili, ovvero facendola girare molto velocemente staccandosi da terra solo di quel paio di cm necessari a farla passare. A livello di gambe il lavoro in palestra è più che altro di carico per migliorare l'esplosività e di rinforzo per preservare l'articolazione del gionocchio. In particolare per questo scopo ho sempre visto i preparatori atletici insistere molto sul leg-extension, ma non essendo la pura prepeparazione fisica specificatamente il mio campo francamente non saprei dirvi perchè questo esercizio protegga il ginocchio.

Invece la velocità di braccio non è un problema tanto muscolare ma più che altro tecnico, e in generale il braccio di un tennista non viene mai caricato con pesi se non in maniera molto soft, primo perchè non si può andare a lavorare in campo con il braccio stanco e stressato da un sovraccarico eccessivo, secondo perchè la forza muscolare e la sensibilità-precisione nel braccio di un tennista devono crescere di pari passo altrimenti una muscolazione eccessiva può sbilanciare il gesto tecnico.

Di solito gli elastici suggeriti da Ciccio sono più che sufficienti.

Quando si riscontrano deficit di forza tali da limitare le abilità tecniche, cosa peraltro molto rara, si preferisce un lavoro in vasca simulando sbracciate indossando quelle "palettine" che usano i nuotatori in modo da mantenere il sovraccarico a stretto contatto con il gesto tecnico e far lavorare anche busto e spalla insieme con il braccio, oppure si fanno fare lunghe sessioni volo - volo o volo - muro per mantenere il sovraccarico muscolare a stretto contatto con il gesto tecnico.

Essendo la velocità di braccio essenziale per aumentare il controllo di palla (maggior velocità di braccio = maggior controllo sul colpo) dal punto di vista tecnico spesso si fa lavorare l'atleta che deve migliorare questo aspetto mettendolo a sbracciare colpi a rimbalzo molto vicino alla rete che viene anche rialzata di 20-30 cm, chiedendogli di giocare la palla molto corta, sempre almeno entro la linea di servizio opposta. Per ottenere una parabola così arcuata che possa superare una rete così vicina e rialzata mantenendo il colpo parecchio corto sarà indispensabile imprimere alla palla un top esasperato, ottenibile solo facendo viaggiare il braccio a velocità altissime. Tenete anche presente che un warm-up standard inizia sempre con un palleggio ravvicinato a rimbalzo (mini-tennis) e che solo dopo 4-5 minuti allontanandosi gradualmente si arriva al classico palleggio oltre la riga di fondo. Lo scopo di questo inizio ravvicinato è proprio quello di trovare rapidamente a freddo la velocità di braccio necessaria per un buon controllo sui colpi. Se vi è capitato di vedere dal vivo i professionisti allenarsi avrete notato che quasi sempre iniziano le sessioni in questo modo.

Per le dinamiche di busto-braccio del dritto nel tennis moderno nella posizione open-semiopen il grosso della preparazione in fase di apertura grava sul busto che ruotando fa arretrare il braccio. Anche in fase di swing il movimento inizia proprio dal busto che con la sua torsione di ritorno verso la palla nella prima fase trascina il braccio che rimane quasi arretrato per poi accelerare sulla palla in una sorta di frustata di ritorno velocissima.

C'è però da dire che queste dinamiche sono molto complesse da padroneggiare ed è possibile introdurle solo quando il livello tecnico del giocatore sia adeguato per affrontare simili problematiche, quindi se al momento il vostro maestro vi fa concentrare sull'arretramento del braccio in fase di apertura e sul suo ritorno verso la palla in fase di swing non vuol dire che lui predichi un tennis "antico", ma che probabilmente è ancora presto per parlarvi di anticipo d'anca ed utilizzo del busto. Per quanto riguarda il rovescio ad una mano invece il busto non si frontalizza in fase di impatto se non in minima parte, e se ci fate caso proprio per limitare questa frontalizzazione i pro usano il trucco di sbracciare indietro con il braccio sinistro mentre il destro va a colpire, in modo da contrastare il ritorno del busto.

Per finire ha ragione il maestro che chiede al proprio allievo di non saltare colpendo, semplicemente perchè i giocatori NON saltano quando eseguono i colpi

Non confondete il loro sollevarsi da terra con un salto, perchè il loro galleggiare è una naturale conseguenza della spinta di gambe ma non un atto pensato ed eseguito. Il tennis si gioca sempre dal basso verso l'alto, nel senso che le gambe devono mantenere l'atleta sufficientemente basso da consentirgli di attaccare la palla appunto dal basso. In fase di colpo le gambe ben piegate inizieranno a spingere verso l'alto per sostenere queso approccio verticale e contemporaneamente per spostare il peso del corpo sulla palla, e la conseguenza di questa poderosa spinta è un sollevamento da terra molto simile ad un vero e proprio galleggiamento. E' come se l'atleta essendo riuscito a scaricare tutto il proprio peso sulla palla si ritrovasse tanto leggero da galleggiare nell'aria, ma non c'è una volontà di saltare perchè se l'atleta spingesse a terra proprio per staccarsi dal suolo la sua spinta non finirebbe sulla palla ma verrebbe impiegata per vincere la forza di gravità. Quindi non si tratta di saltare ma di assecondare l'approccio verticale nei confronti della palla e trasferire tutto il proprio peso su di essa: facendolo bene vi capiterà di sollevarvi da terra, ma non starete saltando anzi, i vostri piedi avranno fretta di riguadagnare gli appoggi quanto prima per permettervi di tornare in posizione di guardia.

Nell'ormai famoso video del dritto di Gonzo si vede come il suo sollevarsi da terra sia conseguenza della poderosissima spinta di gambe e non un volontario saltare, se guardate i suoi piedi (il destro in particolare) sembrano proprio lottare per mantenersi a contatto con il terreno. Si nota anche come sia l'apertura che l'inizio dello swing vedano il busto con la sua rotazione farla da padrone fin quando il braccio, trainato nella prima fase dello swing, vada poi ad accelerare recuperando il suo ritardo con una frustata micidiale

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Ero stato più preciso nel post che è andato perso ma meglio di niente!
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Gio 22 Ott 2009 - 21:50
----------------------------------------------- SATRAPO TROTTOLA --------------------------------------------------------------

Se la posizione dei piedi è corretta ad inizio colpo per una semi-open stance, ovvero peso QUASI TUTTO sul destro e sinistro leggermante più avanzato e sufficientemente scarico (tanto da avere quasi sempre solo l'avampiede sinistro a terra ed il tallone leggermente sollevato) i piedi sono OK, il problema è nell'indipendenza di gambe che viene meno durante lo swing.

Sai sciare? Lo sci ed il tennis sono incredibilmenti simili per quanto riguarda il lavoro di gambe. Se sei un buon sciatore sai che il busto deve guardare sempre a valle, indipendentemente da quello che stanno facendo le anche e gli sci: sia che gli sci puntino verso il margine esterno della pista, sia che stiano effettuando uno slalom stretto (scodinzolo) disegnando una serpentina il busto si mantiene sempre rivolo verso valle, e questa capacità viene definita indipendenza di gambe. Ovvero le gambe lavorano e le anche ruotano senza "portarsi dietro" il busto. Nel tennis si procede al contrario, ovvero il busto deve lavorare senza trascinarsi dietro le gambe e gli appoggi, che è quello che ti accade quando vai in "trottola". L'enorme sforzo che percepisci quando ti succede è dovuto al fatto che il busto oltre a "trainare-accelerare" la racchetta si sta portando dietro anche bacino e game, e tutta la spinta che viene assorbita in questa faticosa translazione non arriverà sulla palla che risulterà fiacca e iper-arrotata, poichè la componente di rotazione applicata sulla palla rimarrà inalterata ma non verrà completata dalla sufficiente spinta. Non è che andando in trottola si dia più rotazione, è che viene dimezzata la spinta e quindi la palla risulta troppo arrotata in relazione al push che riceve. La quantità di rotazione applicata sarebbe giusta se la spinta non si perdesse altrove arrivando solo in minima parta sulla palla.

La correzione che fai affiancandoti a livello di appoggi risolve il problema perchè limità l'escursione di ritorno del busto, è come se inserissi un "limitatore di busto" ma a quel punto il compito di spingere la palla graverà quasi tutto sul braccio: si può fare per carità ma poi? Riusciamo a spingere a fondo per un ora e mezza solo col braccio? E a che prezzo? Senza entrare nel merito delle rotazioni perchè spingendo di braccio si copre molto meno la palla e giocare sempre (più) piatto vuol dire rischiare molto a parità di efficienza, incorrendo inevitabilmente in maggiori percentuali di errore.

Il lavoro da fare è quindi, una volta accertato che gli appoggi di partenza siano corretti per una semi-open, imparare a svincolare il busto dalle gambe rendendolo indipendente. Tieni presente che un minimo di rotazione sull'asse degli appoggi ci sarà sempre (normalmente in uscita di colpo il piede destro si trova comunque più avanzato del sinistro ma non in maniera troppo esasperata), ma deve essere una conseguenza della spinta che non tolga peso alla palla.

Palmi delle mani rivolti verso il cielo e un bel manico di scopa impugnato distanziando le mani di circa una volta e mezza la larghezza delle spalle.

Con una pallina a terra un paio di metri alla tua destra, steppi e cerchi la palla nell'immaginario punto di impatto in corrispondeza della pallina a terra in modo da arrivare pronto a colpire in semiopen con il corretto piegamento delle gambe e tutto il resto. Il manico di scopa impugnato con i palmi rivolti verso l'alto simulerà egregiamente una apertura reale, con il sinistro ben puntato all'esterno e la destra allineata correttamente verso la palla immaginaria in arrivo, ovvero come se il tappo della racchetta puntasse la palla in arrivo. Da questa posizione, in un attimo di still controlli (o fai controllare da uno che lo sappia fare) che:

Gli appoggi siano corretti per una semi-open, ovvero peso al 90% sul destro, sinistro scarico, un po più avanzato verso la rete rispetto al destro con tallone se vuoi leggermente sollevato.

Il manico di scopa deve esere perfettamente allineato con la riga laterale, ovvero devi puntare perpendicolarmente verso la rete (e verso il telone di fondo dalla parte opposta). E' MOLTO IMPORTANTE che la torsione di busto non superi questo angolo, il manico di scopa deve essere parallelo alla riga laterale e non andare oltre questo angolo.

Dopo questo istante di still ruoti il busto portano la scopa parallela alla linea di fondo, e NON OLTRE, con un movimento fluido, non strappato, morbido ma non lento, in modo da ritrovarti a guardare la rete con il busto perfettamente parallelo ad essa. Una cosa fondamentale è evitare di fare microaggiustamenti quando dallo still si inizia la rotazione: molti commettono l'errore di ripartire dallo still col "la rincorsa", ovvero effettuando una ulteriore micro-torsione per prendere slancio prima di iniziare la rotazione di ritorno del busto: DA EVITARE COME LA PESTE! Sei fermo in posizione di apertura e da qui parti con la rotazione, non ci devono essere microaggiustamenti.

Durante la torsione dovrai avanzare di circa una ventina di cm verso la rete, in pratica la scopa dovrà trovarsi ASSOLUTAMENTE PARALLELA alla linea di fondo, ma appena ultimata la rotazione di ritorno dovrai essere più avanzato di una 20ina di cm rispetto alla pallina a terra in corrispondenza dela quale hai mimato l'impatto.

L'vanzamento dovrai ottenerlo facendo lavorare le gambe come in un vero colpo, ovvero spingendo dal basso ed in avanti verso la palla, in modo da garantirti l'avanzamento senza avere la consapevolezza di "saltare": sarà un avanzamento durante il quale i piedi si manterranno veramente vicini al terreno anche nella fase aerea. Non sarà un salto, sarà una conseguenza della translazione del peso in avanti.

Ripeti la sequenza tornando al punto di partenza con ricerca di campo tennistica, magari approfittane per perfezionare il footwork concentrandoti sul cross-over, quindi steppi e riparti verso il nuovo impatto immaginario.

In questo modo appoggi e busto inizieranno a lavorare in maniera indipendente: le gambe per verticalizzare il peso sulla palla mentre il busto ruoterà senza interferire con gli appoggi.

Se vuoi allenare anche l'addome e gli obbliqui pui utilizzare un bastone pesato senza però esagerare con il carico, va già bene un bilanciere piccolo senza pesi, ma solo quando eseguirai l'esercizio con precisione millimetrica con il manico di scopa: in generale non caricate mai prima di aver acquisito a perfezione la dinamica dell'esercizio.

Fammi sapere se ne trai giovamento

Ora devo scappare, delle discese a rete e di Davydenko vs Federer ne riparliamo, solo volevo dire che nei due filmati il grande Mc fa serve-and-volley, e la nobile arte del serve-and-volley non ha niente a che vedere con una discesa a rete durante uno scambio da fondo eh, perchè siamo fermi sia noi che stiamo servendo, sia l'avversario che sta in risposta, e soprattutto è ferma la palla che andiamo a servire!

Ma per ora palla in campo e pedalareeee

------------------------------------------------------- SATRAPO PALLE ALTE- PALLE BASSE ----------------------------------------

Allora partendo dalle palle altezza spalla come già detto da Ciccio l'importante è non stravolgere le posizioni relative e gli angoli a livello di polso e gomito.

Dovete salire il più possibile ma mantenere sempre un attacco della palla dal basso verso l'alto. Come vedete nel video del rovescio della Hantuchova la racchetta attacca la palla comunque dal basso e la testa della racchette scende bene "sotto" la palla prima di andare a colpirla.

Se vogliamo la prima fase della preparazione è identica a come sarebbe stata per un colpo ad altezza ottimale, e la chiave di tutto è propio questa: non stravolgete il vostro movimento per andare a picchiare ad altezza spalla.

Stoppate al secondo 11 e ditemi se non vedete una preparazione "tradizionale": gambe ben piegate, peso in avanzamento verso la palla ed apertura ottimale.

Poi da qui parte lo swing con la racchetta che nella prima fase scende decisamente per portarsi sotto la palla ed attaccarla correttamente dal basso, solo che essendo il punto di impatto molto più in alto, l'atleta inizia a salire molto prima per portare tutto il corpo il più vicino possibile alla palla.

Come vedete non è il solo braccio-racchetta a salire verso la palla, ma l'atleta sale "tutto" ed infatti la racchetta al momento dell'impatto non è affatto più alta della spalla sinistra.

Ora non c'è dubbio che per giocatori non ancora tecnicamente formati le palle alte siano una vera spina nel fianco, e questo perchè vengono affrontate con movimenti del tutto improvvisti ed "originali".

Gli errori più comuni sono:

1) Assenza di piegameno: pensando che la palla verrà colpita ben alta si ritiene non necessario il piegamento. Niente di più sbagliato. Guardate la Hantuchova come scende: è chiaro che se non caricate le gambe non sarete in grado di spingere per "salire" e colpire la palla.

2) Attacco della palla dall'alto verso il basso: normalmente un suicidio, vi può andare bene solo se siete molto vicini alla rete, altrimenti sotterrerete il colpo. La palla va sempre attaccata dal basso, in maniera meno accentuata rispetto ad un colpo tradizionale ma questo non dipende dalla maggiore altezza della palla in se, ma dal fatto che necessitate di meno rotazione per tenere in campo la palla quindi potrete aumentare la componente orizzontale della sbracciata a scapito della rotazione e a vantaggio della velocità di palla. Ma questo non vuol dire nè colpire totalmente piatto, nè colpire la palla con un approccio del tutto orizzontale.

In conclusione piegatevi sempre e attaccate sempre la palla dal basso, quello che dovete fare è cercare di salire il più possibile prima dell'impatto per far in modo che il punto di contatto con la palla si trovi comunque sotto il livello della spalla corrispondente. Come vedete la Hantuchova salendo inclina molto anche la linea delle spalle, ed in effetti anche grazie a questo impatta la palla al di sotto della sua spalla sinistra, facendo in modo che la testa della racchetta rimanga in linea con la spalla senza superarla in altezza.

Inclinare in questo modo la linea delle spelle è ammissibile, colpire con la racchetta nettamente al di sopra della spalla no, perchè stravolge troppo la dinamica dello swing: la Hantuchova si "allunga" a livello di busto-spalle ma non a livello di braccio-racchetta.

Se non siete in grado di salire tanto da ricondurre il punto di impatto almeno in linea con la spalla di riferimento del colpo vuol dire che siete quasi al limite dello smash.

