- drichichiVeterano
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Il tempo ritrovato - tra tennis e letteratura
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Girovagando per il web mi sono imbattuto nella prefazione di un libro, un ponte tra tennis e letteratura, io magari direi tra tennis e poesia, la poesia del tennis, quello di una volta.
Mi alzavo anche alle 6 di mattina d'estate per andare a giocare, dopo faceva decisamente caldo, il ricordo dell'odore delle palline appena aperte, della terra battuta appena bagnata, della racchetta appena incordata.
Una volta non mi preoccupavo di sapere quanto pesava, quanto era bilanciata, che corde mi montavano ed a quale tensione, mi fidavo. Contava solo allenarsi ed ubbidire ai maestri e preparatori atletici.
Forse era più bella la preparazione e l'attesa di una sfida (all'epoca si chiamava coppa Italia).
In allenamento si faceva a gara a chi faceva il colpo migliore ed il premio era 10 minuti di palleggio con il maestro o con uno dei B1 del Circolo nel campo centrale.
Una volta si giocava e basta e se perdevi non davi la colpa al telaio, alle corde, al vento troppo forte o agli alieni che sono passati con l'astronave mentre servivi.
Una volta tennis era sinonimo di nuove amicizie, di occasioni per viaggiare e conoscere nuove realtà, era confrontarsi e crescere.
Si andava al campo per vedere un incontro ed andava a finire sempre allo stesso modo: se uno dei campi era libero, si chiedeva all'amico la racchetta in più nel borsone per fare due palleggi (magari scalzo! Beata gioventù!) con chi dovendo giocare aveva il compagno ritardatario.
Oppure una scena memorabile in una semifinale, uno dei due rompe le corde ed ha una sola racchetta (non tutti potevano permettersene più di una), l'avversario (non nemico) lo invita a prendere una delle sue per concludere la partita, il bello è che poi ha vinto

Questo è il tennis con cui sono cresciuto e adesso è tutto cambiato, mi sembra tutto un altro sport.
Prima c'era più cattiveria agonistica in campo ma molto più rispetto, non sarebbe mai accaduto che un ragazzino di 15 anni si mettesse a chiamare tutte le palle vicino alla riga fuori

Fessi no ma neanche ladri
Oggi è una corsa frenetica all'attrezzo più tecnologico, alla corda più performante o alla pallina più rotante (a volte però non serve il tennis per farle girare

"Carneade, chi era costui?" cit
Credo che manchi quel tennis ma anche quell'idea di tennis.
Nel nostro piccolo qui dove vivo adesso appena finiamo di giocare tutti alla grigliata in pineta d'estate o in agriturismo d'inverno, sia che siamo padroni di casa che ospiti.
Si litiga ma non si offende. Ci si manda a quel paese ma dopo più amici di prima. Poi ci sono anche le eccezioni.
Del mio tennis mi manca le mie prime racchette, Kneissl blu star pro, Fischer team, dunlop maxply Fort e dopo la McEnroe, poi escalation: Lacoste Top Master, Spalding FC20, POG, quello (ho rinunciato a non so quante cose per 3 anni

Oggi ho comprato e rivenduto un sacco di telai alla ricerca di quelle sensazioni, ma inutilmente, non dipende dalla racchetta, è cambiato tutto, è tutto diverso, allora ho smesso di cercare ed ho pensato piuttosto a giocare, divertirmi e seguire i consigli di uno che sta qua dentro, che però poteva darmi anche altre dritte ed altri consigli.
Tusaichestoparlandodite.
Ho detto... Ed è tutto.