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Imprenditorialità in Italia

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5 partecipanti

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Promemoria primo messaggio :

Ma possibile che tutte queste strutture non riescano ad attirare potenziali imprenditori? Non si riesce ad avere un profitto nel gestire un circolo di tennis? Vedendo la pubblicità del Tennis Club Ambrosiano su Eurosport in diretta US Open direi che il profitto lo si può avere eccome...
Tra l'altro a Laigueglia non ci sono altri campi ed occorre andare ad Alassio che ha prezzi tutt'altro che abbordabili (una lezione con maestra l'ho pagata 45 o 50 €) o ad Andora (che da quel che ho saputo gestiva i campi). Forse il problema di quei campi è che non hanno una struttura intorno in cui metterci ristorante/bar/club house.

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PS: chiedo ai moderatori di spostare questa discussione in in thread dedicato. Ormai è più che necessario. Grazie e mi scuso di aver creato l'OT.

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Alex ha scritto:
Capitolo energia.
Noi la compriamo.
Se dovessimo comprarla in Lire ci costerebbe una enormità. Sarebbe un disastro sia per le famiglie che per le imprese. Sad

, ma non so, il valore delle case, se uno vende per comprarne un'altra, non è un grosso problema, se si cambia il valore di quella che vendi, presumibilmente si deve modificare anche quello della casa che compri, inoltre, se tanto mi da tanto, una casa che al tempo della lira valeva 100.000.000 assestatosi con l'arrivo dell'euro a 100.000, ritornando alla lira si avrebbe una valorizzazione, almeno iniziale, di 100.000 € x 1936,27 = 193.627.000 £, non mi sembra male considerato che il salario da lavoro dipendente è rimasto, sostanzialmente, immutato ai valori precedenti al passaggio Laughing, quindi chi guadagnava 1.000.000 di lire ha avuto un concambio a 516 € e, adesso ritornerebbe ad 1.000.000 di lire contro il raddoppio del suo valore patrimoniale!
Per quanto concerne l'energia, ti dico per conoscenza diretta, che si sta vivendo con l'avvio dell'auto produzione, cioè la produzione di energia elettrica da parte di utenti che si sono organizzati con auto produzioni a pannelli solari o fotovoltaici che vendono il surplus di energia non consumata per esigenze proprie, un surplus di offerta considerato anche la produzione interna da centrali di produzione, tant'è molte centrali di produzione sono state fermate e messe in conservazione e ci sono anche conseguenti forti problemi occupazionali finora sopiti solo da intelligenti gestioni da parte delle Aziende del settore, ma ...
E' vero si compra anche energia dall'estero, ma solo quella prodotta da fonte nucleare e per un motivo molto semplice.
La produzione nucleare è un sistema per definizione rigido, nel senso che ha tempi di avvio e rallentamento molto lenti, a differenza delle centrali idriche, per esempio; apri la diga e nel giro di pochissimo le turbine a valle alimentate dalla portata dell'acqua aumentano la loro rotazione accellerando la produzione di corrente.
Quindi, l'energia nucleare prodotta che non può essere, com'è noto, stoccata come una qualsiasi altra merce, quando non è consumata, per esempio di notte, diventa un problema.
Ecco che la Francia, come la Svizzera, che hanno molteplici centrali nucleari ancora attive, sono costretti per non ridurre la produzione anche durante il giorno, a svendere l'energia prodotta di notte (come detto il sistema nuclleare non permette grandi accellerazioni decellerazioni del processo produttivo) permettendo a chi l'acquista di mediare i propri costi di produzione; quindi, converrebbe comunque comprarla, forse solo un po' meno.
Il vero punto interrogativo rimangono gli effetti sui tassi d'interesse di riferimento che non sarebbero più quelli attuali come l'euribor ed altri, ma la Banca d'Italia, potrebbe ricominciare a stampare moneta.
Insomma, tema molto complesso, ma in particolare sotto l'aspetto finanziario e/o dei finanziamenti, per altri aspetti non sono così sicuro che gli svantaggi sarebbero maggiori dei vantaggi.
D'altro canto, brexit docet Rolling Eyes

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Bel post [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] , la discussione si fa interessante.

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gabr179 ha scritto:
Bel post [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] , la discussione si fa interessante.


Grazie, è solo qualche generica riflessione, però adesso gli amm.ri ci cacciano Very Happy

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Mi sono auto-segnalato per richiedere di spostare la parte della discussione in cui andiamo tutti OT. Potrei aprirne una nuova ma si perderebbero i primi messaggi.

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Argomento molto interessante, mi propongo di entrare anch'io nel merito, più avanti. Unico invito preventivo che faccio a tutti è di non sconfinare, per quanto possibile, nella "politica da TG".

Ho fatto del mio meglio per dividere chirurgicamente i due topic, spero che entrambe le discussioni siano rimaste dialetticamente integre.