Non salite con la racchetta, dovete salire con tutto il corpo per fare in modo che il braccio riesca quanto più possibile ad eseguire uno swing "normale", l'unica vera differenza è che data l'altezza dalla quale partirà la palla potrete ricercare traiettorie molto più dirette e penetranti rinunciando ad un po' di rotazione ed adottando un attacco di palla leggermente più 'orizzontale' ma sempre dal basso.

(Bene attenti salire non vuol dire necessariamente saltare, colpire in salto richiede doti di coordinazione a livello di appoggi e tempismo sulla palla che probabilmente non fanno ancora parte del vostro bagaglio tecnico se al momento una palla alta vi crea più di qualche problema: imparate a salire e metterle giù in sicurezza prima!)

Per l'ipotetico back che rimbalza a metà campo, l'unica soluzione possibile (agonisticamente parlando) è attaccarlo e seguirlo a rete.

Non potete avanzare così dentro il campo e scendere così in basso per colpire una palla in back che cada in mezzo al campo e poi rimanere li: un colpo che vi costringe a scendere così tanto vi leva dinamismo, e trovarsi un po' troppo piantati in mezzo al campo vi rende vulnerabilissimi.

Perciò letta la traiettoria bassa e corta del colpo avversario dovete immediatamente entrare per attaccarlo, quindi utilizzate le vostre strategie di attacco.

In generale gli appoggi per un colpo in avanzamento sono più chiusi, dimenticate le open-stance sul dritto e rispolverate una sorta di affiancamento più classico in modo da poter realmente colpire in avanzamento, perchè il vostro scopo è prendere la rete.

Se avete un buon back di rovescio e la palla è davvero centrale cercatelo ed entrate con quello: il back di rovescio è fatto per attaccare e scendere a rete, e se riuscite a scendere bene sotto una palla già bassa riuscirete ad avvelenarla a dovere e in più la minore velocità del back vi consentirà un miglior posizionamento a rete.

Ripeto: il vero rischio di un back in mezzo al campo è quello di colpire e rimanere piantati li, l'unica soluzione possibile è attaccare.

Avete mai sentito la classica frase "l'ha chiamato a rete per passarlo" ?? Vista dall'ottica opposta il miglior modo per costringere il nostro avverario a venire avanti e giocargli un buon back in mezzo al campo.

La vera emorragia di punti che questa situazione provoca nei giocatori non tecnicamente formati è dovuta alla totale mancanza di una strategia di attacco, dalla assoluta "disabitudine" a colpire PER seguire il colpo a rete.

Il giocatore arriva li e pretende di picchiare una palla bassa e in mezzo al campo (quindi vicina alla rete!) e, o non riesce a sollevarla abbastanza e la stampa sul nastro, oppure la solleva ma senza dargli il sufficiente spin per tenerla dentro e la conficca sul telone di fondo.

O ancora arriva e gioca in sicurezza senza attaccare nè forzare, ma deve poi pagare una assoluta mancanza di posizione nei confronti del successivo colpo avversario: è finito nella tristemente famosa "terra di nessuno".

Ricapitolando, appena leggete una traiettoria bassa e corta mettete in atto immediatamente le vostre strategie di attacco ed andate a colpire PER seguire a rete il colpo, ricordandovi che attaccare non vuol dire tirare per fare il punto, vuol dire tirare con lo scopo di chiudere la successiva volè.


---------------------------------------------------- SATRAPO TERGICRISTALLO – ANCA ------------------------------------------

Come dire.. in realtà avviene prima durante e dopo!

Ovviamente per avere effetto di copertura sulla palla deve avvenire "durante" l'impatto, quindi per forza deve cominciare prima, e ovviamente perdurerà anche dopo, perchè come abbiamo detto tante volte il finale del colpo non è un "proseguire" il movimento ma un decontratto lasciare andare, perciò quello che stavi facendo al momento dell'impatto estenderà il suo movimento anche dopo, sino ad esaurirsi a fondo corsa in maniera naturale.

La parte finale di un colpo in realtà non si "esegue" ma è il risultato di ciò che si è fatto prima del colpo. Questo è un punto molto controverso perchè molti pensano che per ottenere un finale lungo e fluido magari sopra la spalla, ma anche basso sul fianco si debba guidare la racchetta nel punto di arrivo desiderato: la risposta è NO! Dovete imparare a decontrarre e lasciar correre, il finale sarà corretto se quello che avete prima e durante il colpo è stato eseguito correttamente. E' per questo che un buon finale è il risultato di un colpo ben eseguito, perchè ne è appunto conseguenza.

Perciò quello che tu definisci "tergicristallo" origina prima dell'impatto ma risulta più evidente dopo aver colpito la palla perchè è solo durante il finale che risulta visibile il "ribaltamento" della racchetta.

Usiamo di nuovo il video del dritto di Gonzo (che è molto utile perchè si vedono anche le gambe e gli appoggi)

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Praticamente lui richiama la testa della racchetta per coprire la palla con la rotazione dell'avambracio (e non del polso eh!) più o meno a partire dal secondo 17, ma quello che avviene dopo, ovvero il "tergicristallo" vero e proprio, è la conseguenza di questo richiamo, e non una consapevole volontà dell'atleta di condurre la racchetta dopo il colpo.

Un piccolo esercizio che si fa fare a livello di preagonistica per metabolizzare questa dinamica è far sbracciare i ragazzi in prossimità dei teloni di fondo, in modo che se l'avambraccio non venisse utilizzato in maniera corretta per coprire la palla la racchetta si infrangerebbe sul telone: se il "tergicristallo" viene meno la racchetta colpisce il telone, se invece viene eseguito correttamente lo sfiora con il piatto corde che corre parallelo ad esso.

locanton1 ha scritto:
satrapo potresti spiegarmi un pò il comportamento dell'anca nel dritto? E' solo una curiosità dato che sul maestro sto lavorando su questo... questa estate la portavo avanti prima dell'impatto, ora dopo qualche mese di lavoro va bene...
Poi vorrei sapere se avessi una spiegazione ad un dei miei ultimi difetti tecnici rimasti... sul dritto ho una grossa difficoltà ad arrivare bene sulla palla... Sono mancino e sull'angolo sinistro sto sempre in difficoltà... Cioè parto tardissimo e come se leggessi male la palla... a cosa potrebbe essere dovuto? Mi succede solo quando la palla è parecchio angolata, altrimenti trovo bene gli appoggi anche sul dritto... Sul rovescio nn ho di questi problemi...


Ecco l'utilizzo dell'anca nel dritto fa pare di un lavoro di rifinitura molto personale ed avanzato, nel senso che in linea di massima non si può prescindere dalle caratteristiche personali dello swing di ogni giocatore per eseguire una messa a punto efficace.

In generale negli ultimi anni si è imposto un modello di gioco che preveda un certo "anticipo di anca" sulla palla per quanto riguarda il dritto, generato dall'utilizzo di posizioni più aperte a livello di appoggi che hanno reso possibile l'utilizzo il massiccio utilizzo del busto per spingere la palla.

Anticipare l'anca, ovvero per un destro sul dritto iniziare il movimento di ritorno del busto sulla palla a livello del bacino, consente un ulteriore caricamente del busto proprio appena prima di inziare lo swing. Se ci pensate il busto viene caricato di più in una posizione semi-open stance perchè le anche non seguono la sua torsione in fase di apertura, e se noi iniziamo lo swing anticipando il ritorno dell'anca destra verso la palla otterremo nei fatti un ulteriore caricamento del busto. Tecnicamente un tappo si può avvitare e serrare girandolo ma anche tenendolo fermo e girando la bottiglia nel verso opposto, diciamo che nell'apertura si ruota il busto per caricarlo, e con l'anticipo d'anca si da' una ulteriore "pre-carica" al busto aumentandone l'energia potenziale e favorendone la partenza che risulterà così "lanciata" perchè trainata dall'anca, ottenendo una maggiore accelerazione.

Ora, non sono cose che si posso sperimentare da soli altrimenti rischiate una crisi tecnica allucinante: da quello che dici probabilmente nel tuo caso il lavoro dell'anca era anticipato in maniera eccessiva o scorretta ed il tuo maestro lo ha rilevato come difetto e giustamente lo ha corretto, in alltri casi il giocatore parte "di braccio" e lo si fa lavorare per apprezzare un punto di "tensione" a livello di anca nella fase iniziale dello swing per fargli percepire l'azione del busto.

Sempre nel video di Gonzo si vede bene come l'anca destra inizi il suo ritorno sulla palla prima della linea delle spalle, e quindi prima del busto, lasciando il braccio inizialmente arretrato per sfruttare al massimo l'effetto "fionda" quando in prossimità dell'impatto la racchette viene richiamata sulla palla ed il braccio recupera tutto il suo "ritardo sul busto" accelerando in maniera impressionante.

Il primo ad utilizzare in maniera davvero esasperata l'anticipo d'anca fu il buon Kuerten, e molti poi associarono a questa pratica la causa dei suoi infortuni: certo, non è una cosa da escludere ma io credo che sia più probabile ipotizzare una congenita fragilità dell'atleta, perchè a livello agonistico tutte le articolazioni e le parti del corpo sono soggette ad uno stress enorme, di molto superiore a quello per cui la natura le ha "progettate".

Per quanto riguarda i problemi di ricerca beh, senza vedere la tua attuale capacità di spostamento purtroppo non posso dirti molto, di solito i problemi di ritardo sulla palla nel tennis sono generati da una errata partenza, molto spesso tardiva ma non di meno inefficace. Steppi regolarmente e cono un corretto timing? Ricerchi il punto di impatto e non la palla in se? (e qui torniamo alla ricerca per diagonali che prima o poi troverò il tempo per descrivere ) Poi si possono ipotizzare altri fattori, ma sono comunque subordinati ad una tecnica corretta: sei mancino in difficoltà sulle angolazioni sinistre, non è che sei un mancino della tipologia "quasi ambidestro?" Per esempio non è che quando tagli la carne impugni il coltello con la mano destra?
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Gio 22 Ott 2009 - 21:52
-------------------------------------------- SATRAPO PUNTO D'IMPATTO -------------------------------------

Il concetto è molto ampio e rientra sempre nel discorso della ricerca per diagonali che prima o poi troverò il tempo per esporre, ma rapidamente può essere sintetizzato così.

Se tu sei a fondo campo e vieni chiamato dal tuo avversario a colpire sulla tua sinistra, il tuo spostamento dovrà ovviamente essere in quella direzione. Però l'errore più comunque che compiono non solo i principianti ma anche i giocatori dotati già di una discreta tecnica di base, è quello di spostarsi lateralmente a sinistra prima, ed aggiustare la distanza longitudinale dalla palla successivamente o comunque tardivamente.

In pratica si spostano verso sinistra per traiettorie parallele alla linea di fondo e successivamente (o comunque tardivamente) avanzano o arretrano per correggere la distanza dalla palla. Oppure addirittura a volte prima avanzano e poi correggono la distanza laterale dalla palla, spesso con allungamenti laterali che stravolgono il loro swing portando a risultati disastrosi.

In sostanza alla fine dello spostamento laterale si ritrovano costantemente o troppo vicini o troppo lontani dalla palla. Questo atteggiamento è una "scoria" del tennis da principiante assoluto, quando appunto l'unica preoccupazione era quella di raggiungere la palla e metterci in qualsiasi modo la racchetta addosso, e si traduceva in uno spostarsi subito nella direzione laterale che ci separa dalla palla in arrivo senza valutare la lunghezza della traiettoria. In pratica il principiante riesce a leggere solo la direzione del colpo in arrivo ma non la profondità, tantomeno l'effetto, e una volta vista partire la palla cerca di "chiudere" il più rapidamente possibile la distanza laterale che lo separa da essa. In realtà quando si legge un colpo si deve analizzarne traiettoria, profondità ed effetto in modo da individuare quale sarà il punto del campo nel quale ci troveremo la palla ad altezza ottimale per eseguire il nostro colpo, e dirigersi direttamente verso questo punto e non genericamente "verso la palla", utilizzando per raggiungerlo la traiettoria più breve, che sarà quindi SEMPRE una linea retta e non una linea spezzata composta da uno spostamente laterale ed uno longitudinale.

Ora tornando al colpo sulla mia sinistra, leggendo la palla dovrò ricavarne non solo la direzione, ma anche la profondità e l'effetto: se per esempio io sono in prossimità della linea do fondo e leggo una diagonale molto coperta in arrivo che rimbalzerà sulla 3/4 campo dovrò valutare anche che l'esasperato top allungherà ed alzerà di molto il rimbalzo e che quindi il mio punto di impatto ad altezza ideale sarà 2 metri a sinistra e un metro dietro, perciò il mio spostamento di ricerca sarà la diagonale che congiunge la mia posizione attuale a quella dove colpirò: non mi sposterò a sinistra per poi accorgermi di avere la palla troppo addosso o troppo alta per colpire agevolmente, ma lungo la diagonale sinistra di allontanamento rispetto alla linea di fondo, che mi porterà nel punto di impatto ottimale, in modo da fornire la dovuta luce alla palla in arrivo utilizzando il persorso più breve possibile.

Guardate Picchio, (eh lo so Picchio, tu metti i video e noi ne abusiamo! ) la sua tecnica base non è malaccio, il suo swing non certo da buttare via anzi il braccio corre già ad una buona velocità, ma come potete notare i suoi spostamenti si svolgono sempre per linee parallele.

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Picchio si rivela campione del mondo di "linee parallele" dal secondo 45' fino al 50: guardate la strada che fa per andare a colpire la palla, prima tutto a sinistra poi tutto avanti a valanga Ma cos'è una ricerca di palla o una gita in campagna? E guardate che Picchio non è neanche tanto male nel modo di spostarsi, si vede un accenno di step, qualche buon rientro in cross, insomma non è proprio l'ultimo arrivato, eppure per andare a colpire quella palla prima passa da casa a salutare gli amici!

(Picchio mi permetto di commentare così i tuoi colpi perchè so che comprendi lo spirito con il quale lo faccio, non sto criticando il tuo tennis eh, ma mi sto rivolgendo a te come mi rivolgerei ad uno dei miei! Anzi in verità ad uno dei miei dopo una cosa del genere tirerei tre sedie: una a quello che si è fatto la scampagnata e due a quello che gli ha detto bravo! )

Ma dico io, spostarsi sulla diagonale che congiunge il punto di partenza a quello di arrivo no? E il fatto che li Picchio abbia cercato il dritto non cambia, ci si apre anomalo subito e ci si sposta lungo la diagonale di avvicinamento. Quella palla con uno spostamento corretto si poteva colpire tranquillamente al volo, levando così tanto tempo all'avversario che sarebbe bastato appogiarla in campo per chiudere il punto: meno rischi e tanta pressione sull'avversario che da quel momento sa che se accorcia un po' Picchio piomberà sulla palla come una faina a chiudere il punto!

Ora la necessità di cercare il punto di impatto e non genericamente la palla muovendosi sempre per diagonali per incorporare in un unico spostamento le componeti laterali e longitudinali del percorso di avvicinamento dovrebe essere ben chiara!

--------------------------------------------------- SATRAPO MANICO PUNTA PALLA -----------------------------------

credo tu ri riferisca a questo:

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relativamente alla fase dello swing che va dal secondo 11 al 15, ovvero quando la racchetta avanza verso la palla come "trainata dal manico", per poi aprirsi in fase di impatto in quello che definisci "tergicristallo".

La visualizzazzione usata è quella della "rastrelliera", e a volte si utilizza proprio una di quelle rastrelliere usate per parcheggiare le biciclette per intenderci.

