Tennis e agonismo.
- VeteranoVeterano
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Tennis e agonismo.
Bueno visto lo spunto degli argomenti di questi ultimi giorni mi son venute in mente un paio di considerazioni,parlo di tennis agonistico,che poi sia di quarta di terza o di ottava poco mi importa,ma tiro fuori la parola agonismo perche' chi fa dell'agonismo vuole vincere la partita
,e per vincere le parite bisogna avere in testa ben chiari certi concetti.Per il resto che nesuno si offenda,per carita',ma parliamo di un tennis che lascia il tempo che trova e dove certi discorsi no hanno un senso di esistere.
Ok paritmao da questo punto,visto che ho accennato l'importanza di cercare di capire che giocatore siete e di cercare di sviluppare un proprio di gioco volevo chiarire un paio di cosette.
Tranne casi estremi tipo mi massacra con il dritto,percio' sono costretto a cercare il rovescio,l'idea di capire il gioco dell'avversario e' un idea sbagliata di base.
In una partita per vincere bisogna riuscire ad imporre il proprio gioco,ma per fare questo bisogna essere dei giocatori solidi.Piu' che riuscire a capire cosa sta facendo il mio avversario mi devo concentrare sui miei colpi e sul mio gioco per trovare le mie soluzioni piu efficaci indipendentemente dall avversario che trovo.
Se no cadiamo nella trappola del giocatore della domenica che va a rete a capofitto perche non riesce a tenere un scambio decente per piu di tre o quattro colpi di fila e si fa passare come un tordo o sbaglia la piu facile delle vole'.Si si magari qualche punto lo riesce anche a portare a casa,ma scommetto ch alla fine della partita il risultato sarebbe nettamente a suo sfavore,perche' quello che sta facendo non e' una tattica ma un modo di finire piu velocemente la partita,con magari un risultato peggiore di quello che otterrebbe tentando di fare il proprio gioco.
Ora per fare un esempio se hai un bel dritto piu di preoccuparti di cosa fa il tuo avversario dovresti preoccuparti di mettere la partita sulla diagonale di dritto e da li incominciare a vincere i punti.
Ora anche se a volte si dice che dall'altra parte ce un avversario che ci permette di fare o meno determinate cose,si sbaglia alla grande perche' l'avversario visto in modo agonistico deve riuscire a fare quello che io gli permetto di fare,niente di piu niente di meno.
Per questo quello che cerco di dire e che principalmente bisogna concentrarsi sul proprio di gioco e riuscire a sfruttare le proprie potenzialita' piu che preoccuparsi tanto di cosa fa l'avversario,anche perche' non ci va uno scienziato a capire che se il tizio in question non mi fa vedere una palla con il dritto forse e meglio non farglielo giocare.
Percio' sottolineo che e' importante capire bene quello che siamo in garado di fare in campo e concentrasi su quello,cioe cosa mi fa vincere punti e cosa mi fa prendere sberle.
Una volta che si ha raggiunto questa consapevolezza e si e' ingrado di produrre il proprio gioco cosa fara' l'avversario sara' di secondaria importanza,se non come nei casi evidenti
che ho citato prima
- onehandjackAssiduo
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Re: Tennis e agonismo.
Adesso finalmente piano piano sto capendo che tipo di giocatore sono e quali sono i miei punti di forza.
- SuperGeoAssiduo
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Re: Tennis e agonismo.
- Paolo070Veterano
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Re: Tennis e agonismo.
- OspiteOspite
Re: Tennis e agonismo.
Veterano ha scritto:Non ricordo piu se ne avessimo gia parlato da qualche altra parte ma mi sembra un argomento interessante anche per chiarire il mio punto di vista su determinati aspetti del gioco.
