Buttarla solo di la ?

Buona sera, 

volevo chiedere il vostro parere riguardo questo argomento.

la domanda mi e' nata facendo un po' di autoanalisi e cercando di capire come migliorare.

secondo voi per cercare di migliorare, quando e' qualche anno che si gioca regolarmente , si iniziano a fare i primi tornei , quali sono i passi giusti per migliorare ? 

io mi son sentito spesso dire che l'importante e' non sbagliare, che si vincono piu partite buttando di la la pallina e non sbagliando.
ma questo atteggiamento porta al miglioramento del proprio gioco ? 
o porta solo a vincere qualche, neanche troppe, partite , con giocatori sicuramente non di grande qualità.

io sono sempre piu convinto che sia piu efficace per cercare di migliorarsi l'idea di giocare ogni punto cercando di comandare lo scambio e non subendolo buttando solo di la la pallina.

questo non vuol dire cercare solo di fare dei vincenti , ma comunque cercare di essere propositivo.
non vuol dire tirare a 10 cm dalla rete e a 10 cm dalle righe , fare si dei colpi in sicurezza con la palla a mezzo metro dalla rete e mezzo metro dalla riga però cercare di muovere l'avversario e tirare dove si vuole, non solo buttare di la la palla e difendersi.
secondo me questo atteggiamento aiuta a trovare sicurezza e a iniziare anche a spingere un po' di piu la palla.
io vedo che se ci si difende e basta e si butta solo di la la pallina non si acquista sicurezza, anzi ogni volta che si subisce il punto si ha la consapevolezza che non abbiamo mezzi per ribaltare l'andamento della partita se non affidarsi agli errori dell' avversario, e questo e' scoraggiante e non aiuta a migliorare.

sbaglio ? 

chiedo ai piu esperti cosa ne pensano   

buona serata  

Anche se da un non esperti... ti dei risposto da solo

Scusate. Tastiera del telefono e dita grosse non sono una bella accoppiata

Beh volevo sapere cosa ne pensavano anche gli altri, perchè a me in molti han detto butta di la la palla e pensa a non sbagliare.

A me frega poco di vincere, mi interessa di diventare piu bravo

Complimenti  hai  fatto  un  analizi  perfeto  da  maestro

Il problema e' che anche un giocatore di medio livello, davanti a uno che tira mozzarelle e non da ritmo rischia di perdere. Comunque secondo me la cosa e' propedeutica: bisogna limitarsi a non sbagliare fino al 4.5,4.4 e da li ricominciare a dominare un po' di più lo scambio. Se invece sei nc o 4.6 la mentalità di dominare. Porta a perdere più che guadagnare a meno che non sei abbastanza preparato tecnicamente e un mostro nel fisico oppure ottimo tecnicamente e piazzato benino di fisico . Peccato che il più delle volte questo non accade...

nel tennis moderno non si può pensare di ributtare di là la pallina e basta...a parte costruirsi il punto, ma comuqnue tirare colpi abbastanza incisivi da mandare quanto meno in errore l'avversario...io la vedo così, anche perchè preferisco il punto guadagnarmelo anzichè aspettare l'errore altrui...

Allora molte volte ho sentito anche io questo commento su questo sito ovvero cerca di buttarla di là,ok loro la fanno semplice in realtà il vero problema è non commettere errore gratuiti,nel senso rischia non tanto per rischiare ma solo quando puoi veramente permetterlo.
Come mi dice sempre il mio maestro si parla in termini di strategia,l'errore ci può pure essere ma doveva essere finalizzato su un possibile punto altamente probabile.
Gli errori si commettono sopratutto sul servizio e sulla risposta a esso non perdere la concentrazione sopratutto in queste due situazioni

babolat94 ha scritto:Il problema e' che anche un giocatore di medio livello, davanti a uno che tira mozzarelle e non da ritmo rischia di perdere. Comunque secondo me la cosa e' propedeutica: bisogna limitarsi a non sbagliare fino al 4.5,4.4 e da li ricominciare a dominare un po' di più lo scambio. Se invece sei nc o 4.6 la mentalità di dominare. Porta a perdere più che guadagnare a meno che non sei abbastanza preparato tecnicamente e un mostro nel fisico oppure ottimo tecnicamente e piazzato benino di fisico . Peccato che il più delle volte questo non accade...

Vero. Confermo per esperienza:

Torneo non fit, primo turno contro un non tesserato, di livello nettamente inferiore.
Il primo set dura circa 20 minuti, domino 6-2, riesco a colpire la palla con potenza e profondità a tutto braccio tirando vicino alle righe, lo faccio muovere molto, servizio quasi impeccabile (3 ace, 1 doppio fallo e parecchie prime vincenti).

Secondo set: il disastro.
Sono avanti 3 a 0, sbaglio impugnatura al servizio, il che mi costa 2 doppi falli e break, mi innervosisco ed inizio a giocare sempre più corto e sempre più contratto.
Pareggia, mi supera e vince al tie break.

Al terzo ho la testa che è già uscita dal campo, è salita in macchina ed è già tornata a casa da un pezzo e perdo 6-2, dopo 2 ore e mezza di partita.