Si fa immaginare (o appunto si utilizza proprio una rastrelliera posizionata ad altezza opportuna!) che la racchetta al termine della apertura sia infilata dentro una rastrelliera, e che quindi per andare a colpire la palla l'atleta dovrà prima provedere a "sfilarla", cosa fattibile per capirci solo facendo avanzare il tappo del manico verso la palla senza richiamare la testa della racchetta. Immagina che a fine apertura la tua racchetta sia infilata nella rastrelliera, o se preferisci conficcata nel telone di fondo alle tue spalle, e che tu debba nella parte iniziale dello swing provvedere prima a sfilarla con un movimento quindi longitudinale. (Si usa anche la visualizzazione della spada da sguainare prima di poter sferrare un fendente)

----------------------------------------------------- WIK DIRITTO CORTO --------------------------------------------------------

Poniti degli obbiettivi, questo é il segreto di un buon allenamento a tennis. Un allenamento carino e semplice é questo :

prendi dei tubi ben visibili, io uso quelli dello scarico acqua da 50, e mettine due lunghi un metro circa a metá fra la linea di fondo e quella di servizio, la posizione dipende dala tua bravura, uno a dx e uno a sx del campo.
Palleggia e mettile sempre in quell'ultima fascia, prima a velocitá ridotta, poi cercando anche una certa velocitá, ma sempre usando il movimento corretto e completo. Poniti dei limiti da raggiungere, tipo 10 palle sempre lí, poi 10 solo incrociate, poi 10 solo in parallelo, puoi farlo col dritto e col rovescio, poi alternati.
Una mezz'oretta va bene, poi comincia a farne tre sempre lí e a chiudere il punto con un winner sempre nella fascia di fondo, ma con colpo opposto tipo tre incrociate e chiudi con accellerazione in parallelo. 15 minuti va bene e gli ultimi 15 min. gioca a punteggio. Devi tirarne tre sempre lunghe, se non é lunga non perdi punto, ma si ricomincia e alla quarta palla vale il punto, se il punto lo fai con winner nella zona di fondo vale 2 altrimenti 1 e arriva ad es.a 10, l'avversario puó fare tutto e prende sempre e solo un punto.
E' importante mantenere sempre la tecnica corretta anche se con palla che viaggia lentamente e poi magari accellerare un po', ma guai a fare movimenti da pallonetto o simili per tenerla dentro, tecnica corretta, é solo la velocitá di palla che é variabile !
Se hai un comagno di gioco al tuo livello potete prendere due ore e farlo distribuito nelle due ore un po' a testa. E' fondamentale e utilissimo e puoi farci mille variazioni sul tema partendo da questa base, tipo inserire l'approccio e chiusura a rimbalzo o volée ecc. ecc.

Se invece il problema é tecnico del movimento vero e proprio ti deve vedere un maestro valido. Spesso i problemi sono relativi a muscolatura troppo in tensione o ad angolo braccio gomito polso errato, impatto arretrato della palla e copri con la spalla, i motivi possono essere infiniti.

------------------------------------------------ SATRAPO DIRITTO LUNGOLINEA -------------------------------------------------------

Come tutti i colpi "RISOLUTIVI" oltre a quanto suggerito da Ciccio e Kinoko le indicazioni sono: USARE CON MODERAZIONE e QUANDO CE NE SIANO LE CONDIZIONI.

Il lungolinea (dritto o rovescio che sia) è enormemente più difficle da eseguire di un qualsiasi colpo incrociato, perciò non tentate un lungolinea se siete in ritardo o in equilibrio precario o se avete legittime aspettative di conquistare lo scambio entro un paio di colpi perchè il vostro avversario più di 5 indietro di fila comunque non ve ne rimanda, a meno che si tratti di un colpo "disperato" come ad esempio un dritto in corsa con l'avversario a rete nel quale l'unica possibilità di fare il punto è quello di centrare quei 20cm di spazio che vi sono rimasti.

Il problema principale del lungolinea è che se non ben eseguito apre il campo all'avversario, e glielo apre sulla comoda soluzione incrociata.

La cosa che vedo più spesso quando osservo i giocatori di club (ma anche di quarta) è uno scambio volto alla ricerca di inutili destra-sinistra con il costante alternarsi di colpi incrociati e lungolinea senza che dietro queste soluzioni ci sia un progetto per arrivare al punto.

Tirare "di qua e di là" a tennis non serve a nulla, se non ad aumentare enormemente le dimensioni del campo che dovremo coprire fornendo angoli su angoli al nostro avversario. Quando poi si pizzica l'avversario che si muove bene ed è atleticamente ben preparato la disfatta è totale: lui corre a destra e sinistra, sfrutta gli angoli che gli forniamo e ci rifila un 61 - 60 (Villa docet )

Il lungolinea va preparato, progettato, pensato ed eseguito sulla palla giusta al momento giusto.

A tutto questo si aggiungono le ovvie considerazioni di un campo più corto e una rete più alta con cui fare i conti tirando in lungolinea.

Arma efficacissima quindi ma come tale da sfoderare quando è necessario, e a dirla tutta abusarne a livelli non altissimi è più controproducente che utile mentre a livelli consoni usato con la giusta frequenza e nelle giuste condizioni diventa letteralmente devastante.

Allenatevi sul lungolinea con schemi che prevedano prima sempre almento 3-4 colpi incrociati in sicurezza perchè è nel cambio di ritmo e direzione la forza del lungolinea non nella botta in se. (anche lavorando al cesto io preferisco far eseguire un lungolinea alternato ad almeno 3 palle incrociate in sicurezza per allenare oltre alla tecnica esecutiva del colpo anche la capacità di centrare il cambio di ritmo-piazzamento)


uarda in linea di massima il lungolinea è una variazione di traiettoria-piazzamento più che di gesto tecnico. Non parliamo di un back al posto di un top spin per capirci, parliamo di un differente piazzamento della palla nell'ambito del medesimo fondamentale.

E' chiaro che ci saranno delle differenze fisiologiche negli appoggi e nella sbracciata ma saranno conseguenza della ricerca della traiettoria-piazzamento più che pre-requisito di una esecuzione in lungolinea.

In generale si sconsiglia una posizione totalmente open-stance ma si predilige un accenno di affiancamento che comunque raramente porta ad una posizione realmente chiusa degli appoggi: un compasso in semiopen è idoneo a colpire incrociato come lungolinea. (E' anche vero che se i cambiamenti a livello di appoggi risultassero troppo evidenti il colpo sarebbe leggibile e quindi perderebbe di efficacia)

L'impatto con la palla è decisamente più ritardato e quindi ravvicinato: si colpisce la palla più vicina al corpo e anche in conseguenza di questo vengono meno quelle piccole possibilità di aggiustamento che a volte ci "salvano" nell'esecuzione di un colpo incrociato.

L'apertura non presenta differenze rispetto ad una esecuzione incrociata ma il punto di impatto più arretrato-ritardato può influire sul finale che può risultare più o meno ampio, ma sempre in consequenza della ricerca del piazzamento della palla.

In linea di massima è importante capire che un colpo viene direzionato non intervenendo sullo swing o modificando il gesto tecnico, ma variando il timing sulla palla: un impatto più o meno avanzato e anticipato produrrà una traiettoria più o meno incrociata mentre "ritardando" il contatto con la pallina si otterranno traiettorie lungolinea o "anomale".

L'ideale sarebbe uno swing sempre molto simile a se stesso capace di trovare ogni zona del campo senza stravolgere l'esecuzione ma variando il timig a livello di impatto.

In questo modo si otterrà consistenza, basse percentuali di errore e capacità di mascherare le variazioni di ritmo e traiettorie.

Immaginate lo swing del colpo come il movimento delle palette di un flipper: si muovono sempre allo stesso modo e alla stessa velocità ma in base al timing



----------------------------------------- BIMANE SATRAPO ------------------------------------------------------

Qualche piccola e rapida indicazione sul colpo bimane:

Appoggi: è vero che in alcuni casi (risposta al servizio e velocità di palla molto elevate) si deve essere in grado di colpire a due mani in posizione semiopen a livello di piedi ma in generale il corretto piazzamento del piede dx (per i destri) va sempre ricercato. Se si ha il tempo nel rovescio bimane si deve ricercare una posizione chiusa degli appoggi, e bisogna fare di tutto per riuscire a trovare questo tempo. Poi è chiaro che in situazioni di scambio dove il tempo non si può umanamente trovare bisogna adattarsi a colpire in posizione più open, ma deve essere l'eccezione e non la regola. (Si usa far fare cesti interi letteralmente sbattendo il piede destro a terra sull'ultimo appoggio per sensibilizzare l'atleta sull'importanza dell'appoggio destro per il rovescio bimane)

La posizione della spalla destra e del mento possono drammaticamente influenzare la dinamica del colpo: prestateci attenzione, e curatela perchè in fase di apertura spalla destra e mento devono se non proprio sfiorarsi essere molto vicini.

Guardate qua:

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e anche qua:

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Il polso sinistro di norma non deve "tornare sulla palla", altrimenti si commette l'errore che in gergo si definisce come "cross hands". Il sottoscritto da bimbetto aveva l'innata "abilità" ad incrociare le braccia che è stata sradicata con centinaia di cesti eseguiti con il nastro isolante intorno ai polsi, soluzione che si rivelò dannosissima perchè mi corresse il polso sinistro eliminando il difetto dell'incrocio di braccia, ma mi portò ad metter su uno swing "ultra-coprente". Da qui iniziò la lotta per trovare una decente profondità di palla sulla diagonale di rovescio.

Un rovescio di cui si parla a mio avviso troppo poco in relazione alla sua bellezza ed efficacia e quello di Murray: guardate come questo ragazzo sappia colpire di rovescio praticamente in qualsiasi condizione di appoggi con una naturalezza sbalorditiva. Ovviamente guardate il lavoro di gambe infernale necessario per ottenere una tale esecuzione (steppa come un canguro beato lui!) contrapposto all'assoluta decontrazione e fluidità del busto e delle braccia che si muovono in totale scioltezza e controllo. (Mi aspetto almeno 4 titoli dello slam da Murray, tenete pronta questa affermazione per il blob di Mymag! )

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Niente male davvero!con il quale le azionate vi consentono di direzionare la pallina dove volete.

-------------------------- DIAGONALI SATRAPO WIK ----------------------------------------------------------------------------

Arriviamo al discorso sulle diagonali, e qui ritorniamo a un discorso giá fatto, principi di massima generalizzabili nella tattica sono molto difficili, dipende da che giocatore sei, in che giornata sei, da che avversario hai ecc. ecc. ecc. ovvero una tale serie di variabili dove definire concetti generali é estremamente difficile.

Ma qualcosa si puó fare, partiamo dal principio che un colpo in diagonale é piú sicuro di un colpo in lingolinea. Lo é per due ragioni, la rete é piú alta e il campo é piú lungo.
Ora ti potrei semplicemente dire che si sceglie un'opzione sulla diagonale ogni volta che non devi rischiare, e questa semplice affermazione é giá di per se stessa risposta alla tua domanda.
Perché rischiare un lungolinea se ho una comoda e sicura diagonale a disposizione ?
Facciamo l'ipotesi per assurdo di due giocatori perfettamente uguali, ma di due valori assoluti leggermente differenti. Il giocatore piú forte giocando solo ed esclusivamente diagonale per tutto l'incontro se l'altro gli risponde sempre in diagonale ha giá vinto. Fine dell'argomento !
E' il giocatore debole che dovrá rischiare di muovere il gioco da lí assumendosi il rischio del lungolinea. Ma rischia, e allora torniamo al principio di partenza, ogni volta che non devo rischiare gioco una diagonale.

Ma se io giocatore piú forte a forza di giocare diagonale sposto il mio avversario a tal punto da avere il suo campo di sinistra aperto, a questo punto é per me piú produttivo e meno rischioso tirare un lungolinea e chiudere o quasi il punto prima che io magari faccia un errore in diagonale. Ma anche qui torniamo al principio di base, ovvero ogni qualvolta non conviene rischiare.

Facciamo altre due ipotesi
Il mio avversario corre davvero male, é ciccione e appena lo sposti si pianta e mi rimanda una palletta innocua che posso tranquillamente chiudere, allora no giocheró a tergicristallo !
Il mio avversario ha un rovescio talmente scarso e carente e un ottimo dritto, al punto tale che difficilmente mi rimanda una palla decente, allora gli batteró sempre e costantemente il rovescio per farlo sbagliare.
Ma anche qui torniamo al principio di fondo, ogni qualvolta non vale la pena di rischiare si gioca diagonale.

Di questi esempi ne potremmo fare a centinaia a seconda della tipologia di giocatore e avversario, ma ritorneremmo sempre lí, gira e rigira, il risultato sará sempre tornare allo stesso principio.


Riassumiamo ora, non é possibile stabilire visto l'incredibile numero di variabili quando impostare una partita sulla diagonale o meno, ma se ci basiamo sull'assioma : "la diagonale é meno rischiosa del lungolinea" la risposta é il principio che ne é figlio "gioco diagonale ogni volta che non vale la pena assumersi un rischio".
Detto cosí é semplice, ma allora quando imposto la partita sulla diagonale ?
Sempre per principio !!, eccetto quando un lungolinea non mi é meno rischioso, ovvero parto sempre dal presupposto che si imposta la partita sulla diagonale, ma se si dimostra meno rischioso un lungolinea opteró la scelta opposta.
Per cui non é una vera e propria impostazione di partita, ma un assioma che vincola una qualsiasi partita a questa opzione di partenza ! Poi nel gioco vediamo cosa succede........ma io questa idea ben chiara in testa la devo avere, altrimenti si continua dare palle a dx e sx senza senso con l'unico risultato di dare angoli al mio avversario da cui riceveró angolo maggiore, per cui solo un danno a me stesso !!
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Gio 22 Ott 2009 - 21:53
C'è ben poco da aggiungere all'ottima dissertazione fatta da Ciccio sull'importanza delle diagonali.

Il punto di partenza di ogni agonista è proprio il vantaggio enorme che una diagonale offre in termine di margine di errore, leggi rete più bassa e campo più ampio.

Il tennis è uno sport percentuale, se c'è un vantaggio reale va sfruttato.

Assolutamente corretto l'accostamento dello "schema diagonali" a vero e proprio postulato più che a possibile opzione: la partita a prescindere si imposta sulle diagonali, poi vediamo se salta fuori qualche variabile inaspettata.

Importante è però capire che la variabile può e deve interessare solo l'avversario e non noi stessi, mi spiego meglio.

Posso dover tentare nuovi schemi nel caso mi rendessi conto dopo un po' che il mio avversario è un novello Gonzales e sulla diagonale di dritto fa "morti e feriti", ma non posso dover tentare nuovi schemi solo perchè sono tecnicamente impreparato a reggere una dignitosa diagonale con un avversario mediocre. In questo secondo caso dovrò migliorare il mio tennis non la mia strategia, perchè se in condizioni mediamente normali non sono in grado di tenere una diagonale con la dovuta autorevolezza devo rimboccarmi le maniche e lavorare sui miei colpi.

Se contro il vecio che tira a 10 all'ora non sono in grado di pressare in sicurezza sulla diagonale maggiore portando a casa il match 62 61 ma mi incarto in improbabili destra sinistra il problema non è tattico ma tecnico: devo lavorare per giocare bene le cose semplici, vedi Picchio e la sua evoluzione tecnica che l'ha portato in pochi mesi a dominare questa tipologia di avversari giocando in maniera semplice ed efficace.

Anche per quanto riguarda la copertura e la difesa del nostro campo la supremazia delle diagonali è evidente, perchè se imposto una diagonale sufficientemente profonda il mio avversario avrà molto meno campo a disposizione per piazzare i suoi colpi, mentre giocando al centro o lungolinea si offriranno soluzioni o più comode o comunque potenzialmente più angolate.

Per questo scegliere il momento giusto per uscire da una diagonale è essenziale. Sostanzialmente la diagonale è come una trincea dalla quale si esce per attaccare dopo aver fiaccato le difese nemiche o per non essere decimanti quando ormai la situazione sta precipitando, quindi devo essere o molto in vantaggio o disperato.

Devo essere molto in vantaggio perchè affondando un lungolinea invece di continuare a dare pressione su una "sicura" diagonale offrirò al mio avversario una nuova diagonale (l'opposta) dove provare il colpaccio.

Se resto sulla diagonale invece qualora il mio avversario volesse o dovesse tentare il vincente avrebbe solo il lungolinea per farlo con le grandi difficoltà che un vincente lungolinea comporta, ma se sono io ad aprire regalerò al mio contendente la possibilità di tirare a tutta incrociando, quindi il suo tentativo di vincente stavolta sarà in diagonale e per il solito discorso di rete più bassa e campo più ampio avrà più possibilità di andare a buon fine.

Quindi l'uscita dalla diagonale deve essere valutata bene ed effettuata cercando di fare il maggior danno possibile, il che comunque non vuol dire chiudere gli occhi e tirare la sassata del secolo. Se ho una volè decente un colpo a 3/4 di velocità seguito a rete è sempre la soluzione migliore, altrimenti si può giocare quello che si definisce "vincentino" ovvero un buon affondo che non sia portato con la presunzione di essere definitivo ma che mi lasci mobilità sufficiente per seguire con attenzione lo scambio ed eventualmente chiudere con la palla successiva.

