Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
- AndrasFedelissimo
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Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
Grazie a chi legge, un caro saluto a Vandergraf che so quanto adora i miei sproloqui
- andyvakgjVeterano
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
Il discorso di trovare il punto ideale d'impatto per ciascuno dei nostri colpi va bene ma ricordando che nel tennis per dar peso alla palla è necessario che il baricentro del corpo si sposti dalla parte posteriore a quella anteriore con la conseguenza che più si riesce a colpire davanti, facendo il movimento appropriato e avendo il timing giusto, più si imprime forza e peso alla pallina.
ciao e buon tennis
- AndrasFedelissimo
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
- drichichiVeterano
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
- andyvakgjVeterano
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
Ho semplicemente affermato quello che penso dicendoti che non è una novità che nel rovescio a due mani il punto d'impatto è meccanicamente e fisiologicamente più arretrato.
Evidentemente se non si viene assecondati ci si offende.
Mi spiace ma non era per nulla mia intenzione
ciao e buon tennis
- AndrasFedelissimo
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
- AndrasFedelissimo
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
Evidentemente non ti accorgi del tono che usi, puoi anche menzionare delle verità assolute ma se ti esprimi in maniera supponente ("chissà quale novità" del primo post) hai poco di che sorprenderti se la gente si incazza.andyvakgj ha scritto:
Evidentemente se non si viene assecondati ci si offende.
Con buona pace dei giramenti di frittata eh. At salut
- andyvakgjVeterano
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
Però il concetto resta, non è una novità che nel rovescio a due mani il punto d'impatto sia più arretrato
- AndrasFedelissimo
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
andyvakgj ha scritto:Francamente di girare la frittata non mi importa nulla. Se ti sei offeso, ti chiedo scusa e ti ribadisco che non era mia intenzione essere offensivo.
Però il concetto resta, non è una novità che nel rovescio a due mani il punto d'impatto sia più arretrato
Scuse non necessarie, è solo che uno vuole parlare in modo rilassato condividendo le sue esperienze ed il sarcasmo d'ordinanza come risposta non aiuta. Pace, giriamo pagina. Il concetto resta? Concordo. Anche se, dimmi pure la tua, sfido chiunque a fare un dritto lungolinea in open stance colpendo la palla davanti al corpo. Senza essere Fognini intendo
- davenrkUtente attivo
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
Mi viene il dubbio che anche sul diritto non la colpisse tanto davanti, ma è solo una sensazione, bisognerebbe trovare qualche video da un'angolazione laterale.
- andyvakgjVeterano
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
- AndrasFedelissimo
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
davenrk ha scritto:Post interessante. Beh Agassi era un fenomeno per cui poteva anche colpire anche dietro le anche
Mi viene il dubbio che anche sul diritto non la colpisse tanto davanti, ma è solo una sensazione, bisognerebbe trovare qualche video da un'angolazione laterale.
Sensazione corretta direi. Ciao!
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- davenrkUtente attivo
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
- AndrasFedelissimo
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
andyvakgj ha scritto:La Azarenka spesso lo fa. Ma ovviamente parliamo di alti livelli. Ai nostri livelli capita di farlo quando si è in corsa/recupero, ma è un colpo che in genere ci fa perdere il punto o perchè lo sbagliamo o perchè il nostro avversario ci rimanda una palla incrociata quasi impossibile da raggiungere.
Quando parli di lungolinea in corsa/recupero intendi il pallettone liftato lungo all'angolo alla nostra destra (o alla sinistra del nostro avversario se ci ha mandato in tribuna a colpirlo....) presumo. Mi sono espresso in modo troppo generico prima, intendevo il dritto lungolinea da palleggio col quale "martellare" sul rovescio dell'avversario. Ho notato che, complice l'open stance (volesse Iddio che la traiettoria viene ancora data dalla linea delle spalle....), non lo gioca più nessuno o quasi. Contrariamente al dritto anomalo da sinistra a destra sempre sul rovescio dell'avversario. Personalmente per giocare il lungolinea di dritto vero e proprio devo impormi di lasciarmi (appena) superare dalla palla (intendo la linea delle spalle che in open stance di fatto è parallela alla rete). Così facendo mi costringo a chiudere di più la stance e porre i presupposti per indirizzare la palla in quell'angolo. A leggerlo è più cervellotico che a farlo, garantito!
