- OspiteOspite
Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
Vorrei iniziare questo 2017 con una dedica.
Dedico questo post a "quelli che giocano un bel tennis".
Chi sono (tennisticamente) io?
Un amatore di 54 anni, con un livello di gioco (certificato da svariati forumisti) che si pone tra il 4.1 buono ed il 3.5 scarso... quindi una "nullità tennistica".
Ma in una cosa sono "bravo": frequentando circoli e giocando da 4 decenni conosco perfettamente tutti i personaggi che frequentano i campi rossi, e con i quali mi piace intrattenermi in scambi di idee, a volte anche "vivaci", ma sempre all'impronta delle buone maniere.
Essendo un autodidatta puro, il mio stile è artigianale, poco estetico... oserei dire piuttosto brutto a vedersi.
Scusate se mi sono dilungato nella presentazione, ma la ritenevo funzionale all'argomento.
Tale argomento riguarda quelli "che giocano un bel tennis", che per comodità chiamerò da ora i "belli", contrapposti a quelli come me, che appartengono alla categoria dei "brutti".
A tutti i livelli tennistico, la guerra dei belli contro i brutti si combatte con veemenza, e più scende il livello di gioco, tanto tale battaglia diventa più cruenta.
Nelle paludi di quarta, scorre il sangue a fiumi, come fiumi di parole e discussioni si ripetono, sempre uguali, negli anni.
Il bello ama Federer, MC Enroe, ed i tennisti di talento (e come non si potrebbe amarli?) E si identifica in loro...
Il brutto rispetta Nadal e Borg... Ed allo stesso modo a loro si ispira.
Fino a qui, tutto semplice, no?
No!
Perché poi ci sono le partite di tennis, le sfide di circolo.
Statisticamente, specialmente ai nostri bassi livelli, il brutto è vincente rispetto al bello... perché se si è pippe, non è facile vincere con i colpi che non si possiedono...
E qui i belli si incazzano a morte, mostrando spesso il peggio di loro (non sempre, naturalmente) dileggiando il brutto di turno che li ha battuti, con frasi irriverenti:
"Ho perso con una pippa"
"Sei senza colpi"
"Non fai un vincente"
"Hai uno stile inguardabile"
Normalmente il brutto incassa le sfuriate, e va sotto la doccia con il 62, 62 a suo favore è l'ennesimo scalpo del bello alla cinta.
Chiaro che a volte perde anche: è naturale...
Ma il nocciolo della questione non è questo:
Perché il bello deve rompere (quasi sempre ) il caxxo quando perde dal brutto?
Perché deve dileggiare il suo gioco?
Non ha alcun senso!
Ognuno (nel rispetto della regole) fa il gioco che vuole...
E, quando si perde, occorre, complimentarsi sempre con chi vince, prescindendo dal suo gioco.
Difficilmente al brutto interessa criticare il tipo di gioco dell'avversario:entra in campo, si impegna, e cerca di vincere.
Perché quasi sempre il fine del brutto è vincere, quello del bello migliorare i propri colpi, il proprio stile... cosa lodevole.
Come si può criticare chi cerca di migliorarsi? Impossibile.
Ma si può criticare chi rompe "Los cojones" a quello che ti ha appena battuto, criticando il suo gioco e dicendo frasi del tipo: "tra un anno ti faccio fare due giochi".
Allora devo dare una brutta notizia statistica a chi fa questi ragionamenti (a meno che non siano ragazzi in crescita): nel 80% dei casi (o più) continuerete a perdere con i brutti.
Non è un bene o un male: è semplicemente la dura realtà della terra rossa.
Chiaramente ci sta un 20% di eccezioni...I belli che poi miglioreranno davvero, e vinceranno contro i brutti.
Ma questi belli, di solito, sono diversi: non parlano dello stile dei brutti, stanno zitti, si allenano duro, sputano sangue... rispettano gli avversari... si focalizzano sul loro tennis, non su quello degli altri!
Che, guarda caso, è quello che fanno i brutti.
Noi brutti non pensiamo agli altri, non critichiamo il loro gioco...
Cerchiamo di dare il massimo con quel poco che abbiamo.
Concludo questo lungo post con una preghiera a voi belli: almeno per una volta nella vostra vita tennistica, quando perderete (come spesso succede) dal brutto di turno...
Fate uno sforzo: complimentatevi con lui.
Saluti dal vecchio Sonny.
- fedmexVeterano
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Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
1) per chi ( come me ) viene da sport tecnici dove la tecnica, il talento e l'allenamento sono fondamentali, il tennis è traumatico perché permette ai "brutti" di vincere contro i "belli". Che sia giusto o ingiusto è una realtà. E ciò a tutti i livelli ( ovviamente parametrando i concetti di "belli" e "brutti" )
2) se io vinco contro un "brutto" è merito mio. Se perdo contro un "brutto" è demerito mio. Punto.