Il concetto di "vincentino" è molto avanzato e fa parte di una impostazione agonistica di alto livello nella quale si ha (per teoria ma anche per lunga pratica contro avversari molto solidi) ben chiaro quali siano le conseguenze tecniche nel monento in cui si decida di tirare un vincente. Quando si porta un colpo a tutta per fare il punto diretto (vincente) si perde mobilità e si diventa estremamente vulnerabili nei confronti di un eventuale ribattuta più o meno "miracolosa" del nostro avversario. Forzare a tutta richiede una gestione degli appoggi e del peso definita "esaustiva" che non consente una immediata ripartenza in ricerca di campo: in parole povere per scaricare la massima potenza che siamo in grado di generare sulla palla rimarremo inevitabilmente piantati sul posto in uscita di colpo.

In questa ottica si parla di vincentino come colpo portato si in grande spinta, ma che conservi una dinamica di appoggi compatibile con una pronta ripartenza ed una copertura campo decente. Quindi braccio a tutta ma appoggi ancora controllati, con una gestione del peso più centrale e meno votata alla massima spinta: ci sarà comunque una perdita di mobilità e conseguentemente di copertura campo ma non disastrosa.

Quello che ulteriormente distingue un vincente da un vincentino è il piazzamento, che nel caso del vincentino deve essere molto più intelligente e "malizioso" essendo in questo caso ben cosapevoli che stiamo tirando un colpo solo semi-definitivo, e quindi dovremo essere pronti a fronteggiare con buona probabilità una ulteriore palla per chiudere il punto.

Allora cercheremo il lato più debole dell'avversario, l'angolo dal quale ha dimostrato di essere meno pericoloso, cercheremo anche la tipologia di effetto che meno gradisce.. insomma l'obiettivo sarà quello di fargli giocare la palla che più di tutte lo mette in difficoltà in modo che la sua difesa sarà quasi una resa incondizionate e la successiva chiusura del punto per noi una mera formalità.

Di contro invece un vincente si tira nel punto e nei modi che più gradiamo NOI indipendentemente da quali siano le caratteristiche del nostro avversario perchè in questo caso ci stiamo giochiamo il nostro jolly, il colpo del ko. Anche se avessimo Nadal dall'altra parte se il nostro vincente ideale andasse a cozzare sul suo terrificante dritto noi comunque li dovremmo tirarlo, perchè optando per il vincente abbiamo deciso di sfondare con la nostra arma migliore e dobbiamo giocarla nelle condizioni ideali per noi senza preoccuparci di chi abbiamo di fronte dato che il vincente per definizione non prevede che la palla torni indietro.

Anche per questo i vincenti si tirano col contagocce, sono colpi rischiosissimi che se vanno a buon fine portano sempre e comunque un solo punto, ma se falliscono troppo spesso (e 3 volte di fila ad esempio è già troppo spesso!) oltre a regalar punti contribuiscono a renderci inefficaci agli occhi del nostro avversario che giocherà molto più tranquillo: se non avete nulla che il vostro avversario tema davvero avete già perso metà match.

Altro punto interessantissimo è il discorso sullo spostare (essere spostati).

Anche qui (come si è detto mille volte ormai) è la diagonale la soluzione ideale per offrire meno angoli all'avversario e meno opzioni in termini di soluzioni, e inoltre ogni cambio di angolazione viene pagata in termini di rischi aggiunti che chi decide di uscire da una dovrà accollarsi.

Il miglior modo per ridurre il campo all'avversario quindi è ancora una volta impostare una diagonale maggiore e tenerla viva con la sufficiente pressione.

Per quanto riguarda lo spostare un avversario una regola d'oro che dovreste scrivere a fuoco nella vostra mente è questa:

SI SPOSTA UN AVVERSARIO SOLO SE REALMENTE SI MUOVE PEGGIO DI NOI

Spostare un giocatore che copre il campo meglio di noi è un suicidio: gli forniremmo angoli comodi per piazzare palle sulle quali finiremmo per non arrivare, o per arrivare peggio di lui (a parità di angolo giocato) facendo rapidamente precipitare lo scambio fino all'inevitabile perdita del 15.

Se siete carenti nella copertura campo dovete addormentare lo scambio costringendo il vostro avversario a giocare in un fazzoletto: impostate diagonali cariche e sufficientemente profonde che lo mandino a giocare lateralmente all'altezza del corridoio, da li avrà ben poche possibilità di spostarvi.

(Non so se qualcuno di voi ha visto durante la partita Nadal - Ferrer un grafico che riportava l'altezza media della palla di Nadal misurata a metà campo come pari a quasi 2 metri, mentre quella di Ferrer era solo pochi cm più bassa. Altezza media alla rete 2m, così giocano i topplayer, non aggiungo altro!)

E lo stesso vale nel caso in cui pur essendo voi dei buoni "corridori" incappiate in un avversario con gambe micidiali: non lo spostate, fareste il suo gioco.

Gli unici giocatori che vale la pena spostare sono quelli che in gergo chiamiamo "le piante", ovvero i pochissimi che davvero hanno spostamenti agghiaccianti e copertura campo penosa. Per il resto pensare di stancare un maratoneta è come spegnere il fuoco con la benzina; il tennis che ci riguarda (almeno fino agli slam!) è 2 su 3 e la componente fatica non ha un ruolo determinante in un match medio perchè si supponde che chi si decida di segnarsi ad un torneo abbia almeno un paio di ore di autonomia in campo. Se poi non l'avesse tanto di guadagnato, ma siccome scopriremmo l'eventuale calo fisico di un giocatore solo dopo un'oretta abbondante non possiamo certo scommettere su una tale eventualità, anche perchè per perdere due set ed andare a casa bastano 40 minuti.

Che sia un "vecio" che ci sembri "sovrappeso" o "pigro" convinciamoci che questi non sono mai elementi da considerare: partiamo dal presupposto che il nostro avversario non si stancherà per almeno un'oretta abbondante e che quindi dovremo giocare un buon tennis che abbia come obiettivo quello di fare punti e regalare niente, e non di far saltare le coronarie o segare le gambe al nostro avversario.

Quando sarete davvero perfetti nelle esecuzioni standard sarete ottimi tennisti e potrete provare a cimentarvi in qualcosa di più impegnativo, ma guardate che giocare un tennis fatto di fondamentali solidi e sicuri inquadrati in schemi di gioco lineari semplici e corretti equivale già a giocare un tennis di altissimo livello.

E' molto difficile ma se abbiamo scelto il tennis vuol dire che le cose facili non ci piacciono no?

------------------------------------------ DIRITTO MODERNO WIK ----------------------------------------------------------------

Ok vediamo ora di districarci con questo benedetto dritto di Schiodom, gioia e dolore di chi come molti qui in quest'area vogliono trasformare da oldstyle a newstyle dopo un periodo piú o meno lungo di inattivitá.

Giá espresso qualche migliaio di volte il concetto, lo ripeto perché non é mai sufficientemente importante capirlo,
NEL TENNIS MODERNO IL DRITTO NON É SOSTITUIBILE.
Stopppp, non voglio sentire ragioni, non lamentatevi, non dite ma....., é cosí e fine. Perché ?
Perché nessun colpo oggi é tanto potenzialmente potente come un dritto ben portato.
In passato le volée erano un'alternativa, vediamo un McEnroe che costruí un dritto tanto fragile quanto destinato a scendere a rete nel miglior modo possibile o a un Edberg, oggi ci si vá molto meno a rete perché c'é un dritto pronto ad aspettarci, perché c'é un dritto che non ce lo lascia fare.
Cos'é cambiato di fondo ?
E' cambiata la preparazione fisica, son cambiate le racchette, é cambiata la filosofia di come muoversi in campo, ma soprattutto il movimento é stato modificato. Un movimento si badi bene che fine a se stesso non é assolutamente piú potente di una closed o di una neutral, ma che consente di esserlo se l'atteggiamento sulla palla é corretto.
Traiamone queste conclusioni, SE l'atteggiamento sulla palla é corretto il movimento semi-open é di un efficacia tremenda e tale movimento CI CONSENTE una rapida ricerca della nostra posizione di attesa.

Credo d'essere stato abbastanza inconsapevolmente un precursore di queste nuove tecniche, tiravo open con grandi lamentele del mio coach polacco trent'anni fa. Ci feci un bel po' di litigate, e ricordo perfettamente che quando i miei dritti cominciavano ad essere deboli di come s'inarcava a sostenere che dovevo girarmi di piú, incrociare il campo con quel piede sinistro, ma anche come rimaneva interdetto quando cominciavo a macinare gioco e sparare bordate a dx e sx quando il tutto mi riusciva magicamente bene. Sinceramente nemmeno io capivo la differenza fra quando i colpi funzionavano e quando invece mi uscivano pallette, l'unica cosa che comprendevo era che una mia maggior tonicitá coincideva con risultati eccezionali, mancando non funzionava piú nulla, ma io con quelle open mi sentivo molto piú a mio agio.
Capii piú avanti il segreto di una open, una open funziona solo se L'ATTEGGIAMENTO SULLA PALLA NE É STRETTAMENTE COLLEGATO, altrimenti cari ragassuoli continuate pure con le neutral e closed, non ne vale la pena di cambiare.

I movimenti di una open giá li conoscete, se n'é giá parlato in abbondanza e magari piú avanti ne riparleremo ancora, ma quello che dovete prima inserire nel vostro bagaglio se volete realmente far rendere questo colpo é la mentalitá con cui dove andare a cercare-impattare. Vediamola.

Io son piú fortunato di voi, qui i tornei riuniscono le cinque categorie in giornate coincidenti dalla prima alla quinta, in pratica viste le enormi distanze e il limitato numero di praticanti, ogni scuola organizza un torneo, si parte tutti assieme per una tre giorni nel fine settimana e in pratica si fanno cinque tornei nello stesso posto, negli stessi giorni per le cinque categorie differenti, in questo modo hai possibilitá visivamente e contemporaneamente di valutare le differenze tecniche di ogni categoria.
A questo voi non é possibile, ma riportando alle categorie italiane, se vi andate a vedere un torneo di quarta e un torneo di seconda, per quanto riguarda i movimenti non vedete poi delle grandissime differenze, parliamo ovviamente dei migliori quarta, gli scarsotti lasciamo pure perdere, ma quello che cambia é una sorta di balletto avanti-indietro che differenzia i seconda e i giovanissimi quarta delle agonistiche giovanili che cominciano a scalare classifica, dai quarta, i movimenti di ricerca dell'impatto e i punti d'impatto nel campo sono differenti, questo é la causa di questo balletto.

Come ci si muove in campo ? Cosa differenzia un quarta da un seconda in questi movimenti ? Perché un seconda balla avanti e indietro e invece un quarta sembra piantato lí lungo la linea di fondo arrivando sempre poi scarico e statico all'effettuare il nostro dritto ?

La prima fondamentale cosa é che ci muove per diagonali, la famosa X spagnola, non ci si muove per linee perpendicolari +. La palla vá sempre cercata in diagonale, ma lasciamo questo al Satrapo il giorno in cui avrá il tempo per poterlo descrivere, ma parliamo di quando giá siamo arrivati sulla palla in diagonale che é strettamente collegato all'esecuzione del dritto in open e semi-open.

Vediamoci questi due filmati
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La parte importante da notare è come non vanno mai a incontrare la palla in un punto lungo la linea di fondo come un agonista principiante, ma dal punto di partenza sempre si muovono in diagonale in avanti o all'indietro ad intercettare il punto ottimale in cui incontrare la palla ad effettuare il colpo con la miglior resa fra incontro e spinta e poi rientrano in posizione di partenza. Se quel punto è lungo la linea orizzontale ok, ma questo se noti bene è solo un fatto casuale all'interno di movimenti in diagonale. C'è di più, nota come se questo punto è lungo la diagonale arretrando, la diagonale è sempre leggermente accentuata a correre dietro quel punto, per poi effettuare una spinta in avanti dei pesi.

Ecco qui ci siamo !! Spostamento dei pesi in avanti ad incontrare la palla, dinamica dell'inerzia della corsa in avanti in diagonale ad aggiungere peso quando la diagonale và verso il campo, (occhio che questo non vuole assolutamente dire colpire in movimento, ma solo avere un'inerzia dalla progressione che cerca il posizionamento), è una sorta di ricerca del momento migliore per colpire in cui la palla arriva ancora carica che non è assolutamente detto sia lungo la linea di fondo abbinata a uno scontro frontale fra la palla in arrivo e i nostri pesi che la vanno ad incontrare.
Ecco ! Le tecniche moderne di dritto sono le più indicate proprio a fare questo lavoro ! Trovare quello scontro frontale fra tutti i pesi che noi possiamo proporre e il peso della palla in arrivo. LA PALLA VA' CERCATA E INCONTRATA, altrimenti meglio oldstyle dove il movimento stesso aiuta la dinamica della spinta in avanti fine a se stessa, ma ne limita la potenza nel momento in cui siamo proprio in grado di ENTRARE NELLA PALLA.

Vediamo un po' il perchè.
Se noi giochiamo closed, abbiamo a disposizione già l'appoggio del piede sinistro sui cui far leva dove scaricare il peso dal piede destro, la distribuzione dei pesi è prevalente, non esclusiva, ma quel piede già messo lì ci aiuta proprio in quella dinamica di mandare i pesi in avanti, è una sorta di predisposizione. In una semi-open il peso stà tutto sul piede destro, il sinistro è solo appoggio per mantenere l'equilibrio, ovvero il destro è potenzialmente carico al massimo del nostro peso, questo significa che non abbiamo già la predisposizione del sinistro a raccogliere peso che ci invita aspostarlo in avanti, ma dobbiamo proprio buttarcelo noi in avanti tutto quel peso, e dobbiamo proprio noi, cercare quel punto d'incontro ottimale incontro-scontro.
A questo aggiugiamoci due fattori importanti, il primo che con una posizione a gambe frontali alla rete è molto più semplice muoversi per cercare quel punto, a gambe incrociate come in closed sei in posizione obbligata e bloccata, il secondo è che con una semi-open abbiamo a disposizione il giro di busto ad aumentare ulteriormente questa spinta, cosa che con una closed è impossibile, infatti il busto è bloccato dalla posizione incrociata dei piedi.

Questo dà la dimensione della potenzialità del dritto in stile moderno, ma dà anche la dimensione di come se non c'è questa sequenza di ricerca in diagonale a incontrare la palla già col maggior peso possibile, carico del peso dell'inerzia della dinamica dell'avvicinamento al posizionamento, carico del peso che dal piede destro in peno carico scarica in avanti, in pratica NON SI ENTRA NELLA PALLA IN ARRIVO il risultato non c'è, e plin, malgrado grandi e poderose sbracciate la nostra è e resta una palletta senza peso, facile preda dell'entrata in campo del mazzolatore di turno ed una più semplice closed che già ha in se questa predisposizione per posizione alla spinta in avanti funzionerebbe meglio.

Questo è colpire il dritto con tecnica moderna, e questa è la causa di quell'impressione di balletto avanti-indietro di un giocatore di categoria avanzata assente in un agonista di categoria inferiore, e questo viene prima di qualsiasi altra descrizione del movimento del dritto. E se questo lo fai il tuo dritto comincia a volare, non a rimandare la palla di là.

Torniamo ai tuoi video

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osserva come arrivi scarico al punto d'incontro, non sei caricato di tutti i pesi e forze che abbiamo descritto fin'ora, e l'origine prima è una ricerca a linee perpendicolari, non a X, a una ricerca-incontro-scontro di palla non nei luoghi più adatti a questo appuntamento, in pratica, non entri sulla palla. A te manca proprio quel balletto di cui abbiamo parlato fin'ora.
Ora, mancando proprio questa fase, nessuna fase successiva ha un senso vero e prorio, il tuo colpo di per se stesso è buono, la tecnica lo è a sufficienza, migliorabile sicuramente, ma la base c'è, ma è inutile, ok se la palla arriva buona lì, mi metto bene ecc, ecc son capace di fare anche dei buoni punti e dei vincenti validi, ma non a far male e tanto male come potresti chiedere a quel dritto.

