- Matty89feNuovo arrivato
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Dunlop Super Grand Slam & Max200 Graphite
Ho da poco deciso di iniziare a giocare a tennis, forse un pò in ritardo (28 anni), ma amo sperimentare cose nuove e quindi dopo vari sport, dall'adrenalinica Mtb al più riflessivo Tiro con l'arco, ho deciso di cimentarmi con le racchette

Ho voluto fare questa piccola introduzione per spiegarvi un fatto particolare successomi da poco.
Un signore, sentendomi parlare di tennis e di approccio da novello, ha voluto farmi un regalo. (ve la sintetizzo xD)
In sostanza mi ha regalato due racchette a lui care. Ora io da buon ignorante non so quanto questo suo gesto sia stato importante... nel senso. Sicuramente dal lato umano il gesto è grandissimo, ma guardando le racchette sono veramente vecchie e non so quanto mi sia pratico giocare con queste.
Quindi venendo al dunque, volevo sottoporre agli utenti del forum le due racchette in questione, così da sentire i vostri pareri ed eventualmente consigli sul da farsi.




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Re: Dunlop Super Grand Slam & Max200 Graphite
pesano più di 360 grammi. quindi ti conviene tenerle da parte
a scopo collezione. ti serve una racchetta con ovale almeno di
95 pollici e peso complessivo da 310 a 330 grammi
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Re: Dunlop Super Grand Slam & Max200 Graphite
- rey20Utente attivo
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Re: Dunlop Super Grand Slam & Max200 Graphite
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Re: Dunlop Super Grand Slam & Max200 Graphite