3) quello che io non concepisco né mai concepirò è che io che spendo soldi e tempo per migliorare, studiando su internet e sul campo, comprando anche libri di drills per "cercare" di giocare a tennis possa essere battuto da abbruttiti con fisico a pera che grazie ai padelloni moderni riescono a buttarla di là sempre. Ma ripeto e SOTTOLINEO che se vinco o perdo è solo colpa mia e delle mie lacune tecniche/tattiche/atletiche
Una cosa però devo dirti, caro Giovanni ( e non riguarda da te ma molti dei "brutti" ): lo sfottò dei predetti. Tu dici che non capisci modus agendi dei "belli" né la loro poco sportività. Vero. Però ti dico che il mondo del tennis ( specie della quarta ctg ) è pieno di personaggini che si vantano di vincere non allenandosi o non facendo la dieta o comunque percolando chi spende in lezioni e vuole imparare. E - per conoscenza anche personale - sono molti di più. Del resto è più facile non allenarsi, non studiare etc etc...
- MatusaUtente attivo
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Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
- OspiteOspite
Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
Quello che dici è vero.
Ma questi sono dei veri stronzi, non tennisti!
E qui si parla di educazione e sportività (che manca).
Chi si vanta di non allenarsi e non giocare, lo fa per enfatizzare la vittoria, o attenuare la sconfitta... e prescinde dal bello o brutto.
Ma dalla persona.
Quanti belli (e brutti) hanno detto : "se facessi tutte le ore che fai tu, sarei un terza forte?"
Troppi, ne ho sentiti!
A questi, di solito rispondo: "se mi fossi laureato in Astrofisica, lavorerei alla NASA!"
- spalamaAssiduo
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Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
Oggi anzi, grazie agli attrezzi moderni si è fatto un grandissimo passo in avanti in questo senso, ed a parte rari casi, oltre la quarta categoria, che come dice Giovanni ed io ho sempre sostenuto in tanti altri post, è il mondo delle Pippe Galattiche Imperiali di tutte le Galassie dell'Universo (me compreso chiaramente), non si vedono più molti giocatori con quello stile di gioco.
Che è uno stile di gioco, che poi sia praticato con un bel gesto o brutto gesto, poco cambia.
Forse non ti ricordi i vari Barazzutti, Higueras, Chesnokov, lo stesso Wilander, solo per citarne alcuni dei tanti che praticavano quel gioco fatto di nulla se non di rimandare la pallina sempre di là....
Vallo a chiedere a Panatta, il "bello" per antonomasia, che oggi si lamenta di Murray (condivido peraltro la lamentela)!!
Gli sfottò ci stanno, da entrambe le parti, la maleducazione mai, da entrambe le parti.
Chi gioca a tennis, a livello di quarta categoria, deve sapere che non c'è un solo modo per giocare a tennis e vincere, deve essere umile ed essere pronto a sudare le sette camicie per vincere un match, che sia di primo turno contro uno molto più scarso, oppure che sia una semifinale contro uno che invece è molto più forte.
L'atteggiamento mentale deve essere lo stesso, massimo rispetto, massimo sforzo e conseguentemente massima educazione.
Accedere al turno successivo vincendo una partita non giocandola, o giocandola con sufficenza può essere più disastroso che farlo vincendo una partita tirata.
Quante volte, dopo aver vinto un primo set 6-1, è cambiato qualcosa ed avete perso la partita 6-3 6-2???
Ci vuole prima di tutto umiltà, testa, fisico e tecnica, soprattutto per affrontare i "brutti", vedrai che dopo le parolacce non ti escono dalal bocca.
- OspiteOspite
Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
Aggiungo che con le racchette di legno (che l'amico Fedmex non conosce, perché è più giovane di noi), affrontare i pallettari era MOLTO più difficile di oggi!
Perché loro (col legno) alzavano pallonetti come quelli di oggi, ma colpire forte ed attaccare quelle palle, con un pacchettino da 400 grammi e 65 pollici di piatto era impresa ardua!
- fedmexVeterano
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Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
- OspiteOspite
Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
Ma prova a pensare uno che ti alza un pallonetto... e tu costretto a rispondere con un racchettino di legno!
Roba da neuro!
Non a caso, i pallettari esistevano anche in seconda categoria alta, ai tempi del legno.
Anche in prima categoria.
Ora, in quelle categorie, li annientetebbero con le racchette/corde moderne!
- OspiteOspite
Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
Detto questo la tua è un'analisi reale del tennis che ammette una considerazione ossia che la sentenza la da il campo e non lo stile, vince chi fa più punti e non importa se impugni una racchetta come un fabbro o come Roger Federer o Rod Laver.
Nel tennis conta la determinazione e non i pensieri ipotetici. Io ho imparato a giocare inizialmente autodidatta, io ed il muro, poi ho fatto scuola tennis negli anni '80.
