Siamo nell'ambito delle libere scelte, quindi niente da dire. Sicuramente avrebbe potuto avere una carriera a livello ATP prima o poi, magari tardiva o parziale, com'è stato per Martina Trevisan che alla fine una piccola soddisfazione che porterà per sempre con sé nella vita, e che meritava, l'ha avuta, ma è un classico intramontabile che il giocatore molto vincente da giovane poi si "bruci" prima del tempo per un motivo o per l'altro.
Quinzi non mi è mai stato molto simpatico, devo esser sincero, non era un talento puro ma un giocatore molto costruito fin da piccolissimo (anche lì, niente di male, anzi!) e credo forse un po' troppo sicuro di sé e spinto da qualcuno ad esserlo, il che è un'arma a doppio taglio.
Non è assolutamente detto che non ci ripensi e che, magari tra 2 o 3 anni, si stufi di fare il coach e faccia un altro tentativo con qualche nuova consapevolezza e esperienza di vita alle spalle.
La cosa leggermente ingiusta, e qui spezzo una lancia a favore di Quinzi, è che era fin troppo noto a tutti e pubblicizzato, tanto da subire molto la pressione dei media, e forse anche un po' sfruttato male da un movimento del tennis italiano emergente che voleva avere giocatori di rilievo anche a livello ATP... tanto che ora s'è trovato costretto ad annunciare un ritiro senza, di fatto, aver avuto nemmeno una carriera professionistica minimale (non ha mai giocato in un main draw del grande slam, non è mai stato top 100...)
Niente a che vedere con Musetti e Sinner o con altri campioni tipo la Schiavone che sono saliti alla ribalta soprattutto grazie ai risultati ottenuti nel circuito professionistico (es. la schiavone fece i quarti al suo primo Roland Garros, mi pare nel 2001, e poi ci ha messo un decennio per vincerlo)