Ciò su cui concentrarti Schiodon, è proprio questo descritto fin'ora, possiamo completare poi con movimenti ben fatti di esecuzione vera e propria tipo questi del braccio
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Gio 22 Ott 2009 - 21:54
----------------------------------------------DIAGONALE ROVESCIO SATRAPO ------------------------------------------------------

(Tutto presumendo che tu sia destro)

Brevemente è stato detto più volte che per il rovescio bimane la mano che fa fede per l'impugnatura è la sinistra che va interpretata come se si stesse portando un dritto appunto con la sinistra.

Nel 90% dei casi si porta il colpo bimane con una eastern di dritto per la mano sinistra.

Per capire il tuo problema nell'aprire lungolinea dobbiamo considerare però l'impugnatura della mano destra.

Ci sono grosso modo due situazioni tipiche:

Primo caso:

SX eastern di dritto
DX continental

Questa configurazione che alcuni considerano da bimane "puro" è definita sinistra dominante (sempre parlando di un destro) e normalmente chi porta il rovescio con queste impugnature non ha difficoltà a trovare il lungolinea, anzi ha nell'uscita dalla diagonale di rovescio una vera e propria arma.

Inoltre essendo la destra su una continental c'è la possibilità di staccare la mano per entrare in back, soluzione utilissima per seguire il lungolinea a rete stando però bene attenti a farlo quando si è davvero in posizione di controllo e con il campo davvero bene aperto per il fatto che con questo schema si atteccherà sul dritto dell'avversario. (ovviamente se destro anche lui)

Ripeto questa configurazione di solito trova facilmente il lungolinea ma se ci fosse comunque la tendenza ad andare larghi il problema è generalmente dato da un eccessivo ritardo-arretramento dell'impatto.

E' chiaro che per andare lungolinea si deve colpire la palla più vicina al corpo trovando un punto di impatto più arretrato rispetto al cross, ma se la palla finisce troppo spesso larga probabilmente si sta esagerando.

Fermo restando che senza vedere il tuo atteggiamento in fase di impatto proporre correzioni valide è impossibile, parlando in generale in questi casi si tende a correggere l'out laterale eseguendo una apertura leggermente più "controllata-limitata" .

Se per di norma l'atleta apre in maniera completa fino a puntare il telone di fondo, quando andrà a cercare il lungolinea ridurrà l'apertura di un 20-30 gradi. (a volte basta anche meno)

Questa partenza di swing leggermente più avanzata può compensare senza intervenire sullle tempistiche i problemi di impatto eccessivamente arretrato.

Secondo caso:

SX eastern di dritto
DX eastern di rovescio

Questa configurazione definita destra dominante è di solito più soggetta alle problematiche di frequenti out laterali cercando il lungolinea.

Questo perchè la mano destra tenuta effettivamente in configurazione da rovescio ad una mano inevitabilmente comporta una posizione mediamente più arretrata del piatto corde durante tutto lo swing.

Quindi anche nel caso di tempistiche assolutamente corrette nel momento in cui si va a cercare il lungolinea si può incorrere facilmente in un eccessivo ritardo di impatto tale da portare la palla verso l'out laterale.

Sempre con le premesse fatte per il caso precendente e quindi più per vostra "curiosità tecnica" che reale utilità (perchè ripeto il colpo va visto e valutato in campo prima di proporre soluzioni perchè ogni caso fa storia a se) per correggere questa tendenza a finire in out laterale cercando il lungolinea con questa configurazione bimane si interviene sull'appoggio avanzato: il piede destro che normalmente per un bimane viene piazzato più a "sinistra" dell'altro (formando una posizione del compasso assolutamente closed) viene utilizzato come riferimento per correggere il punto di impatto. Paradossalmente alcuni atleti hanno bisogno di chiudere ancor di più la posizione dell'appoggio avanzato spostandolo ancora un po' più a sinistra colpendo con un atteggiamento "superclosed" quando vanno a cercare il lungolinea mentre altri trovano il giusto timing sulla palla adottando una posizione degli appoggi quasi in linea o addirittura leggermente semi-open. (più che di semi-open sarebbe più corretto parlare di "meno-closed" comuqnue ci siamo capiti)

Sia che tu appartenga alla prima "configurazione" di impugnatura che alla seconda (caso più diffuso per il tipo di difetto che descrivi) puoi provare per tua curiosità uno degli "aggiustamenti standard" e vedere se riesci a trarne qualche giovamento ma il mio consiglio è quello di lavorare con un maestro perchè non è detto che tu non abbia bisogno di correzioni ancora differenti perchè magari nel tuo movimento-atteggiamento tecnico c'è qualcosa di diverso che alimenta questa tua tendenza a finire in out laterale quando cerchi il lungolinea con il rovescio.

Sicuramente il suggerimento di Ciccio di provare molte volte la situazione al cesto è da prendere alla lettera perchè teoricamente potrebbe anche trattarsi di pura "disabitudine": dato che in partita si giocano molti più cross è normale che ci siano enormi differenze in termini di sicurezza e precisione di esecuzione.

Ricordate che il lavoro sull'uscita dalle diagonali è una routine di allenamento base a qualsiasi livello che anche i professionisti eseguono quotidianamente per tutta la loro carriera.

E a proposito di professionisti in allenamento:

grandefabrizio ha scritto:
Qualche mese fa il grande Satrapo ci ha illustrato il "piattino" come allenamento per sviluppare il gioco di gambe: Ne ho filmato uno a Roma tra Roddick e Bjorkman [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]

Mitico grandefabrizio che ci ha regalato la prova filmata di un "pittino" (si con la "i" ) tra top player, mi sa che anche Roddick & co. leggono il forum di Mymag!!!!





fino ad arrivare a questa esecuzione stilistica che è la più esemplificativa della tecnica moderna

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o addiritura a questa che va oltre il moderno, và nel marziano dove il punto d'impatto è talmente avanzato da raddrizzare il braccio che in teoria come in Djoko deve rimanere piegato per consentire al polso il suo lavoro a 90 gradi e creare un solido punto di contrasto alla palla in arrivo

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ... re=related

ma questo è il poi, prima devi cercare il punto ottimale d'incontro, il resto verrà da solo.

Non è stato facile senza un campo a disposizione, perdonatemi errori ed eventuali cose non chiare, se qualcosa è confuso chiedete pure delucidazioni.


--------------------------------- DIAGONALI AVVICINAMENTO SATRAPO ----------------------------------------------------

Poichè a Roma da lunedì non fa che piovere tra tentativi di palleggi nel fango e qualche tiro a squash (che è più divertente della sala pesi anche se ti devi inventare le regole) ho avuto un po' di tempo per terminare il "lenzuolo" finale della saga sugli spostamenti.

LE DIAGONALI DI AVVICINAMENTO
(Perchè purtroppo correre a vanvera non basta!)

Si dice che un buon tennista non si muova mai per linee parallele, ma sempre lungo quelle che sono definite “diagonali di avvicinamento”.

Eppure la maggior parte dei giocatori di livello già ampiamente accettabile (quasi la totalità dei quarta presenta ancora questo difetto) si muove per linee parallele. Nel caso di una palla un po' più corta sul dritto ad esempio prima coprono la distanza laterale e poi avanzano per colpire, invece di spostarsi lungo la diagonale che collega la loro posizione al punto di impatto ottimale. Oltre al fatto che spostandosi per linee parallele si farà evidentemente più strada di quanta se ne farebbe utilizzando la linea retta (diagonale di avvicinamento) che collega la nostra posizione con il punto di impatto ottimale, cosa già di per se gravissima in termini di tempo e costo fisico dello spostamento, l'aspetto più grave della questione che spesso sfugge al "tennista-in-progress" (anche perchè è compito dei tecnici farlo notare sennò che ci stiamo a fare ) è che muovendosi per linee parallele si trasforma ogni palla anche solo leggermente più corta in un colpo in avanzamento.

E siccome un filmato vale più di mille parole potevamo non tirare in ballo il buon Picchio?

Andate al secondo '46 di questo video e guardate con attenzione quello che accade.

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Picchio prima si sposta tutto a sinistra e poi dopo un paio di passi felpati (hai visto mai la palla si accorgesse che stiamo arrivando) si getta "a valanga" in avanzamento sulla palla.

Ora la domanda è: era necessario farsi questa pur bella gita in campagna con la famiglia per andare a colpire una palla poi non troppo distante? Forse non sarebbe stato meglio avanzare mentre si copriva la distanza laterale in modo da trovarsi pronti a colpire facendo qualche km in meno?

(Ovviamente quello era il "vecchio" Picchio, il Picchio attuale dopo un duro percorso di formazione tecnica si è trasformato nella belva massacra-veci che tutti conosciamo)

Mettiamo che io stia giocando contro un buon pallettaro e decida di impostare una solida diagonale di dritto per vedere se riesco con il mio ritmo a metterlo in difficoltà in modo da procurarmi una palla comoda da chiudere senza troppi rischi (strategia assolutamente perfetta). Angoli contenuti e palla molto solida, dopo qualche scambio il mio avversario inizia ad accusare la pressione e mi restituisce una palla un po' più corta sempre sulla diagonale maggiore. Se commetto l'errore di muovermi per lati dopo aver coperto la distanza laterale sarò costretto ad avanzare per colpire e quel tipo di colpo in spinta sulla diagonale di dritto che fino a quel momento stava funzionando egregiamente si trasformerà improvvisamente in un colpo in avanzamento a tutti gli effetti, ma non per mia scelta, bensì per un mio grossolano difetto di copertura campo. Quindi improvvisamente e senza che io lo abbia né voluto né previsto mi troverò a dover entrare in campo e colpire in avanzamento, con tutte le difficoltà che simili situazioni comportano. Non mi ero prefissato di attaccare quindi non riuscirò a prendere la rete in maniera efficace se decidessi di seguire il colpo, ma di contro insistendo ancora sulla diagonale il colpire in avanzamento mi metterebbe fuori posizione e per rientrare perderei la posizione di vantaggio costruita con i colpi precedenti. Improvvisare un vincente lungolinea dal nulla lo renderebbe ancora più rischioso.. ..insomma, per un difetto di spostamento mi sono costretto da solo a chiudere improvvisamente (e senza averlo preventivato) uno scambio che stavo comandando in scioltezza grazie ad un buon lavoro da fondo.

E questo specie per i giocatori di quarta che hanno a priori più difficoltà tecniche nel colpire in avanzamento diventa fondamentale: spostandosi per lati anziché per diagonali si fa più strada (ed è un male) ma soprattutto si trasforma ogni colpo avversario appena leggermente più corto in un nostro colpo in avanzamento “improvvisato”, con tutti i guai che ne derivano.

Invece spostandomi lungo la diagonale di avvicinamento nel caso di prima potrei comunque eseguire un più classico approccio pressochè “laterale” sulla palla conservando la mia posizione di vantaggio che verrà ulteriormente rafforzata potendo compiere la stessa tipologia di colpo (pressione sulla diagonale maggiore) ma da una posizione più avanzata (MA NON IN AVANZAMENTO!) e su una palla del mio avversario più corta e quindi più morbida. E se già i colpi precedenti avevano iniziato ad aprire una breccia nelle difese del mio avversario costringendolo ad accorciare, questo ulteriore aumento di pressione potrebbe portarlo ad offrirmi una palla successiva già buona per chiudere il punto affondando o attaccando scendendo a rete ma stavolta per mia volontà e non perchè “costretto” da un errata ricerca di palla.

Quindi un errore cronico nella copertura del campo finisce con l'aumentare la difficoltà dei colpi necessari per portare a casa il punto: chi si sposta male è costretto ad eseguire colpi mediamente più difficili per vincere un match a parità di valore degli avversari incontrati, e dato che il tennis come abbiamo più volte detto è uno sport “percentuale” mettersi in condizione di eseguire colpi più complessi equivale a prenotarsi per una sconfitta.

Il giocatore che copre bene il campo contro il pallettaro spinge in sicurezza e appena si verificano i primi cenni di cedimento con lo stesso colpo (a parità di rischio quindi) riesce a spingere più a fondo e si “allerta” per la chiusura imminente: si procura la palla buona poi entra in campo e la “sbrana”.

Il giocatore che si muove male (per linee parallele) invece appena ottiene un vantaggio (palla che torna indietro più corta) lo trasforma involontariamente in un colpo in avanzamento senza averne preventivato l'esecuzione e quinti si ritrova improvvisamente costretto a sparacchiare dove capita perdendo punti su punti magari anche dopo aver palleggiato a lungo.

Ora bisogna prendere atto che con buona tecnica a livello di spostamenti e muovendosi correttamente lungo le diagonali di avvicinamento, a parità di palla ci si può trovare a giocare colpi mediamente molto più facili. Ma non solo a livello di esecuzione tecnica, bensì proprio di tipologia di colpo: si tratta di rimpiazzare un vincente alla “o la va o la spacca” improvvisato con un solido colpo in appoggio profondo sulla diagonale che stiamo già presidiando.

Una altissima percentuale di errori a livelli di quarta-terza categoria è imputabile proprio al fatto che ci si “autocostringe” a giocare colpi difficilissimi per carenze tecniche (a livello di copertura campo e di spostamenti) la' dove un seconda muovendosi correttamente chiuderebbe il punto eseguendo un colpo molto più semplice: una sorta di masochismo tecnico.

E non si tratta solo di braccio migliore o mentalità (cose che comunque un seconda categoria possiede) ma ancor prima si tratta di gambe allenate a muoversi su traiettorie di avvicinamento ottimali, cose per le quali non è richiesto particolare talento ma tanto, tanto (tanto!) lavoro e fatica: un seconda sbaglia molto meno a prescindere dal fatto che senta la palla molto di più di un quarta perchè muovendosi correttamente gioca nella medesima situazione colpi mediamente molto più semplici.

Se i vostri spostamenti errati vi metteranno in condizione di dover tirare 50 vincenti a partita le percentuali di errore saranno PER FORZA altissime perchè vi state complicando la vita da soli. Nessuna “testa” potrà abbassare la percentuale di errori se appena una palla torna un po' più corta ci arrivate sopra in avanzamento “a valanga” sparando a tutta senza avere nè il braccio nè la posizione per farlo, ma se arrivate bene, composti e con il corretto approccio le vostre percentuali di mettere a segno un buon colpo aumenteranno significativamente.

In conclusione c'è da dire che lo spostarsi per diagonali di avvicinamento non è istintivo, poiché la lettura della componente “laterale” della traiettoria della palla è molto più immediata e semplice di quanto sia la (contemporanea) valutazione della profondità. Un principiante assoluto ad esempio non ha la minima percezione della profondità delle palle in arrivo ma riesce comunque a coprire più o meno correttamente la distanza laterale che lo separa da esse. Solo l'esperienza maturata lavorando a lungo per migliorare e perfezionare la ricerca di palla e la capacità di mantenere la massima “attenzione visiva” SULLA palla consentono nel tempo di arrivare ad una lettura composta (traiettoria e profondità) immediata e precisa della palla in arrivo individuando quindi il punto di impatto ottimale per tempo e riuscendo a ricercarlo lungo la traiettoria diretta (diagonale di avvicinamento).

Un altro aspetto molto importante riguarda l'effetto con il quale è stata caricata la palla in arrivo; una palla molto coperta avrà rimbalzi più alti che allontaneranno il punto di impatto variando quindi significativamente la corretta traiettoria di avvicinamento. (Per questo chi gioca quasi piatto tende a mettere in palla l'avversario poichè una palla poco coperta è di facilissima lettura e limita al massimo gli errori di posizionamento dovuti alla errata valutazione della profondità del rimbalzo, rendendo a tutti gli effetti più facile l'esecuzione dei colpi all'avversario)

Presupposto quindi per una corretta tecnica di avvicinamento per linee diagonali al punto di impatto è una lettura precisa ed immediata della traiettoria della palla in arrivo che consenta di stimare con precisione il punto di impatto da ricercare ancor prima che la palla rimbalzi nel nostro campo. Importantissimo è tenere gli occhi sempre ben fissi sulla palla, aspetto che i giocatori delle categorie iniziali incredibilmente tendono a sottovalutare: la palla ve la dovete letteralmente “mangiare” con gli occhi, dovete fissarla con una attenzione quasi maniacale durante tutto lo scambio. Io consiglio di guardarla come se si volesse riuscire a leggerne la marca o a distinguerne la linea bianca durante lo scambio.

E mentre continuate a mangiarvela con gli occhi dovete “sbranare” il campo con in piedi arrivando per tempo e con precisione assoluta al vostro appuntamento preferito.