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link], in quanto OP, hai il diritto, se lo ritieni opportuno, di cambiare il titolo del nuovo topic.  Wink

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Mi discosto un attimo dalle precedenti problematiche macroeconomiche per tornare un po' con i piedi per terra (...possibilmente rossa!!) e alla carenza di spirito imprenditoriale nell'ambito sportivo.
Una premessa è d'obbligo. Siamo figli e nipoti di una generazione cresciuta sotto l'ala di uno stato assistenzialista e della sicurezza di un posto pubblico. Lo spirito d'impresa si è così smarrito....L'impresa, come dice la parola stessa, richiede sacrificio, coraggio ed iniziativa. Il concetto di impresa non può mai andare andare a braccetto con il principio del tutto e subito.
Fare impresa oggi è sicuramente molto complicato (tassazione smodata per  sanare i debiti del malgoverno, burocrazia abnorme ed inutile per garantire il posto di lavoro ad una altrettanto inutile mole di pubblici impiegati...), ma non impossibile purchè si abbia la pazienza e la forza di tenere duro. Ma bisogna avere anche tanta iniziativa e voglia di fare e, soprattutto, applicare alcune elementari regole economiche: in particolare l'interazione tra domanda e offerta.
Concordo con chi afferma che molti imprenditori siano solo degli improvvisati. Improvvisati non solo nel senso di non aver mai avuto a che fare con il settore sportivo (cosa che di per sè non rappresenta necessariamente un limite), ma soprattutto perchè non hanno idea di cosa voglia dire fare impresa essendo animati esclusivamente dall'idea del tutto e subito e dall'ottenere il massimo col minimo sforzo.
Per capirci, se il mio campo resta vuoto per 5 giorni a settimana devo far di tutto per sollecitare la domanda...in primo luogo andrò a rivedere la tariffe. il tizio che considera eccessivo il costo (magari per la propria situazione economica) e che può permettersi una sola partita a settimana, a fronte di una riduzione delle tariffe ne farà tre a settimana. Stesso discorso vale per i maestri di tennis.
Bisogna anche saper stimolare i frequentatori. Una volta creata una piccola cerchia di affezionati, bisogna stuzziacarne lo spirito agonistico organizzando delle attività che lo fidelizzino ulteriormente (che ne so, dei minitornei, delle classifiche ladder...). in molte strutture ciò non avviene.
Il gestore si limita ad aprirti il cancello e ad incassare la tariffa (come dicevo, molto spesso eccessivamente onerosa) e dopo qualche tempo si ritroverà un campo fantasma.

Naturalmente il ragionamento è stato esposto in maniera molto succinta per non appesantire troppo la lettura....ma spero che il concetto sia passato.

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] se la situazione fosse anche solo vicina a quella da te descritta le altre Nazioni farebbero a gara per comprare il nostro debito, anche in Euro, perché saremmo una Nazione solida.
Ciò invece non accade ed il mercato non ha simpatie o antipatie. Tu come te lo spieghi?

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demetrio75 ha scritto:
Mi discosto un attimo dalle precedenti problematiche macroeconomiche per tornare un po' con i piedi per terra (...possibilmente rossa!!) e alla carenza di spirito imprenditoriale nell'ambito sportivo.
Una premessa è d'obbligo. Siamo figli e nipoti di una generazione cresciuta sotto l'ala di uno stato assistenzialista e della sicurezza di un posto pubblico. Lo spirito d'impresa si è così smarrito....L'impresa, come dice la parola stessa, richiede sacrificio, coraggio ed iniziativa. Il concetto di impresa non può mai andare andare a braccetto con il principio del tutto e subito.
Fare impresa oggi è sicuramente molto complicato (tassazione smodata per  sanare i debiti del malgoverno, burocrazia abnorme ed inutile per garantire il posto di lavoro ad una altrettanto inutile mole di pubblici impiegati...), ma non impossibile purchè si abbia la pazienza e la forza di tenere duro. Ma bisogna avere anche tanta iniziativa e voglia di fare e, soprattutto, applicare alcune elementari regole economiche: in particolare l'interazione tra domanda e offerta.
Concordo con chi afferma che molti imprenditori siano solo degli improvvisati. Improvvisati non solo nel senso di non aver mai avuto a che fare con il settore sportivo (cosa che di per sè non rappresenta necessariamente un limite), ma soprattutto perchè non hanno idea di cosa voglia dire fare impresa essendo animati esclusivamente dall'idea del tutto e subito e dall'ottenere il massimo col minimo sforzo.
Per capirci, se il mio campo resta vuoto per 5 giorni a settimana devo far di tutto per sollecitare la domanda...in primo luogo andrò a rivedere la tariffe. il tizio che considera eccessivo il costo (magari per la propria situazione economica) e che può permettersi una sola partita a settimana, a fronte di una riduzione delle tariffe ne farà tre a settimana. Stesso discorso vale per i maestri di tennis.
Bisogna anche saper stimolare i frequentatori. Una volta creata una piccola cerchia di affezionati, bisogna stuzziacarne lo spirito agonistico organizzando delle attività che lo fidelizzino ulteriormente (che ne so, dei minitornei, delle classifiche ladder...). in molte strutture ciò non avviene.
Il gestore si limita ad aprirti il cancello e ad incassare la tariffa (come dicevo, molto spesso eccessivamente onerosa) e dopo qualche tempo si ritroverà un campo fantasma.