Ti sei appassionato al vintage? Benvenuto nel club

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Re: Dunlop Super Grand Slam & Max200 Graphite
anni fa.
- rey20Utente attivo
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Re: Dunlop Super Grand Slam & Max200 Graphite
rispondo a tutti e 2, ho allegato foto della racchetta secondo me risale a fine anni 80 primi anni 90, l'ho fatta reincordare con synthetic gut tirato a 23-22, il piatto non capisco se è 90 o 93 il pattern 16x19 peso 400g esatti incordata, e ho messo overgrip su grip di cuoio originale, come sensazioni, a tenerla in mano sembra un pezzo di ferro pesante, ma giocandoci mi sono reso conto che è l'unica racchetta che mi permette di sbracciare forte generando palla tesa piatta e pesante, il piatto sembra più grande di quello che è in realtà, ma ho il sospetto che sia dovuto all'inerzia della racchetta che qualunque punto del piatto tocca la palla va di là comunque, in confronto la pro staff 90 sembra un giocattolino leggero in testa, e molto più difficile da usare. Sto usando questa racchetta unicamente per questione di performance, sarà che ho poca tecnica, sarà che gioco da solo 1 anno, sarà che questo tipo di racchetta si adatta alla perfezione con il mio tipo di swing, mi sono reso conto che dall'altra parte arriva una palla molto più difficile da controbattere, sto pensando di farla provare su un diagnostic e bilanciare con i piombi una racchetta recente per farla uguale e vedere come va
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Re: Dunlop Super Grand Slam & Max200 Graphite
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Re: Dunlop Super Grand Slam & Max200 Graphite
Da ASCOTENNIS:
WIP, Bassano del Grappa (Vi)
Periodo di produzione, 1970- 1985 ca
Non c’è tennista italiano di una certa età che non conosca la racchetta WIP Panatta, l’attrezzo portentoso con il quale il grande Adriano degli anni ’70 si aggiudicò il Roland Garros e la Coppa Davis per non parlare degli Internazionali d’Italia. Questa è la storia di quella racchetta e del suo inventore che per amore del tennis si lanciò in un’avventura straordinaria. Dico per amore, poiché l’ingegnere Walter Pedrazzoli era proprietario di una sana e fortunata azienda che produceva attrezzi in tubolari metallici, quali bastoncini da sci, biciclette e utensili vari. Gabriele Fabris, capo dello studio pubblicitario che a suo tempo lanciò la WIP, oggi dice: “Penso che Pedrazzoli non abbia mai fatto i soldi con le racchette. La sua era soprattutto una passione”. Tutto cominciò nel 1969 quando, visitando il mercato americano, si accorse dell’importanza conquistata dalle racchette di metallo nel tennis. Se il mondo in quegli anni era stato invaso da tali attrezzi, perché non metterne qualcuna in produzione nella propria fabbrica? Walter Pedrazzoli era un perfezionista, assai sicuro dei propri mezzi, era certissimo di pervenire al successo in ogni caso nella nuova avventura. Dopo un ragionevole periodo di studio nel 1972 arrivò alla produzione di una racchetta in lega speciale di alluminio chiamata semplicemente W.I.P. (acronimo di Walter Italian Precision). Il costruttore si rese conto immediatamente della necessità di abbinare le proprie racchette al nome di un campione. E qui fece l’unico errore della sua carriera. La scelta tra Pietrangeli, Sirola e Merlo fu risolta a favore dell’anziano Beppe Merlo. Ma l’astuto Walter capì subito che bisognava puntare tutto su un astro nascente del tennis ed ebbe la felice idea di contattare Adriano Panatta che a quell’epoca era il meglio di quanto potesse offrire l’Italia. La stessa racchetta metallica di Merlo diventò la WIP Competition e Adriano dichiarava… a denti stretti che tale racchetta era la racchetta dei suoi sogni. In realtà Panatta preferiva giocare con una racchetta di legno ed ecco quanto scrive il campione in un ricordo dedicato a Pedrazzoli: “Ho un ricordo bellissimo di Walter Pedrazzoli. Non dimenticherò mai un fatto: il giorno in cui gli comunicai che con la racchetta di alluminio non intendevo più giocare, lui per me e per continuare a mantenere saldo il nostro rapporto ribaltò radicalmente la produzione della sua azienda, passando al legno. Una cosa incredibile. Mi accontentò rimettendo in gioco se stesso e l’azienda.” Quando avvenne questo colloquio Panatta non aveva ancora vinto nulla di importante tranne il titolo di Campione italiano eppure Pedrazzoli non ebbe alcuna esitazione a cambiare radicalmente la produzione. Fu studiata una nuova racchetta e il primo modello in legno fu costruito con l’aiuto della fabbrica Zanotta sul lago di Como. Nacque una prima Wip Panatta autograph (che pochi conoscono) con la quale il nostro campione vinse gli Internazionali di Roma. Nel frattempo Pedrazzoli era partito alla grande: dopo aver costruito nella propria azienda metalmeccanica tutti i macchinari per fabbricare racchette di legno prese la decisione di costruire nel ‘74 un nuovo stabilimento a Borso del Grappa esteso su una superficie di 5000 mq. che dava lavoro a una trentina di dipendenti, uno stabilimento in grado di produrre, a pieno ritmo, anche 100.000 telai l’anno. La nuova Wip Panatta Autograph che tutti conosciamo nata nella fabbrica di Borso divenne il cavallo di battaglia della Ditta ed ebbe un successo direttamente proporzionale ai successi di Adriano. “Una racchetta di buona fattura, bilanciata non tanto in testa, equilibrata il giusto, la racchetta ideale per le mie esigenze” (Panatta). Contemporaneamente iniziò la produzione di vari modelli in legno (ne abbiamo contati circa 15) tra i quali Wip Shadow, Professional, Prestige, Master e Olimpic. Con il nome di Panatta vennero prodotti le racchette Panatta Wood Graphite, assai richiesta dai collezionisti, Panatta Ladies e la Junior che resta l’unica racchetta photodecal di Adriano. Le statistiche citano che nel 1978 furono vendute 80.000 telai di cui 30.000 Panatta Autograph. Erano gli anni felici del boom.
Nei primi anni ’80 arrivò la concorrenza asiatica di Taiwan, con i suoi prodotti a basso costo, che decretò la fine del legno. Per la WIP venne meno l’interesse imprenditoriale teso alla produzione di un proprio prodotto e non a una mera commercializzazione. La ditta Pedrazzoli, dopo una parentesi tennistica d’eccellenza, continua la propria strada producendo brevetti di alta qualità.

- rey20Utente attivo
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Re: Dunlop Super Grand Slam & Max200 Graphite
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