- davenrkUtente attivo
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
quindi si parte da eastern, per passare alla semi-western e , più esasperata la western.
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
- taglia1964Fedelissimo
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
la dinamica è di semplice illustrazione sul campo, mentre lo spiegone annoia e forse non chiarisce neppure abbastanza il concetto.
buon tennis
- AndrasFedelissimo
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
VANDERGRAF ha scritto:il tono che ha usato andy era normale, evidentemente sei tu che non ti accorgi che te la prendi per ogni minima cosa. un saluto
Altro intervento fondamentale per la Storia del Tennis come quello sul confronto Juice/Steam. Continua così che vai alla grande (sic)
- AndrasFedelissimo
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
davenrk ha scritto:Per quanto riguarda il diritto, dirò una ovvietà, ma fondamentale è l'impugnatura, con una continental per esempio non potrai colpire la palla davanti, ma laterale altrimenti la spareresti sempre alta....
quindi si parte da eastern, per passare alla semi-western e , più esasperata la western.
Sul dritto usando la semiwestern il mio punto di contatto ideale è quando la palla entra nell'ultimo quarto della sua parabola dopo il rimbalzo (pensa al secondo/terzo "quarto" come a quelli immediatamente antecedente e postecedente l'apice del rimbalzo, coi quattro quarti rappresentati da archi congruenti). A quel punto della traiettoria direi che la palla è sì e no dinnanzi alla linea della mia anca più davanti nella stance sul cross ed appena dietro sul lungolinea. Il mio problema sul dritto è che ha tantissima consistenza/profondità ma non il peso che vorrei, m'è capitato di giocar con gente che di dritto chiude da fondo coi piedi fuori dal campo ed onestamente non ne sono affatto capace. Discorso diverso per il dritto a chiusura col rimbalzo entro la linea del servizio ma lì parliamo di tutt'altra cosa ovviamente
- andyvakgjVeterano
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
Qui abbandono il topic per noia sopraggiunta.
- AndrasFedelissimo
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
taglia1964 ha scritto:So che verrò frainteso ma ci provo: il punto di impatto è determinato da impugnatura e tipologia di swing (distensione o 3L). Il punto di impatto è rispetto al busto/spalla e non ai piedi. Se semiopen e open stance sono eseguite bene con la giusta rotazione del busto il punto di impatto non cambia rispetto ad una stance neutra. Nelle varie stance cambia quale gamba spinge e come ma non il punto di impatto "teorico". La open stance di oggi è sicuramente abusata ed è la stance in cui è più difficile trovare equilibrio e timing, di fatto anche i big la giocano nei recuperi e nelle situazioni estreme. I 4° categoria la giocano per pigrizia e la palla non cammina. ovviamente ci sono eccezioni. Credo che, indipendentemente dalla stance che si adotta, l'importante sia non perdere la lateralità rispetto alla palla ed è indubbio che giocare in open stance porti maggior difficoltà nel mantenere la lateralità. Nel rovescio, se è vero che il mono mano si gioca sempre in closed o in neutral (anche qui ci sono le eccezioni) e che il punto di impatto è sempre avanzato (eccezione il back) e resta esterno alla linea delle spalle, è vero anche che il bimane dovendo colpire all'interno delle spalle può farlo anche con open e semiopen (e le loro intermedie).
la dinamica è di semplice illustrazione sul campo, mentre lo spiegone annoia e forse non chiarisce neppure abbastanza il concetto.
