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Bolelli-Seppi-Fognini 3 pesi e 3 misure FIT di U. Scanagatta Empty Bolelli-Seppi-Fognini 3 pesi e 3 misure FIT di U. Scanagatta

Lun 10 Mag 2010 - 12:38
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5 Maggio 2010 Articolo di Ubaldo
Scanagatta


Bolelli-Seppi-Fognini 3 pesi e 3 misure FIT di U. Scanagatta Ubaldo%20Scanagatta
Bolelli squalificato a vita (?)
ma perdonato, Seppi costretto a presentarsi a Castellaneta ma
“esentato” per un anno, Fognini “infortunato” ed assente in
Olanda-Italia di Coppa Davis ma presente e vincente a Belgrado nella
stessa settimana. Chi capisce i principi, le regole, le due vite e le
dichiarazioni di Binaghi è davvero bravo.




Qui non si parla di attaccamento alla maglia azzurra, di amor per
l’Italia e la Coppa Davis, e neppure di principi (sbandierati molto più
d’una bandiera quando, da una parte o dal’altra, quei principi fanno
comodo alle proprie teorie e si affoga nell’adorata demagogia).
Si parla, semmai, di coerenza, di… tre pesi e tre misure.
Il peso e la misura Bolelli, il peso e la misura Seppi, il peso e la
misura Fognini (e solo perché non ricordo più tanto bene il peso e la
misura Volandri: è passato troppo tempo!).
Sembra passato un secolo per la verità (e non due anni) anche da quando
Angelo Binaghi ebbe a dichiarare assai fieramente e improvvidamente:
“Finchè sarò io presidente FIT Simone Bolelli non giocherà più in Coppa
Davis”.
In altre parole, ancor prima di qualunque pronuncia d’un qualsiasi
organo di giustizia, il “ribelle” Bolelli fu sospeso a vita…
Quale vita? La vita di Binaghi presidente, quantomeno.
E’ pur vero peraltro che Binaghi, dopo aver dichiarato solennemente nei
primi tempi del suo insediamento:”Presidenti non si deve restare per più
di due mandati”, chissà perché _ proprio come nei riguardi di
Bolelli…_ ha poi mostrato d’aver cambiato diametralmente idea al
riguardo.
L’ha cambiata infatti a tal punto, che le due vite, quella di Binaghi
uomo e quella di Binaghi presidente oggi come oggi sembrano sempre più
scorrere parallele, coincidere.
Non è un’illazione. Ciò appare quasi inevitabile dopo l’approvazione per
alzata di mano di quella modifica statutaria _
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_ che richiede quel numero spropositato di società (300), di atleti
(200) e di tecnici (non ricordo più quanti…) per candidarsi che chi è
già in sella è blindato. Sono numeri (ed impegni) tali da scoraggiare la
candidatura di chiunque non sia miliardario perditempo o ambizioso
nullafacente.
Ingenuo era stato chi gli aveva creduto. Il potere, diceva Giulio
Andreotti, logora chi non ce l’ha. E piace troppo a chi ce l’ha, mi
permetto di aggiungere io.
Sembra passato mezzo secolo (e non poco più d’un mese) da quando Andreas
Seppi, ribelle quanto e più di Bolelli _ Simone aveva infatti chiesto
di saltare un solo match, quello con la Lettonia a Montecatini _
annunciò pubblicamente d’aver deciso di saltare tutto un anno di Davis
(tanto per cominciare…) per concentrarsi sulla propria attività
individuale. E la classifica.
Stavolta Binaghi, ammaestrato dall’esperienza Bolelli _ sbagliando si
impara no? _ anziché proclamare un’altra squalifica a vita nei confronti
di Andreas dopo averlo accusato _ a Cagliari e poi a Roma in una
memorabile conferenza stampa registrata da Supertennis e non solo _
d’essersi ritrovato in uno stato confusionale, un po’ fuor di testa e un
po’ sobillatore degli altri azzurri, non se l’è sentita di proclamare
un’altra pubblica decapitazione.
Però, con un Barazzutti fin troppo compiacente _ e privo purtroppo di
quel necessario guizzo di fantasia che gli avrebbe consentito di provare
a chiedere a Seppi fin da gennaio: “Ehi, ma se ti lascio saltare la
Bielorussia…che tanto la battiamo anche con le riserve delle riserve, mi
fai il piacere di giocare in Olanda sul veloce che lì invece ci
faresti davvero tanto comodo”… _ ecco Binaghi escogitare lo stratagemma
utile a mostrarsi in qualche modo coerente (almeno parzialmente) con
l’atteggiamento usato verso Bolelli.
Così il presidente scrive sul sito Fit un bel comunicato in cui si fa