Naturalmente il ragionamento è stato esposto in maniera molto succinta per non appesantire troppo la lettura....ma spero che il concetto sia passato.

analisi un po' accademica, mi sembra, nel senso che oggi come oggi, almeno a Milano, ma non mi risulta sia molto diverso nel resto del paese, tenuto anche conto del POST iniziale dedicato ai campi abbandonati, campi vuoti non c'è ne sono molti.
il punto è proprio questo, in assenza di una vera concorrenza, chi propone può proporre quello che vuole e il cliente può solo lucrare sul prezzo e neanche sempre, accontentandosi di quello che gli viene offerto.
poi, ancora con questa convinzione che l'imprenditore debba essere una sorta di superman, di persona al di sopra della media.
non avrebbe senso neanche se i guadagni fossero molto superiori a quelli da lavoro dipendente, figuriamoci oggi come oggi ...
l'imprenditore deve essere persona disposta a fare impresa, essere messo in condizione di avere un suo giusto tornaconto, tenuto conto dei rischi d'impresa e degli investimenti fatti, in infrastrutture ed in conoscenza. ovvio che debba avere delle capacità, spesso la leva è la passione verso qualche cosa, ma alla fine è una persona come un'altra e, in un paese sano, chiunque dovrebbe poter essere in grado di fare impresa.
invece, in Italia, si è sempre stati convinti che l'imprenditore dovesse essere una sorta di benefattore da un lato, prioritariamente dedito alla produzione di richezza dei propri collaboratori, intoccabili, comunque, e un mostro di competenze dall'altro, forse perchè obbligato a disbrigarsi nella giungla di norme, regole, impicci butrocratici di ogni e dove, tanto che del suo business non riesce neanche più ad occuparsi!
così non può funzionare, le persone sono costrette a mollare.
purtroppo si è voluto spostare la concorrenza solo sull'abbattimento dei prezzi, ma così facendo non si fa che alimentare l'abbassamento della qualità e delle competenze.
ti lamenti che molti imprenditori non hanno competenze.
bene, ma se l'unico aspetto che alimenta le nostre scelte di clienti è il prezzo più basso, inevitabilmente saranno agevolati coloro che hanno investito il minimo indispensabile in infrastrutture e conoscenze.
se un maestro di tennis ha fatto un corsettino basic, ed un altro ha investito anni ed anni per approfondimenti, trasferte non so dove, affiancamenti, master e quant'altro, chi dei due potrà, ragionevolmente, chiedere una tariffa più bassa?
questa non è concorrenza che premia l'eccellenza, il merito, la qualità, questo è un modo per abassare e svilire il livello generale delle proposte umane, un po' quello che è successo con le racchette da tennis negli ultimi 10/15 anni con i prodotti di manufattura dell'emisfero asiatico azzerando una capacità artigianale di molti imprenditori che nel fare racchette facevano dei veri e propri gioiellini.
il dio denaro ... brutta bestia Evil or Very Mad

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gabr179 ha scritto:
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]  come giustamente tu dici la svalutazione è uno dei più grossi problemi che nascerebbero da un'uscita dall'euro ma per l'Italia restarci non offre grosse possibilità di uscire da questa crisi. Ho trovato in rete questo articolo di qualche anno fa che cercava di analizzare quello che potrebbe succedere all'Italia nei due casi. È del 2011 ma mi sembra attualissimo. Restare nell'Euro ci renderà probabilmente schiavi della Germania a meno che sia proprio l'Euro stesso a "fallire". Non so, non sono un economista ma la vedo dura in entrambi i casi per il nostro Paese.

Ho letto l'articolo.
Tutto ciò che è stato scritto si basa sul fatto che non accada ciò che invece, il caso dell'Argentina ci insegna, accadrebbe: lo scenario distruttivo dei default a catena.
Purtroppo quando si contrae un debito si deve ripagarlo.
Se non lo si fa, nel caso di un Paese, si perde credibilità.
Da quando la moneta è slegata da un corrispettivo in ORO la credibilità è tutto ciò che una Nazione ha per far si che la moneta che stampa sia considerata da altre economie.
Quindi: perdita di credibilità = impossibilità di pagare con la moneta che uno Stato Sovrano stampa (nel nostro caso la Lira).
Ti lascio immaginare cosa accadrebbe vista la nostra NON autosufficienza a livello Nazionale.

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Alex ha scritto:
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] se la situazione fosse anche solo vicina a quella da te descritta le altre Nazioni farebbero a gara per comprare il nostro debito, anche in Euro, perché saremmo una Nazione solida.
Ciò invece non accade ed il mercato non ha simpatie o antipatie. Tu come te lo spieghi?

Mi sembra di aver precisato bene che l'aspetto finanziario e dei tassi di debito sia il tema più delicato nel valutare un'eventuale uscita, ma una cosa è dire che l'ingresso nell'euro ci ha avvantaggiato, altra cosa è affermare che l'uscita dall'euro possa creare più danni che rimanere dentro.
Diciamo, allora, che chi ha guidato il nostro ingresso nella moneta unica ci ha fatto un bello scherzetto regalandoci una bella via a senso unico dalla quale non possiamo neanche uscire, con un bel burrone alla fine, ma fintanto che percorriamo la strada, possiamo accontentarci dell'idea che tanto non abbiamo altra scelta  Very Happy .
Insomma, non c'è molto da sorridere.
Comunque, anche la comunità finanziaria internazionale già da qualche tempo sta cercando di approfondire il tema e sul versante debito pubblico tra un po' dovrebbe partire il piano Draghi del quantitative easing; che Dio c'è la mandi buona.
Allego interessante link ad un redazionale dell'Espresso che, mi sembra, sia testata superpartes, considerata la vicinanza a chi, tra la fine del gli anni 90 ed il 2000 ci traghettò nell'euro.

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] l'aspetto finanziario è l'effetto di una situazione ben diversa da quella da te descritta, non la causa.