Bueno visto lo spunto degli argomenti di questi ultimi giorni mi son venute in mente un paio di considerazioni,parlo di tennis agonistico,che poi sia di quarta di terza o di ottava poco mi importa,ma tiro fuori la parola agonismo perche' chi fa dell'agonismo vuole vincere la partita
,e per vincere le parite bisogna avere in testa ben chiari certi concetti.Per il resto che nesuno si offenda,per carita',ma parliamo di un tennis che lascia il tempo che trova e dove certi discorsi no hanno un senso di esistere.
Ok paritmao da questo punto,visto che ho accennato l'importanza di cercare di capire che giocatore siete e di cercare di sviluppare un proprio di gioco volevo chiarire un paio di cosette.
Tranne casi estremi tipo mi massacra con il dritto,percio' sono costretto a cercare il rovescio,l'idea di capire il gioco dell'avversario e' un idea sbagliata di base.
In una partita per vincere bisogna riuscire ad imporre il proprio gioco,ma per fare questo bisogna essere dei giocatori solidi.Piu' che riuscire a capire cosa sta facendo il mio avversario mi devo concentrare sui miei colpi e sul mio gioco per trovare le mie soluzioni piu efficaci indipendentemente dall avversario che trovo.
Se no cadiamo nella trappola del giocatore della domenica che va a rete a capofitto perche non riesce a tenere un scambio decente per piu di tre o quattro colpi di fila e si fa passare come un tordo o sbaglia la piu facile delle vole'.Si si magari qualche punto lo riesce anche a portare a casa,ma scommetto ch alla fine della partita il risultato sarebbe nettamente a suo sfavore,perche' quello che sta facendo non e' una tattica ma un modo di finire piu velocemente la partita,con magari un risultato peggiore di quello che otterrebbe tentando di fare il proprio gioco.
Ora per fare un esempio se hai un bel dritto piu di preoccuparti di cosa fa il tuo avversario dovresti preoccuparti di mettere la partita sulla diagonale di dritto e da li incominciare a vincere i punti.
Ora anche se a volte si dice che dall'altra parte ce un avversario che ci permette di fare o meno determinate cose,si sbaglia alla grande perche' l'avversario visto in modo agonistico deve riuscire a fare quello che io gli permetto di fare,niente di piu niente di meno.
Per questo quello che cerco di dire e che principalmente bisogna concentrarsi sul proprio di gioco e riuscire a sfruttare le proprie potenzialita' piu che preoccuparsi tanto di cosa fa l'avversario,anche perche' non ci va uno scienziato a capire che se il tizio in question non mi fa vedere una palla con il dritto forse e meglio non farglielo giocare.
Percio' sottolineo che e' importante capire bene quello che siamo in garado di fare in campo e concentrasi su quello,cioe cosa mi fa vincere punti e cosa mi fa prendere sberle.
Una volta che si ha raggiunto questa consapevolezza e si e' ingrado di produrre il proprio gioco cosa fara' l'avversario sara' di secondaria importanza,se non come nei casi evidenti
che ho citato prima
Grazie Vet, mi raccomando rimani con noi e continua a darci consigli preziosi
- wetton76Fedelissimo
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Re: Tennis e agonismo.
Grazie Vet!
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Re: Tennis e agonismo.
- Paolo070Veterano
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Re: Tennis e agonismo.
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Re: Tennis e agonismo.
- VeteranoVeterano
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Re: Tennis e agonismo.