Il concetto fondamentale è sa solidità dei colpi non lo stile, la sicurezza nell'esecuzione e non la bellezza, il controllo o la potenza controllata non i colpi frenetici. Ricordo di un amico che non aveva mai fatto scuola tennis ma con i suoi colpi in slice, dritto rovescio e servizio, faceva incetta di vittorie, ma era inguardabile stilisticamente parlando. Io mi sento un "mezzosangue" metà "babbano" e metà "mago", lo stile c'è ma il lato "oscuro" esce sempre... per cui serve allenarsi per migliorare i colpi ma questo vuol dire non stravolgere il nostro tennis bensì migliorarsi in base alla nostra tecnica sennò piuttosto che migliorare peggioriamo.
Non dimentichiamoci mai che alla fine il risultato è legge! Le scuse stanno a "0".
Io sono da rottamare ma non ho mai addotto una scusa per una partita persa!
- OspiteOspite
Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
Sonny Liston ha scritto:Vorrei iniziare questo 2017 con una dedica.
Dedico questo post a "quelli che giocano un bel tennis".
Chi sono (tennisticamente) io?
Un amatore di 54 anni, con un livello di gioco (certificato da svariati forumisti) che si pone tra il 4.1 buono ed il 3.5 scarso... quindi una "nullità tennistica".
Ma in una cosa sono "bravo": frequentando circoli e giocando da 4 decenni conosco perfettamente tutti i personaggi che frequentano i campi rossi, e con i quali mi piace intrattenermi in scambi di idee, a volte anche "vivaci", ma sempre all'impronta delle buone maniere.
Essendo un autodidatta puro, il mio stile è artigianale, poco estetico... oserei dire piuttosto brutto a vedersi.
Scusate se mi sono dilungato nella presentazione, ma la ritenevo funzionale all'argomento.
Tale argomento riguarda quelli "che giocano un bel tennis", che per comodità chiamerò da ora i "belli", contrapposti a quelli come me, che appartengono alla categoria dei "brutti".
A tutti i livelli tennistico, la guerra dei belli contro i brutti si combatte con veemenza, e più scende il livello di gioco, tanto tale battaglia diventa più cruenta.
Nelle paludi di quarta, scorre il sangue a fiumi, come fiumi di parole e discussioni si ripetono, sempre uguali, negli anni.
Il bello ama Federer, MC Enroe, ed i tennisti di talento (e come non si potrebbe amarli?) E si identifica in loro...
Il brutto rispetta Nadal e Borg... Ed allo stesso modo a loro si ispira.
Fino a qui, tutto semplice, no?
No!
Perché poi ci sono le partite di tennis, le sfide di circolo.
Statisticamente, specialmente ai nostri bassi livelli, il brutto è vincente rispetto al bello... perché se si è pippe, non è facile vincere con i colpi che non si possiedono...
E qui i belli si incazzano a morte, mostrando spesso il peggio di loro (non sempre, naturalmente) dileggiando il brutto di turno che li ha battuti, con frasi irriverenti:
"Ho perso con una pippa"
"Sei senza colpi"
"Non fai un vincente"
"Hai uno stile inguardabile"
Normalmente il brutto incassa le sfuriate, e va sotto la doccia con il 62, 62 a suo favore è l'ennesimo scalpo del bello alla cinta.
Chiaro che a volte perde anche: è naturale...
Ma il nocciolo della questione non è questo:
Perché il bello deve rompere (quasi sempre ) il caxxo quando perde dal brutto?
Perché deve dileggiare il suo gioco?
Non ha alcun senso!
Ognuno (nel rispetto della regole) fa il gioco che vuole...
E, quando si perde, occorre, complimentarsi sempre con chi vince, prescindendo dal suo gioco.
Difficilmente al brutto interessa criticare il tipo di gioco dell'avversario:entra in campo, si impegna, e cerca di vincere.
Perché quasi sempre il fine del brutto è vincere, quello del bello migliorare i propri colpi, il proprio stile... cosa lodevole.
Come si può criticare chi cerca di migliorarsi? Impossibile.
Ma si può criticare chi rompe "Los cojones" a quello che ti ha appena battuto, criticando il suo gioco e dicendo frasi del tipo: "tra un anno ti faccio fare due giochi".
Allora devo dare una brutta notizia statistica a chi fa questi ragionamenti (a meno che non siano ragazzi in crescita): nel 80% dei casi (o più) continuerete a perdere con i brutti.
Non è un bene o un male: è semplicemente la dura realtà della terra rossa.
Chiaramente ci sta un 20% di eccezioni...I belli che poi miglioreranno davvero, e vinceranno contro i brutti.
Ma questi belli, di solito, sono diversi: non parlano dello stile dei brutti, stanno zitti, si allenano duro, sputano sangue... rispettano gli avversari... si focalizzano sul loro tennis, non su quello degli altri!
Che, guarda caso, è quello che fanno i brutti.
Noi brutti non pensiamo agli altri, non critichiamo il loro gioco...
Cerchiamo di dare il massimo con quel poco che abbiamo.
Concludo questo lungo post con una preghiera a voi belli: almeno per una volta nella vostra vita tennistica, quando perderete (come spesso succede) dal brutto di turno...
