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I Dieci Comandamenti del Tennis


Articolo di: Luca Bottazzi Pubblicato il 12 Maggio 2017
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Chi ama seguire il tennis e le gesta dei campioni, ma più ancora, chi adora praticare questo sport meraviglioso, dovrebbe seguire con attenzione questa divulgazione. Il premio sarà vedere il tennis con altri occhi, capirlo e giocarlo ad un livello superiore.

Perché un giocatore che pare inferiore rispetto all’avversario riesce comunque a vincere delle partite? Come posso fare per cercare di vincere il punto? Sono soddisfatto del mio tennis? Queste sono solo un piccolo esempio di alcune domande che un autentico appassionato certamente si pone. Quindi senza ulteriori giri di parole entriamo direttamente nel cuore del tema.
Il tennis è stato illustrato dagli studiosi come uno sport di situazione ad abilità aperte, rapido, preciso in condizioni variabili, ad elevata difficoltà psicologica, media sotto l’aspetto fisico e tecnico. Uno sport dove si lotta contro se stessi, l’avversario e l’ambiente, per un tempo indefinito. Una disciplina nella quale si compete per livelli, per capacità e competenze. In altre parole è come dire che il letterato se la vede con il filosofo, lo scolaro con l’apprendista.
Per questo semplice fatto le capacità psicologiche, senso percettive, fisiche e tecniche si mescolano senza prevalere in modo sensibile l’una sull’altra. Viceversa si assisterebbe alla dinamica di alcune pubblicità tanto in voga nei nostri giorni che hanno fatto scuola e che esprimono il concetto demenziale “del vincere facile”.
Pertanto, ogni autentico appassionato dovrebbe conoscere a memoria i seguenti principi fondamentali che regolano il nostro amato sport, il gioco della mente e del corpo secondo i più autorevoli esperti

