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Lea Pericoli compie 77 anni

Ripercorriamo insieme le tappe della vita e della carriera della straordinaria campionessa, ora stimata e apprezzata scrittrice.

Campionessa d’Italia dal 1958 al 1975, con 264 presenze in nazionale e 30 Federation Cup, Lea ha contribuito alla diffusione del tennis nel nostro Paese. Sui campi nazionali la Pericoli ha dominato come nessun altro tennista conquistando 27 titoli assoluti. Soltanto Nicola Pietrangeli, pur essendo più forte a livello internazionale, si è avvicinato al suo record di campionessa italiana con 24 titoli.

Nei tornei del Grande Slam ha raggiunto gli ottavi a Wimbledon (1965, 1967, 1970) e al Roland Garros (1955, 1960, 1964, 1971), dove è arrivata in semifinale nel doppio. A Montecarlo ha ottenuto tre vittorie in singolare, cinque in doppio e tre in misto. Ha inoltre vinto il titolo ai tornei di: Cairo, Casablanca, Beiruth, Istanbul, Atene, Baastad, Mosca e Lugano, oltre a moltissimi eventi italiani dell’epoca. In doppio con Silvana Lazzarino ha disputato cinque finali al Foro Italico, e ha raggiunto le semifinali del Roland Garros. Si è inoltre affermata nel Hyliffe Thrope, campionato di doppio per nazioni, con tre vittorie consecutive e cinque in totale. In carriera ha sconfitto giocatrici del calibro di Sherley Bloomer, Karen Susman, Anne Haydon, Francois Durr e Billie Jean King.



Soprannominata “La Divina” dal giornalista Giorgio Bellani e da Fausto Gardini, che la iscrissero a sua insaputa alle selezioni di Miss Italia a Cortina, Lea vinse il titolo di Miss Cinema Cortina e fu invitata alle finali di Miss Italia, alle quali però decise di non partecipare. Nel 1972 vinse poi il titolo di “Lady Milano”.

Nota per le sue mise stravaganti, come il pigiama di pizzo, le piume di struzzo, il gonnellino di visone, la sottanina di diamanti o il gigantesco nodo di Chanel, Lea ha indossato ogni abito con grazia ed eleganza. I suoi vestiti, disegnati da Ted Tinling, si trovano oggi al Victoria Albert Museum di Londra, mentre al Museo di Wimbledon sono conservate le immagini delle celebri coulotte di pizzo, opera dello stilista inglese, per le quali i cronisti dell’epoca scrissero: “Lea’s kick is chic!” (Il tiro di Lea è chic!).

Ma Lea Pericoli non è solo una tennista. Dopo il gioco la milanese si è dedicata alla scrittura e al giornalismo, lavorando per Il Giornale di Montanelli dall’anno di nascita del quotidiano, il 1974. Nel 1976 è diventata la prima telecronista donna della storia della televisione italiana, ma ha anche condotto programmi televisivi lontani dal mondo del tennis, come “Caccia al Tesoro” su Rai1 e “Paroliamo” su Tmc, e realizzato i programmi “Moda Boom” e “Monaco mon amour”. Ha anche lavorato per la Televisione Svizzera come telecronista e come conduttrice di programmi di moda andati in onda la domenica in prima serata. Ha vinto un Telegatto con il programma radiofonico “Carta Bianca”, condotto con Rivera e Pietrangeli. Lea è anche stata protagonista di un telefilm per RaiDue intitolato “Polvere di Stelle”.

Dagli anni 80 Lea è maestra di cerimonie al Foro Italico, dove conduce le incoronazioni di campioni e campionesse, inoltre nel 2004 il Presidente della Fit Angelo Binagli l’ha nominata Ambasciatrice del tennis femminile. L’anno successivo la Pericoli ha ricevuto dall’ITF (la Federazione Internazionale) il premio speciale “Service to the game” riconoscimento che per la prima volta nella storia del tennis è stato assegnato a una donna. Nel 2007, durante la finale di Fed Cup a Mosca, l’Itf le ha anche attribuito l’ “Award of Excellence” per “il significativo contributo al successo della Coppa Davis Femminile”.

