- armandfedericoNuovo arrivato
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Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
premetto che gioco da poco e ho una tecnica buona, ma oggi ho perso con un pallettaro che metteva tutto in campo, anche quando colpiva il telaio o la rete.
Di solito (per paura) gioco corto (3/4 di campo e il maestro mi dice che posso allungare ancora di un metro e mezzo).
Oggi giocando il primo torneo della mia vita, ho perso contro un pallettaro che nel riscaldamento non combinava molto e voleva addirittura abbandonare vedendomi scaldare teso e lungo.
In partita, forse a causa delle sue palle alte (minimo 2 metri sopra la rete) tiravo spesso lungo di un metro (quindi 2,5 metri rispetto al solito)
E' normale?
Sono incazzato come una bestia, perché anche lui pensava di non portare a casa un game.
(meritevole di aver corso veramente tanto, prendeva tutto)
Grazie a chi vorrà darmi due dritte
- kingkongyVeterano
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
- Theo_84Utente attivo
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
Chiaramente ha vinto il "pallettaro", ed era impressionante, sempre perfetto sulla palla, ributtava di là tutto sempre esattamente con lo stesso tiro, un piattone alto e lungo. Un muro. Sfiancante anche da vedere. Scambi infiniti con il perdente che dopo quasi 3 ore di partita invocava (scherzosamente ma mica tanto) la fine di quell' "incubo"

Però è stato molto istruttivo, continuo a pensare che quello "pallettaro" sia un tennis fatto di "non-tennis" (nel senso che la percezione è che non ci sia un "gioco" in corso, ma uno - il perdente - giocare al muro contro se stesso, e non so quanto sia gratificante vincere sistematicamente solo per errori dell'altro) ma spero me ne capiti uno presto perché deve essere veramente un bel banco di prova a livello di nervi. Ho capito il valore che hanno come avversari. Poi anche tecnicamente io ci metterei la firma per avere quella quella capacità di trasformare la mia metà campo in un muro di gomma.

- MaffaUtente attivo
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
@kingkongy ha scritto:...assurdo... veramente da prendere a sberle!
più che altro non capisco il senso... se la palletta atterra due tre metri prima del fondo credo sia tutto fuorchè un problema.. il problema è se la guardi tutte le volte che non sai se esce o no, e dopo che rimbalza per giocarla devi metterti con le spalle alla rete di fondo..
- kingkongyVeterano
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
- VeteranoVeterano
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
- kingkongyVeterano
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
Evvvvvaiiiii!
Vet, il giorno che fai una lezione così in Accademia ti fanno subito il test del palloncino...
- VeteranoVeterano
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
- kingkongyVeterano
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
Comunque è un genio! Uno che si fa pagare per questo è davvero un mito!
- MaffaUtente attivo
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
Cioe dovessi pagare per impare qualcosa da un video del genere mi aspetterei molto di piu' sia dal lato tecnico che dal lato tattico,chiaro che poi non sapendo niente di tennis e cercando di impare qualcosa il video ti puo' impapocchiare,ma ripeto io non le darei un cent.....
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
- MaffaUtente attivo
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito

sono un novizio e solo ultimamente riesco a tenere un palleggio contnuo con il maestro che vada oltre le 20-30 palle. Ho guardato spesso i video di FYB perchè sono qualitativamente ben fatti (parlo di qualità video) e mi hanno aiutato nei primi mesi di "depressione". Ora con un po' più di confidenza posso distinguere un pochino il grano dalla crusca, diciamo così