Allora io no ho il libro magico del tennista nelle mie mani,ma ho delle certezze frutto della mia espereinza,che poi tu no condivida quello che io penso ci puo stare benissimo.VANDERGRAF ha scritto:non condivido e la risposta è inserita stesso in quello che hai scritto. imporre il proprio gioco, certo, stupendo, ma come fai ad imporlo se al tempo stesso non sfrutti i punti deboli dell'avversario ? ovvio che se sono complessivamente più forte mi basterà limitare i rischi dove sono più carente e puntare di più sui colpi dove ho sicurezza e solidità, ma quello che succede dall'altra parte è speculare e interattivo, altrimenti starei giocando con un giocatore inferiore sia tatticamente che tecnicamente e quindi la partita potrei vincerla o perderla soltanto io. ho un gran dritto ? lo faccio, ovvio, ma potrebbe averlo anche il mio avversario e quindi devo comunque prendere contromisure, altrimenti sarebbe una playstation. stessa cosa per il gioco a rete, posso essere anche bravissimo, ma se il mio avversario è uno specialista del passante e del pallonetto non basta per vincere. e via dicendo. imporre il proprio gioco non significa soltanto prodursi in tutti i colpi che abbiamo a disposizione nel repertorio, ma significa anche gestire le risorse fisiche e mentali oltre che tecniche, quindi include anche la tattica. e non esiste nessuna tattica che si basa solo sul proprio gioco, necessariamente si deve considerare anche il gioco dell'altro, altrimenti non si chiamerebbe tattica ma monologo
Ora veniamo al punto le contromisure ci devono essere eccome,ma prima di trovare delle contromisure che possono snaturare il proprio gioco e meglio cercare di imporsi con il proprio,non credi o sbaglio ??? Che poi ci siano giocatori in grado di riuscire a mettere in pratica diversi tipi di gioco a seconda dell avversario e alquanto possibile,ma non fattibile da tutti,tutti devono cercare di avere un piano b,ma di base il concetto e che devi cercarre di imporre il tuo di gioco.No ci riesci bene cerchiamo di limitare i danni,perche' se mi parli di tattica caro amico mio,no credo proprio che se no sei un giocatore di rete o un giocatore di serve and volley adottando questa tattica che tra al'altro non e' la tua tu riesca a ribaltare le sorti di una partita.......tu stai confondendo la tattica con delle situazioni particolari,pero' purtroppo la tattica la costruisco in base a quello che so fare io e non in base a quelo che sa fare il mo avversario di turno,o sbaglio ??? se poi conosci dei giocatori di buon livello che essendo sotto con il proprio gioco riescano a cambiare l'inerzia della partita,complimenti perche vuol dire che sono giocatori di un livello veramente alto,io non ne conosco tanti purtroppo con queste capacita'.
Se poi mi dici che un professionista va in campo e a secondo di chi si trova davanti adegua il suo tennis per vincere senza preoccuparsi di prima imporre il suo,stiamo parlando di due tipi di tennis differenti.
- VeteranoVeterano
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Re: Tennis e agonismo.
niente di piu
Poi magari mi spiego male e divento una specie di snob...mahhhh
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Re: Tennis e agonismo.
- motomboVeterano
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Re: Tennis e agonismo.
Secondo me il tennis e' un po' tutte e due sfrutta i tuoi punti di forza sulle debolezze dell' avversario...per come la vedo io il tennis e' un 1vs1 non 1vsMuro..IMHO
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Re: Tennis e agonismo.
- Paolo070Veterano
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Re: Tennis e agonismo.
- Paolo070Veterano
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Re: Tennis e agonismo.
- VeteranoVeterano
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Re: Tennis e agonismo.
Vedi chiaramente se il mio aversario mi fa una palla corta o mi ammazza di smorzate sempre secondo il mio punto di vista e perche' io le permetto di farlo e se puo farlo vuol dire che il mio gioco non le da fastidio e mi sta facendo a polpette come vuole.Se la cosa invece e' sporadica come spesso accade in una partita di tennis un giocatore solido sa cosa fare quando e' chiamato a rete,oppure semplicemente perderera' quel punto perche' siccome a rete ci va solo per dare la mano all avversario e molto probabile che lo perda il punto,ma un punto e una situazione non fanno la partita.Se mi dici che in certe situazioni bisogna adattarsi,ti rispondo chiaramente si ma non posso andare in campo senza avere un mio gioco solido di base sul quale potermi affidare.VANDERGRAF ha scritto:guarda che si possono avere anche due visioni e due valutazioni discordanti senza problemi. tu non sbagli per come la vedi tu e io non sbaglio per come la vedo io, non ci deve essere per forza qualcuno che sbaglia. io ribadisco che non esiste la scelta tra imporre il proprio gioco o adeguarsi a quello dell'avversario, esistono tutte e due le cose in simultanea, perchè per me saper imporre il proprio gioco significa anche giocare in funzione dell'avversario. che non significa scendere a rete senza essere capaci di giocare a rete, ma significa che se ti fa una palla corta dovrai comunque scendere a rete, solo per fare un esempio. significa che se è in grado di giocarti un cross incrociato stretto tu dovrai necessariamente fargli fronte e potrebbe essere una delle situazioni che meno ti privilegia. e tante altre cose che succedono normalmente tra due giocatori di livello tecnico simile. non ho mai detto che non bisogna pensare con mentalità vincente e non essere propositivi, ma il gioco del tennis è fatto anche di situazioni di attesa e di difesa.