Fate uno sforzo: complimentatevi con lui.
Saluti dal vecchio Sonny.



- OspiteOspite
Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
Si parla dei diversi stili, se sia migliore uno rispetto all'altro, se sia divertente o meno giocare con il pallettaro...
Se la vittoria o il divertimento, sia il fine ultimo...
Cose, ripeto, interessanti, ma fuori tema.
Il NOCCIOLO di quello che volevo dire, è che trovo aberrante criticare il gioco dell'avversario che ti ha appena battuto.
Poiché, nel 90% dei casi, questo succede quando un "bello" viene battuto da un "brutto", ecco la ragione del post.
Il mio è solo un piccolo sfogo da forum: dopo tanti anni di circolo, non ne posso più di sentire frasi del tipo:
"Ho perso con un pallettaro che sapeva solo rimettere la palla..."
Cazzate!
Hai perso con uno che, in quella partita, ti è stato superiore.
Sic et simpliciter.
- OspiteOspite
Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
Piccola sostegno per gli esteti: sarà anche magra consolazione, ma nella memoria delle persone rimangono solo due aspetti di un giocatori di tennis, o l'estrema quantità di vittorie conquistate, o la bellezza del tennis praticato.@Dagoberto ha scritto:Sonny Liston ha scritto:Vorrei iniziare questo 2017 con una dedica.
Dedico questo post a "quelli che giocano un bel tennis".
Chi sono (tennisticamente) io?
Un amatore di 54 anni, con un livello di gioco (certificato da svariati forumisti) che si pone tra il 4.1 buono ed il 3.5 scarso... quindi una "nullità tennistica".
Ma in una cosa sono "bravo": frequentando circoli e giocando da 4 decenni conosco perfettamente tutti i personaggi che frequentano i campi rossi, e con i quali mi piace intrattenermi in scambi di idee, a volte anche "vivaci", ma sempre all'impronta delle buone maniere.
Essendo un autodidatta puro, il mio stile è artigianale, poco estetico... oserei dire piuttosto brutto a vedersi.
Scusate se mi sono dilungato nella presentazione, ma la ritenevo funzionale all'argomento.
Tale argomento riguarda quelli "che giocano un bel tennis", che per comodità chiamerò da ora i "belli", contrapposti a quelli come me, che appartengono alla categoria dei "brutti".
A tutti i livelli tennistico, la guerra dei belli contro i brutti si combatte con veemenza, e più scende il livello di gioco, tanto tale battaglia diventa più cruenta.
Nelle paludi di quarta, scorre il sangue a fiumi, come fiumi di parole e discussioni si ripetono, sempre uguali, negli anni.
Il bello ama Federer, MC Enroe, ed i tennisti di talento (e come non si potrebbe amarli?) E si identifica in loro...
Il brutto rispetta Nadal e Borg... Ed allo stesso modo a loro si ispira.
Fino a qui, tutto semplice, no?
No!
Perché poi ci sono le partite di tennis, le sfide di circolo.
Statisticamente, specialmente ai nostri bassi livelli, il brutto è vincente rispetto al bello... perché se si è pippe, non è facile vincere con i colpi che non si possiedono...
E qui i belli si incazzano a morte, mostrando spesso il peggio di loro (non sempre, naturalmente) dileggiando il brutto di turno che li ha battuti, con frasi irriverenti:
"Ho perso con una pippa"
"Sei senza colpi"
"Non fai un vincente"
"Hai uno stile inguardabile"
Normalmente il brutto incassa le sfuriate, e va sotto la doccia con il 62, 62 a suo favore è l'ennesimo scalpo del bello alla cinta.
Chiaro che a volte perde anche: è naturale...
Ma il nocciolo della questione non è questo:
Perché il bello deve rompere (quasi sempre ) il caxxo quando perde dal brutto?
Perché deve dileggiare il suo gioco?
Non ha alcun senso!
Ognuno (nel rispetto della regole) fa il gioco che vuole...
E, quando si perde, occorre, complimentarsi sempre con chi vince, prescindendo dal suo gioco.
Difficilmente al brutto interessa criticare il tipo di gioco dell'avversario:entra in campo, si impegna, e cerca di vincere.
Perché quasi sempre il fine del brutto è vincere, quello del bello migliorare i propri colpi, il proprio stile... cosa lodevole.
Come si può criticare chi cerca di migliorarsi? Impossibile.
Ma si può criticare chi rompe "Los cojones" a quello che ti ha appena battuto, criticando il suo gioco e dicendo frasi del tipo: "tra un anno ti faccio fare due giochi".
Allora devo dare una brutta notizia statistica a chi fa questi ragionamenti (a meno che non siano ragazzi in crescita): nel 80% dei casi (o più) continuerete a perdere con i brutti.
Non è un bene o un male: è semplicemente la dura realtà della terra rossa.
Chiaramente ci sta un 20% di eccezioni...I belli che poi miglioreranno davvero, e vinceranno contro i brutti.