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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
Ciao Veterano, stavo riflettendo sulle tue considerazioni in merito al fatto, in particolare, di come tecnica e tattica siano strettamente legate, quindi, in buona sostanza, faccio quello che la mia tecnica mi permette di fare ... ergo, prima sviluppo la tecnica, poi la applico in un disegno tattico. Non si discute, sotto un profilo logico, ma, mi chiedo, quanto tempo serve con un simile approccio per evolvere? Voglio dire, mi sembra un modo un po' troppo accademico di organizzare il proprio improvement plan. Dovrei dedicare ore e ore di allenamento finalizzato, con o senza maestro, e solo successivamente poter applicare in partita quanto consolidato. Un amatore, proprio perchè amatore, gioca poco, diciamo qualche ora al mese e quando entra sul campo da gioco, solitamente, e per fare la sfida con il socio di turno. Insomma, è un po' inevitabile che sia costretto a sfruttare anche questi momenti per sperimentare, provare cose che, magari, non ha ancora metabolizzate al meglio. Certo, non sarà un modo molto ortodosso di imparare la tecnica di gioco, ma sicuramente si accorciano un po' i tempi. L'importante è essere consapevoli che in mancanza di un consolidato esercizio, se si provano certi gesti potrebbero non riuscire e non farne una tragedia, considerando anche l'alto rischio di perdere un po' troppo spesso le sfide affrontate, ma in fondo è sempre di un gioco che stiamo parlando. A me ha sempre stimolato provare cose nuove, sfidare l'impossibile e a suon di prova che ti riprova, alla fine di cose ne impari, pur rimanedno un amatore. Non credo si debba entrare in campo da gioco con un approccio così timoroso e privo di audacia soffermandosi e concentrandosi sul buttare una palla affidabile dall'altra parte. La sfida è, innanzitutto, contro se stessi e provando certi colpi prima o poi riusciranno, ma forse è solo la mia indole un po' garibaldina che spinge verso un simile approccio@Veterano ha scritto:Dico questo perche' la tattica e la tecnica sono strettamente legate e tatticamente faccio quello che la mia tecnica mi permette di fare,ossia per fare fare il tergicristallo al mio avversario devo essere veramente il padrone del campo ed avere una tecnica che mi permette di farlo,ma io mi domando ma se con questo tipo di avversari a questi bassi livelli che non spingono un tubo e ributtano solo pallette non sono in grado di farlo accorciare tenendo la diagonale di dritto,ma come cappero faccio a pensare di riuscire a muoverlo costantemente da una parte all altra del campo senza sbagliare io per primo.Sarebbe un po come dire attacca e vai a rete senza saper fare una vole' o un attaco ben fatto ,profondo e preciso,oppure basare il proprio gioco sulla palla corta,che funziona a livello veramente basso dove la preparazione fisica lascia il tempo che trova e l'avversario si muove veramente male,ma la palla corta non e' una tattica e' una variazione che si fa una volta ogni tanto,quando siamo ben dentro al campo con i piedi e' l'avversario e vicino alla rete di recinzione,ma non si vince una partita con la smorzata......anche ammesso di saperla giocare bene......

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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
Era proprio questo che intendevo sottolineare, per un amatore che non ha molto tempo a disposizione, è condivisibile un approccio meno strutturato che preveda anche sperimentazioni la dove la preparazione non sia stata ancora sufficiente per il consolidamento di determinate giocate. Per un giovane agonista che intende tentare una strada più ambiziosa, certamente l'approccio da te suggerito è invece quello più corretto sotto un profilo logico ispirato al principio step by step comune allo sviluppo formativo di ogni disciplina. Volevo, poi, sponsorizzare la validità generale, a mio avviso, della strategia dello spostamento sul campo di un regolarista, sia esso un pallettaro o un più agressivo toppatore, piuttosto che la soluzione da te suggerita di insistere più sulle diagonali, e mi spiego. Un regolarista ha la sua forza in particolare sulla capacità di concentrazione ed attenzione nel colpire la palla con la giusta forza, profondità, insomma, tenerla in campo e metterla nel punto meno favorevole per l'avversario. La condizione ideale per far ciò al meglio e avere una giusta posizione del corpo, delle gambe con il miglior timing possibile, va da se che lasciarlo fermo nella stessa posizione del campo non può che permettergli di consolidare, colpo dopo colpo, questa sua aspettativa. Il cercare di spostare l'avversario non deve essere un tentativo, ad ogni colpo, di trovare un vincente, ma solo di portarlo ad una condizione di continua ricerca della giusta posizione. Cambiandogli continuamente le situazione si ridurrà la possibilità da parte dell'avversario di trovare la botta finale nel caso del toppatore che attende, appunto, il momento ideale per chiudere lo scambio, mentre nel caso di un meno aggressivo, ma altrettanto pericoloso, pallettaro si potrà sperare nell'apertura di zone del campo da poter in qualche misura aggredire, cosa meno facile facendolo giocare da fermo. Risulta evidente che una simile tattica implica la capacità di saper cambiare direzione alla palla ad ogni colpo, aspetto tutt'altro semplice per un amatore, ma anche il gioco sulle diagonali, se non sufficientemente allenato, comporta le sue belle complicazioni nel non farsi prendere da quella sorta di assopimento che la reiterazione del gesto può portare facendoti perdere la necessaria concentrazione sulla palla. Insomma, tutto è più complicato quando non se ne ha una piena padronanza, ma credo che un amatore sia un po' costretto a rischiare un po' di più quando sfida il proprio socio, ma anche permettersi di rischiare un po' di più, in fondo si sta solo divertendo, anche se vincendo ci si diverte un po' di più@Veterano ha scritto:Dago sin da subito quando incominci a buttare la palla dall altra parte puoi fare sia tecnica che tattica,Il punto e' che la tua abilita' tecnica ti dice cosa sia meglio usare se si vuole vincere la partita,cioe' al momento che scendi in campo devi cercare di usare i tuoi punti forti.Poi provare puoi provare a fare tutto quello che vuoi,in partita in allenamento,sotto la doccia.......il tutto dipende dalle aspettative che hai,e dal tempo a disposizione,e dalla tua/nostra personale visione del fare sport......