chiaramente intendere ad Andreas che se non risponde alla convocazione,
insomma se non si fa vedere a Castellaneta…eh insomma, sì che può
passare gli stessi guai di Bolelli. La legge è uguale per tutti, par di
leggere fra le righe. Mah…
Insomma, avvertire Barazzutti per telefono non può bastare. Chi comanda
qui siamo noi, ha l’aria di dire il presidente.
Rebus sic stantibus ecco allora il ragazzo di Caldaro, già scottato
dalle dichiarazioni binaghiane di Cagliari un anno prima, costretto a
sobbarcarsi un tour de force che in cuor suo, e non solo, considera
decisamente vessatorio.
Subisce l’intimazione obtorto collo ma ci tiene orgogliosamente a far
capire che se sottosta a quelle forche caudine imposte dal gran capo lo
fa unicamente per non mettere in difficoltà il proprio club, il proprio
allenatore, i ragazzini del Tennis Caldaro, forse addirittura le figlie
del suo coach.
Era a Dubai, ma Andreas obbedisce e passa da casa sua a Caldaro
(Bolzano), poi scende sul golfo di Otranto, a Castellaneta. Che non è
Canossa però. Per nulla pentito infatti lì conferma e ribadisce a
Barazzutti esattamente le stesse cose che aveva già annunciato. Giuste o
sbagliate che fossero, attenzione, ci tengo a non essere frainteso.
Io non ho mai scritto che Simone e Pistolesi avessero ragione, anzi. E
nemmeno che avesse ragione Andreas. E’ vero che 800 euro di diaria sono
un compenso risibile, che assolutamente non paga i disagi di molte più
settimane di quelle che sembrano, con i cambi di superficie imposti
dalla Davis, però è anche vero che questi giocatori in passato hanno
anche fruito di consistenti aiuti federali e un po’ di sana riconoscenza
non guasterebbe.
Ad ogni modo, giusta o sbagliata che sia la sua decisione, Andreas
rifà la sue valigine e se ne riparte. Per giocare i suoi tornei, nel
rispetto dei suoi piani tennistici. Niente Bielorussia e niente Olanda.
Ma in Olanda dal 7 al 9 aprile allora chi ci va?
Bolelli, per cominciare. Sì, lo squalificato a vita (e poi riammesso a…
corte federale in strana coincidenza temporale con l’abbandono del suo
vecchio coach Pistolesi, coach notoriamente indigesto ai federali nonché
ex telecronista di Italia Uno nel frattempo curiosamente rimpiazzato
proprio da Barazzutti che commenterà così semifinali e finali degli
Internazionali BNL d’Italia i cui diritti sono stati ceduti a Italia Uno
da chi li detiene: la Fit).
Poi Starace. Sì, il campano apparso assai irritato alla vigilia della
Coppa Davis di Genova contro la Svizzera non appena seppe che per il
circolo che da qualche anno contribuiva al suo benessere più della Coppa
Davis (800 euro al giorno è il gettone di presenza per i giocatori), il
Tennis Capri, tirava davvero una brutta aria. Il Tc Capri era in odore
allora _ oltre che di una grossa multa comminata al suo presidente Russo
_ anche di una pesante squalifica che avrebbe impedito al TC Capri di
partecipare per uno o più anni a quel campionato di serie A di cui era
campione in carica da 4 anni. Ergo si sarebbe impedito ai suoi tesserati
di percepire l’ingaggio connesso. Non è dato sapere fino a che punto
l’irritazione di Starace sia stata percepita in alto loco, ma per buona
pace (e fortuna) di Starace, Seppi e di quei compagni che non avevano
mancato di far sentire le loro rimostranze, la vicenda si concluse in
modo per nulla sorprendete: e cioè in maniera molto più pesante per le
tasche del presidente Russo che per quelle dei giocatori.
Contestatore silenzioso ma non troppo Starace, ancora imbattuto in
Davis, non la prese troppo bene a Genova quando Barazzutti scelse di
escluderlo optando per i singolari su Bolelli e Seppi, i due figliol
prodighi riacciuffati per i capelli dopo gli incresciosi episodi di
Montecatini e Cagliari.
Poi Seppi confessò i propri disagi psicofisici allorquando gli toccava
scendere in campo per l’ItalDavis e il buon Potito, migliore in campo in
doppio, rientrò dalla porta di servizio quale singolarista, giusto per
farsi matare da Federer.
Ma due giocatori soltanto per un match di Davis non bastano.
Per la trasferta olandese il terzo della compagnia, dopo Bolelli e