Ma questi belli, di solito, sono diversi: non parlano dello stile dei brutti, stanno zitti, si allenano duro, sputano sangue... rispettano gli avversari... si focalizzano sul loro tennis, non su quello degli altri!
Che, guarda caso, è quello che fanno i brutti.
Noi brutti non pensiamo agli altri, non critichiamo il loro gioco...
Cerchiamo di dare il massimo con quel poco che abbiamo.
Concludo questo lungo post con una preghiera a voi belli: almeno per una volta nella vostra vita tennistica, quando perderete (come spesso succede) dal brutto di turno...
Fate uno sforzo: complimentatevi con lui.
Saluti dal vecchio Sonny.Personalmente credo si sia fatta un po’ di confusione, ma è solo la mia impressione.Bello o brutto, ma rispetto a cosa?Ritenere il gioco di Borg brutto non mi sembra onesto.Giocare a fondo campo può risultare monotono e poco spettacolare, ma se giocato con la personalità e la tecnica palesata dallo svedese, non lo si può definire brutto.Borg era di una leggerezza unica, sembrava essere sempre in surplace e possedeva uno stile innovativo nel colpire la palla, anche molto elegante; volendo proprio cavillare, il servizio era eseguito con stile un po’ goffo, ma per il resto il biondo vichingo era bello di suo e nel tennis giocato.Non si può dire altrettanto di un giocatore come Eddie Dibbs o Harold Solomon, entrambi giocatori da fondo come Borg, ma di un’indiscutibile inconsistenza estetica, in una parola: anonimi.Altrettanto potrebbe dirsi per giocatori più votati per un gioco al volo, come Roscoe Tanner (tutti americani mi vengono in mente), non certo modelli di eleganza estetica nonostante il gioco praticato spesso vicino alla rete.
Insomma, bisognerebbe, intanto, evitare di associare il bello o il brutto alla tipologia tattico/strategica del giocatore in un periodo storico del tennis, diciamo dagli anni ’70 in poi, dove la discesa a rete per cercare di conquistare il punto non è più considerata la soluzione tattica più efficace.Per onestà storica, va ricordato, peraltro, che il successo di questo sport si consolidò in modo particolare proprio quando verso la fine del 1800 il regolamento definì l’abbassamento della rete alla misura attuale, in precedenza alta come nel badminton, agevolando, appunto, la discesa a rete dei giocatori per tentare di colpire la palla al volo per dimezzare i tempi di ribattuta.Ciò rese il gioco molto spettacolare, offrendo ai giocatori l’opzione di arrischiarsi in gesti tecnici in equilibri estremi, al limite di capacità normali, almeno così percepite dall’uomo comune, in precedenza assolutamente inconcepibili, caratterizzando il tennis per spregiudicatezza, audacia, ma anche tracotanza di molti dei loro atleti, aspetti che resero questo sport famoso in tutto il mondo.In altre parole, il gioco di volo è radicato più di ogni altro gesto tecnico nel gioco del tennis.Ora, che il tennis moderno sia caratterizzato da una generale monotonia del gioco giocato mi sembra tema all’ordine del giorno della maggior parte dei media che commentano questo sport.Periodici sono i tentativi di introdurre varianti al regolamento (palla più grande o più pesante, racchette più piccole, corde diverse, ecc.) che possano riportare indietro nel tempo uno sport che vive troppo della tracotanza fisica degli atleti che ha appiattito un po’ troppo le dinamiche di giocoInutile sottolineare che uno spettacolo si va a vedere, per giunta a pagamento, nella speranza che non sia, appunto, monotono, che ci offra spunti di spettacolarità, originalità.Personalmente, se potessi scegliere se andare a vedere a giocare un Dibbs, piuttosto che un Tanner, in alternativa ad un Borg, piuttosto che un Mc Enroe, non avrei dubbi nel scegliere i secondi.Venendo al gioco amatoriale, la situazione non cambia.Io quando gioco cerco di ispirarmi ai gesti tecnici più spettacolari, ai giocatori più originali, a quelli che fanno sognare, ma non per presunzione di poterne essere all’altezza, ma per semplice emulazione, come detto è un gioco e mi esalta quando riesco ad elevarmi, anche per un solo momento, ai più alti livelli sportivi.Purtroppo, questo atteggiamento, in un contesto agonistico incompleto tecnicamente, come inevitabilmente accade per un tennista amatore, poga molto poco sotto il profilo dei risultati della competizione, aspetto imprescindibile, non va dimenticato, nello sport.Nel tennis moderno, fatto di palle più leggere, racchette più performanti sotto il profilo della potenza e capacità nel colpire al meglio la palla, entra in gioco il pallettaro (non è vero che con le racchette da 65 pollici era uguale, se non possedevi una pur minima base tecnica, faticavi anche a buttare la palla dall’altra parte della rete; con le racchette attuali manca solo che la pallina vada dall’altra parte senza colpirla), cioè colui che, evidentemente, meno appassionato del bel gesto tecnico, ma molto enfatizzato dalla componente agonistica sportiva, si accontenta di colpire la palla anche con gesti tecnici meno rigorosi (diciamo che usa la padella, infatti si dovrebbe dire padellari
) pur di cogliere il frutto del gioco che è, in ultima analisi, imporsi sull’avversario attraverso un punteggio che non discrimina su come i punti siano tecnicamente realizzati.