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Dagoberto, credo che la mia analisi tutto abbia tranne che dell'accademico.
Mi sono solo basato sulla realtà dei fatti. Non ritengo che l'imprenditore sia un supereroe o un benefattore o malfattore.....semplicemente credo che debba avere coraggio e spirito di iniziativa. Purtroppo la realtà in cui viviamo è questa e se vuoi fare impresa devi tirar fuori gli attributi e non fare il solito piagnisteo vittimistico tipico dell'italiano di oggi: lo stato non mi aiuta, troppe tasse, troppa burocrazia....
La realtà è questa e purtroppo tale rimarrà per non meno di un decennio...considerata la tua padronanza della materia credo che converrai con me che non è possibile dimezzare l'IVA o abbattere il costo del lavoro (giusto per dirne due...) in una settimana.
In questo sistema ci siamo ritrovati (ahimè, dobbiamo farcene una ragione!!) e se si vuole lavorare bisogna adattarsi...e in questo momento adattarsi vuol dire anche ridurre le tariffe. Se questo maestro plurititolato riduce le tariffe, non offrirà un servizio peggiore (le competenze restano sempre quelle) e anzi forse si ritroverà qualche allievo in più a cui trasmettere il proprio sapere. E forse i suoi incassi non ne risentiranno in negativo, anzi....
Se poi vogliamo per forza sostenere e considerare giusta una tariffa oraria di €30,00, anche nel momento in cui si offre una lezione a persona senza alcuna ambizione agonistica.....allora un maestro di scuola elementare, un docente universitario, un ricercatore quanto dovrebbe guadagnare?

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demetrio75 ha scritto:
Dagoberto, credo che la mia analisi tutto abbia tranne che dell'accademico.
Mi sono solo basato sulla realtà dei fatti. Non ritengo che l'imprenditore sia un supereroe o un benefattore o malfattore.....semplicemente credo che debba avere coraggio e spirito di iniziativa. Purtroppo la realtà in cui viviamo è questa e se vuoi fare impresa devi tirar fuori gli attributi e non fare il solito piagnisteo vittimistico tipico dell'italiano di oggi: lo stato non mi aiuta, troppe tasse, troppa burocrazia....
La realtà è questa e purtroppo tale rimarrà per non meno di un decennio...considerata la tua padronanza della materia credo che converrai con me che non è possibile dimezzare l'IVA o abbattere il costo del lavoro (giusto per dirne due...) in una settimana.
In questo sistema ci siamo ritrovati (ahimè, dobbiamo farcene una ragione!!) e se si vuole lavorare bisogna adattarsi...e in questo momento adattarsi vuol dire anche ridurre le tariffe. Se questo maestro plurititolato riduce le tariffe, non offrirà un servizio peggiore (le competenze restano sempre quelle) e anzi forse si ritroverà qualche allievo in più a cui trasmettere il proprio sapere. E forse i suoi incassi non ne risentiranno in negativo, anzi....
Se poi vogliamo per forza sostenere e considerare giusta una tariffa oraria di €30,00, anche nel momento in cui si offre una lezione a persona senza alcuna ambizione agonistica.....allora un maestro di scuola elementare, un docente universitario, un ricercatore quanto dovrebbe guadagnare?

Ho usato il termine accademico in riferimento all'esempio che hai fatto circa i campi vuoti; di campi da tennis lìberi non ne trovi con facilità!
comunque, non volevo fare un discorso pratico e, addirittura, scendere al definire il giusto prezzo di una prestazione didattica per un'ora di tennis, troppo complicato. Comunque, se proprio vogliamo sviscerare questo livello di discussione, allora 30 € lordi, saprai bene, che al netto di ritenute, a titolo di IRPEF e contributi Inps, può diventare anche qualche cosa meno di 15 €, praticamente quello che guadagna una donna delle pulizie.
Tu metteresti tuo figlio nelle mani di una persona che ha il know how analogo ad una donna addetta alle pulizie per imparare una pratica sportiva?
Oppure consideravi il compenso pagato al nero, ma allora siamo non usciamo dalle gestioni border line di cui si è già parlato ...
Non desidero fare una crociata pro insegnanti da tennis, ci mancherebbe.
Il punto è che la situazione economica in Italia  è proprio questa.
Molti settori, per stare a galla ed essere competitivi, devono muoversi sul filo del rasoio della norma, servendosi del nero per poter offrire prezzi concorrenziali Rolling Eyes

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:
praticamente quello che guadagna una donna delle pulizie.
Tu metteresti tuo figlio nelle mani di una persona che ha il know how analogo ad una donna addetta alle pulizie per imparare una pratica sportiva?


Immagino che per know-how tu intenda "il possesso di cognizioni specifiche necessarie per svolgere in modo ottimale un'attività, una professione.."
Se è così, penso che il paragone possa reggere se riferito ad uno pseudoistruttore, privo di qualsiasi titolo, ed un maestro in possesso di idonea qualifica. In linea di massima è da preferire quello titolato...anche se c'è da dire che il titolo non costituisce garanzia e molto spesso accade che nella selezione naturale del mercato e a parità di tariffa prevalga quello non titolato in quanto più capace.

Detto questo, il paragone con la donna delle pulizie (paragone che trovo un po' classista e fuori luogo) mi offre l'assist per spiegarti il motivo per cui un'ora di lezione a € 30,00 sia a mio avviso un po' eccessivo.
Hai mai tenuto una scopa in mano, o lavato un cesso non tuo? prova a immaginare di doverlo fare per 5 giorni alla settimana....E' un lavoro che magari richiede meno competenze (anche se non è detto...) ma tanto stomaco e alla fine ti spezzi la schiena...
Senza nulla togliere alla categoria degli istruttori, io ritengo che la prestazione della donna delle pulizie abbia un valore economico superiore.