Se no mispiace ma io rimango del mio punto di vista che se purtroppo non riesci a mettere in difficolta' il tuo avversario con il tuo tipo di gioco e' molto difficile che cambiando tatica o adattandoti al gioco dell altro riesci a portare a casa la partita.
A dire la verita' questo post che puo sembrare snob credo che serva di piu ai meno esperti che a quelli bravi perche' quelli bravi queste cose le sanno gia' senza bisogno di chiedere consigli a noi.
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Re: Tennis e agonismo.
Ad alto livello si conoscono bene tutti,ma tanto per dirne una se tu dovessi fare il coach ed il tuo allievo Roger dovesse giocare contro il Nadal che lo bastonava suggeriresti a Federer di fare il serve and volley o per uscire adlla diagonale di usare lo slice di rovescio lungolinea come sosteneva il carissimo clerici,che percarita e 'un garn esperto del settore ma forse non ha piu bene in mente cosa sia il tennis moderno e cosa sia ritrovarti li messo sotto pressione da uno come Nadal sul tuo colpo peggiore,ah anche perche' Lo slice di Roger lungolinea dopo la prima batosta presa da raffa no lo ha piu giocato almeno contro di lui,perche diceva che non era abbastanza efficace almeno contro Raffa,e io aggiungo sicuramente non il suo colpo migliore parlando del rovescio, bueno ritornando al serve and volley e allo slice,sono cose che lui sa fare eccome e considerando il suo bagaglio tecnico averbbe potuto anche tentare di fare qualcosa d'altro per portarsi a casa la partita,invece e rimasto li a combattere con il rovescio perche' sapeva che era l'unico modo per limitare i danni,infatti quando era piu in forma alle volte quella diagonale riusciva anche a portarsela a casa entrando con il dritto,solo che purtroppo certe cose che gli riuscivano anni addietro con un Nadal al top le risultano molto piu complicate e preferisce limitarsi a tenere con il tipo di gioco che le fa meno danni.VANDERGRAF ha scritto:poi come dicevo nel secondo post, mi riferivo probabilmente a giocatori più smaliziati rispetto al tuo punto di osservazione. e prendevo anche spunto da giocatori di alto livello, dove invece l'avversario conta e viene anche studiato a tavolino certe volte. anche per quello serve l'intervento dei coach in campo, perchè da fuori si vede meglio quali sono gli aspetti tattici da prendere in considerazione di volta in volta durante l'arco di una gara. sono piccole cose che magari sfuggono ma fanno la differenza, come ad esempio tirare una palla che rimbalza più alta a chi predilige colpirla ad altezza ginocchia/anche. nelle partite combattute, in modo particolare, aggiungere queste sfumature può fare veramente la differenza perchè costringono l'avversario a giocare meno bene, quindi si stanno usando colpi che comunque ci riescono bene ma al tempo stesso fanno giocar male l'avversario; la stessa cosa non potrebbe avvenire con avversari che invece vanno a nozze sulle palle alte, sempre per tornare a quell'esempio.
Ora stiamo parlando di dettagli che fanno la differenza,ma stiamo anche parlando di due giocatori ai massimi livelli dove sono proprio i dettagli che fanno la differenza per il resto dei giocatori piu' umani ce tanto lavoro da fare prima di andare a vedere i dettagli.
