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Re: Imprenditorialità in Italia
Tra l'altro a Laigueglia non ci sono altri campi ed occorre andare ad Alassio che ha prezzi tutt'altro che abbordabili (una lezione con maestra l'ho pagata 45 o 50 €) o ad Andora (che da quel che ho saputo gestiva i campi). Forse il problema di quei campi è che non hanno una struttura intorno in cui metterci ristorante/bar/club house.
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Re: Imprenditorialità in Italia
Vedi gabr179, noi tutti, e mi ci metto anch'io, ci lamentiamo per la mancanza di coraggio ed iniziativa dell'imprenditoria nazionale, ma, poi, senza neanche rifletterci più di tanto, nel senso, senza alcuna malizia o dietrologia di merito, in un comune pour parler commentiamo come se fosse esagerato il compenso per un'ora di lezione con il maestro.gabr179 ha scritto:Ma possibile che tutte queste strutture non riescano ad attirare potenziali imprenditori? Non si riesce ad avere un profitto nel gestire un circolo di tennis? Vedendo la pubblicità del Tennis Club Ambrosiano su Eurosport in diretta US Open direi che il profitto lo si può avere eccome...
Tra l'altro a Laigueglia non ci sono altri campi ed occorre andare ad Alassio che ha prezzi tutt'altro che abbordabili (una lezione con maestra l'ho pagata 45 o 50 €) o ad Andora (che da quel che ho saputo gestiva i campi). Forse il problema di quei campi è che non hanno una struttura intorno in cui metterci ristorante/bar/club house.
Quante volte per scegliere dove andare a giocare si opta per il club dove i campi costano qualche euro in meno senza valutare appieno le differenze sostanziali nel servizi offerti?
Quante volte si è assistito a processi mediatici verso quello o quell'altro imprenditore e quante imprese messe nel mirino della critica populistica e generalizzata o, addirittura, quanto il mercato nella sua essenza commerciale è stata considerato, nella dialettica di basso cabotaggio, quasi un male sociale?
Ripeto, la mia non vuole essere una critica, mi ci metto anch'io tra coloro, ma solo una considerazione come negli ultimi anni, 15/20 (?), si è consolidata nella convinzione comune di molti italiani una sorta di tarlo, di pregiudizio che vede un po' con il fumo negli occhi tutti coloro che rappresentano, in qualche modo, la così detta imprenditorialità, insomma tutti coloro che non sono alle dipendenze di qualcuno. Il fatto è che fare impresa in Italia è tutt'altro che semplice e non sempre così redditizio, figuriamoci se riconosciuto come valore sociale!
Ci sono una complessità esagerata e, spesso, strumentalmente onerosa, quasi fosse una sorta di punizione da pagare alla collettività, di adempimenti burocratici che non portano, tra l'altro, beneficio a nessuno, finte tutele, inutili garantismi dei quali non si comprendono neanche i beneficiari, un mare infinito di oneri fiscali che pesano notevolmente nel bilancio economico dell'attività, tasse dirette ed indirette, costo del personale elevato in quanto anche i compensi erogati sono, a sua volta, caricati di una fiscalità esagerata e la probabile attribuzione, nella convinzione comune, di persona poco onesta e sicuramente trufaldina; risultato, molti di coloro che potrebbero investire ci pensano non una, non due, ma anche tre volte, optando per forme di investimento finanziario meno complicato da gestire e, spesso, anche più redditizio o, se proprio devono fare impresa la fanno in qualche paese meno strutturato dove gli oneri accessori e gli adempimenti burocratici sono meno asillanti e, spesso, chi fa impresa è anche portato in palmo di mano riconoscendogli il valore sociale che l'impresa rappresenta per un sistema paese!
Stiamo assistendo, purtroppo, alla fuga di molti imprenditori ed imprese, quest'ultime spesso sostituite da realtà finanziarie di altri paesi, e non solo per la globalizzazione.
Mi sembra un po' come il marito che per far dispetto alla moglie se lo taglia; tanto si è fatto per colpevolizzare l'imprenditoria che si è trasformata in un oggetto del desiderio.
Non proprio un successone