Ma ragionando secondo il tuo schema, se un istruttore di tennis deve incassare più di 30,00 lordi, io ti chiedo nuovamente...ma quanto dovrebbe incassare un insegnante di scuola elementare?

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demetrio75 ha scritto:
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:
praticamente quello che guadagna una donna delle pulizie.
Tu metteresti tuo figlio nelle mani di una persona che ha il know how analogo ad una donna addetta alle pulizie per imparare una pratica sportiva?


Immagino che per know-how tu intenda "il possesso di cognizioni specifiche necessarie per svolgere in modo ottimale un'attività, una professione.."
Se è così, penso che il paragone possa reggere se riferito ad uno pseudoistruttore, privo di qualsiasi titolo, ed un maestro in possesso di idonea qualifica. In linea di massima è da preferire quello titolato...anche se c'è da dire che il titolo non costituisce garanzia e molto spesso accade che nella selezione naturale del mercato e a parità di tariffa prevalga quello non titolato in quanto più capace.

Detto questo, il paragone con la donna delle pulizie (paragone che trovo un po' classista e fuori luogo) mi offre l'assist per spiegarti il motivo per cui un'ora di lezione a € 30,00 sia a mio avviso un po' eccessivo.
Hai mai tenuto una scopa in mano, o lavato un cesso non tuo? prova a immaginare di doverlo fare per 5 giorni alla settimana....E' un lavoro che magari richiede meno competenze (anche se non è detto...) ma tanto stomaco e alla fine ti spezzi la schiena...
Senza nulla togliere alla categoria degli istruttori, io ritengo che la prestazione della donna delle pulizie abbia un valore economico superiore.

Ma ragionando secondo il tuo schema, se un istruttore di tennis deve incassare più di 30,00 lordi, io ti chiedo nuovamente...ma quanto dovrebbe incassare un insegnante di scuola elementare?

Demetrio, per illustrare le proprie convinzioni è gioco forza usare esempi ai limiti, nell'intento di ridurre le possibili incomprensioni, quindi ho usato l'esempio della donna delle pulizie come mera utle esemplificazione, il classismo non c'entra nulla.
Analogamente potrei sottolineare che affermare "che la prestazione della donna delle pulizie abbia un valore economico superiore" sià un banale populismo Laughing .
Si è partiti da un pour parler sulle difficoltà di fare impresa per arrivare al tema del salario in Italia; ci stiamo addentrando su temi complicati, ma non mi voglio tirare indietro, tra l'altro sono discipline di cui mi occupo da una vita.
Sulla questione insegnamento delle scuole dell'obbligo si potrebbe aprire un capito a parte, tanto vale per il loro compenso sicuramente ingeneroso, ma va detto che siamo in presenza di un contesto lontano sia dalla donna delle pulizie, sia dall'istruttore sportivo.
Intanto, per fare l'insegnante serve un background scolastico non indispensabile per fare le pulizie; non vuoi considerare ciò come un plusvalore allineando il lavoro delle pulizie in termini di compensazione economica ideale ... ?
Peraltro, l'insegnante della scuola dell'obbligo è catalogato tra i lavoratori dipendenti per i quali, notoriamente, fatto 100 il compenso lordo percepito, il datore di lavoro paga l'equivalente di circa 150. La differenza (una quota dell'ordine del 50% del compenso lordo) è caraterizzata da contributi INPS a carico del datore di lavoro (che concorrono a far maturare all'insegnante una pensione pubblica, oltre che il diritto alla malattia pagata), trattamento di fine lavoro dell'insegnante, copertura assicurativa Inail ed altri oneri a titolo di ferie retribuite. Inoltre, alle dipendenze di un datore di lavoro, ottieni gratuitamente la fornitura del materiale necessario a svolgere l'attività, nonchè, in alcuni casi, benefit come la mensa o soluzioni assimilabili, per il pranzo e, non rischi nulla.
L'istruttore sportivo, invece, è un libero professionista, non ha ferie pagate, non ha malattia pagata, non ha trattamento di fine lavoro, eventuali coperture assicurative sono a proprio carico, non matura prestazioni previdenziali a meno di non finanziarsele autonomamente e si accolla completamente il rischio d'impresa nel caso il necessario investimento (per un maestro di tennis può bastare poco, qualche racchetta e qualche completino, ma pur sempre a sue spese) non sia compensato dalla retta degli allievi e/o non regga la concorrenza, anche quella sleale pale , non ne vuoi tenere conto nella formazione del prezzo da chiedere per i propri servigi; ecco che un facile escamotage per cercare di avere compensi concorrenziali sul mercato e riuscire, comunque, a sbarcare il lunario, come si suole dire, per molti può essere rappresentato dal nero, che farebbe risparmiare quel 30/50 % di oneri a titolo di ritenute di legge. 
Voglio solo dire che il carico fiscale esagerato, oltre che essere insostenibile, è portatore di storture che contribuiscono direttamente ad ammalare il mercato ed il paese tutto, creando i presupposti per alimentare situazioni border line e concorrenza sleale verso le quali il cliente di turno è spesso passivo/complice, nella grossa dificoltà, lui stesso, di quadrare il bilancio famigliare senza fare mancare nulla a nessuno, ma cos'altro potrebbe fare?
Insomma, un bel casino ... No .
Però, stiamo diventanto un forum di economia Very Happy

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il problema è che in italia si va sempre a polemizzare sui guadagni degli altri ma ci siamo completamente scordati, ad esempio, che in automobile non siamo soli sulla strada, quando accostiamo o svoltiamo bisogna mettere la freccia. quando attraversiamo sulle strisce pedonali non dobbiamo guardare un ipod. sono cose che riguardano il rispetto verso gli altri, tutti i giorni. chi non è in grado di pensare agli altri non potrà mai avere un ruolo sano all'interno della società

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:
Analogamente potrei sottolineare che affermare "che la prestazione della donna delle pulizie abbia un valore economico superiore" sià un banale populismo  .