E per noi tennisti qual'è l'appuntamento preferito? Quello con una bella e capricciosissima “bionda”, ovvero l'impatto con quella piccola odiosa pallina gialla!

(Da qui la leggenda che i tennisti preferiscano le more poiché passano gran parte della loro vita a “litigare” con una odiosissima signorina “gialla” )

E qui si conclude la saga sugli spostamenti, sperando di avervi interessato vi ricordo che la corretta copertura del campo è la base su cui si andrà a costruire il proprio tennis.

Buoni step a tutti!


--------------------------------------------------- SATRAPO SEMI WESTERN EASTERN-------------------------------------------

Più o meno, cerchiamo di capire perchè ormai tutti i pro utilizzino almeno una semi-western.

Un grip più chiuso permette di produrre rotazioni sopra la palla in maggiore quantità (topspin) e come prima conseguenza una palla coperta compie una parabola molto più arcuata consentendo la drastica riduzione degli errori a rete.

Inoltre una palla carica di top dopo essere passata ben alta sulla rete si abbassa in maniera decisa e rimbalza molto alta, ottenendo un duplice risultato: margine sull'out di fondo elevatissimo e capacità di tenere a bada l'avversario perchè il rimbalzo alto lo costringerà ad attendere la palla in posizione più arretrata.

Come se non bastasse la complessità della rotazione e della traiettoria rende una palla molto coperta estremamente pesante ed insidiosa da ribattere.

Però le impugnature chiuse sono estremamente impegnative a livello tecnico e fisico: bisogna avere timing perfetto, buona tecnica di base e gambe sempre all'altezza della situazione perchè arrivare male o in ritardo su una palla quando si utilizza una semi-western rende quasi impossibile giocare un colpo decente.

Inoltre le impugnature chiuse disperdono moltissima potenza in fase di impatto perchè gran parte dell'energia cinetica viene impiegata per generare spin e non per spingere la palla, ne consegue che per una buona esecuzione con una impugnatura chiusa è indispensabile una elevatissima velocità di braccio unita alla capacità di generare spinta con le gambe e con una corretta gestione del proprio peso, semplicemente perchè solo col braccio non si riuscirà a generare potenza sufficiente. (Nel dritto moderno il busto svolge un ruole chiave)

Se le gambe lavorano male, se il braccio non corre veloce una impugnatura chiusa diventa ingestibile: giocare semi-western o western è molto più faticoso che giocare eastern.

Ora un buon giocatore però non ha certo problemi di gambe, di forma fisica o di velocità di braccio e non avendo nessun problema a generare spinta forte di una tecnica di base matura sceglierà inevitabilmente una impugnatura più chiusa che gli garantirà un ottimo controllo.

Quindi non si chiude l'impugnatura per picchiare più forte ma per trovare margine di sicurezza, dato che quando si ha tecnica e gambe spingere non è mai un problema.

Per lo "step" ti rimando ad uno dei miei famosi "lenzuolini" in cui ho avuto modo di annoiarvi in maniera approfondita sul footwork, devi fare un po' di ricerca ma ci sono ben 3 puntate perse in questo stesso topic!

Brevemente quando lo step è "neutro" ovvero prevede l'atterraggio contemporaneo dei due piedi alcuni amano definirlo "spilt-step" ma ci sono anche altri che con questo termine fanno riferimento allo step a piedi pari con leggera apertura degli appoggi fatto quando dopo la discesa a rete si fronteggia il passante.

Ho anche sentito alcuni tecnici definire in questo modo lo step che si esegue in risposta al servizio.. ..insomma è più un problema di convenzioni lessicali che tecnico, l'importante è capire dal contesto a quale gesto del footwork ci si stia riferendo.

La vera differenza tecnica relativa allo "steppare" si ha tra uno step classico (split o non split che sia) e un gravity-step che prevede un volontario sbilanciamento per agevolare la ripartenza in una specifica direzione.


La presa eastern si è estinta con l'aumentare della velocità di palla, questo perchè non consente di generare spin sufficiente per tener dentro un colpo che viaggia veloce.

I colpi piatti nel tennis in realtà non esistono, o meglio esistono colpi con poco spin che possiamo definire "piatti" solo paragonati alle esecuzioni molto più coperte. (Quando i commentatori dicono che un tennista gioca piatto intendono dire che gioca con meno spin della media, ma nessun topplayer gioca colpi piatti)

Questo perchè un colpo realmente piatto manterrebbe la sua traiettoria rettilinea iniziando a scendere verso il campo solo quando al diminuire della sua energia cinetica si troverebbe a "perdere quota" per effetto del naturale rallentamento causato dall'attrito dell'aria. Ora è evidente che un colpo che esca dalla racchetta realmente "piatto" con una traittoria rettilinea ed un angolo tale da superare la rete, per "precipitare" in campo dovrebbe avere una velocità di partenza relativamente bassa, altrimenti non avrebbe modo di rallentare a sufficienza e finirebbe sul telone di fondo.

Lo spin sopra la palla invece interviene fisicamente sulla traiettoria del colpo rendendola curva, ovvero la palla "picchierà" verso il campo a prescindere dalla velocità. Per questo il topspin consente di passare ben alti sulla rete ottenendo comunque un buon margine sulla riga di fondo perchè la traiettoria gobba della palla non è legata alla sua velocità o al suo rallentamento ma è conseguenza proprio della rotazione.

La eastern consente di generare minime quantità di top e quindi di per se consente un margine ristrettissimo sulla rete e sugli out di fondo, margine che si assottiglia tanto più la velocità di palla aumenta.

In pratica con una eastern il controllo della lunghezza di palla è affidato alla quantità di forza da applicare al colpo, cosa che non consente un controllo nemmeno lontanamente accettabile sulla profondità dei colpi: se devo dosare la forza per regolare la profondità come posso pensare di giocare pesante e profondo?

Chiaro che fin quando si tira relativamente piano il problema non è rilevante, i maestri che palleggiano o giocano qualche game con i loro allievi principianti utilizzano una eastern e colpiscono quasi piatto, ma se si vuole affrontare un match impegnativo o comunque innalzare la propria velocità di palla non si può prescindere dall'adottare quantità di rotazioni adeguate: non si tratta di un problema di tecnica quanto di una questione prettamente fisica, se la palla esce dalle corde con una velocità elevata ed un angolo tale da passare alta sulla rete l'unica cosa che può farla "abbasare" mantenendola entro la riga di fondo è la rotazione sopra la palla stessa.

Per questo nel tennis moderno dove i colpi devono necessariamente viaggiare veloci una impugnatura (almeno) semi-western è una scelta obbligata sia pur ancora equilibrata in quanto volendo rimane possibile impattare "più piatto", specie se la palla è alta o relativamente vicina alla rete o comunque tale da consentire angoli di attacco "diretti" verso il campo. (ovviamente modificando lo swing)

Una delle legende metropolitane più abusate (e false!) è che i giocatori dotati di braccio possano permettersi di colpire piatto, come se colpire piatto fosse sinonimo di classe o sensibilità.

Niente di più lontano dalla realtà, tutti i top-player utilizzano in maniera consistente le rotazioni sopra la palla anche se in quantità diverse, semplicemente perchè quando la palla inizia a viaggiare veloce nessuno può farne a meno.
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Gio 22 Ott 2009 - 21:55
--------------------------------------------- SATRAPO ROVESCIO BIMANE -----------------------------------------------------------

Anche se è ovvio mi preme rammentare che il tennis è uno sport asimmetrico, quindi il dritto ed il rovescio sono due colpi totalmente diversi: per capirci tra un dritto ed un rovescio ci sono tante differenze tecniche quante ad esempio ne passano tra una volè ed un servizio, quindi non è assolutamente detto che si riesca a trovare col rovescio sensazioni o risultati anche solo vagamente simili a quelli che si trovano col dritto.

Con queste premesse si va in campo per migliorare il rovescio e non per riuscire a fare dalla parte sinistra ciò che si fa dalla parte destra.

Le sensazioni e l'impostazione che descrivi è tipica di un bimane puro, ovvero nel tuo caso un destro bimane sinistra dominante con configurazione ottimale della impugnatura dove la destra in continental è il cardine dello swing della racchetta.

La potenza nel rovescio bimane viene principalmente dal peso e dal ritorno del busto, cosa quest'ultima che rende il rovescio bimane mediamente più potente delle esecuzioni ad una mano.

In linea generale a due mani si colpisce più forte ma si fatica di più perchè il lavoro di gambe è molto più pesante dato che le due mani sulla racchetta levano allungo costringendoci a fare molta più strada a parità di scambi e poichè la posizione del compasso non può essere mai trascurata.

Il lavoro di gambe nel rovescio bimane è la chiave del gesto tecnico e la potenza deriva dal corretto sfruttamento della catena

gambe -> busto-> translazione del peso

Per un destro il posizionamento del piede dx è fondamentale, bisogna ricercare una posizone mediamente closed, scendere bene sotto la palla e caricando bene il peso sull'appoggio avanzato per poi dare il via allo swing partendo dal ritorno di busto: la sensazione è quella tipica di una porta "incardinata" sull'asse piede destro-spalla destra-anca destra che si va a chiudere andando ad impattare sulla palla.

Da come descrivi alcune esecuzioni è probabile che tu commetta l'errore di caricare troppo il piede sinistro, anche se ovviamente azzardare ipotesi senza aver visto nulla è assolutamente impossibile.

Comunque facilità nel chiudere gli angoli ma mancanza di potenza sono sintomi spesso imputabili ad una gestione del peso troppo arretrata con un caricamento troppo accentuato del piede sinistro: mentre nel dritto il peso viene caricato sull'appoggio dx che in posizione open-semi open è leggermente più arretrato del sinistro per poi essere trasferito in avanti, nel rovescio bimane la configurazione (asimmetrica rispetto al dritto!) prevede un caricamento sempre sull'appoggio dx che però questa volta data la configurazione closed del compasso risulta essere il più avanzato.

Purtroppo in quasi tutti i video che si trovano online viene mostrato solo lo swing, in questo Agassi ci mostra chiaramente come sia per il dritto che per il rovescio bimane il piede di carico sia il DX e di come il peso venga trasferito sulla palla dopo essere stato caricato appunto sul destro.

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Altri elementi chiave oltre alla posizione-ruolo del piede destro:

l'atteggiamento di mento e spalla destra che si vanno quasi a sfiorare puntando la palla in arrivo, il ruolo del ritorno di busto sulla palla che a differenza del dritto più che ruotare sul proprio asse risulta come "incardinato" sull'asse spalla destra, anca destra, appoggio destro andando a chiudersi come una porta che "sbatte" sulla palla.

Per vedere ottime esecuzioni a due mani bisogna rivolgersi alla Nalba, a Murray, a Safin, A Djoko, a Baghdatis.. attenti però a non prendere come esempi esecuzioni agonistiche in fasi troppo concitate per non interpretare male il ruolo e la posizione degli appoggi. (Ad esempio in risposta o quando si è troppo in ritardo si dever saper colpire a due mani anche in posizione open)

wik

Dritto in semi-open va bene se ti viene bene, l'occhio dominante non è che di per se impedisca oppure obblighi una esecuzione od un'altra. Un giocatore destrorso con occhio sinistro dominante può colpire benissimo il dritto in open, magari lo si vedrà guardare la palla con la testa leggermente più ruotata a destra rispetto ad un giocatore con occhio destro dominante.

Riguardo al rovescio (e questo vale ancor di più per il dritto) aprire con la racchetta ben alta aiuta ad accelerarla e in genere rende il movimento più fluido perchè nella prima parte dello swing il braccio-racchetta correrà in "discesa". Però il movimento risulterà più complesso da gestire e quando la velocità di palla dello scambio diventerà più elevata sarà richiesto un tempismo ed un controllo del braccio-racchetta più che buono, altrimenti si incontreranno difficoltà nel trovare bene la palla in fase di impatto. Per questo spesso nelle fasi iniziali dell'apprendimento si privilegia uno swing in cui la racchetta parta dal basso, sia per la maggiore semplicità di esecuzione, sia per enfatizzare il concetto chiave di verticalità durante l'impatto dato che i principianti tendono a colpire la palla muovendo la racchetta parallela al terreno, mentre il tennis si gioca dal basso verso l'alto.

Passando alle impugnature da bimane, fermo restando che a diversi stili di impugnatura corrispondono anche differenze a livello di esecuzione e di swing vediamo di distinguere i vari casi.

Un giocatore destrorso BIMANE PURO utilizzerà per la mano destra prese che vanno dalla continental fino alla eastern o addirittura semi-western di dritto (si avete capito bene ci sono casi limite di giocatori che mantengono quasi una semiw. di dritto piegando moltissimo il polso per inclinare adeguatamente il piatto corde) mentre sulla sinistra utilizzerà solitamente o una eastern o al massimo una semi-western di dritto mancino, poichè in questi casi si identifica la presa come se si stesse osservando un dritto portato con la mano sinistra. (per questo di un giocatore destrorso che gioca un rovescio bimane puro si dice che ha un rovescio bimane sinistra dominante, e l'impugnatura significativa è quella della sua mano sinistra, letta come se fosse un dritto mancino).

Ci sono poi giocatori dal rovescio bimane che adottano sulla loro mano dominante prese da rovescio ad una mano o quasi: in questo caso siamo di fronte a giocatori che in realtà eseguono un rovescio ad una mano con l'assistenza aggiunta della mano non dominante la cui impugnatura varia ma non è più significativa perchè in realtà a condurre ora è la mano dominante del giocatore, e in questo caso l'impugnatura che conta è quella della mano destra (giocatore destrorso) letta come se fosse un rovescio monomane. (tutto il contrario di quello che accade per i bimani puri)

Per finire tre esempi di giocatori destrorsi


----------------------------------------------- SATRAPO ANTICIPO ANCA ------------------------------------------------------

L'anticipo d'anca è l'essenza stessa del tennis moderno, ma non è un elemento tecnico a se stante bensì una parte di un insieme molto più ampio ed estremamente complesso che coinvolge appoggi, impugnature, swing, gestione del peso.. insomma perchè ci sia anticipo d'anca ci devono essere prima tutta una serie di elementi perfettamente sincronizzati pronti a lavorare "nella medesima direzione".

Il primo elemento su cui riflettere è il ruolo del busto: se non si comprende ed utilizza in maniera ottimale il busto per produrre spinta sul dritto non si può pensare di introdurre l'anticipo d'anca nella dinamica del proprio colpo, dato che a tutti gli effetti questo meccanismo costituisce una "evoluzione-esasperazione" dell'utilizo del tronco.

A titolo più di curiosità che didattico possiamo provare a descrivere a grandi linee che cosa si intenda per anticipo d'anca.

Partendo da una posizione open o semi-open degli appoggi e dopo aver caricato a dovere il busto avremo completato l'apertura e ci troveremo pronti per iniziare lo swing del dritto:

compasso in posizione open o semi-open, peso caricato sul piede destro (ci riferiamo ad un atleta destro) braccio sinistro che punta verso l'esterno (e non verso la palla!) per assicurare il completo caricamento del busto e racchetta ben dietro, tenuta se possibile sufficientemente alta.

Da questa posizione quando lo swing prende il via il primo "punto di tensione" ovvero il primo elemento che provvederà a mettere in moto la catena cinetica che porterà a scaricare tutta lo potenza ed il peso dell'atleta sulla palla risulta essere localizzato nell'anca destra, come se il movimento di ritorno del busto sulla palla cominciasse proprio con un vero e proprio colpo di anca verso la rete, da qui il nome di "anticipo d'anca" perchè sarà proprio l'anca destra a dare inizio alla rotazione di ritorno del tronco-busto sulla palla.

Ora la complessità e per certi versi la pericolosità di questo meccanismo è molto elevata, quello che non dovete fare è provare queste esecuzioni da soli, o se proprio volete provare fatelo pure ma in scioltezza e senza aspettarvi sensazioni piacevoli o miglioramenti miracolosi perchè prima che tutti gli aspetti di un simile meccanismo vadano a posto ci vogliono mesi se non anni di pratica con una costante e valida guida tecnica al proprio fianco.