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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
Mentre aspetto, dico la mia da ignorante pauroso e da amatorissimo.
Secondo me, parlando di amatori che si dilettano nel gioco "quando possono", e che non hanno velleità di challenger... si fa ciò che si può, e ciò che ci riesce.
Ovvio, se parliamo di giovane 14/16 anni che fa agonismo, allora concordo con l'insegnamento delle diagonali tanto care a molti, ove certamente si hanno benefici che io non comprendo. Ma se parliamo di amatori oltre la soglia della giovinezza, si cerca di portare a casa il risultato.
Io sabato ho fatto due set contro i miei nipoti, prima con uno e poi con l'altro. Entrambe giocano tornei agonistici, hanno 16 e 14 anni, e praticano il tennis in una squola tennis quotata. Il primo è un picchiatore arrotino con un braccio formidabile, al prmo torneo ha passato agevolmente due turni contro dei 4.5, perdendo poi al terzo turno. Il secondo ha veramente una bella tecnica del colpo e gioca senza pressione a tutto campo, sempre con il sorriso.
Se avessi giocato sulle diagonali, dove loro sguazzano come pesci nel fiume, sulla regolarità avrei faticato come un cane, forse avrei anche perso. Ho preferito (dovevo vincere, sono lo zio ...ne va del rispetto!!!


Con questo non intendo dire che sia meglio non giocare didatticamente, ma intendo dire che ho 46 anni, non diventerò mai un giocatore di categoria, e sebbene sicuramente giocando di più potrò migliorare, finchè incontro amatori credo che il gioco più proficuo lo detti l'avversario e la mia capacità di leggerlo e di sviluppare il gioco con i miei colpi migliori.
Tra un anno mi suoneranno come una campana forse... ma non sono convinto che una solida diagonale sia l'unica via per vincere a livello amatoriale.
Ripeto amatoriale, ovvero cosa vedo sui campi... dei professionisti in questo sport non posso parlare, non sono in grado di farlo.
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
Dago se parliamo di livello amatoriale si cerca di vincere la partita come si puo' e molto spesso si vince per le carenze dell'avversario,cercando di come si dice mettere il dito nella piaga.Ma alzando un po il livello gia un 4.1 decente,incomincia a muoversi bene e ben allenato fisicamente e fa pochi gratuiti.Ora che piano hai in mente per battere questo tipo di giocatore.......e non parlo di un fenomeno ma solo di uno che sta incominciando a giocare un tennis solido.Da li in avanti purtoppo bisogna giocare secondo le logiche e geometrie del gioco,che sono le diagonali e non ce santo che tenga.....sono due discorsi ben differenti,ossia uno dove le logiche del gioco lasciano ancora il tempo che trovano e si puo vincere anche solo facendo giocare per tutta la partita il rovescio ad uno che dopo due scambi me lo spara fuori,oppure fare correre uno che si muove malino o e' lento,ma li si tratta quasi sempre di un discorso situazionale che dipende molto dalle carenze e dalle capacita' che ci sono in campo,tatticamente ce poco niente.In questa maniera puoi anche migliorare tecnicamente,ma non avrai mai un tipo di gioco,perche' non e' adattandosi di volta in volta al tipo di gioco dell avversario o il giocare sui sui punti vistosamente deboli che ti fa migliorare.Ma e' il riuscire a sviluppare un tuo tipo di gioco, a secondo delle tue caratteristiche e capacita tecniche e seguendo le logiche e geometrie del gioco,e non ci sono altre possibilita'.@Dagoberto ha scritto:Era proprio questo che intendevo sottolineare, per un amatore che non ha molto tempo a disposizione, è condivisibile un approccio meno strutturato che preveda anche sperimentazioni la dove la preparazione non sia stata ancora sufficiente per il consolidamento di determinate giocate. Per un giovane agonista che intende tentare una strada più ambiziosa, certamente l'approccio da te suggerito è invece quello più corretto sotto un profilo logico ispirato al principio step by step comune allo sviluppo formativo di ogni disciplina. Volevo, poi, sponsorizzare la validità generale, a mio avviso, della strategia dello spostamento sul campo di un regolarista, sia esso un pallettaro o un più agressivo toppatore, piuttosto che la soluzione da te suggerita di insistere più sulle diagonali, e mi spiego. Un regolarista ha la sua forza in particolare sulla capacità di concentrazione ed attenzione nel colpire la palla con la giusta forza, profondità, insomma, tenerla in campo e metterla nel punto meno favorevole per l'avversario. La condizione ideale per far ciò al meglio e avere una giusta posizione del corpo, delle gambe con il miglior timing possibile, va da se che lasciarlo fermo nella stessa posizione del campo non può che permettergli di consolidare, colpo dopo colpo, questa sua aspettativa. Il cercare di spostare l'avversario non deve essere un tentativo, ad ogni colpo, di trovare un vincente, ma solo di portarlo ad una condizione di continua ricerca della giusta posizione. Cambiandogli continuamente le situazione si ridurrà la possibilità da parte dell'avversario di trovare la botta finale nel caso del toppatore che attende, appunto, il momento ideale per chiudere lo scambio, mentre nel caso di un meno aggressivo, ma altrettanto pericoloso, pallettaro si potrà sperare nell'apertura di zone del campo da poter in qualche misura aggredire, cosa meno facile facendolo giocare da fermo. Risulta evidente che una simile tattica implica la capacità di saper cambiare direzione alla palla ad ogni colpo, aspetto tutt'altro semplice per un amatore, ma anche il gioco sulle diagonali, se non sufficientemente allenato, comporta le sue belle complicazioni nel non farsi prendere da quella sorta di assopimento che la reiterazione del gesto può portare facendoti perdere la necessaria concentrazione sulla palla. Insomma, tutto è più complicato quando non se ne ha una piena padronanza, ma credo che un amatore sia un po' costretto a rischiare un po' di più quando sfida il proprio socio, ma anche permettersi di rischiare un po' di più, in fondo si sta solo divertendo, anche se vincendo ci si diverte un po' di più@Veterano ha scritto:Dago sin da subito quando incominci a buttare la palla dall altra parte puoi fare sia tecnica che tattica,Il punto e' che la tua abilita' tecnica ti dice cosa sia meglio usare se si vuole vincere la partita,cioe' al momento che scendi in campo devi cercare di usare i tuoi punti forti.Poi provare puoi provare a fare tutto quello che vuoi,in partita in allenamento,sotto la doccia.......il tutto dipende dalle aspettative che hai,e dal tempo a disposizione,e dalla tua/nostra personale visione del fare sport.......
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
- Matteo1970Assiduo
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
Io sono d'accordissimo che la didattica è importantissima, fondamentale oserei dire. Ma se ci si limita alla didattica senza usare il cervello (ovvero giocare sulle debolezze dell'avversario) e se ci si limita a fare il nostro gioco, non pensi che non si batterebbero mai determinati avversari?
Un 3.2 che ha una bella diagonale di diritto, che hai il suo gioco nella diagonale di diritto, come fa a vincere con un 3.2 che ha una diagonale di diritto più bella e solida della sua? può provarci cambiando gioco, vuoi giocando la diagonale di rovescio, vuoi attaccando, vuoi cercando di variare e spostare il suo avversario dalla diagonale. Sbaglio? magari si, come detto non sono un esperto, faccio ragionamenti logici.
Altresì, sono straconvinto che se si deve insegnare ai giovani, la strada sia quella, dare solidità alle geometrie, anche per dare una solidità, fiducia e i primi rudimenti di tattica. Ma credo, e ripeto, sicuramente magari sbaglio, che un giocatore amatore debba giocare prima con il cervello con la passione, e solo dopo con la didattica.
Poi non so...io appena posso vado a rete, quindi la diagonale per me è un colpo per togliermi dalla linea di fondo...