- OspiteOspite
Re: Tennis e agonismo.
sinceramente non capisco perchè mi stai attribuendo cose che non ho mai sostenuto. io ti sto parlando di due giocatori che giocano quasi alla pari e tu mi parli di un giocatore che non è in grado di mettere in difficoltà l'avversario col suo tipo di gioco. lascia stare lo snob, era solo un'osservazione senza malizia, ma ogni cosa te la porti appresso così tanto ? tra l'altro non c'entra niente quello che dici sullo snob perchè io mi riferivo a quando hai scritto che chi non pratica a livello agonistico è da considerare in altro modo. l'ho detto anche io che questo post serve ai meno esperti, è da lì che nasce tutto l'equivoco, ma ora cosa vuoi farci ? se preferisci per forza aver ragione, prenditela, a me non serve proprio.Veterano ha scritto:Vedi chiaramente se il mio aversario mi fa una palla corta o mi ammazza di smorzate sempre secondo il mio punto di vista e perche' io le permetto di farlo e se puo farlo vuol dire che il mio gioco non le da fastidio e mi sta facendo a polpette come vuole.Se la cosa invece e' sporadica come spesso accade in una partita di tennis un giocatore solido sa cosa fare quando e' chiamato a rete,oppure semplicemente perderera' quel punto perche' siccome a rete ci va solo per dare la mano all avversario e molto probabile che lo perda il punto,ma un punto e una situazione non fanno la partita.Se mi dici che in certe situazioni bisogna adattarsi,ti rispondo chiaramente si ma non posso andare in campo senza avere un mio gioco solido di base sul quale potermi affidare.VANDERGRAF ha scritto:guarda che si possono avere anche due visioni e due valutazioni discordanti senza problemi. tu non sbagli per come la vedi tu e io non sbaglio per come la vedo io, non ci deve essere per forza qualcuno che sbaglia. io ribadisco che non esiste la scelta tra imporre il proprio gioco o adeguarsi a quello dell'avversario, esistono tutte e due le cose in simultanea, perchè per me saper imporre il proprio gioco significa anche giocare in funzione dell'avversario. che non significa scendere a rete senza essere capaci di giocare a rete, ma significa che se ti fa una palla corta dovrai comunque scendere a rete, solo per fare un esempio. significa che se è in grado di giocarti un cross incrociato stretto tu dovrai necessariamente fargli fronte e potrebbe essere una delle situazioni che meno ti privilegia. e tante altre cose che succedono normalmente tra due giocatori di livello tecnico simile. non ho mai detto che non bisogna pensare con mentalità vincente e non essere propositivi, ma il gioco del tennis è fatto anche di situazioni di attesa e di difesa.
Se no mispiace ma io rimango del mio punto di vista che se purtroppo non riesci a mettere in difficolta' il tuo avversario con il tuo tipo di gioco e' molto difficile che cambiando tatica o adattandoti al gioco dell altro riesci a portare a casa la partita.
A dire la verita' questo post che puo sembrare snob credo che serva di piu ai meno esperti che a quelli bravi perche' quelli bravi queste cose le sanno gia' senza bisogno di chiedere consigli a noi.
- VeteranoVeterano
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Re: Tennis e agonismo.
Counque su quella diagonale si e' detto di tutto e di piu' sul cosa a vesse dovuto fare Roger per uscirne,ma per me il punto chiave della partita e la chiave della vittoria di Roger non e' quella diagonale,anche se recuperando e miglirando la condizione le cose parlando si dettagli potrebbero migliorare come si e' visto in diverse occasioni.E che Roger ha il suo gioco e come tutti cerca di farlo,la partita se la deve giocare prendendo in mano lo scambio fin dall inizio non solo con il servizio ma con la risposta,deve prendersi i suoi rischi,lo puo fare e lo sa fare,ma deve essere ben in forma per farlo,la seconda palla dello spgnolo e attaccabilissima da uno come lui,e li che deve prendere in mano lo scambio.Cioe' ottimizzare quelle cose che sa gia' fare e chiaramente sfrutare le occasioni che le da il suo avversario,ossia migliorando il suo tennis,senza stravolgere la sua natura tecnica e tattica.Oppure pensiamo ancora che sarebbe stato meglio che adottasse qualche altro piano empirico.