A livello di stress fisico siamo di fronte ad un gesto che ha causato danni a giocatori di livello assoluto ottimamente preparati tanto da essere da molti bollato come "troppo distruttivo". Ora dopo un periodo davvero nero costellato da moltissimi casi di infortuni anche gravi ai danni dell'anca (Guga che è considrato il padre dell'anticipo d'anca avendo perfezionato questo meccanismo mostrandone al mondo le enormi potenzialità ha visto finire la sua carriera proprio in seguito a ripetuti problemi all'anca destra) i preparatori fisici sono riusciti accumulando esperienza in merito ed aggiustando la preparazione a consentire agli atleti di sopportare meglio queste nuove tipologie di carico e parallelamente i tecnici sono riusciti a dosare l'utilizzo dell'anca senza abusarne ma riuscendo comunque a sfruttarne le potenzialità.

Date una occhiata all'anca destra di Guga quando colpisce di dritto, siamo in allenamento e dopo qualche mese Kuerten avrebbe dato l'addio al tennis giocato eppure il suo gesto rimane ancora un monumento vivente all'anticipo d'anca.

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Purtroppo non vedremo mai uno scontro sul rosso tra il miglior Guga e il miglor Nadal ma se si fossero incrociati tutti e due al top della forma aremmo avuto più di qualche epico match da vedere e rivedere, e consiglio a tutti quelli che non hanno mai visto giocare Kuerten di colmare questa imperdonabile lacuna!


---------------------------------------------- WIK SERVIZIO ------------------------------------------------------------------

Andiamo con ordine

Il servizio in kick è un servizio atto a far rientrare molto la palla una volta superata la rete, che ha possibilità di passare ben alto sopra la rete, e con un effetto tale da non rendere facile la ribattuta anche con palla relativamente lenta.
Questo ne fà un servizio ben adatto a una seconda palla, un servizio difensivo in primis, anche se non è detto. Se tirato bene e forte, sempre nell'ambito del possibile di un servizio in kick, è utilizzabile anche come prima palla e và benissimo per scendere a rete.
Il tempo che la palla rimane in volo è molto e questo ti dà tempo per proiettarsi in avanti, se ben caricato con le gambe già di per se stesso ti dà una buona spinta per questa discesa, se il taglio è ben fatto la palla rimbalza molto alta e non è facile da quella posizione tirare un passante e devi trovare un buon tempo sulla palla per farlo, soprattutto nelle categorie inferiori tirato sul rovescio dà buoni risultati.
Edberg era un maestro di questo kick.
E' comunque la seconda di servizio per eccellenza.

Il servizio in slice è un servizio molto più rischioso, il taglio che si imprime serve a far uscire la palla dalla sua traiettoria retta, avere un minimo di rientro sulla rete da poter far passare un servizio troppo dritto, ed è comunque un servizio che và battuto con sufficiente forza, l'effetto di per se stesso non è sufficiente a mettere in difficoltà, deve avere o forza o una collocazione molto angolata.
Funziona come prima con poco slice o come seconda con più slice, ma è bene non avere solo slice come repertorio di seconda, meglio affiancarlo al kick.
Un minimo di slice l'hanno tutti i servizi, difficile vedere un servizio piatto piatto del tutto, ed è proprio questa quantità di effetto dato in sincronia con la più o meno velocità di palla che lo differenzia dal servizio piatto.
In realtà fra i due servizi c'è una distinzione molto labile, esistono tutta la serie degli intermedi, la gamma dei grigi.

L'effetto a kick si ottiene partendo da una impugnatura +o- eastern di rovescio, un accentuato inarcamento della schiena e rotazione della spalla, un lancio leggermente verso sinistra e leggermente arretrato rispetto ad un ipotetico piatto, andando a prendere la palla dal basso verso l'alto nel caricamento di spinta di gambe, agganciando la palla e arrotolorarla dall'alto verso il basso con una ricaduta quasi sul posto dal saltino del servizio.
Se si vuole scendere a rete il lancio deve essere rispetto a questo kick invece in una posizione quasi da servizio piatto, ma comunque non eccessivamente a destra in maniera da ottenere una ricaduta più avanzata per poter avanzare con rapidità.
In questo caso il movimento con la racchetta è più ampio, meno a gancio che con il classico kick da seconda.
Uno dei segreti della buona riuscita di un kick è di non raggiungere la massima estensione del braccio, ma questo lo spiego meglio più avanti parlando dello slice.

L'effetto slice si ottiene invece non con una preparazione differente da un servizio piatto, ma con un'uscita dall'impatto differente, un'uscita e di conseguenza in minima parte dall'entrata.
L'impugnatura và da una continental (consigliata) ad una eastern di rovescio già un po' più difficile, lancio di palla sulla nostra destra e ben in avanti, solito caricamento di spalla a preparare la rotazione del tronco, solito caricamento di gambe coincidente col movimento di lancio di palla, e solita estensione massima del braccio col raddrizzamento a fine corsa del gomito che obbliga all'apertura massima del polso. Quest'ultima fase cambia totalmente la forza del servizio ed è quella che lo cambia da servizietto a servizio bomba, mi raccomando.
Per dare l'effetto si entra di lato sulla palla con la racchetta, il polso ha un movimento più a rotazione che nel sevizio piatto che invece deve essere a tutta proiezione in avanti a chiusura, e al momento di colpire si esce ruotando con una chiusura che è un misto di laterale ed abbassare la punta della racchetta e non solo con l'abbassare la testa della racchetta.
La quantità di questo effetto dato in relazione con la potenza data dà tutta la serie di servizio che vanno da uno con molto slice ad uno completamente piatto.

Parlavo poc'anzi dell'estensione-apertura del braccio-gomito-polso che negli slice e piatti dev'essere massima.
Nel kick invece un'estensione minore rende molto più libero il lavoro di aggangiamento della palla da parte del gomito e del polso, il polso è molto più libero di effettuare una rotazione e accompagnato dal movimento di gomito in grado di dare molto più carico all'effetto.
In pratica non avviene quell'apertura completa a rotazione in senso orario del gomito, ma viene solo raddrizzato il braccio in estensione per poter meglio far lavorare il polso ad una rotazione completa ad effettuare l'aggancio.
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Gio 22 Ott 2009 - 21:56
------ MIGLIORAMENTO QUARTA SATRAPO ---------------------------------------------------------------------------------

Beh i fattori da considerare sono molti, ad esempio l'età del giocatore e l'età tennistica (ovvero da quanti anni gioca a tennis) e quale sia stato il suo percorso tecnico.

Poi bisogna anche analizzare il suo percorso agonistico: gioca COME un buon quarta o ha proprio una buona classifica di quarta? Per essere chiari siamo di fronte ad un 4.3 - 4.2 che in torneo se la gioca con i 4.1?

(Quello che si fa in partite amichevoli o nei games giocati in allenamento conta zero, ma questo lo sappiamo già)

Chiariti questi interrogativi bisogna fissare obiettivi anche impegnativi ma pur sempre realistici, e solo dopo iniziare a lavorarci su.

Anche qui per impostare il lavoro la prima domanda da porsi quando si aspira ad un salto di qualità è: PERCHE' PERDO?

Attenzione non CON CHI ma PERCHE', ovvero l'avversario ed il suo gioco diventano assolutamente ininfluenti e bisogna concentrarsi solamente sul proprio gioco. Allora ad esempio non si dovrà mai dire "perdo contro i pallettarini che si limitano a buttare ogni palla dalla mia parte" ma bensì "perdo troppe partite perchè non ho un livello accettabile di regolarità e regalo punti su palle totalmente innocue".

Una volta rivolta l'attenzione ESCLUSIVAMENTE sul proprio gioco il primo passo verso il salto di qualità può considerarsi già fatto.

Ovviamente non conoscendo il giocatore in questione con le sue peculiarità tecniche non si può azzardare nessuna ipotesi di lavoro ma si può tentare di fare una analisi generica sulle varie categorie, in ognuna delle quali si vince o si perde per motivi differenti.

4. CAT: Obiettivo regolarità.

In quarta vince chi sbaglia di meno, perchè la maggior parte dei punti si assegnano in seguito ad errori. Viene da se che chi alterna un vincente a 2 errori non vincerà mai, tranne nella fortunata ipotesi che riesca ad incontrare un giocatore che alterna un vincente a 3 errori e poichè in circolazione con le nuove classifiche ce ne sono non pochi, il problema è rimandato di qualche gruppo: si può arrivare 4.5 - 4.4 anche giocando un pessimo tennis.

Purtroppo questa banalità è la più difficile da far comprendere al giocatore di club. Se voglio scalare la quarta categoria devo azzerare gli errori, per farlo bisognerà impostare correttamente i colpi eliminando i difetti tecnici (attenzione agli spostamenti, muoversi in campo come un orso bruno è a tutti gli effetti un gravissimo limite tecnico!) e contemporaneamente far comprendere ai "bombardieri della domenica" che il tennis è sport diverso dal tiro al piccione. Una volta azzerati gli errori con colpi tecnicamente ben impostati potrò guardare più lontano, prima no.

3. CAT: Ricerca della solidità.

In terza ci arriva solo chi sbaglia davvero poco riuscendo in più a produrre un livello di gioco accettabile: diciamo che in terza troviamo giocatori solidi, pochi errori e capacità di produrre ritmi di gioco sostenuti. In terza si incontrano già alcuni giocatori che dobbiamo a tutti gli effetti considerare forti. Quando un giocatore solido incontra un mero regolarista (il famoso pallettarino ammazza-quarta) lo supera in scioltezza potendo contare su altrettanta regolarità ed avendo in più dalla sua parte una maggiore velocità di palla. Eliminati ormai da tempo gli errori banali quindi si dovrà iniziare a lavorare sui colpi, sugli schemi di gioco, sulle soluzioni anche tattiche in grado di far girare dalla propria parte uno scambio che viaggia ad un ritmo già di per se abbastanza sostenuto. In terza aspettare l'errore dell'avversario non basta più, bisogna lavorare e diventare solidi per riuscire a prendere in mano la situazione. In terza si inizia a fare sul serio, in terza usando una espressione gergale prettamente agonistica si inizia a "giocare la palla".

2. CAT: Consistenza!

In seconda categoria non ci possono arrivare tutti e chi ci arriva è un giocatore davvero molto forte. Mi riferisco in particolare ai giocatori che sono in grado di arrivare nei piani alti della seconda categoria, diciamo da 2.4 in su: qui ragazzi ci vuole braccio. Questi giocatori sbagliano niente, sono solidissimi e poggiando su queste basi riescono ad elevare ulteriormente il loro livello di gioco quando la situazione lo richiede, eseguendo colpi tecnicamente molto difficili con percentuali di riuscita inavvicinabili dai loro colleghi delle categorie inferiori. In generale un seconda non tira necessariamente "più forte" di un terza, ma di fronte alle stesse difficoltà tecniche ha percentuali di successo nettamente migliori.

Siamo di fronte a giocatori CONSISTENTI, ovvero zero errori anche a ritmi elevati, grande solidità di gioco e capacità di produrre accelerazioni vincenti con ottima percentuale di riuscita.

Per capirci se vi limitate a buttare la palla dall'altra parte un seconda ve la chiude sistematicamente, se sbagliate poco e siete in grado di produrre un buon ritmo di gioco aumenterà la velocità dello scambio fino a portarvi nella vostra zona rossa dove o sbagliate, o gli offrite una palla comoda che provvederà a chiudere con ottime percentuali. Se lo mettete di fronte ad una difficoltà tecnica saprà fronteggiarla in maniera ottimale: se attaccate un seconda dovete farlo bene e comunque avere pronta una ottima volè perchè il passante che vi proporrà non sarà di facile gestione. Come si suol dire ci vuole il cannone ma anche l'elmetto.

Un giocatore di seconda non ha problemi di regolarità anche a ritmi molto elevati, non ha difetti tecnici evidenti (o comunque limitanti) e ha piena consapevolezza degli schemi di gioco. Un seconda lavora sui colpi a livello assoluto, lavora per costruirsi "armi" in grado di far male perchè non gli basta più saper tenere ritmi elevati o chiudere sistematicamente palle comode, ma deve saper tirare per fare il punto: ci vuole un'arma che funzioni bene e si deve saperla usare. Bisogna saper tenere ma ci vuole tecnica braccio e colpi per "offendere" così come ci vuole testa per mantenere altissimo il livello di attenzione perchè le cose da fare per vincere sono estremamente difficili e ancora ci vogliono gambe perchè la palla viaggia veloce.

E anche qui non trattandosi comunque di tiro al piccione bisogna imparare a leggere le situazioni di gioco correttamente perchè il QUANDO tirare è altrettanto importante del COME tirare.

In seconda si può perdere una partita subendo solo due break, perciò anche quando andiamo a servire (o rispondere) sul 30-30 - 2 pari nel primo, in realtà ci stiamo già giocando una palla che può darci (o concedere all'avversario) una chanches molto importante per far girare il set. Qui si ci vuole testa, perchè un set si decide su quelle 3-4 ocasioni sfruttate o sprecate.

Chiaro che nella formula Regolarità + Solidità = CONSISTENZA non si possono saltare i passagi intermedi, perchè ogni gradino poggia sul precedente. In soldoni se non si è regolari non si può lavorare su nient'altro che sulla regolarità, così come se non si è solidi non si può lavorare per acquisire consistenza. Ad un giocatore che non sa tenere non si può insegnare a tirare, mai.

Ora il vostro posto nella "catena alimentare tennistica" è quel numero scritto sulla tessera agonistica che indica la vostra classifica attuale ed il vostro obiettivo sarà quello di lavorare per acquisire le abilità necessarie per "evolvervi" allo stadio successivo.

REGOLARITA' -> SOLIDITA' -> CONSISTENZA

Se non sono regolare non sarò mai solido, e fin quando non diventerò davvero solido non potrò lavorare per diventare un giocatore consistente.

Ripetere più volte al giorno e possibilmente la sera addomentarsi ripetendolo all'infinito!


-------------------------------------- VELOCITA' PALLA SATRAPO ----------------------------------------------------------

Bisogna distinguere almeno due casi.

Se il problema è muscolare (caso abbastanza raro) il braccio non riesce ad accelerare adeguatamente per un deficit diciamo motorio-muscolare e va allenato ricorrendo ad esercizi in palestra. Non è il mio campo perchè non sono un preparatore atletico ma ho sempre visto preferire gli elastici ai pesi per rinforzare la muscoltura del braccio di un tennista, ad esempio mimando il colpo con la mano trattenuta da un elastico. In questa ottica anche il suggerimento di Airtheguy mi sembra buono perchè non separa il lavoro di rinforzo ottenuto tramite carico di peso dal gesto tecnico, però è decisamente praticabile solo da giocatori avanzati perchè se si hanno incertezze tecniche si rischia di perdere riferimenti a livello di swing.

Quindi per giocatori non proprio a posto tecnicamente forse meglio usare gli elastici, per quelli più avanzati può essere anche divertente randellare con una racchetta sovra-pesata, sempre tenendo d'occhio però le eventuali ripercussioni a livello di affaticamento e di articolazioni.

Ma nella maggior parte dei casi il problema non è muscolare ma tecnico, ovvero il giocatore non esegue lo swing accelerando nella maniera dovuta il braccio-racchetta non per carenze o debolezze muscolari ma per problemi tecnici: il giocatore esegue lo swing lentamente perchè proprio non conduce il colpo con la necessaria fluidità.

In questo caso si lavora in campo, e l'esercizio migliore è a mio avviso consiste nel fare cesti in prossimità della rete, magari anche con overnet.

Il giocatore prende posto molto vicino alla rete, ben entro la riga del servizio per capirci, e il patner gli fornisce le palle dal cesto in maniera molto precisa (spesso con le mani) in modo che per colpire non sia necessario quasi nessuno spostamento. Il giocatore quindi si troverà a colpire una palla molto vicina alla rete e più bassa del net, e sarà chiamato a metterla ampiamente in campo (di solito si traccia una linea dell'out a metà tra quella di fondo e quella del servizio per accorciare ulteriormente il campo valido) colpendo a tutto braccio eseguendo il suo gesto tecnico completo, ovvero apertura impatto e finale proprio come è solito fare quando colpisce da fondo. Ovviamente spesso si deve westernizzare un po' l'impugnatura per eseguire questo esercizio ma il punto è che per ottenere la curva necesaria affinchè la palla salga molto rapidamente (siamo vicini alla rete) per poi ridiscendere altrettanto rapidamente (il campo è accorciato dall'out tracciato all'interno del campo) il braccio dovrà PER FORZA girare velocissimo.