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Re: Imprenditorialità in Italia
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Re: Imprenditorialità in Italia
Saranno anche considerazioni degne di nota, ma in un sano contesto commerciale, scusami la franchezza, è solo aria fritta!VANDERGRAF ha scritto:ok dago, ma bisogna guardare anche altre cose, non solo quelle. parlando solo di tennis bisogna anche dire che ci sono persone totalmente "distanti" da questo sport che si improvvisano gestori di un circolo. alla base di ogni attività a fin di lucro ci deve essere anche la passione. quanti campi da tennis vengono "rovinati" per essere usati anche per il calcetto ? ti faccio un esempio: a roma esiste un circolo esteticamente meraviglioso dove si allenò la nazionale italiana di calcio per i mondiali in italia; ho provato a giocarci due volte a tennis, risultato: la prima volta, a causa di un leggero vento, si alzava così tanta polvere dal campo che non riuscivo nemmeno a vedere la palla; la seconda mi hanno assegnato un campo che aveva una pozza d'acqua che si sarebbe asciugata dopo almeno mezzora dall'inizio dell'ora di gioco e se non ci fosse stato il campo accanto libero non avrei potuto giocare. al prezzo di 15 euro per 50 minuti, nemmeno un'ora intera. in corrispondenza di questi avvenimenti il gestore del circolo, o chi era in segreteria per gestirlo, mi proponeva un abbonamento comprensivo di palestra e altri servizi. un colpo alla botte e uno al cerchio, generalizzare non è mai un bene.
Se non ci fossero un numero esageratamente inutile di balzelli burocratici e costi sostenibili per avviare un centro per la pratica del tennis, o di qualsiasi altro sport, ma ciò vale per l'impresa in generale, l'ho gia detto, c'è ne sarebbero molto di più e tu nella situazione illustrata avresti fatto la sola cosa da farsi, saresti andato in un centro concorrente dove ritenevi di trovare un servizio migliore e con il tempo quest'altro centro avrebbe chiuso se non avrebbe migliorato il servizio.
Evoluzione naturale!
Ora, invece, siccome l'offerta è, spesso, ridotta rispetto alla richiesta e chi resiste è costretto a fare i salti mortali per stare a galla inventandosi gestioni al limite della dignità, ci tocca tenerci quello che ci viene propinato, punto.
Non puoi veicolare l'impresa, cosa facciamo, autorizziamo a fare l'imprenditore solo coloro che passano un esame di etica adeguato al settore merceologico nel quale desiderano investire ... ? Già sono pochi quelli che ancora accettano la sfida ...
L'unico modello è l'incentivare a fare impresa, aviamenti più semplici, finanziamenti easy ed agevolati, costi sostenibili e nessuna demonizzazione sociale, con la concorrenza a fare da regolatore della qualità percepita dal cliente, ma l'italiano medio è stato, purtroppo, condizionato per troppo tempo a pensare che tutto ciò che odora di impresa e capitalismo sia il primo babau sociale dal quale scappare ... adesso è un po' tardi per piangerci addosso, temo

- gabr179Veterano
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Re: Imprenditorialità in Italia
Finchè non si cambia completamente direzione, difficilmente ne verremo fuori.
- Mauro 66Fedelissimo
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Re: Imprenditorialità in Italia
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Re: Imprenditorialità in Italia
Purtroppo, non è un tema frivolo.gabr179 ha scritto:Senza entrare in discorsi filosofici come la "demonizzazione sociale" che ad un imprenditore non interessa minimamente se riesce a vivere onestamente del proprio lavoro,...
La demonizzazione mediatica alimentata da svariate forze sociali, un po' per miopia filosofica, un po' per creare ad arte i presupposti per la nascita di altre forme d'impresa, diciamo modello di capitalismo alternativo, oltre che a provocare una sorta di febbre intollerante generalizzata, ha scatenato delle vere e proprie guerre alle streghe da parte di svariati apparati della pubblica amministrazione, sia nel contesto della burocrazia spicciola, facendo lievitare esponenzialmente i già tanti adempimenti necessari nella gestione ordinaria di un'impresa, affogandola in balzelli inutili, sia nel contesto della racolta tributaria facendo esplodere il carico fiscale e scatenando cartelle di riscossione letteralmente impazzite che in molti casi hanno determinato le sventure di organizzazioni e, purtroppo, anche creato i presupposti per alcuni, non pochi, suicidi di imprenditori spinti dalla gogna mediatica a gesti estremi ...