Se il punteggio nel tennis fosse assegnato come nella ginnastica artistica o nei tuffi, probabilmente il gioco tecnicamente più rispettoso dei dettami accademici ed esteticamente più gradevole sarebbe ricercato da molti più appassionati, ma non è così … e la guerra tra guelfi e ghibellini continuerà ancora.
Un padellaro è costretto a vincere molto per compensare la pochezza estetica del suo tennis rimanendo, comunque, un padellaro, un bel tennis rimane tale anche se qualche volta ti fa perdere

- OspiteOspite
Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
Solo per vivacizzare lo scambio di opinioni che appare un po' troppo politically correct, dico la mia sul tema in maniera un po' più esplicita.Sonny Liston ha scritto:Continuo a leggere, con piacere, commenti interessanti come quelli di Dagoberto.
Si parla dei diversi stili, se sia migliore uno rispetto all'altro, se sia divertente o meno giocare con il pallettaro...
Se la vittoria o il divertimento, sia il fine ultimo...
Cose, ripeto, interessanti, ma fuori tema.
Il NOCCIOLO di quello che volevo dire, è che trovo aberrante criticare il gioco dell'avversario che ti ha appena battuto.
Poiché, nel 90% dei casi, questo succede quando un "bello" viene battuto da un "brutto", ecco la ragione del post.
Il mio è solo un piccolo sfogo da forum: dopo tanti anni di circolo, non ne posso più di sentire frasi del tipo:
"Ho perso con un pallettaro che sapeva solo rimettere la palla..."
Cazzate!
Hai perso con uno che, in quella partita, ti è stato superiore.
Sic et simpliciter.
La rabbia che pervade il bel giocatore che affannandosi nella ricerca del gesto tecnico perfetto perde con il padellaro nasce dal convincimento, più o meno consapevole, che il padellaro abbia tradito, in un certo qual modo, lo spirito originario del tennis (agevolato dalla moderna attrezzatura), fatto appunto di audacia, spregiudicatezza, supponenza, un po' nello stile dei Moschettieri del Re di Francia (non per nulla chiamarono così in Francia i loro 4 tennisti vincitori della coppa Davis e molti altri trofei), uomini dotati di spavalderia che tentavano azioni ed imprese spesso al limite del possibile. Converrai, Sonny, che non c'è molto di audace, nell'iconografia media di ognuno di noi, nel stare a fondo campo e ributtare la pallina dall'altra parte del campo come viene, viene pur di non perdere il punto. Direi che ricorda più un personaggio fantozziano e quando Fantozzi, alla fine, riesce a batterti, non sempre si riesce a rimanere calmi e sportivi, magari il nostro Mr. Hyde vince sul dott. Jekyll e qualche battutina liberatoria è il piccolo prezzo da pagare per il tradimento consumato ...

- OspiteOspite
Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
Che, ovviamente, non condivido...
Ma comprendo pienamente!
Chi attribuisce un concetto "estetico" al tennis, ha (secondo me) sbagliato sport.
Non ci sta una giuria con le palette che assegna un voto alla bellezza di un gesto o al coraggio di una giocata.
Il tennis è sport di prestazione.
Vince chi fa i punti.
Come una gara di corsa: vince chi taglia il traguardo, non chi il più bel movimento estetico.
Che poi la vittoria coincida anche con il gesto più bello... ben venga!
- OspiteOspite
Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
è proprio in questo frase l'essenza del tradimento ... il tennis è sempre stato considerato uno sport dove bellezza ed eleganza del gesto tecnico era aspetto caraterizzante.Sonny Liston ha scritto:
Chi attribuisce un concetto "estetico" al tennis, ha (secondo me) sbagliato sport.
semmai è chi non lo considera più così che rappresenta un'eccezzione, quindi TRADITORE

il punto è che con l'attuale atrezzatura è moooolto più facile gestire lo scambio da fondo campo, con le racchette di legno dopo il 4 scambio un amatore faticava a superare la linea del servizio, tanto più buttare la palla dall'altra parte pur con dimestichezza tecnica modesta; la pallina si perde su un 110 inch

Questa evoluzione ha completamente cambiato questo sport rendendo i pochi affezionati del tennis che fu dei fossili viventi

- OspiteOspite
Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
Io, spesso gioco contro i 4.3 usando una Racchetta di legno, per fare partita più equilibrata...
E vinco quasi sempre!
E sono "il re dei brutti"!
- OspiteOspite
Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"


- spalamaAssiduo
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Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
Quando perdi sei stato inferiore e basta, magari solo in quella partita, ma sei stato inferiore al tuo avversario.