Poi in una partita andiamo si a vedere i dettagli,voglio vedere la percentuale dei punti vinti al servizio di Roger e dei punti vinti sulla seconda di Raffa........ etc etc etc....boooo a volte mi sembra veramente di parlare di fantatennis.......se vi sembro snoobista sia ben chiaro che non e' mia intenzione esserlo,sto solo dando un parere personale potete accettarlo o gettarlo nel cestino come meglio vi pare,sono solo delle considerazioni personali che lasciano il tempo che trovano,e credo siano di ispirazione per una sana discussione,che poi la mia opinione sia condivisa o meno poco importa l'importante e che faccia pensare e discutere.
bueno saludos vado a pappare.
- VeteranoVeterano
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Re: Tennis e agonismo.
No caro Vander no ce niente di personale ci mancherebbe,purtoppo come spesso accade da dietro una tastiera e facile fraintendere,e siccome avevo te come interlocutore ho continuato nel mio vaneggio.Anzi devo dire che il tuo intervento mi ha dato modo di fare un po piu di chiarezza al mio pensiero.O forse noVANDERGRAF ha scritto:sinceramente non capisco perchè mi stai attribuendo cose che non ho mai sostenuto. io ti sto parlando di due giocatori che giocano quasi alla pari e tu mi parli di un giocatore che non è in grado di mettere in difficoltà l'avversario col suo tipo di gioco. lascia stare lo snob, era solo un'osservazione senza malizia, ma ogni cosa te la porti appresso così tanto ? tra l'altro non c'entra niente quello che dici sullo snob perchè io mi riferivo a quando hai scritto che chi non pratica a livello agonistico è da considerare in altro modo. l'ho detto anche io che questo post serve ai meno esperti, è da lì che nasce tutto l'equivoco, ma ora cosa vuoi farci ? se preferisci per forza aver ragione, prenditela, a me non serve proprio.Veterano ha scritto:Vedi chiaramente se il mio aversario mi fa una palla corta o mi ammazza di smorzate sempre secondo il mio punto di vista e perche' io le permetto di farlo e se puo farlo vuol dire che il mio gioco non le da fastidio e mi sta facendo a polpette come vuole.Se la cosa invece e' sporadica come spesso accade in una partita di tennis un giocatore solido sa cosa fare quando e' chiamato a rete,oppure semplicemente perderera' quel punto perche' siccome a rete ci va solo per dare la mano all avversario e molto probabile che lo perda il punto,ma un punto e una situazione non fanno la partita.Se mi dici che in certe situazioni bisogna adattarsi,ti rispondo chiaramente si ma non posso andare in campo senza avere un mio gioco solido di base sul quale potermi affidare.VANDERGRAF ha scritto:guarda che si possono avere anche due visioni e due valutazioni discordanti senza problemi. tu non sbagli per come la vedi tu e io non sbaglio per come la vedo io, non ci deve essere per forza qualcuno che sbaglia. io ribadisco che non esiste la scelta tra imporre il proprio gioco o adeguarsi a quello dell'avversario, esistono tutte e due le cose in simultanea, perchè per me saper imporre il proprio gioco significa anche giocare in funzione dell'avversario. che non significa scendere a rete senza essere capaci di giocare a rete, ma significa che se ti fa una palla corta dovrai comunque scendere a rete, solo per fare un esempio. significa che se è in grado di giocarti un cross incrociato stretto tu dovrai necessariamente fargli fronte e potrebbe essere una delle situazioni che meno ti privilegia. e tante altre cose che succedono normalmente tra due giocatori di livello tecnico simile. non ho mai detto che non bisogna pensare con mentalità vincente e non essere propositivi, ma il gioco del tennis è fatto anche di situazioni di attesa e di difesa.