Populismo? perchè mai?
Forse quella dell'istruttore di tennis è una professione intellettuale?
La donna delle pulizie non è un lavoratore autonomo e quindi esposto a tutte le incombenze e rischi di cui dicevi?

Ho tirato in ballo la professione dell'insegnante di scuola proprio per farti capire la forte differenza di knokhow oltre che dell'utilità sociale. Da quanto dici sembra che quella di istruttore sia una professione intellettuale.
A mio avviso non lo è....e il knokhow richiesto non è dissimile da quello della donna delle pulizie o del muratore, in quanto costitutito per la massima parte da pratica ed esperienza. Forse a fine giornata questi ultimi saranno leggermente a pezzi e non si sognano neanche di scendere in campo....ma questo fattore forse non va considerato ai fini economici.

Ma il discorso come dicevi è molto complesso per essere affrontato in un forum, senza correre il rischio di essere fraintesi.

Torno al punto iniziale e al quale non hai dato una vera risposta. Se l'istruttore riducesse le sue tariffe, molto probabilmente aumenterebbe il numero degli allievi. Conosco tante persone che avrebbero voluto frequentare un corso e si sono fatti scoraggiare dalle tariffe. Aumentando il numero degli allievi tutto il discorso su aliquote irpef e quant'altro viene meno. E ridurre le tariffe non vuol dire, in un momento economico come quello che viviamo, infangare la professione. Vuol dire solo adattarsi al tempo. Non offro un prodotto scadente (anche l'esempio della bancarella aveva poco a che fare), bensì offro lo stesso prodotto ad un prezzo più accessibile. 
Steso discorso vale per i gestori delle strutture....specie per quei campi che richiedono scarsissima manutenzione.

Ah di campi abbandonati ce ne sono in giro....guarda la discussione da cui è nata questa .
E se devo dirtela tutta, di recente nella mia zona è stato ripreso un campo in cemento a cui hanno accesso per ora un decina di iscritti ad un prezzo irrisorio. Nonostante l'esiguo numero di utenti che vi possono accedere, e il periodo particolare (agosto), sono state disputate una marea di partitelle.

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:
il problema è che in italia si va sempre a polemizzare sui guadagni degli altri ma ci siamo completamente scordati, ad esempio, che in automobile non siamo soli sulla strada, quando accostiamo o svoltiamo bisogna mettere la freccia. quando attraversiamo sulle strisce pedonali non dobbiamo guardare un ipod. sono cose che riguardano il rispetto verso gli altri, tutti i giorni. chi non è in grado di pensare agli altri non potrà mai avere un ruolo sano all'interno della società


Van,
non so se la tua osservazione fosse rivolta a me. In ogni caso mi spiace se qualcuno si possa essere risentito. 
Il rispetto verso il prossimo è una mia regola di vita così come il rispetto per qualunque professione (penso sia chiaro!), non giudico i guadagni di nessuno limitandomi solo a dire che in periodi di magra una riduzione delle tariffe potrebbe essere consigliabile, e non invito nessuno a violare le regole.

Se è passato un diverso messaggio, chiedo venia...

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Personalmente non sono convinto che il gioco al ribasso dei prezzi sia la soluzione per attrarre maggiori clienti.
E' solo la demagogia sponsorizzata da alcune forze sociali che in contrapposizione ideologica alle forme più tradizionali del capitalismo occidentale ha intravisto nella concorrenza sfrenata e senza frontiere la soluzione principe per abbattere i prezzi.
In realtà è possibile solo, ed entro certe misure, per prodotti di basso valore qualitativo, sicuramente inidoneo sui prodotti ad alto valore aggiunto e sulle prestazioni di servizio senza ipotizzare forme di vero e proprio sfruttamento che non può che essere temporaneo; guardacaso, infatti,  viviamo da anni il problema dei precari caraterizzati da salari da fame! 
Al di sotto di una certa  somma, come ho già detto, non è possibile scendere, si possono operare delle politiche dei prezzi molto attraenti, ma ogni professione ha e deve avere una sua valorizzazione minima e scendere oltre certi livelli ritengo sia svilire o svendere la propria professionalità, piuttosto che infilarsi nel tunnel dell'illecito.
Tra l'altro, nell'inconscio umano è inevitabile l'associazione prezzo basso, qualità bassa, prezzo alto, qualità alta (ti sei mai chiesto perchè le Ferrari hanno i prezzi che hanno, se fosse come dici tu, basterebbe abbassarne il prezzo e vendendone di più fatturerebberoi di più ..., ma non è così).
Sicuramente c'è chi approfitta di ciò per affibbiare delle vere e proprie sole a prezzi alti, considerata la modesta capacità riscontrata nel cliente medio di saper valutare la qualità; daltro canto anche tu, perdonami la franchezza, nel non considerare l'attività di insegnamento del tennis un'attività intellettuale dimostri quanto poco abbia percepito delle caratteristiche che un buon maestro debba avere per trasferire conoscenza a chi non ne ha, non si tratta solo di buttare dall'altra parte della rete una pallina!!