Ricordati caro Dagoberto, che il tennis è prima di tutto uno sport "infame", che giochi al volo o da fondo, giochi con la grafite o col legno, con 100 pollici o 65, è lo sport dove si perde anche facendo più punti del tuo avversario, perchè non tutti i punti sono importanti allo stesso modo.
Altro che estetica, è così da sempre.
E quando perdi la cosa migliore da fare è tornare subito in campo ad allenarti.
- OspiteOspite
Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
drichichi@alice.it ha scritto:@Sonny Liston tu vinceresti anche giocando con una padella e usando il braccio sinistro!!!!Giochi sempre in modalità "Monster"!
Magari!
Vallo a dire a Fedmex, che l'ultima volta mi ha stracciato al terzo set!
Scusate off topic
- MatusaUtente attivo
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Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
Sul campo da tennis è diverso, a seconda che si tratti di torneo o di giocare con un amico. Nel primo caso non ho scrupoli, pur restando corretto: se per vincere devo tirare mozzarelle, tiro mozzarelle.
Se invece gioco con un amico, preferisco rischiare di perdere piuttosto che mettermi a fare pallonetti. Si va a giocare anche per divertirsi, non solo per vincere.
- spalamaAssiduo
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Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
Chi associa il “brutto” agli attrezzi non conosce bene questo sport.
Tornando a me, quando avevo 15 anni, oramai avevo già smesso di pensare al tennis come speranza professionale per il futuro, studiavo, andavo bene a scuola, i miei genitori non erano benestanti, ed allora per giocare a tennis ad un certo livello ci volevano i soldi veri (se pensate che una Prince Graphite OS costava 600 mila lire….), i corsi agonistici in cui andavi ad allenarti 5 volte settimana erano improponibili. La passione era talmente tanta che comunque i miei genitori mi permisero di proseguire con il tennis ma con il corso da 2 volte a settimana, e presto accadde l’inevitabile. Dopo un qualche mese, vedevo i miei compagni di corso che facevano il corso agonistico che miglioravano a vista d’occhio ed io invece che soffrivo sempre di più, mentre prima li battevo quasi tutti. Chiaramente anche i risultati nei tornei ne hanno risentito, loro andavano avanti, si classificavano, chi c4, chi c3, ed io invece che ai tornei non potevo andare a giocare se non con i mezzi pubblici e quindi in modo molto limitato, non raccoglievo moltissimo.
Che rabbia.
Eppure giocavo bene, meglio di loro tecnicamente, ma allenandomi di meno, il rendimento rispetto a loro che giocavano il doppio di me e facevano anche ripetute sedute di atletica, era diventato inferiore. A 15 anni hai il fuoco che ti brucia dentro e quindi che è successo? E’ successo che comunque durante le lezioni, spesso mi capitava di palleggiare o fare dei set di allenamento con quelli dell’agonistica, e mentre loro giocavano per allenarsi io giocavo contro di loro per sbranarli dalla rabbia, e spesso mi capitava di batterli. Un bel giorno, i maestri, per non farmi giocare e battere i loro pupilli, mi organizzarono un incontro con un socio del circolo loro amico.
“Ciao Simone, oggi giocherai contro Piero, così se in torneo di capita uno col suo gioco, sei allenato”
Si presentò sul campo questo signore di mezza età, con la panza prominente, da commendatore si diceva una volta, e con una Prince Classic Oversize in mano. Improponibile solo a vederlo, e “brutto” in campo come pochi. Abbiamo giocato su un campo veloce, che in teoria mi avrebbe dovuto avvantaggiare, io tiravo, lui metteva il padellone di alluminio e mi rimandava tutto, io correvo e lui stava fermo, io mi incazzavo e lui era calmo, ed alla fine io sbagliavo. Ho preso una sveglia che ancora oggi me la ricordo.
Quel giorno ho deciso di smettere di giocare a tennis. E così fu. L’anno dopo non mi risegnai più ai corsi e lasciai il tennis per dedicarmi al calcio, per poi riprendere il tennis a 20 anni.
Quando ho ripreso, uno dei miei obiettivi era quello di vendicare un giorno quella sconfitta, ed oggi posso dire di esserci riuscito, l’ho fatto, ma solo dopo aver perso altre volte contro gente del genere, e solo dopo aver sudato, lottato e capito come si deve stare in campo contro questi tennisti, e con una maturità diversa rispetto a quando avevo 15 anni soprattutto.
Ho sconfitto soprattutto quel ragazzino presuntuoso di 15 anni che ero e che non aveva accettato quella sonora lezione impartitagli dal signor Piero, credo ancora oggi con la complicità dei miei maestri.
- SolpemachacoNuovo arrivato
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Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
Sonny Liston ha scritto:Chi attribuisce un concetto "estetico" al tennis, ha (secondo me) sbagliato sport.
Non ci sta una giuria con le palette che assegna un voto alla bellezza di un gesto o al coraggio di una giocata.