Se no mispiace ma io rimango del mio punto di vista che se purtroppo non riesci a mettere in difficolta' il tuo avversario con il tuo tipo di gioco e' molto difficile che cambiando tatica o adattandoti al gioco dell altro riesci a portare a casa la partita.
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Non voglio asolutamente avere ragione per forza,io dico la mia opinione e cerco di motivarla,poi ognuno e' libero di dire la sua,a chi legge sta il compito di decidere quali siano le cose che le possono servire di piu'.........
Comunque no problem veramente......bueno scappo e vado a fare la pappa....
- Paolo070Veterano
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Re: Tennis e agonismo.
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Re: Tennis e agonismo.
- gianlugi1978Fedelissimo
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Re: Tennis e agonismo.
Secondo me, quanto evidenziato è la base del tennis agonistico moderno. Mi spiego meglio: nel corso di un incontro è possibile modificare alcuni particolari soprattutto di natura tattica, come, ad esempio, prediligere una traiettoria alta piuttosto che martellare spesso il colpo palesemente più "debole" dell'avversario, ma comunque ci si "appoggia" sempre al proprio tipo gioco. E' impossibile improvvisare sistematicamente il serve and volley solo perchè si sta perdendo se siamo regolaristi da fondo o viceversa. Tenderemmo solo a peggiorare la situazione.Veterano ha scritto:Vedi chiaramente se il mio aversario mi fa una palla corta o mi ammazza di smorzate sempre secondo il mio punto di vista e perche' io le permetto di farlo e se puo farlo vuol dire che il mio gioco non le da fastidio e mi sta facendo a polpette come vuole.Se la cosa invece e' sporadica come spesso accade in una partita di tennis un giocatore solido sa cosa fare quando e' chiamato a rete,oppure semplicemente perderera' quel punto perche' siccome a rete ci va solo per dare la mano all avversario e molto probabile che lo perda il punto,ma un punto e una situazione non fanno la partita.Se mi dici che in certe situazioni bisogna adattarsi,ti rispondo chiaramente si ma non posso andare in campo senza avere un mio gioco solido di base sul quale potermi affidare.VANDERGRAF ha scritto:guarda che si possono avere anche due visioni e due valutazioni discordanti senza problemi. tu non sbagli per come la vedi tu e io non sbaglio per come la vedo io, non ci deve essere per forza qualcuno che sbaglia. io ribadisco che non esiste la scelta tra imporre il proprio gioco o adeguarsi a quello dell'avversario, esistono tutte e due le cose in simultanea, perchè per me saper imporre il proprio gioco significa anche giocare in funzione dell'avversario. che non significa scendere a rete senza essere capaci di giocare a rete, ma significa che se ti fa una palla corta dovrai comunque scendere a rete, solo per fare un esempio. significa che se è in grado di giocarti un cross incrociato stretto tu dovrai necessariamente fargli fronte e potrebbe essere una delle situazioni che meno ti privilegia. e tante altre cose che succedono normalmente tra due giocatori di livello tecnico simile. non ho mai detto che non bisogna pensare con mentalità vincente e non essere propositivi, ma il gioco del tennis è fatto anche di situazioni di attesa e di difesa.
Se no mispiace ma io rimango del mio punto di vista che se purtroppo non riesci a mettere in difficolta' il tuo avversario con il tuo tipo di gioco e' molto difficile che cambiando tatica o adattandoti al gioco dell altro riesci a portare a casa la partita.
A dire la verita' questo post che puo sembrare snob credo che serva di piu ai meno esperti che a quelli bravi perche' quelli bravi queste cose le sanno gia' senza bisogno di chiedere consigli a noi.
Ovviamente, ci sono situazioni in cui, ad esempio, non si riesce a sviluppare il proprio
gioco e quindi siamo costretti ad adattarci perchè, evidentemente, il nostro avversario è nettamente più forte.
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