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Dagoberto continui a fare ragionamenti terribilmente teorici e sterili.
Perdona la mia di franchezza....ma il tuo mi sa di semplice esercizio accademico per non dire altro.
Continui a tirare in ballo esempi e paragoni improponibili...piuttosto che contenerti vai a rincarare la dose mettendo a raffronto una lezione di tennis con il marchio ferrari (e non c'è bisogno che aggiunga verbo su ciò che esso rappresenti).

io non dico che un maestro non debba avere capacità, sopratutto comunicative...ma se vuoi considerarla professione intellettuale fai pure. 

Non capisco perchè la riduzione del prezzo debba comportare anche la riduzione del livello qualitativo....non stiamo mica parlando di un prodotto manifatturiero che richiede utilizzo di materiali la cui qualità può variare.

Ricordati che è il mercato che fa la selezione....e se il prezzo basso può attirare inizialmente clienti, la scarsa qualità del servizio te li farà perdere. L'abolizione delle tariffe forensi non mi risulta che abbia permesso agli avvocati incapaci di arricchirsi. Anzi, il cliente insoddisfatto fa molta pubblicità negativa, più di quanto ne fa dopo aver percepito un ottimo servizio.

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demetrio75 ha scritto:
Dagoberto continui a fare ragionamenti terribilmente teorici e sterili.
Perdona la mia di franchezza....ma il tuo mi sa di semplice esercizio accademico per non dire altro.
Continui a tirare in ballo esempi e paragoni improponibili...piuttosto che contenerti vai a rincarare la dose mettendo a raffronto una lezione di tennis con il marchio ferrari (e non c'è bisogno che aggiunga verbo su ciò che esso rappresenti).

io non dico che un maestro non debba avere capacità, sopratutto comunicative...ma se vuoi considerarla professione intellettuale fai pure. 

Non capisco perchè la riduzione del prezzo debba comportare anche la riduzione del livello qualitativo....non stiamo mica parlando di un prodotto manifatturiero che richiede utilizzo di materiali la cui qualità può variare.

Ricordati che è il mercato che fa la selezione....e se il prezzo basso può attirare inizialmente clienti, la scarsa qualità del servizio te li farà perdere. L'abolizione delle tariffe forensi non mi risulta che abbia permesso agli avvocati incapaci di arricchirsi. Anzi, il cliente insoddisfatto fa molta pubblicità negativa, più di quanto ne fa dopo aver percepito un ottimo servizio.


Libero di rimanere della tua idea, ma se non cogli l'esempio della Ferrari, temo che il problema non stia nell'esempio inadeguato ...
Certo che è il mercato che fa la selezione, ma chi ha responsabilità di governo di un sistema paese, ha l'onere di mantenere sano un sistema economico che è uno dei principali vettori della ricchezza dei cittadini, tutti i cittadini.
Se si pensa di tutelare solo il cliente, quale entità più debole, senza considerare che anche nella componente commerciale di un sistema economico sono presenti dei cittadini, si rischia  che questi ultimi vadano in sofferenza e se sono messi in condizione di mollare le loro attività commerciali perchè non più adeguatamente remunerative, poi alnche i clienti si troveranno a non avere più interlocutori adeguati ed è proprio quello che sta accadendo.
Con il principio del ribasso ad ogni costo ed unica leva di regolamentazione del mercato, piano, piano, la qualità delle proproste sia dei prodotti, sia dei servizi, sta sempre più scemando verso il basso, bassi prezzi, bassa qualità, è un principio economico indiscutibile.
Altro esempio, vediamo se questo ti piace; pensa al tipo di servizio offerto dai call center ai quali ci si deve rivolgere per ottenere informazioni, feedback, o cambiare i contratti di servizio e pensa, anzi rimenbra, gli antichi sportelli ai quali ti rivolgevi qualche anno fa dove trovavi un addetto che, gli piacesse o meno, doveva in qualche modo darti riscontro, quale servizio è desiderabile? 
Per quanto concerne gli avvocati, poi, per quanto possa condividere la pertinente  recente iniziativa legislativa , sappi che si sta registrando un grosso problema nazionale di redditività proprio della professione forense; in altre parole, molti avvocati faticano a sbarcare il lunario, tra questi alcuni, specie tra i più giovani, si orientano su altri mestieri, riconvertendosi professionalemente, proprio perchè al di sotto di certi prezzi non è possibile scendere se non mettendo in discussione la fisiologica soppravvivenza di alcune attività che hanno costi diretti ed indiretti che, più di tanto, non si riesce a comprimere (affitti, spese di organizzazione degli uffici, segretariato, abbonamenti normativi).

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Dagoberto ha scritto:
demetrio75 ha scritto:
Dagoberto continui a fare ragionamenti terribilmente teorici e sterili.
Perdona la mia di franchezza....ma il tuo mi sa di semplice esercizio accademico per non dire altro.
Continui a tirare in ballo esempi e paragoni improponibili...piuttosto che contenerti vai a rincarare la dose mettendo a raffronto una lezione di tennis con il marchio ferrari (e non c'è bisogno che aggiunga verbo su ciò che esso rappresenti).

io non dico che un maestro non debba avere capacità, sopratutto comunicative...ma se vuoi considerarla professione intellettuale fai pure. 

Non capisco perchè la riduzione del prezzo debba comportare anche la riduzione del livello qualitativo....non stiamo mica parlando di un prodotto manifatturiero che richiede utilizzo di materiali la cui qualità può variare.