Una volta tornati a fondo e riacquistata la propria impugnatura, colpendo con lo stesso atteggiamento a livello di fluidità di braccio si otterrà una velocità molto maggiore a livello di braccio-racchetta.

Attenti però, l'esercizio è di difficoltà avanzata, non vi aspettate di riuscire a farlo subito bene, spesso ci vogliono settimane. E non lo abbandonate mai, ogni tanto fate qualche richiamino: diventando più bravi aumenterete la difficoltà sia avvicinandovi di più alla rete che eventualmente applicando un overnet. Giocatori di buona classifica riescono ad eseguirlo colpendo a non più di 2-3 metri dalla rete piazzando la palla entro la riga del servizio opposta.

Buon esercizio!


---------------- SATRAPO-WIK GIOCO DI POLSO ----------------------------------------------------------------------

Purtroppo le cose non stanno così, e a dire il vero in questo molta colpa hanno vari commentatori che spesso (a volte anche a ragione ma vedremo in che termini) si lasciano andare a frasi tipo "ha giocato di solo polso" - "grande frustata di polso" etc. etc.

IL POLSO NEL TENNIS NON SPINGE MAI, non è proprio tecnicamente previsto che lo faccia, ovviamente in casi estremi come recuperi o situazioni particolare ci si affida a soluzioni che possono prevedere anche un accentuato ruolo del polso ma non si tratta di esecuzioni "normali".

La spinta a tennis viene generata principalmente dalle gambe e dalla corretta traslazione del peso, dal ritorno del busto nel dritto e nel rovescio bimane, dallo swing ampio e fluido e mai dal polso quindi non ci sono esercizi per migliorare il "gioco di polso" ma bensì ci sono esercizi e procedure atte ad insegnare il corretto ed indispensabile blocco a livello del polso.

Parecchi post fa si parlò molto dell'uso degli elastici come strumento di apprendimento volto proprio ad assicurare il corretto blocco del polso e la conservazione degli angoli ottimali a livello appunto di polso e gomito (la famosa regola dei 90 gradi), tanto che alcuni ragazzi hanno proposto anche i loro elastici "autocostruiti" che devo dire mi erano sembrati ottimi.

In una agonistica U12-14 non è raro vedere ragazzini colpire con il braccio tenuto in posizione da questi elastici proprio per memorizzare l'indispensabile blocco a livello del polso.

Si è parlato anche del validissimo strumento ideato da Gilbert di cui non ricordo il nome ora ma che consiste in una sorta di polsiera rigida con un tirante che ancorato alla racchetta impedisce proprio il movimento di escursione del polso verso la palla tenendolo bloccato a 90 gradi.

Tutto questo per dire che il polso appunto non spinge e non si deve muovere verso la palla in fase di impatto ma deve assolvere al suo ruolo di "precisione" che consiste nel regolare ed adattare la posizione della racchetta e l'inclinazione del piatto corde in funzione del colpo e delle rotazioni che si vogliono produrre ma lo fa in fase di preparazione e non durante l'esecuzione. Solo nel servizio si osserva un movimento di pronazione del polso durante il colpo che non ha però alcuna funzione di spinta ma di copertura palla al fine di generare la rotazione e l'angolo di uscita necessari a chiudere la traiettoria consentendo di metter giù esecuzioni molto potenti.

Ma attenzione sarebbe altrettanto scorretto dire che il polso genera rotazione perchè ad esempio nel dritto la rotazione viene generata dalla rotazione dall'avambraccio sul suo asse e negli altri colpi e più in generale dall'angolo di attacco e dall'escursione del piatto corde.

Il polso svolge il suo importantissimo ruolo di "giuntura" tra braccio e racchetta ed è l'articolazione che ci consente di regolare in maniera millimetrica la posizione della racchetta e l'angolazione del piatto corde ma in termini di potenza nulla può aggiungere ad un colpo.

Di norma infatti i professionisti hanno movimenti molto ampi se paragonati ai principianti o agli agonisti-amatori, usano racchette estremamente meno potenti (ma decisamente più precise) e gestiscono il peso in modo da scaricarlo sulla palla generando potenza. (Un pro di solito non cerca mai ulteriore potenza perchè ne produce da vendere, l'obiettivo è quindi il maggior controllo possibile)

Poi è chiaro che quando si arriva all'ultimo secondo su un attacco e si deve tirare il passante della disperazione con la palla ormai a 3 cm da terra si finisce col frustare di polso ma in condizioni ottimali di scambio no anche perchè a ritmi elevati l'articolazione cederebbe dopo una settimana di gioco! E' in situazioni "acrobatiche" come queste che i commentatori lodano se vogliamo anche a ragione i "polsi" dei campioni ingenerando però non pochi fraintendimenti. (Poi vabè ieri ho sentito qualche commento su SuperTennis da brividoni eh, ma in quel caso c'è il tasto MUTE e via! )

Questo è un ragazzo col dritto "pesantino" e come vedi il polso non spinge ma rimane a 90 gradi al momento dell'impatto. Non confondere il normale cedimento che si ha a livello del polso dopo il colpo perchè quello è conseguenza della velocità della racchetta che dopo aver colpito apre l'angolo a livello della articolazione per via della forza centrifuga che il polso non riesce a contrastare, anche in considerazione del rilascio muscolare che deve seguire ogni impatto. (Poi comunque li la palla è già andata)

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Se fermi la sequenza tra il sec 6 e 7 vedrai molto chiaramente come il polso sia bello bloccato a 90 gradi durante l'impatto per poi aprirsi quando ormai la palla è già lontana ma solo come conseguenza delle forze in gioco, e come la rotazione sia prodotta dal "ribaltamento" del piano di impatto ad opera della rotazione dell'avambraccio sul proprio asse.

Il polso va tenuto in posizione durante il colpo, concorre alla produzione di rotazione ma nè la spinta nè la produzione di spin sono generate o riconducibili direttamente ad una sua "escursione" volontaria. Solo nel servizio si attua un movimento cosciente di pronazione a livello del polso ma anche qui finalizzato alla copertura della palla e non certo alla produzione di spinta.

In alcuni casi si assiste anche ad una chiusura dell'angolo nella fase iniziale dell'accelerazione anche questa però imputabile ad un cedimento causato dalle forze in gioco.

Altra esecuzione decisamente "vilolenta" che non prevede escursione di polso se non quello imputabile al normale cedimento comprensibile a questi livelli di spinta, anche qui è evidente il blocco del polso ed la rotazione dell'avambraccio per produrre spin.

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Il "gioco di polso" nel tennis non esiste, tranne in situazioni MOOOOLTO particolari nelle quali meno ci si trova e meglio è!





Approfitto del post del buon Satrapo per fare una piccola analisi sulla faccia della racchetta in apertura, domanda che era stata fatta un mesetto fa e nel contempo rispondere a benest.

Video di Djoko
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Concentriamoci dal secondo 10 al secondo al secondo 14, la faccia della racchetta in apertura guarda totalemente dietro il giocatore. Perché ? A quale scopo ?
Andiamo al secondo 14,5-15, abbiamo la presa di posizione del polso, in quel punto parte il vero e proprio swing, l'accellerazione progressiva della racchetta a colpire con forza la palla, la posizione del polso viene mantenuta fino a contatto, secondo 16 e immediatamente dopo scatta la rilasciata del polso, assolutamente non prima, al momento dell'impatto il polso nella posizione a 90 gradi crea la base migliore per il controllo visto che é assolutamente fermo e forma proprio una tavola su cui rimbalzare e nel contempo essendo bloccato nella corsa all'indietro crea l'anatagonismo migliore per reagire alla palla che arriva.
La vera tensione muscolare comincia al secondo 14, in precedenza il movimento é muscolarmente rilasciato a non creare tensioni nocive.

Passiamo ora al video di Federer, dritto oltre il moderno.
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Notate subito la differenza di posizione della racchetta, non guarda mai le spalle del giocatore come in Djoko, ma guarda sempre il lato palla, la presa di posizione definitiva del polso avviene al secondo 16, momento in cui la spinta di accellerazione dello swing é giá partita e raggiunge il massimo al momento stesso del posizionarsi del polso. Questo consente a Federer un maggior rilassamento della muscolatura a mó di creare una sorta di catapulta di spinta.
Spesso si é parlato della reattilineitá dell'angolo del gomito di Federer, ed in parte é vero, ma se notate bene angolo c'é, é un angolo limitato perché essendo estremamente rilasciato per forza centrifuga quest'angolo tende ad aprirsi, ma anche se limitato il concetto resta identico, c'é angolo di gomito e angolo di polso.
Ora dovete notare una cosa molto importante, il rilasciamento di polso dopo l'impatto, é eterna, molto piú che in Djoko, il rilasciamento sempre essere ritardato di molto, dal secondo 18 al secondo 20 e anche qualcosina in piú. Perché ? perché lo scopo di Federer é mantenere la massima ampiezza possibile lineare di swing al fine di avere il massimo di lunghezza di spinta e mantenere il puú tempo possibile la corda a contatto di palla. Questo meccanismo gli consente la massima resa di swing e nel contempo non perdere assolutamente controllo.

Ora facciamo un piccolo raffronto fral Djoko e Fedro. Quel girare la racchetta alle spalle che serve ?
A girare bene le spalle per avere il massimo di caricamento di busto ? No, se controllate le spalle sono entrambe alla massima espansione
A posizionare bene in partenza il polso ? No perché se notate il posizionamento del polso avviene in entrambi i giocatori durante l'esecuzione dello swing e non prima.
A caricare di piú ? No perché entrambi hanno il massimo di carica e i risultati della potenza di Federer sono sotto gli occhi di tutti, forse il miglior dritto mai esistito fin'ora ?
E allora ? A nulla, é sbagliato. L'unico risultato che ottieni é la perdita di linearitá con tutte le conseguenze del caso che invece in Federer ne fanno un risultato eccezionale. Alcuni maestri meno giovani insegnano cosí. In realtá peró é solo un retaggio del passato perché le racchette in legno in old style lasciavo questo spazio e per abituare i nuovi giocatori all'uso diverso degli appoggi e del polso la posizione Djoko in massima apertura era didattica.
Ma questa posizione é stata superata proprio nei concetti che ho espresso dalla posizione Federer, massima linearitá e massima rilassatezza, apertura piú compatta tanto tutto quel gesto enormemente lungo solo ti ritarda e ti fa perdere potenza e soprattutto controllo.

E allora verifichiamo la cosa, Murray l'astro nascente.
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Apertura con faccia sempre rivolta alla palla, posizionamento del polso alla Federer a swing giá ben partita a ottenere la massima rilassatezza, possibile, massima linearitá del colpo a mó di sfruttare tutta l'ampiezza del colpo senza essere pregiudicati da rotazioni di braccio, ma avendo come base la massima rotazione di busto ben caricato dalle spalle.
Non é peró Federer, in uscita rilascia immediatamente come Djoko, non arriva a quella lunghezza di resa di colpo del marziano, e infatti Il dritto di Murray non ne é all'altezza. Murray fa proprio della rilassatezza muscolare il suo punto di forza, ma in questa particolare situazione, l'uscita di swing del dritto, non é un pregio, ma un difetto. Cosa invece che ne fa un gran pregio nel meraviglioso rovescio bimane di cui é capace. ma non é questo l'argomento di questo topic.

Rispondendo a benest. Non c'é nessuna frustata, guarda bene i video, la vera e proprio frustata é deleteria aell'esecuzione del colpo, ma sono prese di posizione del polso che dev'essere mantenuto immobile e rilasciamneto di polso dopo l'impatto.
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Gio 22 Ott 2009 - 22:05
Ottimo lavoro wik Wink
Se volete il file .doc contenente tutti gli utilissimi consigli, mandatemi un MP con la vostra mail e vi spedisco il malloppo Smile
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Gio 22 Ott 2009 - 22:14
wik ha scritto:prima di lasciarvi...

Spero di aver dato una mano a qualcuno a migliorare il suo tennis ed è stato un vero piacere collaborare attivamente allo sviluppo di questo forum in una discussione costruttiva con tutti.
Ricordo in particolare i primi tempi quando in quattro gatti ci si scambiava due post in un intero giorno ed è davvero stato divertente. Da allora il forum è rapidamente cresciuto e spero di aver contribuito anch'io a renderlo un buon luogo di dialogo e confronto
Um bejo a todos Cool
wik, ma mica stai pensando di lasciare il forum?
da quanto hai scritto, il tuo sembrerebbe un post di saluto Sad
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Gio 22 Ott 2009 - 22:20
porcaccia!!..quoto oedem!!!???? raccolta wik satrapo Icon_eek raccolta wik satrapo Fresse raccolta wik satrapo Affraid

wik le tre parole "prima di lasciarvi" mi fanno paura..
io ed oedem abbiamo capito male vero ?
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Gio 22 Ott 2009 - 23:24
Mi pare che il messaggio sia inequivocabile. Se hai deciso così avrai i tuoi motivi, e non sta a noi chiederti quali siano. Inutile dirti che ci mancherai molto, non solo per la tua preparazione, ma anche e soprattutto per la tua simpatia e la tua disponibilità. Non ci siamo nè ci saremmo mai conosciuti personalmente, ma sapere che quando aprirò queste pagine non leggerò più le tue risposte, mi fa sentire un pò triste ed un pochino più solo. Mi ricorderò di te, in particolare di questa immagine che ci hai voluto regalare e che è testimone del tuo buon cuore:

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Grazie di tutto, Wik.
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Ven 23 Ott 2009 - 0:02
Grazie Wik per tutti i consigli dispensati con grande professionalità e competenza.
In bocca al lupo per il proseguo della tua vita!

Ciao
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Ven 23 Ott 2009 - 11:01
Mi dispiace molto sapere che non ti leggeremo più, ma come dice giustamente Marco, avrai i tuoi buoni motivi. raccolta wik satrapo 939115
Che dire....buona vita. raccolta wik satrapo 622327
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Ven 23 Ott 2009 - 16:13
Wik ci lascia??? noooooooooo Sad
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Ven 23 Ott 2009 - 19:39
wik, non fare minkiate!!!
Contattami in pm. Ti aspetto.
Ciao.

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Ven 23 Ott 2009 - 21:04
Alessandro ha scritto:wik, non fare minkiate!!!
Contattami in pm. Ti aspetto.
Ciao.
QUOTO il collega ALE !!! raccolta wik satrapo 518710 raccolta wik satrapo Icon_wink
wik!! ...
...
i tuoi consigli, esperienza sul campo, e soprattutto i tuoi post mi hanno sempre lasciato a bocca aperta per lucidità e completezza sotto ogni punto di vista! raccolta wik satrapo Icon_razz
seppur non sono certo nuovo al tennis..anzi c'è sempre da imparare dai tuoi interventi...le analisi fatte su ognuno di noi o sui campioni in post passati..sono semplicemente fantastiche...senza parlare della tua disponibilità, schiettezza, simpatia e naturalezza che traspaiono tra le righe..e in varie occasioni in chat..
io non ti ho mai conosciuto personalmente..ma ho capito che sei una persona speciale ...
...
..ci tengo a dire che ciò che ho scritto qui sopra non sono ne frutto di "cose pattuite al momento" ne una "leccata"( non sono avezzo a queste cose..quelli che mi conoscono qui sanno che sono sempre sincero e sensibile, sì è proprio così!)...
bensì assolutamente miei pensieri personali, scritti al momento e che ho voluto condividere pubblicamente perchè lo sento e provengono dal mio cuore...
sicuramente non riescono a descrivere la tua personalità..ne tutte le tue qualità..
quindi dico a gran voce:
il forum ha bisogno di te... wik !
noi tutti ne abbiamo bisogno..


a presto...Stefano.
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Dom 25 Ott 2009 - 12:46
E che è, un messaggio d'addio?
un testamento?
ma dove vai?????


ci abbandoni??

Guarda se te ne vai, fondiamo il Florian fans club raccolta wik satrapo Icon_twisted raccolta wik satrapo Icon_twisted raccolta wik satrapo Icon_twisted raccolta wik satrapo 97171 raccolta wik satrapo 97171 raccolta wik satrapo 97171
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Dom 25 Ott 2009 - 12:48
e poi non te ne puoi andare cosi'.

Guarda che ho il tuo indirizzo, l'ho preso da mymag.

Facimm 'nu pullmann e t vnimm a paccarià raccolta wik satrapo Icon_lol
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Dom 25 Ott 2009 - 17:10
Wik te prego ..... non fa cazzate.
Ciao Massimo
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