- Matteo1970Assiduo
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
Forse è il mio percorso sportivo (un nanetto in un ambiente di giganti) a portarmi a usare il cervello in primis, ma è l'unico modo che conosco per cercare di fare qualcosa di positivo
- Attila17Veterano
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
Matteo, ti chiameranno Zio Nole ormai...... vincere sempre e non mollare mai..... mi ricordi il numero uno gluten free.....@Matteo1970 ha scritto:(dovevo vincere, sono lo zio ...ne va del rispetto!!! Laughing Laughing )

Avrei fatto la stessa cosa..... magari all'inizio no ma al primo missile toppone che prendevo sul naso mi sarei messo in modalità Ivan Lendl......

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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito
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- Matteo1970Assiduo
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Re: Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito

Vet, tecnicamente e fisicamente sono molto meglio di me.... io mi sono limitato a giocare "contro le loro abitudini", e a farli pensare. Non li ho fatti correre, li ho costretti a "pensare" fuori dagli schemi abitudinali.
Ripeto, la didattica è FONDAMENTALE, hai pienamnete ragione, ma a volte la testa ti tira fuori dai guai. Questo è il mio pensiero, e dichiaratamente lo ammetto, non è didattico, non lo consiglierei mai a un under 20/21. E' come sono cresciuto io nello sport, che mi ha permesso di vincere o comunque competere contro gente più forte tecnicamente e fisicamente di me. Certo è un altro sport, ma l'approccio la dove c'è un avversario che non è un cronometro o una giuria, credo abbia delle assonanze.
- VeteranoVeterano
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