Ricordati che è il mercato che fa la selezione....e se il prezzo basso può attirare inizialmente clienti, la scarsa qualità del servizio te li farà perdere. L'abolizione delle tariffe forensi non mi risulta che abbia permesso agli avvocati incapaci di arricchirsi. Anzi, il cliente insoddisfatto fa molta pubblicità negativa, più di quanto ne fa dopo aver percepito un ottimo servizio.


Libero di rimanere della tua idea, ma se non cogli l'esempio della Ferrari, temo che il problema non stia nell'esempio inadeguato ...
Certo che è il mercato che fa la selezione, ma chi ha responsabilità di governo di un sistema paese, ha l'onere di mantenere sano un sistema economico che è uno dei principali vettori della ricchezza dei cittadini, tutti i cittadini.
Se si pensa di tutelare solo il cliente, quale entità più debole, senza considerare che anche nella componente commerciale di un sistema economico sono presenti dei cittadini, si rischia  che questi ultimi vadano in sofferenza e se sono messi in condizione di mollare le loro attività commerciali perchè non più adeguatamente remunerative, poi alnche i clienti si troveranno a non avere più interlocutori adeguati ed è proprio quello che sta accadendo.
Con il principio del ribasso ad ogni costo ed unica leva di regolamentazione del mercato, piano, piano, la qualità delle proproste sia dei prodotti, sia dei servizi, sta sempre più scemando verso il basso, bassi prezzi, bassa qualità, è un principio economico indiscutibile.
Altro esempio, vediamo se questo ti piace; pensa al tipo di servizio offerto dai call center ai quali ci si deve rivolgere per ottenere informazioni, feedback, o cambiare i contratti di servizio e pensa, anzi rimenbra, gli antichi sportelli ai quali ti rivolgevi qualche anno fa dove trovavi un addetto che, gli piacesse o meno, doveva in qualche modo darti riscontro, quale servizio è desiderabile? 
Per quanto concerne gli avvocati, poi, per quanto possa condividere la pertinente  recente iniziativa legislativa , sappi che si sta registrando un grosso problema nazionale di redditività proprio della professione forense; in altre parole, molti avvocati faticano a sbarcare il lunario, tra questi alcuni, specie tra i più giovani, si orientano su altri mestieri, riconvertendosi professionalemente, proprio perchè al di sotto di certi prezzi non è possibile scendere se non mettendo in discussione la fisiologica soppravvivenza di alcune attività che hanno costi diretti ed indiretti che, più di tanto, non si riesce a comprimere (affitti, spese di organizzazione degli uffici, segretariato, abbonamenti normativi).

"....e se il prezzo basso può attirare inizialmente clienti, la scarsa qualità del servizio te li farà perdere. "
dimenticavo quanto questa tua ultima frase sia illuminante sunny .
è vero ciò che dici, ma presuppone il fatto che ci sia una diversità nelle proposte possibili, ergo concorrenza.
il meccanismo del ribasso dei prezzi, invece, fa si che si avvii una corsa al ribasso per non rimanere fuori mercato ed, ad un certo punto, tutti si allineeranno al prezzo più basso ed offriranno quello che potranno offrire senza fallire, quindi il cliente non può arrivati ad un certo punto minimo di tenuta del prezzo, come dici tu, rivolgersi alla concorrenza, perchè semplicemente non c'è!
Sono tutti allineati a quel prezzo offrendo quel servizio; chi, oggi come oggi, non si avvale dei call center e quale chiente è contento dei call center, ma c'è li dobbiamo tenere?
Non so se questo ulteriore esempio sia più chirificatore, io ci ho provato Laughing

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] e [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Se desiderate c'è un esempio molto utile che si adatta bene a ciò di cui state discutendo.
Parlo della situazione dei taxi in USA.

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demetrio75 ha scritto:
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:
il problema è che in italia si va sempre a polemizzare sui guadagni degli altri ma ci siamo completamente scordati, ad esempio, che in automobile non siamo soli sulla strada, quando accostiamo o svoltiamo bisogna mettere la freccia. quando attraversiamo sulle strisce pedonali non dobbiamo guardare un ipod. sono cose che riguardano il rispetto verso gli altri, tutti i giorni. chi non è in grado di pensare agli altri non potrà mai avere un ruolo sano all'interno della società


Van,
non so se la tua osservazione fosse rivolta a me. In ogni caso mi spiace se qualcuno si possa essere risentito. 
Il rispetto verso il prossimo è una mia regola di vita così come il rispetto per qualunque professione (penso sia chiaro!), non giudico i guadagni di nessuno limitandomi solo a dire che in periodi di magra una riduzione delle tariffe potrebbe essere consigliabile, e non invito nessuno a violare le regole.

Se è passato un diverso messaggio, chiedo venia...

no, non era rivolto a te, ma al carattere di quasi tutti noi italiani. che a parole siamo pieni di buoni propositi, ma poi non siamo capaci nemmeno di rispettare una semplice regola del codice stradale. e non ce ne frega niente di nessuno perchè se possiamo fare qualcosa che va a vantaggio solo di noi stessi, è sempre la nostra scelta preferita. mi viene in mente un tizio che aveva investito un motociclista e intervistato da un giornalista rispose "non mi sono accorto di nulla, stavo telefonando" !  e ti pare normale fare una telefonata mentre guidi ?!

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Sulla compra - vendita delle case mi sembrava chiaro che, nel caso del ritorno alla Lira, non mi riferivo al mercato interno ma al fatto che uno straniero potrebbe acquistare sul nostro territorio a prezzi stracciati avendo un cambio a lui favorevole.
Ciò accadrebbe anche alle imprese ed ai palazzi storici.
Non sicuramente uno scenario attraente.
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