Poi ci meravigliamo che in giro si trovini strutture sportive abbandonate?
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Re: Imprenditorialità in Italia
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Re: Imprenditorialità in Italia
Vandegraf, è un tema talmente complicato che ci porterebbe inevitabilmente OT.VANDERGRAF ha scritto:mi riferivo al discorso sul nostro lamentarci del costo di un'ora di lezione e lo scegliere il circolo più economico. è un discorso scollegato dalla realtà, perchè così come hai detto, giustamente, che per fare impresa ci sono mille difficoltà, in egual modo ci sono mille difficoltà per chi vorrebbe fruire dei servizi o dei prodotti di un'impresa. non è che si va a comprare una maglietta sulla bancarella perchè vogliamo fare un dispetto al negoziante, si va a comprarla perchè facendo acquisti sempre e solo dal negoziante il nostro reddito non sarebbe sufficiente a coprire tutte le nostre necessità. solo aumentando la capacità di spesa dell'intera comunità si possono ottenere servizi e prodotti validi e accessibili a tutti.
Farò solo un piccolo esempio per dimostrare come nei confronti della globalizzazione, principale fenomeno planetario che ci permette, tra le altre cose, di andare su una bancarella a comprare articoli a basso, bassissimo prezzo, ci dovremmo, tutti, sforzarci di avere un atteggiamento più lungimirante.
Anni addietro, un pallone da calcio di cuoio di buona fattura, aveva un prezzo medio sul mercato di circa 100.000 lire.
Ad un certo punto, sorpresa delle sorprese, cominciarono ad apparire, in particolare nei punti vendita della grande distribuzione, palloni di cuoio a 10.000, 15.000 lire e, con l'imminente passaggio agli euro, addirittura 5 euro; io stesso ne comprai uno che devo ancora avere da qualche parte in cantina.
Si scopri, dopo qualche tempo, che in diversi paesi dell'area asiatica, impiegavano bambini, per le loro piccole mani, per cucire i fatidici palloni. Le condizioni ed i turni di lavoro si possono immaginare; sostanzialmente erano bambini dedicati solo a questa attività, ovviamente non andavano a scuola e vivevano negli stessi capannoni destinati all'assemblaggio dei prodotti venduti nei ricchi mercati occidentali ai prezzi già detti.
Al di la dell'aspetto etico verso il quale ognuno di noi può decidere di essere più o meno sensibile, il risultato di una tale prassi, ovviamente adattata esponenzialmente anche ad altre produzioni manufatturiere, è stato che nel giro di qualche anno la maggior parte di tali produzioni è stata trasferita in questa parte del mondo, o in altri paesi considerati, per così dire, meno evoluti, perdendo innumerevoli opportunità di occupazione in molti paesi occidentali tra cui l'Italia, molto forte nel terziario negli anni 70/80/90 (nord est su tutti, ma non solo).
Ovviamente, la perdita di occupazione in un sistema paese non può che avere una diretta conseguenza sulla ricchezza delle famiglie che, quindi, spesso sono costretti a ricorrere sempre più all'ideale bancarella, per pochezza di reddito, alimentando, ancor di più, questo circolo vizioso che sta trascinando un po' tutto il mondo occidentale in una crisi di sistema sempre più consolidata.
Poi c'è il Paese che sa tutelarsi meglio di altri limitando i danni, ed in questo, a mio avviso, l'Italia non sta certo dimostrando di essere un campione di efficienza, ma un po' tutta l'Europa e, in parte, anche gli USA, vivono ormai da anni problemi economici legati da tale dinamica sociale.
Quindi non dobbiamo più comprare dalle bancarelle?
Difficile per una famiglia non operare economie quando si fatica a sbarcare il lunario ... che dire