Starace, e in assenza del n.1 Seppi, non poteva che essere Fognini, il
n.2 italiano nelle classifiche Atp.
Sennonchè, durante gli Internazionali BNL d’Italia, che succede? Succede
che Fognini rimedia una gran brutta stesa da Seppi il reprobo. 6-0,6-3,
con 18 punti persi di fila dall’insofferente (e spesso indisponente)
tennista di Arma di Taggia, qualche grido ostile che viene giù dagli
spalti. L’irrequieto Fabio esce dal campo _ non senza aver sbattuto
sdegnosamente a terra la racchetta nei primi games del secondo set _
così demoralizzato e sconsolato da annunciare un’altra brutta notizia
per i “federales”: “Ho male al polso, così non posso più giocare. Ho
bisogno di riposo, per la Davis proprio non me la sento”. Colpo di
scena!
Ma stavolta Pietrangeli, che a Montecatini s’era lasciato andare
(Bolelli secondo lui aveva addirittura sputato sulla bandiera…), ha
imparato ad esser più prudente e se ne sta zitto.
I soliti malignetti insinuano che la batosta (quarta consecutiva) patita
dal “Fogna” con Seppi sia più question di testa che di polso. Ma il
clan Fognini fa comprensibilmente quadrato attorno al suo eroe. Tutti
giurano che quel polso proprio non va. Che ha bisogno di riposo. Mi par
che l’abbia detto perfino Lorenzo Cazzaniga, manager di Seppi come di
Fognini, nonché giornalista professionista ed commentatore di
Eurosport…cui _ ma non ci dovrebbe essere nesso _ incredibilmente la FIT
nega l’accredito come giornalista agli Internazionali BNL d’Italia per
motivi che nessuno si è mai sentito in dovere di rendere ufficialmente
noto. Mah…
Fabio è avvantaggiato rispetto a Seppi che era a Dubai. Lui e Barazzutti
sono a Roma. Più semplice incontrarlo e dirgli quanto segue (più o
meno): “Questo polso mi fa davvero male. Non sempre, ma spesso. Magari
per una settimana no, poi all’improvviso sì. Operarsi non è il caso, ma
ogni volta che scendo in campo sono a rischio di ritiro. Un conto
sarebbe giocare due set sulla terra rossa, un altro garantire un buon
rendimento in Coppa Davis sul “duro” per tre set su cinque con la
necessità di conquistare un punto”. Il discorso non fa una grinza.
Discorso onesto, anzi, si dirà. E Barazzutti non può che prendere atto,
come con Seppi. Ah se anche Bolelli avesse detto che aveva…che so io,
mal di pancia? Meglio un asino vivo che un dottore morto è costretto a
dirsi Barazzutti.
Fognini è stato onesto, ma onesti erano stati, a suo tempo, con diverse
sfumature anche Bolelli e anche Seppi.
A questo punto pure il vostro umile cronista _ non scrivo scriba eh…!_ è
costretto però a registrare che nella stessa settimana della Davis _ e
non la settimana dopo come era stato il caso di Bolelli all’epoca in cui
lui e Pistolesi si erano incaponiti (a torto…secondo me, lo scrissi
allora e lo penso ancora oggi) di giocare Bangkok _ Fabio Fognini dopo
aver tenuto fede all’iscrizione fatta al torneo di Belgrado, lì si
presenta come se nulla fosse.
Per cominciare batte Skugor, un croato che all’ultimo turno delle
“qualificazioni” aveva messo k.o. Arnaboldi. Poi, al secondo turno,
Fognini trova Novak Djokovic. Con il quale, polso o non polso, dovrebbe
perdere. Prima di sfidare Djokovic in casa sua però il buon Fognini dal
polso così malmesso commette la piccola imprudenza (con la erre dopo la
p…) di iscriversi e giocare anche il doppio. E con chi fa il doppio il
Muzio Scevola dei tempi nostri? Ma con Seppi, per Bacco! Il reietto
Cazzaniga non ha i baffi, ma se li avesse ci riderebbe sotto.
Fabio la passerà liscia? Verrà…capito come Seppi? Verrà punito (e poi
perdonato) come Bolelli? La Fit imboccherà una terza via? Signori, può
succedere di tutto, credetemi. E. sia chiaro, io spero proprio che non
succeda nulla. Mica ci illuderemo di vivere in un Paese serio e con
dirigenti ad hoc?

fonte: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]

mi sembra un articolo molto interessante sui problemi del tennis italiano in riferimento anche alla federazione!voi cosa ne dite?
non sapevo se inserirlo in off-topic o nei regolamenti, se preferite spostarlo fate pure!
ciao andy
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