buon tennis
Un grosso grazie per un intervento che a mio parere è lo stato dell'arte circa il topic che ho aperto. Nella parte che ho evidenziato a mio parere fai un centro grande quanto una casa. Pensa che sul dritto, oltre alla questione che giustamente menzioni, io ho un paio di problemi aggiuntivi 1 il mio occhio dominante è il destro quindi, nonostante i 10/10 garantiti dai Fast Jacket della Oakley graduati che uso, dalla parte del rovescio la palla la gestisco prima e meglio 2 i (goffi) tentativi di sganciarmi dalla open stance (che, come rispondevo ad un altro ragazzo, perlomeno mi garantisce consistenza/profondità (ma non la potenza che desidero)) sul dritto mi portano ad incasinarmi (ulteriormente, 194cm son comunque una "gestione" importante da fare) col footwork. E' un gran bel casino perchè come dicevo altrove ad Eiffel quando negli scambi comandati si ha bisogno di 1/2 colpi in più per chiudere si è costretti ad accettarne i rischi. A fronte della certezza di non avere un vincente in tasca oltre alla prima di servizio (che infatti se non fa il suo dovere quando incontro gente forte la partita è tutta in salita)
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
andyvakgj ha scritto:Andras cerca di non esagerare però. Chi sei il censore di questo forum?
Qui abbandono il topic per noia sopraggiunta.
Ma quale censore, non sono nessuno. Certo che se il mister interviene esclusivamente per darmi contro (siamo alla seconda volta su due topic aperti) si fa una discreta fatica a non ribattere dai. Volendo soprassedere sulla dabbenaggine dell'essere intervenuto oltre tempo massimo (ossia a chiarimento già avvenuto inter nos) si fa poi presto ad ignorare topics ritenuti noiosi o poco interessanti. Sbaglio? Ciao
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
esattotaglia1964 ha scritto:
So che verrò frainteso ma ci provo: il punto di impatto è determinato da impugnatura e tipologia di swing (distensione o 3L). Il punto di impatto è rispetto al busto/spalla e non ai piedi. Se semiopen e open stance sono eseguite bene con la giusta rotazione del busto il punto di impatto non cambia rispetto ad una stance neutra.
nella open stance fondamentale il caricare bene con le gambe mentre porti la racchetta dietrotaglia1964 ha scritto:
La open stance di oggi è sicuramente abusata ed è la stance in cui è più difficile trovare equilibrio e timing, di fatto anche i big la giocano nei recuperi e nelle situazioni estreme. I 4° categoria la giocano per pigrizia e la palla non cammina.
cosa intendi con rovescio a una mano closed o neutral?taglia1964 ha scritto:
Nel rovescio, se è vero che il mono mano si gioca sempre in closed o in neutral (anche qui ci sono le eccezioni) e che il punto di impatto è sempre avanzato (eccezione il back) e resta esterno alla linea delle spalle,
ovviamente rovescio a 1 mano in open stance non esiste davvero
- davenrkUtente attivo
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Re: Punto d'impatto: tra leggende metropolitane ed insegnamenti superati
non è molto semplice da capire , comunque se usi una semiwestern, e apri correttamente (se sei destro) tirando indietro la spalla sinistra x farti spazio , devi per forza colpire davanti, altrimenti c'è qualcosa nel tuo gesto che non va.Andras ha scritto:
Sul dritto usando la semiwestern il mio punto di contatto ideale è quando la palla entra nell'ultimo quarto della sua parabola dopo il rimbalzo (pensa al secondo/terzo "quarto" come a quelli immediatamente antecedente e postecedente l'apice del rimbalzo, coi quattro quarti rappresentati da archi congruenti). A quel punto della traiettoria direi che la palla è sì e no dinnanzi alla linea della mia anca più davanti nella stance sul cross ed appena dietro sul lungolinea. Il mio problema sul dritto è che ha tantissima consistenza/profondità ma non il peso che vorrei, m'è capitato di giocar con gente che di dritto chiude da fondo coi piedi fuori dal campo ed onestamente non ne sono affatto capace. Discorso diverso per il dritto a chiusura col rimbalzo entro la linea del servizio ma lì parliamo di tutt'altra cosa ovviamente
poi c'è anche da dire che più si allontana la racchetta dal braccio, più si perde la percezione della potenza, per questo la stragrande maggioranza dei pro tende a colpire di diritto con il braccio un po' piegato, non completamente disteso....anche se sicuramente loro lo fanno perché gli viene naturale farlo così