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Trophy pose, tra realtà e leggenda Empty Trophy pose, tra realtà e leggenda

Dom 15 Ott 2017 - 22:16
Sono un principiante. Questo è il terzo anno di tennis. Sto patendo con il servizio, arranco e non visualizzo un modo per metere la palla in campo dall'altra parte. Quando vedo gente che riesce a fare servizi da inginocchiati mi prende lo sconforto. 

Settimana scorsa faccio una lezione privata con un insegnante diverso da quello con cui faccio di solito. E' una cosa che faccio non di rado, perchè mi aiuta sentire gli stessi concetti con parole diverse. Tra le tante cose che vediamo, affrontiamo anche sto servizio. 

Metto la palla sul cuore della racchetta, scendo assieme, salgo assieme, e le palle volano sopra le reti. Dopo il secondo tentativo l'insegnante mi ferma, mi gira il polso come se tenessi in mano l'archetto di un contrabbasso (ossia con il polso completamente spezzato a 90°, e quindi con la faccia della racchetta che guarda verso l'alto di circa 200°) e mi dice che il primo gradino non è scendi assieme e sali assieme (ossia con la racchetta parallela al braccio della pallina), ma che il timing  quando il baccio di lancio è esteso vede la testa della racchetta che guarda in basso (cosa che con il polso spezzato di cui sopra viene naturale). Provo, e meraviglia scopro che ho tempo per pensare a come lanciare la palla, come girare il busto, quando e come e dove pronare, e quando forte tirare. Euforia e sciambàgn. 

Mi viene quindi in mente un video che avevo visto tra i mille che parlava proprio di questo. Ossia che il timing tra mano che lancia e mano della racchetta non può essere di uno a uno, semplicemente perchè la racchetta deve fare molta più strada, e non solo che questo (ossia con la racchetta verso il basso in trophy al lancio) è il modo in cui servono rpaticamente tutti i pro, ma anche dal punto di vista didattico è inutile mettere freta a chi ancora sta cercando di lanciare la palla dritta a doversi affrettare a muovere l'altro braccio per un colpe praticamente "alla cieca" visto che guardi in cielo. 



Ora, forse sono spinto dall'entusiasmo di aver trovato qualcosa che finalmente funziona per me, e certamente una volta che un giocatore trova fluidità nel movimento è sciocco spezzare il tutto in fasi, ma lo trovo anche logico, e non vedo come il "down together, up together" possa funzionare anche solo come strumento didattico per principianti. 

Dove sbaglio?
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Dom 15 Ott 2017 - 23:45
il servizio è un colpo talmente complesso che bisogna provarlo in tutti i modi possibili e poi scegliere quello che ci rimane più congeniale e perfezionarlo. molti maestri lo insegnano male oppure è difficile cambiare cattive abitudini. sicuramente ci sono degli accorgimenti che possono fare molta differenza quando si ha un servizio molto carente. si tratta di avere la curiosità e la pazienza di scoprirli e di provarli tante volte fino a renderli automatici.
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kingkongy
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Lun 16 Ott 2017 - 2:51
Vander ha proprio ragione...  purtroppo sì cerca un metodo che vada bene per tutti deficato a un movimento che può andar bene solo per uno! 
La Trophy position, però, serve a questo: a generare un momento di attesa per poter sincronizzare il movimento veloce della racchetta. Tutto qui. È un concetto generale.
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Lun 16 Ott 2017 - 8:29
Per un quarta categoria io ho sempre servito abbastanza forte ma piuttosto irregolare. La svolta per me è stata quando ho capito che gli errori dipendevano da un lancio irregolare della palla: ora cerco di alzare la palla e tenere la racchetta qualche istante ancora verso il basso ed in questo modo la palla riesce a salire piuttosto verticale e più o meno nella stessa posizione. Prima invece il braccio destro ed il braccio sinistro li facevo salire insieme ed alzavo a "parabola".
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kingkongy
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Lun 16 Ott 2017 - 8:44
Beh ... una volta si insegnava il servizio con la racchetta che guardava in basso nella fase precedente la Trophy Position... È già stata una bella semplificazione!
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Lun 16 Ott 2017 - 9:24
Le cose fondamentali, per imparare il servizio, per me sono state tre: corretta posizione e distanza dei piedi (vedo nei circoli gente che ne combina di tutti i colori, che fa le passeggiate in campo prima di impattare la palla, che li muove a casaccio...), lancio di palla sempre controllato e mai ad minchiam (e anche qua si vedono correzioni in corso d'opera con torsioni innaturali di tutto il busto pur di colpirla lo stesso...) e braccio sinistro (per i destrorsi) teso con la mano che punta la palla fino all'ultimo momento. C'è chi spalanca le dita nell'ultima fase, per costringersi a tenere il braccio teso fino alla fine.

Trophy pose, tra realtà e leggenda Maxresdefault

Ciliegina sulla torta: sguardo sulla palla fino a dopo l'impatto.

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Lun 16 Ott 2017 - 10:24
Ma sai che alla fine la distanza dei piedi alla fine mi cambia poco? Devo provare e riprovare in campo, ma la distanza dei piedi credo abbia più a che fare con la torsione del busto e con il caricamento della "grande molla", che in fase didattica forse confonde di più le idee perchè mette troppa potenza e torsione. Per una prima di servizio base base (alza la palla - colpiscila - falla rimbalzare nel corretto box di servizio) basta mettere i piedi paralleli alla linea di fondo, così x me sec me togli una variabile da un'equazione che già è complicata così com'è.
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Lun 16 Ott 2017 - 11:11
Secondo me devi semplificare il movimento di caricamento del braccio racchetta: più elementi introduci e più probabile che qualcosa vada storto.

Compatta il caricamento del braccio destro, in modo che tu abbia bisogno di meno tempo e togliendo tutti i movimento che potrebbero farti basculare e quindi farti perdere l'equilibrio e sbagliare il lancio palla.

Ti linko due filmato molto esplicativi che sono stati messi nel forum nella sezione video analisi. 

Sono molto istruttivi e facili




Anonymous
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Trophy pose, tra realtà e leggenda Empty Re: Trophy pose, tra realtà e leggenda

Lun 16 Ott 2017 - 12:05
In riferimento al secondo video che hai postato, verso la fine, mi sono trovato bene a far finire la prima fase con la racchetta verso il basso (tipo 2:37) quando la pallina lascia la mano.
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