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Re: Imprenditorialità in Italia
i cittadini fanno quello che sono costretti a fare. penso che a nessuno fa piacere dover comprare un prodotto di qualità scadente e fatto da manodopera sfruttata. se potessimo vorremmo solo il meglio per noi. ma quando possono esistere lavori malpagati e il reddito viene accentrato nelle mani di pochi eletti, la conseguenza è disastrosa. e lo stesso sfregio avviene nei confronti dell'ambiente per i vizi decennali ben noti e stranoti. se pensi che vengono venduti prodotti come sigarette, dove ci si lava la coscienza mettendo immagini di pessima salute, pur di avere entrate economiche..... cosa possiamo fare ? ben poco, purtroppo. servirebbe svincolarsi da tutto, vivere come eremiti, cambiare stile di vita e di pensiero, ma non è facile.
- gabr179Veterano
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Re: Imprenditorialità in Italia
Nella mia visione utopistica imporrei dazi doganali alle merci provenienti da China, Corea, Vietnam o comunque EXTRA UE. Non darei il made in Italy a nessun prodotto che non è fatto almeno per il 70/80% in Italia (e non solo assemblato). Abbasserei l'IVA al 10/12% massimo. Manderei a casa almeno il 60% di politici, portacarte, faccendieri e rubastipendio tra Stato, Regione e Ex Provincie. I politici devono poter restare al governo per massimo 2 legislature e poi a casa! Senza vitalizi e pensioni anticipate/assicurate e con stipendi non superiori ai 4000/5000 € al mese: fare il politico non deve essere un lavoro ma una MISSIONE per il bene del Paese. Gli appalti statali devono essere affidati a chi offre il miglior rapporto qualità prezzo e non all'amico dell'amico. Chi viene riconosciuto colpevole di corruzione o concussione deve rimborsare completamente quanto tolto oltre che finire realmente in carcere. Nessun rimborso elettorale ai partiti!
E SOPRATTUTTO TORNEREI ALLA LIRA con sovranità monetaria!
Questo è quello che farei!
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Re: Imprenditorialità in Italia

- gabr179Veterano
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Re: Imprenditorialità in Italia
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Re: Imprenditorialità in Italia