Il tennis è sport di prestazione.
Vince chi fa i punti.
Probabilmente non ho interpretato bene il tema del post: la distinzione tra "brutti" e "belli" è fatta sulla tecnica di gioco oppure sulla tipologia di gioco???
Io sulla tecnica non posso certamente dire nulla a nessuno, sono un autodidatta che ci prova ad eseguire un gesto tecnico decente, ma sono consapevole di avere mille difetti.
Discorso diverso sulla tipologia di gioco: per me i "brutti" (ma soprattutto noiosi

Personalmente non definisco "pallettaro" uno senza tecnica o sgraziato, ma uno il cui gioco è tutta attesa dell'errore altrui, indipendentemente dalla qualità dell'esecuzione tecnica del colpo.
Per fare un esempio che è già stato fatto: ho visto il secondo set di Murray ieri sera, è stato letteralmente preso a pallate dal giovane austriaco, giocando sui teloni e rimettendo sempre di là la palla... non è che Murray sia scarso tecnicamente, e nemmeno "brutto", ma ieri ha giocato da pallettaro, portando a casa la partita, ma credo che sappia giocare meglio di così.
Quindi riassumendo: è "brutto" chi ha una tecnica scarsa oppure chi gioca solo per metterla dall'altra parte?
- vicioheadUtente attivo
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Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
- vicioheadUtente attivo
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Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
- vicioheadUtente attivo
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Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
- OspiteOspite
Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
@viciohead ha scritto:Volevo dire anche che quando vedo un cosiddetto brutto mettere l' anima in campo prr vincere la partita mi fa appassionare ,crea patos nel campo e questo me lo fa diventare bello
Bravo Vicio!
Concordo.
- OspiteOspite
Re: Dedicato a "quelli che giocano un bel tennis"
Non mi sembra di aver detto cose contrarie, ma un tempo, fino a 25/30 anni fa, si doveva vincere con un attrezzo e delle palle che senza una base tecnica, anche coltivata autodidatticamente, ma rispettosa di una pur minima ortodossia, e una pur minima preparazione atletica, non ti agevolava certo, anzi ... e non ricordo gesto tecnico insegnato che sia, esteticamente, brutto o goffo alla vista altrui. Un bel gesto tecnico era presupposto imprescindibile per la buona riuscita ed efficacia del colpo, cosa non più necessaria ora con racchette ultraleggere dall'ovale con dimensioni spropositate rispetto alla palla. L'eleganza dei gesti, oltre che nell'apparire (ora anche tale aspetto è spesso dimenticato con completi che per agevolare l'economia di produzione dettata dalla globalizzazione - made in china docet - appaiono sempre più aprossimativi e di bieco gusto estetico) ha sicuramente caraterizzato i maggiori interpreti di questo sport almeno fino alla fine degli anni 80/90.@spalama ha scritto:Pura filosofia.
Quando perdi sei stato inferiore e basta, magari solo in quella partita, ma sei stato inferiore al tuo avversario.
Ricordati caro Dagoberto, che il tennis è prima di tutto uno sport "infame", che giochi al volo o da fondo, giochi con la grafite o col legno, con 100 pollici o 65, è lo sport dove si perde anche facendo più punti del tuo avversario, perchè non tutti i punti sono importanti allo stesso modo.
La continua, per un verso utile, popolarizzazione del tennis (alcuni la chiamavano democratizzazione del tennis, tra i tanti un certo Mc Enroe che, inconsapevolmente, contribuì un po' a scavarsi la propria tomba o, quantomeno, la tomba al tennis che più amava), un tempo considerato sport d'elite, ha esteso moltissimo la sua pratica, ma l'ha incredibilmente imbarbarito, introducendo dinamiche da grande distribuzione che necessita di grandi numeri per giustificare i lauti guadagni attesi; una prima conseguenza il continuo allargamento del piatto corde delle racchette introdotte con il principale scopo di avvicinare anche neofiti poco disponibili, o con poca disponibilità economica, a sobbarcarsi ore e ore di lezione che, con racchette più facili, si sarebbero avvicinati più agevolmente ad uno sport visto in precedenza con eccessiva riverenza.
Risultato, artigiani falliti, racchette che potrebbero apparire tranquillamente in qualche mostra di arte artigiana relegate ad oggetti di culto da salotto, racchette oggi prodotte con analoghe caratteristiche estetiche, diverse l'una dall'altra spesso solo per il colore della vernice finale data, finiture plasticose e dozzinali, materiali naturali inesistenti, alla faccia dell'attenzione all'ambiaente tanto sbandierata, infiammazioni di ogni dove sulla direttiva braccio spalla, divise da tennis di dubbio gusto che assomigliano sempre più a pigiami estivi, giocatori di tennis che prendono spunto sempre più dalla pelota basca, piuttosto che dalla pallatamburello.
Certo, alla fine quello che conta è fare un 15 in più; io sono tra quelli che pensa sia importante anche come ed in che modo conquistarli