La malattia.Nel 1973 Lea fu colpita da un carcinoma: a sei mesi dall’operazione chirurgica tornò in campo e conquistò il titolo italiano. Da quel momento la Pericoli è diventata testimonial della Ricerca sul Cancro e della Lega Italiana per la lotta contro i Tumori.


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Da 35 anni raccoglie fondi per aiutare i bambini colpiti dal cancro e grazie a questo impegno sono nate a Milano case di accoglienza che ospitano gratuitamente i genitori quando i piccoli malati devono subire le cure di chemioterapia.

Libri. Nel 1976 Lea scrisse il suo primo libro: Questa bellissima vita (La Sorgente) vincendo il secondo premio al Bancarella Sport. Tra le sue pubblicazioni successive: C’era una volta il Tennis. Dolce vita, vittorie e sconfitte di Nicola Pietrangeli (2007), libro dedicato al grande amico Nicola Pietrangeli e vincitore del premio Gianni Brera,Maldafrica (2009) che ha ottenuto il secondo posto al Bancarella Sport e il Premio Letterario del Coni, e L’angelo capovolto (2011). Quest’ultimo lavoro, presentato al Coni lo scorso dicembre, è una serie di racconti che comincia con un angelo bianco che cade giù dal cielo e resta impigliato ad un albero di eucalyptus, a 2000 metri su un altipiano in Etiopia. Un angelo che “lassù” non aveva nessun problema, né fame, né sete, né sonno ma arrivato sulla terra deve fare i conti con tutto questo. Lo aiuta un bambino nero che gli insegna la difficile “arte di vivere” in mezzo alle perfidie del mondo, un mondo “spersonalizzante”. L’Africa torna spesso nei libri di Lea: l’ex tennista ha infatti vissuto la sua giovinezza nell’Africa Orientale Italiana abitando in Etiopia, Eritrea, Kenya e Somalia. Ha imparato a giocare a tennis da bambina nel giardino della sua casa di Addis Abeba e ha vinto i primi titoli juniores a Nairobi, dove studiava in un collegio inglese.

“L’Africa - ha dichiarato Lea – è nel mio cuore non solo con la melanconia per un mondo scomparso, quello delle colonie. Lo splendore degli altipiani d’Etiopia, le immense distese di sabbia, le foreste di eucalyptus, è un mondo speciale che aiuta a riscoprire il gusto delle cose semplici. Un gusto che ormai si sta perdendo, giorno dopo giorno, proprio a causa dell’indifferenza, dell’incomunicabilità”.
T.it (n.d.r.)



Tanti auguri Divina!

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Tanti auguri a Lea, ricordo con nostalgia le innumerevoli sue telecronache su telemontecarlo Sad

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mamma mia che carriera invidiabile...
direi che ha avuto una vita strepitosa...
complimenti davvero!

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La Divina!
La incontrai nel 1979. Ero imbarazzatissimmo e rosso. Rosso come io sapevo essere, caschetto biondo, frangetta sugli occhi, sguardo basso.

Le diedi la mano solo perché mi nonno mi spinse da dietro: sapeva quanto io l'adorassi. Adoravo tutto del suo tennis e dei suoi gonnellini... Credo addirittura di aver accennato un baciamano...visto che, in caso contrario, il nonno mi avrebbe tagliato i "finanziamenti tennistici"...

Era un pomeriggio d'inverno ma lei portava gli occhiali da sole leggermente ambrati. A me sembrava una diva di Hollywood.
Le feci una foto...con il nonno, ovviamente.
Lei sorrise.

Mio nonno disse che io giocavo a tennis. Lei, abbassò gli occhiali e rispose con un: "Ah sì, davvero?".
Io, completamente nel pallone boffonchiai qualcosa tipo: "Sì, ma non ai suoi livelli".
Lei scoppiò a ridere....

Quella risposta proprio non me la perdono. Non so come mi sia venuta. Ancora adesso ...non so se piangere o ridere...

Ricordo che per tutto il pomeriggio me ne stetti seduto in un angolo, in silenzio, a maledire la mia stupidità.

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cavolo kk, mi hai fatto quasi commuovere... Embarassed
vedrai che lei si ricorderà di un simpatico bambino rosso che arrossendo le disse di giocare a tennis anche lui, ma mica come lei!!!
avevi 15 anni... non eri proprio un bimbo... Very Happy
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