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Re: Imprenditorialità in Italia
Ci sono forze politiche che sono abbastanza vicine a questo tipo di programma, quindi non avrai problemi ad unirti a loro se hai voglia e tempo di farlo.gabr179 ha scritto:Io più che obbligare le persone a spendere di più di quanto possono, cercherei di agevolare il ritorno di produzione in Italia abbassando la tassazione alle aziende che ancora producono in Italia o che potrebbero tornare a farlo. Senza lavoro nessuno spende.
Nella mia visione utopistica imporrei dazi doganali alle merci provenienti da China, Corea, Vietnam o comunque EXTRA UE. Non darei il made in Italy a nessun prodotto che non è fatto almeno per il 70/80% in Italia (e non solo assemblato). Abbasserei l'IVA al 10/12% massimo. Manderei a casa almeno il 60% di politici, portacarte, faccendieri e rubastipendio tra Stato, Regione e Ex Provincie. I politici devono poter restare al governo per massimo 2 legislature e poi a casa! Senza vitalizi e pensioni anticipate/assicurate e con stipendi non superiori ai 4000/5000 € al mese: fare il politico non deve essere un lavoro ma una MISSIONE per il bene del Paese. Gli appalti statali devono essere affidati a chi offre il miglior rapporto qualità prezzo e non all'amico dell'amico. Chi viene riconosciuto colpevole di corruzione o concussione deve rimborsare completamente quanto tolto oltre che finire realmente in carcere. Nessun rimborso elettorale ai partiti!
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Per ciò che invece riguarda il tornare alla Lira ti suggerisco qualche lettura economica, forse ti daranno una visione più ampia di ciò che comporterebbe una tale scelta.
In bocca al lupo per la tua "discesa in campo"!
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- Mauro 66Fedelissimo
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Re: Imprenditorialità in Italia
- AlexVeterano
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Re: Imprenditorialità in Italia
- AlexVeterano
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Re: Imprenditorialità in Italia
Alex ha scritto:Ci sono forze politiche che sono abbastanza vicine a questo tipo di programma, quindi non avrai problemi ad unirti a loro se hai voglia e tempo di farlo.gabr179 ha scritto:Io più che obbligare le persone a spendere di più di quanto possono, cercherei di agevolare il ritorno di produzione in Italia abbassando la tassazione alle aziende che ancora producono in Italia o che potrebbero tornare a farlo. Senza lavoro nessuno spende.
Nella mia visione utopistica imporrei dazi doganali alle merci provenienti da China, Corea, Vietnam o comunque EXTRA UE. Non darei il made in Italy a nessun prodotto che non è fatto almeno per il 70/80% in Italia (e non solo assemblato). Abbasserei l'IVA al 10/12% massimo. Manderei a casa almeno il 60% di politici, portacarte, faccendieri e rubastipendio tra Stato, Regione e Ex Provincie. I politici devono poter restare al governo per massimo 2 legislature e poi a casa! Senza vitalizi e pensioni anticipate/assicurate e con stipendi non superiori ai 4000/5000 € al mese: fare il politico non deve essere un lavoro ma una MISSIONE per il bene del Paese. Gli appalti statali devono essere affidati a chi offre il miglior rapporto qualità prezzo e non all'amico dell'amico. Chi viene riconosciuto colpevole di corruzione o concussione deve rimborsare completamente quanto tolto oltre che finire realmente in carcere. Nessun rimborso elettorale ai partiti!
E SOPRATTUTTO TORNEREI ALLA LIRA con sovranità monetaria!
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Per ciò che invece riguarda il tornare alla Lira ti suggerisco qualche lettura economica, forse ti daranno una visione più ampia di ciò che comporterebbe una tale scelta.
In bocca al lupo per la tua "discesa in campo"!
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Se per caso ti riferivi alla frase che ho evidenziato in grassetto ti ricordo che le dittature cercano di impedire che si approfondiscano gli argomenti.
Quindi più "democratico" di così non si può.

- gabr179Veterano
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Re: Imprenditorialità in Italia
- AlexVeterano
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Re: Imprenditorialità in Italia
Naturalmente e lo specifico già qui, non ho nessuna volontà di convincere nessuno che ciò che penso sia corretto e ciò che pensi tu, o chiunque altro, sia sbagliato.
E' solo un confronto su idee diverse.
Se ti sta bene io ci sono.

- OspiteOspite
Re: Imprenditorialità in Italia
Orca, ma siamo OT

- AlexVeterano
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Re: Imprenditorialità in Italia

Primo problema: gli italiani sono spesso proprietari della abitazione in cui vivono.
Tornando alle lire avete idea di quanto poco varrebbero le case di proprietà?
Come affrontereste questa prima questione?
E qui stiamo solo grattando la superficie del problema.
Poi ci sono i temi delle banche, dei mutui, delle aziende, ecc...

- AlexVeterano
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Re: Imprenditorialità in Italia
Noi la compriamo.
Se dovessimo comprarla in Lire ci costerebbe una enormità. Sarebbe un disastro sia per le famiglie che per le imprese.

- gabr179Veterano
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Re: Imprenditorialità in Italia
- gabr179Veterano
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Re: Imprenditorialità in Italia