In pratica, dal 3-1 del secondo set non ha fatto altro che ributtarmi di la la palla, appoggiandosi ai miei colpi diventati corti e poco aggressivi, mi arrivavano mozzarelle e per quanto mi sforzassi di mandarlo fuori dal campo, riusciva sempre a toccare la palla e rimandarmela indietro.
Per contro, qualunque scappatoia cercassi di imboccare (back, top, smorzate, pallonetti) finivano per rivoltarmisi contro con gratuiti o comunque palle attaccabili.

La tattica del ributtarla sempre di la pareva funzionare solo contro di me, perchè quando ci provavo io, non essendo il mio gioco, con l'allungarsi dello scambio aumentava la voglia di tirare e chiudere, ma non essendo nè in condizione mentale nè in condizione di chiudere dalla posizione del campo in cui mi trovavo quando decidevo di farlo, finivo per perdere la maggior parte dei punti.

Pur avendo meritato tecnicamente molto più di lui, per sua stessa ammissione e di tutti i presenti, sono uscito dal campo avvilito come non mai, ma questo è il tennis.

Più che altro, quello che mi sono chiesto più e più volte uscendo dal campo è: a che serve avere un bel servizio, un rovescio solido e un dritto ficcante se poi mi lascio distruggere da uno che mette la racchetta e basta?

Parlavo giusto l'altra sera con il maestro di questo problema, ecco il suo pensiero:
non è assolutamente vero che si vince a tennis soltanto ributtandola di là sempre e comunque. Bisogna ributtarla di là in modo che non sia attaccabile dall'avversario; allo stesso modo, se arriva una palla da chiudere, bisogna saperla chiudere e non semplicemente ributtarla di là.
Allo stesso modo non si vince attaccando sempre e comunque alla disperata; bisogna sapere attendere la palla giusta per attaccare.
Insomma vince a tennis chi non dà una palla attaccabile e sa chiudere le palle attaccabili offerte dall'avversario; insomma la giusta strategia è la sintesi tra una difesa ad oltranza e un attacco a testa bassa".

Ipse dixit

In altre parole muttley, quando il tuo avversario ha iniziato a giocare di semplice rimessa, tu dovevi accettare con pazienza lo scambio e qualdo lui accorciava (se accorciava...) attaccare.
Se lui non accorciava mai ed eri tu ad accorciare dandogli la possibilità di attaccare, oppure non sostenevi lo scambio, oppure sbagliavi le chiusure dei colpi sulle palle attaccabili, c'è poco dire se non riconoscere che il tuo avversario è più bravo.

g867500 ha scritto:Parlavo giusto l'altra sera con il maestro di questo problema, ecco il suo pensiero:
non è assolutamente vero che si vince a tennis soltanto ributtandola di là sempre e comunque. Bisogna ributtarla di là in modo che non sia attaccabile dall'avversario.....
Insomma vince a tennis chi non dà una palla attaccabile e sa chiudere le palle attaccabili offerte dall'avversario; insomma la giusta strategia è la sintesi tra una difesa ad oltranza e un attacco a testa bassa".

Il tuo maestro è un grande saggio...  

G867500, ma su questo hai ragione.
A fine partita, mi ha detto che avrei meritato di vincere io, ho risposto che se ha vinto lui, allora è lui ad averlo meritato.
Oltretutto, ho sempre rispettato il mio avversario, dentro e fuori dal campo, si è comportato sempre educatamente e soprattutto ha sempre combattuto ad ogni punto, su questo nulla da dire, non volevo affatto sminuirlo in alcun modo.

Il fatto è che in questo caso, ho cercato di snaturare il mio gioco, cercando di giocare di rimessa, cosa che io non riesco a fare ma che a lui veniva naturale.

Per come stavo giocando, rispetto al primo set, nel terzo giocavo in maniera irriconoscibile, come se avessi iniziato a giocare a tennis da una settimana.

Poi ci sarebbero altre cose da considerare, di tipo mentale (ero con la mia ragazza, era tardi, dovevamo andare a cena a fine partita e più si prolungava più cercavo una chiusura rapida dei punti, con una valanga di gratuiti), più il classico braccino che mi è venuto dopo i primi errori.

La cosa buffa è il circolo vizioso che io stesso mi sono creato:

Gioco bene -> Sono tranquillo e sto vincendo -> Faccio un errore -> abbasso leggermente il ritmo per giocare più sicuro -> Sbaglio ancora di più -> Gioco per non sbagliare e non perdere vantaggio -> Sbaglio e perdo vantaggio -> Sono costretto ad inseguire -> Gioco ANCORA più contratto e teso -> PERDO!!  


L'opinione che io mi sono fatto in questo è: o uno gioca esclusivamente di rimessa, o meglio che lasci perdere e continui a fare quello che sai fare.

g867500 ha scritto:
non è assolutamente vero che si vince a tennis soltanto ributtandola di là sempre e comunque. Bisogna ributtarla di là in modo che non sia attaccabile dall'avversario; allo stesso modo, se arriva una palla da chiudere, bisogna saperla chiudere e non semplicemente ributtarla di là.

Queste parole secondo me sono la Bibbia del tennis, semplici, essenziali e vincenti.

Quando si impara a portare in partita quanto scritto sopra si può dire di esser passati da "giocatori della domenica" a "giocatori di tennis".

ti sei risposto da solo