1) Da sempre i modi per ottenere il punto sono essenzialmente tre: il colpo vincente, l’errore procurato all’avversario e l’errore gratuito, quando si sbaglia da soli. Una partita di qualità tra professionisti viene valutata dall’esatto equilibrio di questi tre fattori. Solo quando si rompe questo equilibrio e le situazioni vincenti si avvicinano al 40% si tratta di super tennis. Viceversa quando sono gli errori gratuiti ad aumentare la qualità decade. Del resto tra i dilettanti il fattore che più si manifesta è proprio l’errore gratuito. Nelle categorie di base arriva addirittura al 90% dei punti giocati, mentre in quelle di vertice come la seconda categoria raramente scende sotto la soglia del 50%. Quindi il tennis è uno sport di errore, un elemento con il quale bisogna saper fare i conti.
2) Una partita senza errori non è mai esistita, neanche tra i grandi campioni. Ecco perché il vero tennista non è ostaggio dei propri sbagli, anzi, a suo modo ci sa convivere dato che costituiscono la risorsa per orientarsi nel cambiamento del piano di gioco. Un giocatore diviene così in grado di competere per tutta la partita, sia nei momenti favorevoli che in quelli avversi, lottando fino all’ultima palla. Ricordare di cambiare sempre il gioco perdente mai quello vincente.
3) Un bravo tennista è in grado di prevedere con anticipo la situazione, quindi di decidere prima cosa fare, risparmiando così tempo per trovarsi rapidamente nella posizione di gioco. In altre parole, un processo che gli consente di entrare e di uscire dall’azione velocemente mettendosi nella condizione ideale per ricevere la palla prima di eseguire il colpo successivo.
4) La competenza comportamentale che più conta nel tennis è quella di saper mantenere la mente lucida e i nervi saldi. A qualsiasi livello vince sempre chi ha le idee migliori, le più funzionali. Mentre dal punto di vista operativo, oltre al contenimento degli errori, ciò che più conta è assumere una posizione di vantaggio nel campo e se possibile aumentarla.
5) Quando il punto pesa giocate in modo semplice. In altri termini usate ciò che sapete fare meglio, facendo possibilmente leva sulle debolezze del vostro avversario. Se invece siete in difficoltà o totalmente a corto di idee il primo obiettivo da perseguire è rimanere nel punto. Per raggiungere questo traguardo cercate di tirare lontano dalle righe verso il centro del campo.
6) Nel tennis i punti hanno un valore situazionale diverso l’uno dall’altro, si può addirittura vincere una partita totalizzando meno punti e game dell’avversario. Ad esempio, i punti dispari hanno un peso differente all’interno di un game perché vincendoli ci si trova in un sensibile vantaggio statistico e psicologico. Oltremodo le situazioni di vantaggio e di svantaggio vanno affrontate in modo diverso rispetto a quelle di parità. Così come vanno affrontati in modo diverso gli avversari a seconda delle loro caratteristiche individuali e dalla tipologia di gioco. Quindi in relazione al fatto se si tratta di attaccanti, contrattaccanti oppure se si affrontano giocatori a tutto campo.
7) Nel gioco da fondo campo il gioco tende ad essere preparatorio al punto e le traiettorie tendono ad incurvarsi. Se siete in controllo nello scambio cercate le diagonali per aprirvi gli spazi, al contrario tirate in centro per chiuderli. In questa situazione di gioco, dove ci si muove lateralmente in modo orizzontale rispetto al campo, non si rientra al centro sempre e comunque. Se tirate in diagonale rimanete sulla traiettoria, rientrate invece verso il centro solo quando tirate centralmente o in lungo linea.
8 -  Nel gioco d’attacco il gioco tende a definire il punto e le traiettorie tendono a divenire lineari. Muovendosi in avanti verso la rete, verticalizzando lo spostamento rispetto la riga di base, usate il lungo linea perché la palla fa meno strada e impiega meno tempo rispetto alla diagonale per arrivare nel campo avversario. Inoltre seguendo la traiettoria della palla in lungo linea si coprono meglio gli spazi e si ottiene sulle rete una posizione di copertura più vantaggiosa. Inoltre, a causa di questa dinamica l’avversario è obbligato in corsa alla soluzione incrociata, quindi le sue intenzioni saranno per voi un libro aperto. In alternativa se avete un grande spazio di campo aperto attaccatelo. Non esiste nulla di meglio nel tennis, in ogni momento e situazione, che tirare negli spazi liberi che sono i più indifesi.
9) Il tennista è come un fotografo perché immaginazione e previsione sulle circostanze ambientali costituiscono gli elementi per una foto di qualità, fotografia che però va catturata. Dunque il soggetto da catturare diviene la traiettoria della palla e l’obbiettivo della camera fotografica il piatto corde della racchetta. Quanto prima il piatto corde cattura la traiettoria di volo della palla preparando la racchetta, maggiore sarà lo spazio e il tempo a disposizione per eseguire il colpo. Un click che si consuma fra i tre e i cinque millesimi di secondo di contatto tra palla e corde, per dirla con le parole Howard Brody.
10) Il segreto per mettere in sicurezza l’esecuzione di un colpo sta nella capacità di tenere gli occhi sulla palla più l’equilibrio del corpo e la sua distanza dalla stessa. Da qui l’importanza dell’attivazione dei piedi e della capacità continua di adattamento del movimento esecutivo (tecnica) sull’azione di gioco, dato che la palla non si troverà mai due volte nella stessa situazione, quindi nello stesso punto preciso del tempo e dello spazio.

Ciononostante, mi chiedo come un tennista dilettante possa credere di migliorare il proprio tennis se dispone di conoscenze limitate. E più ancora, se evidenzia delle difficoltà come prevedere le evoluzioni ambientali e le intenzioni dell’avversario, oltre alle probabili lacune psicologiche, coordinative, fisiche.

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.......a mio avviso, a parte l'ultima frase, sono parole sante!

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@drichichi@alice.it ha scritto:
Se tirate in diagonale rimanete sulla traiettoria, rientrate invece verso il centro solo quando tirate centralmente o in lungo linea.

Se tiro in diagonale e rimango fermo quello mi fa un lungolinea comodo perchè gli lascio il campo libero.

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Dipende dallo scambio... se sei in controllo, sulla diagonale ci rimani per aumentare la pressione.

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kingkongy ha scritto:
Dipende dallo scambio... se sei in controllo, sulla diagonale ci rimani per aumentare la pressione.


Aggiungerei pure con un colpo ben deciso e piazzato perchè viceversa, se rimandiamo in diagonale una "ricottata", l'avversario ha tutto il tempo di piazzarsi per bene, decidere se continuare in diagonale o sparare un vincente lungo-linea  rabbit

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